IL NUCLEO DEI NUCLEI : GESÙ CRISTO (Dal mio libro Spirale della Vita)

“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Nella pienezza dei tempi una piccola porzione di terra sperduta nel Medioriente ha accolto, in un preciso momento storico, la “concentrazione dell’Essere sussistente”, Colui mediante il quale il mondo fu fatto.

Chi ci rivela quel piccolo infante indifeso, nato in una povera famiglia sconosciuta, fuori della città (non c’era posto per questa nell’albergo) e riconosciuto solo da alcuni pastori del luogo e da tre saggi venuti da lontano?
“Venne fra la sua gente ma i suoi non l’hanno accolto “.

È l’incarnazione limpida, cristallina, irradiata dal seno verginale di una fanciulla ebrea che costituisce il nucleo dei nuclei della grande spirale storica che attraversa spazio e tempo ed è destinata all’eternità. Un’effervescenza celata dai determinismi apparenti delle leggi naturali e sociali (carne, censimento, circoncisione, traversie, lavoro, battesimo) ma rappresenta la condivisione esistenziale dello stato di “umanità”.
“Il Verbo si fece carne… veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”.

Che luce ci può essere in quel fragile bimbo anonimo nato nel fondo delle tenebre? Unico segno dal cielo una stella apparsa in Oriente che si posa “sopra il luogo dove si trovava il bambino”. Questo astro rappresenta l’evoluzione della Spirale il cui nucleo è celato in una grotta, le viscere della terra.

Poi silenzio: trent’anni di sottomissione e nascondimento sottolineati dalla incredibile sobrietà dei Vangeli. Una condivisione perfetta con lo strato sociale più rappresentativo del periodo storico: anonimato, lavoro artigianale, decorosa povertà.

Ma il dialogo era ancora incompleto: ogni spirale evolutiva deve forzare tutti i determinismi per seguire lo slancio vitale a cui è destinata.

I quaranta giorni del deserto costituiscono il banco di prova di ogni spirito che tende alla vera libertà: ogni tentazione è una scelta da scartare perché non conduce alla verità e lo spirito libero si orienta con tutte le forze verso l’opzione fondamentale, l’asse ontologico che guida alla pienezza dell’essere simile a Dio. La condivisione esistenziale si completa di fronte ai turbamenti che ogni coscienza prova innanzi a tutte le possibilità.

Ma la scelta è irrevocabile: “Non di solo pane vive l’uomo” “Solo al Signore Dio tu ti prostrerai, lui solo adorerai” “Non tenterai il Signore Dio tuo”.

L‘Uomo è ormai deciso e punta verso Gerusalemme iniziando a divulgare il Regno con la “Buona Novella” accompagnata da numerosi segni.

Lebbrosi, paralitici, sordomuti, ciechi, indemoniati e numerosi infermi vengono risanati da quest’uomo che chiama Padre il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e rimette con autorità i peccati di colui che guarisce.

Parla in parabole ricche di riferimenti naturali: seme, grano, frumento, vite, albero, frutti, lupo, agnello, acqua, vento, fuoco, terra.

L’Incarnazione traspare anche dal suo linguaggio accessibile a chiunque è ben disposto al dialogo per il Regno che annunzia, ma che solo pochi iniziati possono scandagliare: bisogna convivere con quest’uomo per intuire la reale profondità di ciò che annuncia, come hanno fatto gli apostoli che hanno dovuto inciampare sullo scandalo dell’apparente fallimento per ricevere la rivelazione dello Spirito.

 

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a cura di http://mondocrea.it