(su ispirazione di un testo elaborato da Eugenio Carretta)
In ogni anziano il tempo trasforma il modo di pensare e di vedere le cose o le situazioni varie in modo diverso. Gli anziani diventano meno reattivi e quindi tollerano situazioni che prima non riuscivano a digerire.
Essi hanno alle spalle un bagaglio di esperienze che fanno la differenza; ora possono scandire le ore “a piacere”, proprio come l’estro suggerisce.
Solo nella vecchiaia una persona può affermare di valere per ciò che è, e non per ciò che ha o fa; un momento quindi di verità, in cui rivelano veramente chi sono…
Carl Jung diceva “Ciò che la giovinezza troverà al di fuori, l’uomo nella sua vecchiaia lo trova nell’interiorità”.
Ecco la differenza; il fuori conta poco – è quanto essi hanno accumulato che ora fa da sostegno: famiglia, nipoti e figli che portano ancora in casa novità e che tengono aggiornati.
Sono sempre gli affetti che contano nella vecchiaia; guai se mancano – ne va di mezzo persino la salute.
Gli anziani non hanno più orari da rispettare e hanno il tempo per sfogliare un buon libro e ruminarci sopra alla ricerca di vecchie “melodie” e scoperte di antichi autori; possono inoltrarsi nel boschetto vicino casa trovare un silenzio che oramai è solo un sogno.
Gli anziani trovano gratificante fermarsi in una chiesa e pregare per i figli, i nipoti ed anche per gli amici.
Oppure prendere dall’orto quei peperoncini dolci e teneri per insaporire l’insalata a pranzo.
L’invecchiamento quindi ha i suoi lati positivi che consistono nel passaggio da una visione materialistica e razionale ad una più trascendente e molto più gratificante.
Tante piccole soddisfazioni, precluse ai giovani, ancora impegnati in una vita di lavoro e famiglia; vita complicata e difficoltosa ai nostri tempi di crisi, che toglie il fiato per i problemi che presenta ed arreca molto stress.
I problemi emotivi degli anziani, sono problemi di adattamento. L’adattamento nel doversi adeguare ai cambiamenti che si verificano nell’organismo, al fine di vivere ancora un’esistenza soddisfacente.
Il problema dell’adattamento deve quindi venire considerato da due punti di vista. Gli anziani devono conoscere sia le forze e le capacità dell’organismo, sia i compiti che vengono chiamati a svolgere.
Senz’altro essi diventano più accomodanti, perchè meno stressati e quindi meno impulsivi grazie anche all’esperienza; i nipotini ed i figli incarnano cuore e regole, il nonno cuore e abbracci.
Si comprende quindi la differenza; i nonni tollerano e capitolano di fronte ai loro capricci, i genitori li sgridano.
L’invecchiamento dell’uomo quindi e anche della donna, consiste nel passaggio da una visione materialistica e razionale ad una più trascendente e quindi spirituale, seguita sempre da un aumento di gratificazione.
“La vecchiaia, ha scritto Karl Barth, si offre all’uomo come la possibilità straordinaria di vivere non per dovere, ma per grazia”.
L’anziano quindi, può gustare una dimensione culturale prima sconosciuta o non posta in atto per mancanza di tempo.