Antonio, il mugnaio, tempo fa è venuto
a trovarmi e raccontarmi alcune sue belle e profonde confidenze:

Vivo in una famiglia dove esigono da me
troppe cose e  talmente pesanti che
mi chiedo: ma cosa vogliono ancora da me? –Come minimo ti chiedono la vitahanno
diritto che tu doni la vita.

E’ un periodo in cui faccio molte cose
belle e stimatee tante altre ne ho in programmaspero che Dio mi dia salute
per poterle fare tutte, ma mi sento sfinire. – Ma Dio da te, più che le tue
opere, vuole te.

Mi sento buttar viaNon godo nessuna
stima dagli altriMi mettono in un angolo- Ma chiunque ti butta via, non sa,
ma tu lo devi sapere, che ti sta buttando fra le braccia di Papà.

Ho scritto a Chiara: Sto attraversando
un periodo nero, in cui mi sento uno straccio- Non si meravigli di sentirsi uno
straccio: l’importante è che lo straccio stia in mano a Dio; Lui, con uno
straccio che gli sta in mano, fa capolavori.

Ci sono dei momenti in cui mi sento un
verme:- Sai che Gesù, lui il più bello tra i figli dell’uomo, è stato definito
“verme e non uomo”. Fin da bambino andavo a pescare con la zattera assieme a
mio zio Piero. Mi piaceva osservare l’operazione mentre infilava un verme
nell’amo di pesca: Vedi Antonio – diceva lo zio – per pescare i pesci occorre
un verme; Gesù ha bisogno di un “verme” per farti diventare pescatore di
uomini.

Ecco perché, appena Pietro davanti a
Gesù si è riconosciuto verme- “sono peccatore, allontanati da me”, Gesù gli ha
subito detto: seguimi e diventerai pescatore di uomini. Da peccatore
riconosciutoa patentato pescatore.

Solo un verme che trasuda l’infinita
misericordia ricevuta, può attirare tutti alla dignità di figli di Dio: quando
sul calvario sarò innalzato da terraverme infilato nell’amo della croce, attirerò
tutti a me.

 

p. Andrea Panont