LA TRASFIGURAZIONE NELLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA
L’episodio evangelico della Trasfigurazione rivela cose profonde sulla natura di Gesù, senza il quale non potremmo vivere.
In fondo cosa chiede Gesù da noi? Che corrispondiamo al suo amore, che diventiamo come Lui Amore, cioè “divinizzati”.
Si è “trasfigurato” davanti a tre discepoli su un monte, insieme a Mosé ed Elia.
Questo per aiutare la nostra scarsa fede, in quanto non sappiamo vederlo “trasfigurato” nella situazione che riteniamo normale. In quell’uomo c’é Dio e Dio è quell’uomo. Noi, diventando simili a Dio in Cristo, assimiliamo gradualmente la sua natura. L’ordinario, se il nostro cuore è aperto, diventa straordinario in ogni momento se riferiamo tutto a Lui.
L’amore in sé è straordinario perché ci rivela la natura di Dio, che é amore.
Perché ci annoiamo di fronte a quello che riteniamo “ordinario”? Perché siamo ciechi, non sappiamo vedere “oltre” l’apparenza spesso dimessa e conturbante della vita. Ma la vita presenta anche aspetti attraenti che in qualche modo ricordano vagamente l’aspetto attraente di Gesù trasfigurato in bianche vesti.
Il bianco è la purezza, il distacco. La luminosità è la trascendenza. Ciò che ci attrae su questa terra va ricondotto alle sue origini più pure, cioé al suo Creatore. Un corpo e un volto umani riflettono quello di Gesù Cristo.
Quando un corpo è attraente dal punto di vista terreno esso dovrebbe richiamare l’attrazione divina, la quale non è possesso, ma è libera adesione a Colui che è Amore onnipotente e onnisciente.
Se ci soffermiamo alla dimensione prettamente terrena, noi rischiamo di rendere quel corpo un “oggetto” tra tanti, dimenticando che è Tempio dello Spirito Santo e lasciando in noi dominare l’atteggiamento discriminatorio che lo mette al primo posto nella nostra illusoria gerarchia, soverchiando le altre figure umane che diventano ai nostri occhi insignificanti.
I discepoli vennero avvolti da una nube luminosa allorché manifestarono il desiderio di rimanersene lì a contemplare la teofania, ma furono spaventati dalla voce che avvertiva loro che Gesù è il figlio prediletto, nel quale il Padre si é compiaciuto, esortandoli ad ascoltarlo.
Poi si ritrovarono soli con lui. E dovettero anche scendere il monte…
La nostra vita terrena è un continuo trovarsi soli con Lui. Sta a noi ascoltarlo, ma se corrispondiamo con fede al suo amore lo vediamo trasfigurato nel volto dei famigliari, in quello degli amici, dei colleghi di lavoro, dei componenti della parrocchia, di tutti quelli che incontriamo, di tutti i membri dell’umanità per cui preghiamo.
Tutta la nostra vita si trasfigura nell’Amore perché è proprio l’amore che è puro, come le vesti candide di Gesù.
Pier Angelo Piai