Sulla soglia C’era silenzio, nell’aria, come se il tempo si fosse fermato. Il ragazzo si guardava intorno, spaesato, senza sapere bene dove fosse… o chi fosse. Fu allora che sentì una presenza, calda e quieta: quella dell’angelo.

Una voce lo sfiorò come vento leggero. “Chi stai cercando?” Il ragazzo esitò. Nessun nome gli veniva in mente. Nessuna immagine precisa. Nessuno, pensò. O forse… me stesso. Non sapeva nemmeno chi fosse davvero. A volte aveva la sensazione di non esistere del tutto. Come se fosse solo la somma di errori, tentativi a vuoto, pensieri sbagliati. Una bozza confusa.

La voce, calma ma salda, gli rispose. “Sei nel passaggio. Non ti sei ancora trovato, perché stai ancora diventando.” Quelle parole gli rimasero addosso, come una coperta che non sapeva se scaldava o faceva sentire ancora più nudo. Ma se sbaglio? pensò. Se prendo la strada sbagliata? Se quello che divento non mi piace?

La risposta arrivò senza giudizio, come se qualcuno lo avesse sempre saputo. “È così che si cresce. L’identità non si scopre: si costruisce. E non sarà mai perfetta. Sarà viva.”

Mi sento strano, ammise dentro di sé. Mi sento… troppo. Troppo pensiero, troppa rabbia, troppa voglia di gridare. E anche troppo piccolo, quando mi guardo negli occhi degli altri.

La voce tornò, con la dolcezza di chi ha visto già molte tempeste. “Il fuoco che hai dentro fa male perché non sai ancora come contenerlo. Ma un giorno sarà luce. O parola. O gesto che cambia il mondo, anche se di poco.”

E se nessuno mi vede? pensò allora. Se nessuno mi capisce?

“Non sei nato per essere capito,” rispose la voce. “Sei nato per essere vero.” Vorrei che qualcuno mi dicesse chi sono, sussurrò dentro di sé. “Lo scoprirai tu,” disse la voce. “A frammenti. Ogni scelta, ogni errore, ogni amore, ogni abbandono — tutti ti scolpiranno. Ma nel profondo, resterai più grande di qualsiasi definizione.”

E tu… perché sei qui? chiese infine, quasi senza speranza.

La risposta fu come una carezza. “Perché la tua inquietudine è una preghiera che non sai di fare. Perché nel tuo cuore confuso abita già una scintilla che io riconosco. Perché sei sulla soglia… e io sono custode delle soglie.”

 

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