dal Messaggero Veneto del 14/09/02

La cerimonia alle 11.30 all’Ente fiera di Torreano di Martignacco. Selezionati i vincitori del premio Top ten 2002
Sedia, da oggi seimila modelli in mostra
Si inaugura la 26ª edizione del Salone internazionale. Oltre 200 espositori da tutta Europa


Quasi seimila prodotti di 200 aziende di tutto il mondo: è la carta d’identità della 26esima edizione del Salone internazionale della sedia, che sarà inaugurato oggi alle 11.30 nella sala congressi dell’Ente fiera a Martignacco, e che resterà aperto al pubblico fino a martedì 17.
Interverranno alla cerimonia di inaugurazione della manifestazione il Sottosegretario agli Esteri, onorevole Roberto Antonione e il presidente della Regione Renzo Tondo. A riceverli ci sarà il presidente di Promosedia, Fabrizio Mansutti, assieme agli altri responsabili della società che organizza il Salone. Inoltre, il sindaco di Martignacco dottor Mauro Delendi, Gabriella Zontone commissario straordinario di Fiera Udine e numerose autorità della Provincia e del Comune di Udine.

Il Salone internazionale della sedia è un’importante manifestazione internazionale, essendo l’unica fiera al mondo dedicata esclusivamente al prodotto sedia. Oltre 200 gli espositori provenienti da tutta Europa e da oltreoceano. Provengono da tutto il mondo pure i visitatori già accreditati (contractor, buyer, importatori, grossisti, dettaglianti, architetti, designer e giornalisti. Questi ultimi nel 2001 sono stati più di 15.000 e provenienti da ben 73 Paesi.

Quest’anno il Salone è particolarmente atteso dagli imprenditori e dagli operatori del settore arredo visto il momento delicato che sta attraversando il mercato globale. I quattro giorni della manifestazione sono considerati da tutti come un banco di prova che offrirà segnali concreti sugli andamenti dei prossimi mesi. La congiuntura negativa che gran parte dei Paesi stanno attraversando (e soprattutto i tradizionali mercati forti come Stati Uniti e Germania) ha inciso sin dagli ultimi mesi del 2001 sul settore del legno e del mobile in particolare, ponendo aziende ed operatori di fronte a nuove scelte programmatiche: commerciali e di comunicazione.

Tornando al Salone, si registrano alcune novità e conferme importanti riguardo ai Paesi presenti ad Udine tra gli espositori. L’Ungheria aderisce per la prima volta, mentre hanno già confermato l’adesione operatori e giornalisti da tutto il mondo: gran parte di Europa ed Europa dell’Est (dove la Russia rappresenta un mercato in forte sviluppo), Australia, Sud America e Nord America, Medio ed Estremo Oriente, Sud Africa.

A queste presenze si unisce la partecipazione di alcune delegazioni: quella che riunisce operatori da Australia e Nuova Zelanda accompagnati da Margherita Curtis, corrispondente di Promosedia in loco; quelle di Corea, Sud Africa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi che giungono a Udine grazie alla collaborazione di Promosedia con il Ministero degli Affari esteri.

Ricordiamo che l’edizione 2001 aveva registrato sul fronte visitatori un incremento pari al 2% rispetto all’edizione precedente. Lo scorso anno a Udine erano convenuti oltre 15 mila operatori del settore provenienti da 73 Paesi.
L’evoluzione e la crescita costante del Salone sono rilevabili anche nell’offerta di prodotto: quest’anno sono più di seimila i pezzi esposti tra sedute, tavoli e complementi.
Non solo esposizione ma anche premi. Ieri si è riunita infatti la giuria per selezionare i vincitori del Top ten 2002. Eccoli: Sedia Lux (designer Jan Sabro, Italteam srl), Flip/A (Enio Calosi, Les Griffes srl), Gabry (Mauro Fadel, Livoni), Seattable (Vladimirov Milinov, Ort), 44 (Heidemarie Leitner, Frank Plank), Breeze (Daniel Rode, Psm), Ambra (Maria Prando e Studio Sibau, Sibau), Janet (Studio Sintesi, Sintesi Spa), Orbit (Robby e Francesca Cantarutti, Sintesi 2 spa) e Easy (Ufficio tecnico Tal, Tal). I modelli vincitori sono esposti al Padiglione 6: tra di loro verrà scelta “La sedia dell’anno”.
R.P.
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Il presidente del Distretto della sedia Masarotti: trasferiamo l’esperienza friulana
«Triangolo, un modello da esportare»


Alla ripresa dell’attività, dopo la sosta per le ferie, nel Distretto industriale della sedia molti sono gli interrogativi che incombono sul comparto: primo tra tutti quello legato all’export, ma non meno importante risulta essere quello della delocalizzazione produttiva.
Molte sono le aziende infatti che hanno guardano a Est per realizzare alcune insediamenti, con il preciso scopo di ridurre i costi per l’approvvigionamento delle materie prime e quelli della manodopera.

Il presidente del Comitato del Distretto industriale della sedia, Giovanni Masarotti, interpellato su questa problematica non appare eccessivamente preoccupato.
«E’ chiaro che ogni imprenditore, in qualsiasi settore operi, ha il dovere di ricercare le soluzioni più economiche per poter essere al passo con i mercati – afferma Masarotti-. Ma c’è un processo di internazionalizzazione che, a mio avviso, potrà rendere appetibile la delocalizzazione solo per pochi anni ancora. Basti vedere quanto è accaduto nella vicina Slovenia, dove ormai i costi della manodopera non discostano molto da quelli italiani.

Ma ho avuto notizia che anche produrre in Ungheria o in Polonia, tanto per citare altri esempi, non è più conveniente. Io comunque resto dell’avviso che sia giusto andare alla ricerca delle soluzioni più convenienti».
Ma non c’è il rischio che in questo modo il Distretto della sedia possa svuotarsi?
«Se non c’è un progetto preciso potrebbe essere così, anche se con tempi e variabili che potrebbero smentirci. Se invece c’è una programmazione si potrebbe ripetere quanto è accaduto a Montebelluna, la capitale italiana per la produzione di calzature.

Ormai da anni nella località veneta non si produce più una sola scarpa, eppure i posti di lavoro sono stati decuplicati. Si tratta di personale impiegatizio, tecnici ed esperti di marketing. Tutto questo non è dovuto all’improvvisazione degli imprenditori veneti, ma il frutto di ricerche e di una programmazione quasi perfetta. Non penso che possa essere ripetuta questa esperienza anche nel comparto della sedia, in quanto l’industria calzaturiera è in grado di acquistare le materie prime, lavorarle e poi far produrre le scarpe dove è più conveniente. Tutto sempre sotto il controllo diretto.

Nel nostro caso si potrà esportare l’esperienza acquisita in decenni di attività, quindi il modello del “triangolo” potrà essere anche trasferito altrove. Ma nel Distretto si dovrà mantenere il “cervello” e il “portafoglio” delle varie aziende e, lo ribadisco, in questo modo si potrà addirittura aumentare l’occupazione».
Presidente ma per le sue aziende ha mai pensato alla delocalizzazione?
«No, e ritengo che ben difficilmente lo farò. Mi trovo molto bene con i fornitori locali, dei quali mi fido ciecamente».
G.C.
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I 90 anni di Poltrona Frau
In rassegna pezzi storici


Dopo l’omaggio alla sedia vista da 40 grandi artisti contemporanei (l’anno scorso con la rassegna “Chairs in contemporary art”), la 26esima edizione del Salone della sedia dedica la sua attenzione a “Bestseller”: una carrellata attraverso i pezzi storici di una quindicina di bei nomi dell’arredamento italiano, il tutto incentrato attorno al marchio Thonet/Poltrona Frau.

In occasione del Salone, l’azienda italiana nota in tutto il mondo per le sue poltrone in pelle, festeggia il 90° di fondazione con una mostra che renderà omaggio alla sua storia e a quella del marchio Thonet, dalla stessa Frau recentemente acquisito. Gli archivi storici dei due marchi (Thonet ha già avuto un posto d’onore alcuni anni fa al Salone) saranno affiancati da alcuni pezzi storici di altre quindici aziende italiane leader del settore.
É stato dunque un anno speciale il 2002 per Poltrona Frau. Ricorrono infatti i novant’anni dell’azienda, sempre più attenta protagonista del design e dell’imprenditoria italiana.

Il suo mondo, con uno stile che la rende inconfondibile, non solo è rappresentato nella creazione di nuovi punti vendita monomarca in tutto il mondo, ma ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi attraverso realizzazioni di grande importanza. É da poco terminata la realizzazione degli interni dell’auditorium di Roma, progettato da Renzo Piano.

Il Salone di Ginevra ha visto il marchio Poltrona Frau sulle auto delle case più prestigiose. Nove infine le novità con le quali, accanto alle proposte del Centro ricerche e sviluppo, Enzo Mari, Michele De Lucchi, Luciano Pagani e Angelo Perversi hanno interpretato in chiave di attualità gli ideali della casa sia nell’arredo che sul terreno nuovo del complemento. Ma anche rivolgendo lo sgaurdo al passato, nella sua lunga storia (il marchio fu depositato da Renzo Frau nel 1912 alla Camera di commercio di Torino), non mancano le tappe che resteranno nel libro d’oro dell’azienda: già nel ’26 è fornitrice ufficiale della Real Casa, negli anni ’30 arreda il transatlantico Rex, orgoglio della Marina italiana; nel 1962 inizia la gestione di Franco Moschini, attuale presidente, gestione che vedrà nel corso degli anni il coinvolgimento dei più grandi designer del nostro tempo.
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