Controllo della gravidanza
Carissimo Gianni frate, non riesco a sopportare alcuni sacerdoti, qualcuno sistematicamente in televisione, vestiti come damerini con giacca e cravatta. Si vergognano di qualcosa?… Mi vengono dei dubbi che siano convinti della loro missione… Non ho capito tutta la bufera sia giornalistica sia televisiva riguardante la «pillola del giorno dopo». Riuscirà lei a dipanare la matassa?
Elda R. ‑ Pordenone
Mia carissima, per quanto riguarda la prima parte della sua lettera mi sento di affermare che dietro ad ogni azione non si nasconde mai una singola spiegazione, ma una serie di circostanze che l’hanno determinata.
La consapevolezza di questo ci dovrebbe dispensare da giudizi raccogliticci utili ad ammassare carboni ardenti sul nostro capo: «Non giudicate e Dio non vi giudicherà. Dio vi giudicherà con lo stesso criterio che usate per giudicare gli altri».
Questa premessa non vuole per nulla coniugarsi con il disimpegno né con una comoda neutralità. Essere del Cristo significa fondamentalmente scegliere fra «gli dei che adoravano i vostri antenati al di là dell’Eufrate e… Io e la mia famiglia abbiamo deciso: serviremo il Signore!», dice Giosuè.
Il giudizio sulle persone non appartiene all’uomo per un motivo che sembra ovvio, ma che troppo spesso non lo è: infatti, solo Dio «conosce i pensieri segreti e le intenzioni nascoste degli uomini». C’è pure una seconda motivazione di non facile ammissione: abbiamo tutti la tendenza a giudicare noi stessi secondo i nostri ideali e gli altri secondo le loro azioni.
Cristo racconta di un uomo molto ricco che portava vestiti di lusso e costosi e faceva festa tutti i giorni: alla sua morte l’accoglie l’inferno. Ma non ci crede nessuno che la sua condanna sia legata alla ricchezza, quanto piuttosto perché quell’uomo non è riuscito a condividere nulla, ostentando un barbaro disinteresse. Queste le premesse…
Venendo alla seconda parte della sua lettera, la prima cosa che vorrei dirle è quasi un interrogativo: dov’è finita la capacità di vedere la vita occupata dalla presenza del nostro grande Dio? Questa non è alienazione, ma invito, impegno per rivedere, riscoprire, valorizzare la presenza di Dio sul volto di ogni uomo. Purtroppo per noi gli uomini sono troppo spesso ‘altri’; presenze, come il povero Lazzaro, ingombranti, fastidiosi, da evitare. Basta guardarci un po’ attorno. Una vita senza Dio inselvatichisce l’uomo ed inacidisce i rapporti: quanti rifiuti, tristezze, angosce, giudizi…
La seconda cosa: si devono chiarire i termini. I metodi contraccettivi hanno la finalità di impedire la fecondazione bloccando l’ovulazione o precludendo l’incontro fra lo spermatozoo e l’ovulo. I metodi abortivi agiscono direttamente sull’embrione: fra questi la RU 486, la spirale, e la norvelo o pillola del giorno dopo.
Quest’ultima è un preparato a base di ormoni e, assunta non oltre le 72 ore dopo un rapporto sessuale, impedisce 1’annidamento nella parete uterina dell’eventuale ovulo fecondato (meglio detto zigote). Il risultato sarà l’espulsione e la conseguente perdita dell’embrione. Per la Chiesa cattolica entrambi i metodi sono inaccettabili, anche se appare abissale la differenza e la responsabilità morale fra i primi e i secondi.
La terza cosa: la norvelo o pillola del giorno dopo appare un ritrovato che sfugge perfino alle procedure previste dalla legge 194 per ricorrere all’eventuale interruzione della gestazione (colloquio, accertamento e tempo dello stato di gravidanza, ripensamento).
La quarta cosa: l’Italia non è uno stato etico che ha potere sulle coscienze. L’obiezione alla porvelo appare comunque più che giustificata anche se diversa è la posizione morale tra chi fa uso della pillola, chi la prescrive ed infine chi la vende. La laicità dello stato dovrebbe esprime la tolleranza ed il rispetto delle diverse posizioni esistenti all’interno della società, e compito irrinunciabile della Chiesa è di sollecitare la coscienza dei credenti verso la verità e il bene.
La saluto e, di sicuro, la ricorderò a Maria, dolcissima Madre di Dio e nostra.