Prefazione
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Il Giardino di
Teresa
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Assieme all’autore de Il
giardino di Teresa P. Andrea
Panont, carmelitano scalzo, vorrei ringraziare anche le coeditrici Velar ed
Elledici, per la loro gentilezza nei miei confronti nel permettermi di fare la
prefazione di questo libro.
Noi carmelitani –e non meno le nostre
sorelle monache – ci andiamo volentieri ai giardini. E’ questa un’abitudine,
una consuetudine, un’inclinazione in più del nostro carisma. L’esempio ci viene
dai nostri antenati, da quei vecchi Crociati del Medioevo che sono andati in Terra
Santa per fare la guerra.
Ma vi sono rimasti, per vivere da
fratelli attratti e uniti da Maria e per lodare Dio sul Monte Carmelo. Ci
insegnarono a gustare i fiori e i frutti di questo monte, noto in tanti libri
biblici per la sua bellezza, per la ricchezza della sua vegetazione.
Teresa e Giovanni della Croce
illuminarono tutta la cristianità con la loro esperienza di Dio prendendo stupendi
esempi dalla natura. In Teresa, come ci illustra il racconto che dà il titolo a
questo libro, c’è una vera e propria passione per i giardini. La nostra
fondatrice quindi non avrà nessun timore a paragonare la nostra anima – e quella
sua – con un giardino coltivato da noi, ma seminato e curato da Dio stesso.
Un altro vizio prezioso dei carmelitani – condiviso anche dalle carmelitane
– è quello di attaccarci alla penna. Scrivere, comunicare quello che viviamo, donare
le nostre esperienze di luce e anche quelle di buio –San Giovanni della Croce è
il Maestro della Notte Oscura -. Insomma mi sembra frutto di Nuova
Evangelizzazione poter versare sulla carta quello che, tramite i nostri sensi,
anche e soprattutto spirituali, ci è dato di capire e sperimentare circa la
presenza di Dio nel mondo.
Ed ecco che anche P. Andrea, sorpreso
da questo vizio, prende la sua penna
e semina con gocce di inchiostro questo giardino nato dalla sua ammirabile
capacità di ascoltare e guardarsi d’attorno per scoprire quello che soltanto i
veri contemplativi sanno capire.
Anche per noi il mondo, la vista dei
suoi errori, è molto spesso, purtroppo, fonte di disagio e di pena. Ma padre Andrea
ci insegna a scoprire la realtà che l’amore di Dio ha diffusamente seminato
nelle creature e profondamente nascosto nelle vicende della vita di ogni
giorno.
In questo modo, il braccio dato da lui al cieco diventa immagine della Parola di
Dio: è luce di cui tutti abbiamo
bisogno per camminare lungo le strade della vita; è fuoco che invita a uscire da sé chiunque
voglia gustare la vita. Gli stessi paragoni dell’enologo
diventano insegnamento ai predicatori, chiamati ad essere testimoni nel vivere
la parola che proclamano e invitano gli ascoltatori a vendere il buon vino
delle opere concrete d’amore che sgorgano dalla parola di Dio. E così via
P. Andrea, da bravo apostolo, non intende coltivare solo per
sé stesso questo giardino in cui nascono a profusione i fiori sbocciati dalle
sue gocce di inchiostro. Grazie a questo distacco, non fa mai la figura del gigante
egoista del racconto di Wilde, ma senza riserve ci offre la bellezza di quanto il
Signore gli fa capire dalla vita. Tutto raccoglie dalla contemplazione, ne fa
tesoro geloso per poterlo poi largamente condividere.
Grazie al suo nuovo libro “il giardino di Teresa”, noi pure
possiamo gustare i profumi dei fiori di vita, seminati con immensa generosità
dalla mano di Dio.
P. Emilio
J. Martinez Gonzalez
Vicario
Generale ocd