III domenica Matteo 4, 12-23
Siamo venuti qui, alla ricerca di pane, aiuto, parole buone e luminose, e oggi ci viene restituita la nostra vocazione: tu seguimi, cammina con me.
- Il regno dei cieli è vicino: è più vicino oggi di ieri, nonostante tutti i drammi…
- Lasciarono tutto e lo seguirono… seguire te, quante volte ho tentato, quante volte mi sono seduto, ma sulla tua parola proverò ancora…
- Vi farò pescatori di uomini; inventori di strade che portino gli uni verso gli altri
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Omelia
Giovanni è stato arrestato, tace la grande voce del Giordano, ma si alza una voce libera sul lago di Galilea. Esce allo scoperto, senza paura, un imprudente giovane rabbi, solo.
Abbandona famiglia, casa, lavoro, lascia Nazaret per Cafarnao, non porta niente con sé, solo una parola: convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. Siamo davanti all’annuncio generativo del vangelo.
Il Regno: una luce dentro, una forza che circola nelle cose, che non sta ferma, che sospinge come il lievito, come il seme. La storia si muove.
Le prime parole di Gesù dicono a tutti i disincantati di allora, a tutti i delusi di oggi, dice: smettetela di essere tristi e sfiduciati, ascoltate qualcuno ha una cosa bellissima da dirvi, così bella che appare incredibile… Così affascinante che i pescatori ne sono sedotti, mollano tutto, come per chi trova il tesoro.
È vicino il regno, il cielo è vicino, Dio è vicino, è vicino e fa fiorire la vita in tutte le sue forme. C’è polline divino nel mondo.
La notizia bellissima è questa: Dio è all’opera, qui tra le colline e il lago, per le strade di Cafarnao. Non per sé, ma per noi. Per umanizzare la vita e farla respirare.
A tutti gli sfiduciati di sempre dice: Lo so che ci sono i romani con le loro legioni e le croci per chi si ribella, eppure il regno è più vicino; lo so che ci sono schiavi a migliaia, e lebbrosi alle porte di tutte le città, che i preti parlano male di Dio, eppure un altro mondo è possibile, un altro cielo è vicino. Lo so che oggi ci sono terremoti e drammi, ma puoi vedere anche squadre di soccorritori che vanno avanti fino allo sfinimento… allora alza la testa e guarda quante belle persone …
Gesù parla, e la bella notizia dice: è possibile una vita buona, bella e beata, e lui la mostra;
è possibile che la storia diventi altra da quello che è; è possibile che il cuore guarisca. E lui inaugura un altro modo di essere uomini. Passa per tutta la Galilea uno che è il guaritore dell’uomo. Passa uno che sa reincantare la vita. E ci chiama ad osare, ad essere un po’ folli, come lui.
Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. Io capisco questo: Convertitevi, i delusi, gli sfiduciati, i depressi, i rassegnati. Il Regno è qui, un altro mondo è possibile, è possibile vivere meglio, per tutti, e lui ne conosce la strada. Io ci credo. Ricordo un verso di p. Turoldo: e sulla mia tomba scrivete soltanto “ha sognato cieli nuovi e terra nuova”.
Terra nuova, lungo il mare di Galilea. E qui sopra di noi, un cielo nuovo. Quel Rabbi mi mette a disposizione un tesoro, di vita e di amore, un tesoro che non inganna, che non delude. Lo ascolto e sento che la felicità non è una chimera, è possibile, anzi è vicina.
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide…
Gesù passa, cammina per le strade del mondo a cercare la gente dove è, dove vive e lavora; non l’aspetta dentro la cornice sacra di un tempio.
E passando vede…: non un accorgersi per caso, ma un vedere attento. Altro è guardare, tutti guardano; altro è vedere…pochi lo sanno fare.
E vede due pescatori, ma non basta; due fratelli, ma non basta; egli vede le singole persone, con un nome: vede Simone, vede Andrea, vede Giacomo, vede Giovanni. Nome a nome. A tu per tu.
Gesù guarda, e in Simone vede Pietro o Cefa, la roccia su cui fonderà la sua comunità. Guarda, e in Giovanni vede il discepolo che parlerà le più belle parole d’amore. Guarda, e nell’adultera vede la donna che rinasce capace di amare bene di nuovo.
Guarda me e indovina ciò che nessuno ha saputo ancora vedere, ho solo piccoli granelli di senape appena seminati, ma lui vede già un albero, dove gli uccelli vengono a fare il nido.
Gesù guarda e ama. Amore vero è quello che ti obbliga a diventare il meglio di ciò che puoi diventare (Rilke): pescatore di uomini per i quattro del lago. E per me? Cos’è il meglio di me?
Gesù indovina dentro di me una melodia sepolta. Siamo tutti come strumenti musicali da cui Dio sa tirar fuori suoni che nessuno ha saputo trovare. I mistici orientali dicono. Noi siamo il flauto, Dio è il soffio che lo attraversa. Vivere attraversati dal Soffio dello Spirito.
Io lo so che non scriverò grandi melodie, ma una nota sì, ma che sia esatta, e sia la mia; un mattoncino solo ,ma che nessun altro può aggiungere alla cattedrale o alla sinfonia del mondo.
Gesù chiama, era solo ma non può restare solo. Ha bisogno di volti. Li porta via dal piccolo cabotaggio del lago, alla grande navigazione del mondo.
Vi farò pescatori di uomini: Dal lago al mondo; dalle reti e dalle barche agli uomini e alle donne che sono il tesoro, il gioiello di Dio.
E nessuno può dire io sono meno di quei quattro pescatori. Nessuno può dire: ho meno cultura di loro, meno preparazione, meno cuore, meno teologia…
Seguitemi. Perché seguirlo? Gesù non lo dice. Non c’è motivo che vada oltre lui, oltre quel pronome personale: segui me. Lui è la ragione di tutto, lui è il motivo oltre il quale io non so risalire. Segui me, metti i tuoi passi sui miei passi, osserva i miei gesti, bevi le mie parole, diventa come me: vivi la mia vita buona bella e beata. Ama quelli che io amo. Preferisci quelli che io preferisco. Opponiti alle cose alle quali io mi oppongo.
Un giovane prete fa l’esame di pastorale. L’ultima domanda è: come spiegheresti a un bambino di sei anni perché segui Gesù? perché gli vai dietro? Lo studente parte dal peccato originale, parla di redenzione e riscatto, colpa e grazia, verità ed errore…ma si accorge che si sta incartando. Il vecchio professore allora lo interrompe e fa: digli così, lo seguo per essere felice. Grande prof, di teologia e di umanità!
Vi farò diventare pescatori di uomini, raccoglitori di uomini per tirarli fuori dalla loro vita piccola e farli felici. Non raccoglierete per la morte, come fa il pescatore di pesci, ma per la vita.
Li tirerete fuori dall’invisibile, da sotto le acque, per farli camminare, per aiutarli a volare; sarete per gli uomini dei rivelatori di un nuovo modo di vivere, avranno vita moltiplicata.
Cercatori di uomini, come cercatori d’oro. Il vostro tesoro sono persone.
E lasciato tutto, lo seguirono. Lasciano tutto ma per trovare tutto, non perdono niente, lo investono.
Seguono Gesù peccatori che sanno di esserlo, io tra loro.
Signore, io sono l’ultimo dei coraggiosi
eppure pronto a dire:
eccomi, vengo, io ci sto;
sono il primo dei paurosi
ma mi fido della tua parola:
eccomi, io ci sono.
D’ora in avanti qualcosa sarò, Signore,
se la tua grazia fa del mio nulla
qualcosa che serva a qualcuno.
Pescatore di uomini, di Helder Camara.
Per amore di Dio rispondetemi:
Dove sono i bambini
per raccontarmi i loro giochi,
i poeti
per raccontarmi i loro sogni
i pazzi
per raccontarmi i loro deliri,
i malati
per raccontarmi le loro sofferenze,
e i felici e gli infelici
i santi e peccatori
i bambini e i vecchi
i morti e i vivi
i credenti e gli increduli
gli uomini e gli angeli
gli animali e le piante
le creature tutte
di tutti i mondi?
Povero me
se salissi da solo
all’altare di Dio!…
Dom Helder Camara, da “Mille ragioni per vivere”
La conclusione del brano è una sintesi affascinante della vita di Gesù. Camminava e annunciava la buona novella; camminava e guariva la vita.
Gesù cammina verso di noi, gente delle strade,
cammina con noi di volto in volto
e mostra con ogni suo gesto che Dio è qui, con amore,
il solo capace di guarirci il cuore.
p: Ermes Ronchi