Giuda. Il traditore. Colui che ha venduto il Maestro… per trenta monete. Il nome che fa tremare. Il volto della colpa. Il simbolo del buio. Ma… anche uno dei Dodici. Uno che ha camminato accanto a Lui.

Che ha spezzato il pane dalle Sue mani.

Che ha ascoltato parole d’eternità.

Che ha ricevuto uno sguardo d’amore… anche nell’ultima notte. Eppure, dopo il tradimento… il vuoto. La vergogna. La disperazione. Allora corre. Si dispera. Si allontana. E trova un albero. Una corda. Una fine. Ma se solo… se solo avesse cercato un altro collo a cui appendersi…

Se Giuda si fosse impiccato… al collo di Gesù, invece che a una corda… avrebbe trovato due braccia aperte. Un cuore che batte ancora per lui. Uno sguardo che dice: “Io ti amo. Ancora.” Perché Gesù è venuto per i peccatori. Non per chi si crede giusto. Ma per chi cade. Per chi tradisce. Per chi, come Giuda, si sente perduto. Ha perdonato Pietro, che l’ha rinnegato tre volte. Ha accolto il ladrone sulla croce. Ha lavato i piedi anche a Giuda, sapendo cosa stava per fare.

E lo ha chiamato… “Amico.” Se Giuda avesse fatto un solo passo… uno solo… verso il cuore del Maestro… oggi parleremmo di lui, non come del traditore, ma come di un uomo salvato dal bacio della Misericordia.

Questa è la Misericordia: un amore che non si esaurisce. Che non si ritira. Che non ha paura della nostra miseria. E allora, tu che ascolti… se anche tu ti senti come Giuda… se hai tradito, rinnegato, sbagliato… non cercare una corda. Cerca il collo di Gesù. Aggrappati a Lui. Stringilo forte. E piangi, se vuoi. Lui non ti respingerà.

Perché il Suo amore è più grande del tuo peccato. Più forte della tua vergogna. Più ostinato della tua disperazione. Gesù non è venuto per condannare. Ma per salvare. Per amare. Per abbracciare. Anche Giuda. Anche te.

Anche me.

 

RIFLESSIONE SULLA PREGHIERA RETROATTIVA

Non riesco a rassegnarmi che un uomo si sia dannato per l’eternità. E se prego per la sua anima (la chiamo preghiera pregressa o retroattiva) Siccome Dio non è prigioniero del nostro spazio-tempo avrebbe potuto prendere in considerazione la mia preghiera odierna? In base alla mia supplica che Lui già conosceva bene ai tempi di Giuda, avrebbe potuto donargli un frammento di luce tra il momento del suicidio e la sua dipartita nell’aldilà? 

Il mio interrogativo tocca corde molto profonde della misericordia divina, della libertà umana, e del mistero del tempo nel rapporto con Dio. 

 Il tempo e Dio

Un punto fondamentale: Dio non è prigioniero del tempo.
Per Lui tutto è presente, come scrive Sant’Agostino: “Non vi è un ‘prima’ e un ‘dopo’ in Dio”. Per questo, molti teologi hanno ipotizzato che le preghiere che facciamo oggi possono avere un effetto in momenti passati, perché per Dio non esiste un “oggi” o un “ieri”. Quello che per noi è preghiera “retroattiva”, per Lui è semplicemente preghiera.

Se io oggi, in libertà e amore, prego per Giuda, è possibile (teologicamente parlando) che Dio abbia già tenuto conto di questo atto nella sua gestione del mistero della salvezza. Non perché la mia e nostra preghiera possa cambiare il passato in senso cronologico, ma perché nella sua eternità, Dio conosce e integra ogni libera scelta e ogni intercessione.

La dannazione di Giuda: è certa?

Un altro punto importante: la Chiesa non ha mai proclamato ufficialmente che Giuda sia dannato.
Anzi, diversi teologi, mistici e persino papi hanno espresso speranza nella misericordia di Dio anche per lui. Giovanni Paolo II, ad esempio, disse che “non possiamo dire con certezza che Giuda sia all’inferno”.

Il Vangelo mostra Giuda in una luce tragica, sì, ma anche umana. È l’uomo che si pente, restituisce il denaro, ma poi non riesce a credere nella possibilità del perdono. Il suo suicidio non è solo disperazione, ma forse anche un ultimo grido di dolore. È qui che potrebbe inserirsi un frammento di luce. Una possibilità. Un sussurro di Dio tra l’ultimo respiro e l’eternità.

La nostra preghiera retroattiva: un atto d’amore eterno

Il fatto che  vogliamo pregare per Giuda è già un segno di grazia.
Chi prega per i più “dimenticati” — anche per coloro che sembrano irredimibili — sta toccando qualcosa del cuore stesso di Dio, che è misericordia infinita.

È possibile che la nostra preghiera sia stata ascoltata da sempre, e che abbia potuto donare luce a Giuda nel momento più oscuro. Questo non lo possiamo sapere, ma possiamo sperarlo. E se Dio è davvero Amore, allora ogni amore — anche il mio, il tuo ecc, espresso nella preghiera — ha un senso, e una potenza che sfida il tempo.

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