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OTTAVA DEL NATALE

Giornata mondiale della Pace – Anno 2017

Num 6,22-27; Gal ; Lc 2, 18-21

 

Per tutti noi è un dono essere qui, un altro anno qui, per vivere la nostra missione: lavorare, creare, gioire, amare. Oggi, primo giorno dell’anno, accogliamo il dono grande del tempo, accogliamo la pace, che è dono e anche conquista con “lo stile della non violenza” (Francesco).

Andiamo verso l’anno nuovo, senza pretese, ma aperti alle soprese.

Signore, ogni giorno abbiamo incontrato persone, per ogni occasione mancata, perdono, ma per ogni amicizia che è iniziata grazie

-ti ringraziamo Signore.

Ogni giorno sono nati pensieri, per quelli tristi e ostili, perdono, per quelli invece luminosi e affettuosi grazie,

Signore abbiamo detto tante parole, per quelle che hanno fato soffrire, perdono, per quelle che hanno fatto bene a qualcuno, grazie,

 

Omelia

All’inizio dell’anno, la prima parola che Dio ci rivolge è un augurio, bello come pochi: Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli.

Voi benedirete… è un ordine, è per tutti: in principio, per prima cosa tu benedirai, che lo meritino o no, buoni e meno buoni, prima di ogni altra cosa ‘tu benedirai i tuoi fratelli’. Lo farai subito, come primo gesto.

Cosa vuol dire benedire? Per capirlo dobbiamo risalire alla prima, alla madre di tutte le benedizioni: “Dio benedisse l’uomo e la donna dicendo: crescete e moltiplicatevi!” La benedizione è una energia che scende da Dio, una forza che dall’alto entra in me, e si esprime in due azioni: perché io cresca, per una crescita d’umanità, per una forza di nascite, per una moltiplicazione di vitalità.

E come si fa a benedire? Dio stesso insegna le parole, e sono quelle e non altre, e sono bellissime. Le seguiamo ad una ad una dalla prima lettura:

Ti benedica il Signore

e ti custodisca.

Ti benedica, venga in te portando energia di vita e di nascite.

Ti custodisca, sia con te in ogni passo che farai. In ogni strada che prenderai, sarai all’ombra delle sue ali. Dio per te, come canta il salmo, sarà roccia e nido. Forza e calore.

Faccia risplendere per te il suo volto

E ti faccia grazia.

Un Dio che ha il volto luminoso. Non il Dio degli effetti speciali, non il Signore che dà le leggi e ed emana sentenze, ma colui che regala luce. Luce interiore, per vedere dove andare, per non cadere; luce che da colore e fa godere la bellezza alle cose lungo la strada, luce per conoscere, per incontrare gli altri senza più paura.

Ha un volto di luce, perché ha un cuore di luce.

Il Signore ti faccia grazia. Vuol dire: si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni, mi farà ripartire da ogni stanchezza. Non pretende che io non cada mai, ma mi aiuterà a rialzarmi, facendomi grazia, sempre.

Al Salmo abbiamo cantato: Il Signore ci benedica con la luce, la benedizione di Dio per l’anno che viene non è né salute, né ricchezza, né fortuna, né lunga vita, non sono i beni materiali, le tante cose, ma molto semplicemente è la luce.

Luce interiore per vedere in profondità le cose,

luce per scegliere la via da percorrere,

luce per poter gustare bellezza e incontri.

La benedizione di Dio sono accanto a noi persone dal volto e dal cuore luminosi che emanano bontà, generosità, bellezza, pace.

Che cosa accende luce nel viso di una persona? Cosa ne illumina il volto? E’ il sorriso. Una persona sorride, e si illumina.

L’augurio della Bibbia all’inizio dell’anno ci sorprende: un Dio che sorride. A me.

E quando accade che la vita si riempie di sorrisi? Quando nasce amore! Dio ti sorride perché in Lui è nato amore. Si illumina per te, perché tu gli illumini il cuore.

Terza piccola strofa della benedizione biblica:

Il Signore rivolga a te il suo volto

E ti conceda pace.

Rivolgere il volto a qualcosa è come dire: tu mi interessi, mi piaci, e ti vengo più vicino.

Cosa ci riserverà l’anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa sono certo: il Signore si girerà verso di me, sarà ancora più vicino.

E se io e mi farò cadrò e mi farò male, Dio si piegherà ancora di più su di me.

Lui sarà il mio confine di cielo, curvo su di me come una madre, perché non gli deve sfuggire un solo sospiro, non deve andare perduta una sola lacrima. Qualunque cosa accadrà quest’anno Dio sarà chino su di me, come custode della luce.

E ti conceda pace: La pace, miracolo fragile, che abbiamo infranto anche quest’anno mille e mille volte, in ogni angolo della terra. La pace, dono e conquista. Miracolo fragile, sempre infranto, un sogno di cui non ci è concesso stancarci.

È la giornata della pace… ma è davvero impossibile vivere insieme senza ucciderci? Quale è l’alternativa? Amatevi altrimenti vi distruggerete.

Qual è l’essenziale per vivere bene? L’economia della felicità ci rivela che la felicità non dipende dall’accumulo di tanti oggetti, ma dalle relazioni umane. Non dipende dai beni materiali, ma dai beni relazionali.

Ho ricevuto da un amico un bellissimo augurio-proposito che allargo a voi tutti: non regaliamo cose, “Per quest’anno regaliamo relazioni umane!” (Adriano Sella). C’è una povertà relazionale forse ancora più grave di quella materiale. E che dice questo: Il più bel regalo per gli altri siamo noi e non le cose. E questo regalo non è in vendita nei negozi. E si fa concreto con relazioni ricche di calore umano, gratuite, vive. Regaliamo relazioni umane. Non hanno prezzo, ma esigono che tiriamo fuori il meglio di noi. Ci fanno diventare migliori.

Otto giorni dopo Natale il Vangelo ci riporta a Betlemme, perché il Natale non è facile, è una conquista lenta: Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori.

Lo stupore della fede. Davanti a Dio nella piccolezza: che è la forza dirompente del Natale:tutti vogliono crescere nel mondo, ogni bambino vuole essere uomo. Ogni uomo vuole essere re. Ogni re vuole essere ‘dio’. Solo Dio vuole essere bambino” (L. Boff).

Maria custodiva e meditava nel suo cuore. Maestra di stupore. Custodire è il verbo che salva il passato e meditare è il verbo che salva il presente. Maria medita, vuole tenere insieme gli estremi: una stalla e sopra di essa una moltitudine di angeli, un Bambino che piange al suo seno e il Verbo che era presso Dio.

Custodiva nel suo cuore! Perché la storia di un figlio è scritta prima di tutto nel cuore di sua madre.

Custodiva la Bella Notizia. Che è questa: anche Dio conosce il desiderio umanissimo di amare e di essere amato, Dio ha un cuore di carne.

L’augurio è che possiamo tutti restituire tempo al cuore.

dire per l’anno passato ‘grazie’;

per l’anno che si apre ‘sì, come tu vorrai’.

E come oggi ricomincia da capo il grande ciclo dell’anno e il tempo ridiventa nuovo, così anche noi iniziamo da capo la nostra avventura

verso più luce e più pace, verso meno violenza, meno fango, meno sangue.

Verso più relazioni umane. Buon anno, allora, buono della bontà di Dio.

Lui ti benedica e ti custodisca,

illumini per te il suo volto,

si chini su di te e ti dia tutta la sua pace!

 

 

PREGHIERA ALLA COMUNIONE

 

Signore, in quest’anno

vesti i nostri occhi della tua luce,

la nostra carne della tua vitalità.

Rivesti il passato della tua misericordia

e il presente della tua pace.

Signore, insegnaci sguardi profondi

oltre il velo delle sconfitte,

donaci occhi di fiducia e di scoperta

che salvino lo stupore.

Donaci un cuore chiaro che veda le cose invisibili agli occhi.

Anche in quelle prove che ci sembrano senza uscita,

anche in quello che ci pare un piangere inutile,

anche quando ci sembra di camminare verso nessun luogo,

senza vedere né la strada né la meta

Signore, genera ancora il tuo futuro

come di seme che attende nel buio il richiamo della primavera.

Fa’ che gustiamo le nostre piccole e grandi gioie

non come cose da rubare agli altri, da rapire alla vita

ma come energie donate per incantare di nuovo l’esistenza,

per ringraziare Te e nutrirci tra noi.

Per accendere di luce tutti i nostri orizzonti. Amen

 

Se non impariamo a benedire non saremo mai felici.

P. Ermes Ronchi