Angolo di Storia: 500 anni dalla rivolta contadina della “Crudel Zobia Grassa” del 27 febbraio 1511.
Di certo chi ne sa di storia del Friuli o chi semplicemente legge i giornali locali, sa che tra non molto c’è l’anniversario della rivolta contadina del 27 febbraio 1511, rivolta che coincise con la festa carnascialesca di giovedi’ grasso (detta zobia grassa nel toscoveneto usato nelle sue cronache da Gregorio Amaseo).
All’epoca il Friuli, come sempre, era terra di confine e le tensioni dominavano la scena politico-militare tra la Serenissima Republica di Venezia capeggiata qui dai potentissimi nobili Savorgnan ed il Sacro Romano Impero cui andavano le simpatie di molti signorotti locali, in particolare i Della Torre, i Colloredo, i Partistagno, i Frattina e i Gorghi. Queste fazioni vedevano da un lato i “Zamberlani” il cui capo ispiratore era Antonio Savorgnan e dall’altro i filoimperiali “Strumieri” guidati dai Della Torre.
Senonchè, il 27 febbraio 1511, si narra che Antonio Savorgnan avesse messo in giro la voce che mercenari imperiali tedeschi si stavano assembrando a Pradamano pronti a prendere Udine e quindi invadere il Friuli. Al che, le sue cernide (truppe contadine), dopo aver perlustrato la zona di Pradamano (e non aver trovato l’ombra di un lanzichenecco tedesco), una volta rientrate a Udine diedero l’assalto ai palazzi dei casati feudatari filoimperiali mettendone a ferro e fuoco una trentina ed uccidendo una cinquantina tra nobili e loro servitori. Avuta notizia dei fatti udinesi, nel Friuli rurale scoppiarono altre sommosse con assalti ai castelli e residenze nobiliari.
La sommossa, riconosciuta come la piu’ imponente dell’Italia risorgimentale, aveva molteplici cause concomitanti:
– Le carestie e la peste imperversavano
– il trauma del passaggio del Patriarcato a Venezia (nel 1420) che aveva visto ridimensionato il potere del parlamento della Patria del Friuli con sede a Udine
– l’inefficienza del parlamento di Venezia e la secondarietá del Friuli nelle politiche della Serenissima
– la difesa contadina degli antichi diritti e la richiesta di piu’ potere
– le faide tra i casati nobiliari friulani
– la guerra della Lega di Cambrai tra Impero e Serenissima
La jacquerie (la rivolta di popolo) a Udine fu fatta rientrare nel momento in cui Venezia invió 100 cavalieri dalla fortezza di Gradisca ma rivolte e proteste nelle campoagne proseguirono per altri 50 anni.
In generale, le tensioni si perpetuarono nei secoli visto che le diatribe confinarie tra Venezia e l’Impero continueranno fino all’arrivo di Napoleone. Da ricordare, che nella Germania di oggi è ancora conosciuta una canzone, cantata dai soldati tedeschi anche nella prima guerra mondiale, che ricorda il “Sacco di Roma” e la discesa in Italia dei temibili Lanzichenecchi nel 1527. Ebbene, la canzone dei Lanzichenecchi si intitola “Wir Zogen nach Friaul” (venimmo verso il Friuli) a sottolineare ancora che la nostra terra era zona di passaggio e tensione.
Sandro Shultz