(su p.Davide Maria Turoldo…)


Il presentimento della morte aleggia costantemente
nella produzione poetica anche dei momenti più retorici.


La morte come fine-correttivo della realtà;

la morte come riscatto rivelativo di una dignità
negata;

la morte come necessario pedaggio alla vita vera.

La morte segna la fine della ragione e delle
ragioni.


Solo la rivelazione di una dimensione “altra” che
definiamo in qualche modo “divina ed eterna” può generare in noi la “pace”; una
pace che non è conquista, ma una “resa” la cui prima ed ultima radice è la
libertà di accettare di essere solo “dono” e per di più voluto ed amato per una
Pienezza il cui “segno” storico è una Persona

 – Gesù
di Nazaret –

il Risorto

Signore della vita.


Per molti questo è un fascinoso quanto inutile
inganno.


Non è migliore certamente lo stupido quanto
proditorio inganno del ridicolo quanto inutile “essere semplicemente stati”.

 

[1]

E fine ponga

 

Anch’io, anch’io

che oda, o Amato, la voce!

Una voce

 

a dirmi è finito

il tempo della potatura!

 

Mio crudele Amore, io so

quale vignaiolo severo tu sei

e con quale cura tu poti

le tue piccole viti

 

Una voce

che dica: O colomba!

 

Sì, una colomba

che si annida

in anfratti e dirupi

 

Una voce che segni

una sosta a queste

divoranti attese,

e fine ponga

alle aspre

incertezze:

 

e abbia
inizio

almeno il dolce

colloquio.

 

 

[2]

Il cielo non risparmia nessuno

 

Fiumane di canti hanno

narrato i tuoi amori, Signore.

 

Ma da me avrai appena

rudi versi: stanze

di versi degni della mia

miseria d’origine.

 

Ad altri le più scatenate

fantasie a celebrare

il favoloso corteo:

 

e le lettighe, e i baldacchini,

e i prodi cavalieri

dalle spade lucenti,

 

e le fanciulle tutte

uscite a vedere il trionfale

incedere dello Sposo

 

Ma la madre mia, contadina

del mio Friuli, la più

povera del paese, usava

dirmi: Figlio

 

sono cose troppo grandi

per noi!

 

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[3]

Che non sia più notte

 

La notte è avanzata:

Dio, fa’ che la notte finisca,

che non sia più Notte!

Brani
da

David M. Turoldo. Una voce
del Friuli
.
Ideazione, riflessioni e scelta dei testi a cura di Nicolino Borgo, Basaldella
2006 [pubblicazione per il centenario della banca di credito cooperativo del
Friuli centrale, 1906-2006]