dal Messaggero Veneto del 3/12/02
CONCORSI
La bellezza e la salvezza
Da qualche tempo circola quest’assunto: la bellezza salverà il mondo. Se fosse sufficiente inviare legioni di bei giovanotti e di splendide ragazze in zone del terzo mondo, per risolvere i terribili problemi della fame, dell’Aids, dell’acqua, e di ciò che attiene alla semplice sopravvivenza, non ci sarebbe da preoccuparsi.
Fatto sta che questo tipo di bellezza abbonda nel nostro Occidente, eppure sovrabbondano malattie e problemi che difficilmente verranno risolti con concorsi di bellezza o con sfilate di moda. Ci s’illude che le cose belle (città d’arte) inducano alla non violenza, e alla pacifica collaborazione tra i popoli. Le cose belle possono influire sugli stati d’animo, quando non si è sommersi da problemi esistenziali. È difficile andare a teatro con lo stomaco vuoto, perché dubito che lo si possa apprezzare appieno.
Se poi per bellezza s’intende qualcosa che è in sintonia con la bontà, l’altruismo, l’ordine delle proporzioni e delle cose, allora se ne può discutere. Una bellezza, quindi, che è in antitesi con l’egoismo, la bruttezza morale, il pregiudizio, può mutare, in meglio il corso degli eventi e la stessa civiltà umana.
L’attuale concorso di miss Mondo non è certamente all’insegna della bellezza positiva. A parte le terribili reazioni integraliste (200 e più morti), c’è da chiedersi se l’utopia della bellezza esportata in Nigeria non sia enormemente distante dal concetto di bellezza positiva che dovrebbe salvare il mondo.
Il fatto stesso di aver realizzato riprese televisive nelle foreste nigeriane, con bellissime ragazze tutte truccate e raffinate, che accarezzano bambini privi di ogni bene di fortuna, è perlomeno allucinante.
I miliardi che occorrono per simili manifestazioni, buttati in certo modo in faccia alla miseria di tanta gente, sono un affronto all’umanità, e non fanno certo parte della categoria di bellezza che potrà salvare il mondo. Anzi, lo ha gettato nella disperazione e nella morte.
Pertanto, invece di prendersela contro gli integralisti islamici, sarebbe anzitutto necessario guardarsi dentro e capire che la bellezza vera non è una questione di pelle e di forme, ma è soprattutto un problema di giustizia e di solidarietà.
Professor Giampaolo Thorel
Udine
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