Le tenui foglioline che colorano di verde gli alberi a
marzo, dicono a tutti che la primavera ha acceso e fatto esplodere la vita. É proprio una
resurrezione; una pasqua. Il verde della foglia è vita; la sua vibrazione un
canto.
Le foglie che in autunno vedo abbondanti sulla strada,
mi dicono anzitutto la generosità dell’albero che ha donato tutto: fiori a
primavera, frutti in estate; in autunno tutte le foglie; tutteproprio tutte,
fino all’ultima; d’inverno, la sua legna per riscaldarci e per l’utilità
dell’uomo.
La foglia che cade danzando leggera, mi invita a
invecchiare con gioia, nella consapevolezza che, staccandosi dal ramo, si va a
finire nei pressi della radice che ci segnala la profondità delle origini e la
solidità della roccia su cui è fondata la vita.
Attraversando un bosco in autunno, quel
turbinio di foglie staccate dal vento, non ti pare che siano un segno di festa
al tuo passaggio? Non sono quelli i coriandoli di Dio? E quel tappeto variopinto di foglie,
frusciante e canoro sotto i tuoi piedi non l’ha forse steso chi, nella sua
fantasia da innamorato, ti voleva ancora una volta segnalare quanto sei
importante per Lui? E voleva anche dirti che, come Lui ti tratta da figlio,
così tu tratterai da fratello chi ti vive accanto.
D’inverno, camminando sulla neve, ho notato un
particolare molto significativo: una foglia gialla, secca, ritenuta già morta,
caduta sulla gelida neve, ha avuto ancora la generosità di sprigionare l’ultima
sua caloria attorno a sé, tanto da sciogliere quel pò di neve su cui è
arrivata. Mi richiama alla mente le parole di Giovanni della croce: “Se
dove cadi trovi solo il freddo della neve, sprigiona senza esitazione tutto il
tuo calore, anche se ti sembra poco, e attorno a te donerai tepore e scioglierai
la neve.”
Si dice, che la foglia “cade”; ma è più vero
che, finito il suo servizio sul ramo, si stacca per correre a ringraziare chi
le ha dato la vita: si adagia sulla radice per proteggerla, riscaldarla e
ripararla dal gelo invernale. La foglia ama la radice tanto che decomponendosi,
sciogliendosi, si fa concime, nuovo alimento dell’albero che, anche grazie a
lei, frutterà nella nuova primavera, nuovi fiori, nuove foglie e nuovi frutti.
Questo annullarsi per amore è adorazione.
E che dire di quella foglia che solitaria è
stata sollevata in alto, in alto dal vento, quasi rapita dal cielo a formare la
nota più alta d’un coro. Su quel rigo, oltre le nubi, si snoda un concerto
formato da altre foglie che assieme a lei e in momenti diversi, si sono concesse
a quel “soffio”.
Preziosa e rara disponibilità! Disponibili al “vento”, concordi fra loro: è l’armonia.
p.Andrea Panont