In loro converge la Verità: è intuibile.
Ci sono più piani: quello letterario, quello umano, quello storico e quello spirituale. Si capisce che lì c’é la Verità.
Dal punto di vista letterario i 4 Vangeli sono sobri e spesso hanno anche delle discrepanze. In essi si percepisce la fretta nell’annunciare un fatto importante: Gesù Cristo che si incarna, predica, opera, patisce e muore. I teologi sintetizzano tutto nel concetto di “Kerigma”.
Le discrepanze potrebbero testimoniare il contrario di quello che si pensa: che cioé dietro ci sono fatti veri narrati da più testimoni. Se fosse un’invenzione da tavolino le cose sarebbero molto diverse: un solo Vangelo che nessuno deve assolutamente discutere, come in certe altre presunte rivelazioni…
Invece i Vangeli sono stati dissezionati da infinite critiche di ogni tipo: testuale, letterarie, esegetiche, ermeneutiche, ecc.
Ma reggono bene lo stesso. In essi c’è una forza misteriosa che attira e commuove, che coinvolge e fa riflettere e meditare, che spinge all’azione, ad amare Dio ed il prossimo. “Le mie parole non passeranno mai”
Dal punto di vista umano ci si chiede come è possibile inventare di sana pianta la storia di un uomo che si rivela come Figlio di Dio e che ha la stessa natura divina?
Un uomo che nasce (in modo straordinario) da una famiglia modesta e sconosciuta, che lavora fino all’età adulta e che si mette a predicare la venuta del Regno operando prodigi e adunando a sè discepoli, gente povera ed ignorante.
È uno di noi, ma è mandato dal Padre. Nasce come noi, ma è concepito per opera dello Spirito Santo.
Soffre la sete, la fame , il freddo, le persecuzioni, le tentazioni, le frustrazioni, i sospetti, i tradimenti come ognuno di noi. Eppure ha una fede incrollabile, passa intere notti a pregare il Padre, opera con la massima sicurezza prodigi, guarigioni, conversioni, digiunando e scacciando i demoni.
C’é in Lui un’umanità sconcertante, solidale con la nostra. C’è in Lui una divinità incredibile che spinge all’adorazione spontanea. Una divinità già riconosciuta in ambiente rigidamente giudaico e monoteistico, dove la divinizzazione di un uomo costituiva una bestemmia atroce, punibile con la lapidazione.
Nessuno è capace di inventare una simile figura: Gesù Cristo è storicamente esistito davvero, eppure ciò richiede anche la fede. Il processo di mitizzazione sarebbe stata un’operazione impossibile in quell’ambiente ebraico. I discepoli avrebbero dovuto mettersi continuamente al riparo dalla giustizia sociale tesa a difendere l’identità del popolo ebraico.
Eppure hanno fatto tantissimi proseliti: indubbiamente qualcosa di molto più forte ha operato in loro.
E questo è il Cristo risorto, la cui energia è presente tuttora e durerà in eterno.
Pier Angelo Piai