20 Aprile 2003

La vera preghiera

LA VERA PREGHIERA

In che cosa consiste la vera preghiera? Siamo abituati alle formule stereotipate, alle liturgie, ma qual è il nostro rapporto più autentico con il Padre?
Gesù ci consiglia di chiedere lo Spirito, prima ancora delle cose materiali. Ha perfettamente ragione perché noi non sappiamo nemmeno cosa domandare, come sosteneva S. Paolo.

Non esiste solo la preghiera di richiesta, ma chiedere lo Spirito è estremamente importante perché Egli ci guida verso la comprensione delle nostre richieste. Già nel Padre Nostro ci viene insegnato a chiedere che si compia la volontà del Padre.
Lo Spirito ci insegna ad abbandonarci con fiducia al Padre per santificare il suo nome e lasciare che ci governi il suo Regno di pace, di giustizia, di amore, di comprensione, di riconoscenza. Dio è sempre riconoscente per ogni nostro più piccolo gesto d’altruismo nei suoi confronti e nei confronti del prossimo.
Non tralascia mai la ricompensa: spesso nemmeno ce ne accorgiamo, oppure non vediamo e non interpretiamo un evento come una sua rincompensa.

Lo Spirito ci apre gli occhi interiori e ci fa intuire che nulla è scontato o banale di quello che ci capita. Quando accogliamo con vera gioia ogni sua ispirazione, Egli poi le moltiplica ed affina il notro animo a riceverne molte di più, perché la sua natura è quella di dare sempre tutto a tutti, ma vuole che affiniamo le antenne del nostro spirito per accogliere degnamente i suoi doni.

La preghiera di riconoscenza e gratitudine è, quindi, estremamente importante per poterci rapportare con il Padre. Egli ci vuole a sua immagine e somiglianza. Lo siamo se daremo nella gioia, se gli dedicheremo gran parte del tempo della nostra vita mettendo al secondo posto gli affari terreni. La riconoscenza ci fa vivere in clima di preghiera continuo. Anche se ci aiutiamo con formule stereotipe, ciò che vale agli occhi di Dio è il nostro cuore, se veramente gli appartiene.

Ecco che cosa bisogna chiedere allo Spirito: che ci illumini innanzittutto su quello che realmente siamo e che destino abbiamo. Che ci faccia veramente apprezzare i doni che riceviamo continuamente e che Egli ci ha riservato per il futuro. Che ci faccia desiderare sempre la sua presenza operante senza giammai dimenticarlo per un istante. Che ci guidi in ogni nostro passo, come gli stessi salmi ci propongono. Che ci aiuti ad essere costanti nella fede, nella speranza e nell’amore nei suoi confronti. Non venga mai meno la fiducia nella sua misericordiosa protezione.

Egli ama coloro che in Lui si rifugiano, ma detesta gli arroganti e i superbi. Vuole che ci rendiamo conto della nostra situazione creaturale e che senza di Lui non possiamo fare proprio nulla.
Se veramente ci lasciamo da Lui plasmare diventeremo simili a Lui nella libertà. Non avremo bisogno di tante formule stereotipe perché la nostra stessa vita diventerà preghiera operante e contemplativa, i nostri stessi occhi saranno come quelli dell’amata verso il suo preziosissimo amante fino al matrimonio mistico, per cui la nostra anima vivrà in Dio nel più perfetto connubio, dove riconoscenza, amore, gratitudine, stupore, creatività saranno le principali caratteristiche del nostro spirito.

Pier Angelo Piai