Riflessione di don Pietro Lepre, teologo
Con tutto il rispetto per le creature di Dio, tipo cani e gatti, l’uomo è sempre un uomo, cioè debole, vile e traditore. Eppure Dio ha voluto incarnarsi, cioè farsi uomo, e non cane, gatto, delfino o tricheco. Ci sarà una ragione, si? Ebbene; l’uomo e non il cane o il gatto, è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, cioè debole, concreatore, partner di una relazione. Pertanto Dio si fida dell’uomo, lo ama, nonostante sia debole, vile e traditore. Se l’uomo fosse perfetto in tutto sarebbe un cane, infatti: fedele, amico, ecc. Ma Dio non è un cane, non è un gatto, non è un elefante, ma uomo in Gesù Cristo. Dio ama, quindi, il suo simile, ama ciò che è imperfetto, fissa lo sguardo sull’incrinatura, l’attira l’infetto, predilige il debole, il giovane, il malato, l’anziano, il peccatore. Intanto l’uomo e solo l’uomo riuscirebbe a creare con il suo caldo alito un fumetto su di un gelido vetro e scriverci sopra una frase, un cuore, una sigla. Non credo che questo sia capace di farlo un bradipo. Solo l’uomo è capace di costruire una cuccia per il suo cane e non viceversa. Ecco, l’uomo è così; picchi di generosità e burroni di crudeltà. Pertanto, vi prego, smettetela di accostare e paragonare i cani, gatti e canguri all’uomo o di affermare che questi è peggiore rispetto ai primi. Qui non si tratta di essere peggiori o migliori, ma solamente di essere e rimanere uomini/donna fino in fondo. Io sono celibe, ma non farei mai entrare nel mio letto un cane o un gatto e nemmeno accarezzarlo, baciarlo o quant’altro. Preferisco il mio stato celibatario, con tutte le difficoltà ed i vantaggi, piuttosto che avere un cane o un gatto per compagnia in casa mia. Preferisco accarezzare e baciare un mio simile, ovvio, perché sono un uomo e tale voglio rimanere
Perfetto è colui che vede bene, non nel senso visivo, ma nella dimensione della fede. Costui ha chiara visione che è amato da Dio in quanto uomo, e non in quanto angelo, cane o gatto. Dio l’ama da sempre e per sempre in quanto uomo; embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, giovane, adulto, anziano, picchi di generosità e burroni di malvagità, benevolenze e malevolenze, permaloso e sciatto, mal di testa e desiderio di viaggiare, carattere particolare ed unico fra miliardi di simili; è una perla preziosa in quanto creato e amato da Dio. La ciliegina sulla torta di questa vista particolare è quella di chiedere scusa qualora l’ego, il carattere, la personalità, le paure, i condizionamenti, la storia, l’età, (il peccato originale?) lo conducono inevitabilmente ad un eccesso e/o omissioni di pensieri, di parole e di opere. Ma, anche questo è umano. E’ umano, quindi, chi si ritrova sempre e solo a rapportarsi con un simile, ad avere con il prossimo, un qualsiasi amore, felice o infelice, basta che sia amore umano. Questa è la perfezione; rimanere saldamente uomo/donna, cioè imperfetto. Ma è l’imprevedibilità, il genio, il cuore, la visione, la sregolatezza che ti fa costruire una stalla per gli animali, un ospedale, un ponte e affrescare la cappella Sistina o inventare il sorriso della Gioconda. Costui è anche felice, ovviamente, e soddisfatto, cullato dall’amore misericordioso di Dio. Va da se che ricevendo continuamente misericordia da Dio, a sua volta costui la usi nei confronti del prossimo. Quindi; è scusato e chiede scusa.