1 Novembre 2020

BEATO L’UOMO (p.Ermes Ronchi)

Fb 1 novembre 2020

Tutti i santi

Mt 5, 1-12a

Nuvola di canto

Non ci stancheremo mai di assaporare le nove beatitudini, da Gandhi definite “le parole più alte che l’umanità abbia ascoltato”.

Collante tra le feste dei santi e dei defunti, esse dipingono nove tratti del volto di Cristo e dell’uomo, disegnando creature amanti del cielo e custodi della terra, sedotte dall’eterno eppure innamorate di questo tempo bello e difficile: i santi.

La storia si aggrappa ai santi per non ritornare indietro, e si stringe alle beatitudini, che ogni volta ci disarmano nello stupore.

Non c’è prova o garanzia per queste affermazioni, sono una nuvola di canto che seduce e riaccende una nostalgia prepotente di bontà, di sincerità, di limpidezza e di giustizia. Un tutt’altro modo di essere vivi.

Le beatitudini ci assicurano che i misteriosi legislatori del mondo sono i giusti, che i tessitori segreti del meglio sono i poveri. Se le accogli, la loro logica ti cambia il cuore, sull’onda di Dio che ha un debole per i deboli, che incomincia dalle periferie fragili, nella storia di ogni tempo.

Per capire qualcosa della parola “beati” osservo come essa ricorra già nel primo dei 150 salmi, aprendo l’intero salterio: “Beato l’uomo che non resta nella via dei peccatori, che cammina sulla via giusta”. E nel salmo dei pellegrini: “Beato l’uomo che ha la strada nel cuore” (Sl 84,6).

Dire beati è dichiarare: “In piedi voi che piangete; avanti voi, i poveri! I vostri diritti non sono diritti poveri, Dio cammina con voi, fascia il vostro cuore, asciuga le lacrime e le raccoglie nei suoi otri”. Dio conosce solo uomini in cammino.

Nelle beatitudini la santità evoca vicende nostre, tesse trame su situazioni comuni, fatiche, speranze, lacrime e gioie. Il nostro pane quotidiano.

Sono detti beati i poveri, non la povertà. Beati gli uomini, non le situazioni. Beati quelli che sono nel pianto, perché hanno Dio dalla loro parte. Sempre.

È la beatitudine più paradossale: felice chi non è felice. Ma non perché la felicità sia nel piangere, ma perché un angelo misterioso annuncia: “Il Signore è con te”, nel riflesso più profondo delle tue lacrime.

Beati i misericordiosi: sono gli unici che troveranno ciò che hanno già, la misericordia. Essa è qualcosa da portare con sé, bagaglio per il viaggio eterno, sigillo d’eternità posto su tutta la lunghezza del tempo.

Fra quelle nove parole ce n’è una scritta, proclamata proprio per me, il mio cielo da individuare e realizzare per farmi più uomo, una misura che contiene la mia missione nella vita. Su di essa sono chiamato a fare il mio percorso, per un mondo che ha bisogno di stelle e di storie di bene che contrastino le storie di male; di cuori puri e liberi che si occupino della felicità di qualcuno; nella mitezza, nella misericordia, nella giustizia, nella pace. E Dio si occuperà della loro: “Beati voi!”

 

 

Avvenire Matteo 5,1-12

Beato l’uomo, prima parola del primo salmo. Cui fa eco la prima parola del primo discorso di Gesù, sulla montagna: Beati i poveri.

Cosa significa ‘beato’, questo termine un po’ desueto e scolorito? La mente corre subito a sinonimi quali: felice, contento, fortunato. Ma il termine non può essere compresso solo nel mondo delle emozioni, impoverito a uno stato d’animo aleatorio. Indica invece uno stato di vita, consolida la certezza più umana che abbiamo e che tutti ci compone in unità: l’aspirazione alla gioia, all’amore, alla vita.

Beati, ed è come dire: in piedi, in cammino, avanti, voi poveri (A. Chouraqui), Dio cammina con voi;

su, a schiena dritta, non arrendetevi, voi non violenti, siete il futuro della terra; coraggio, alzati e getta via il mantello del lutto, tu che piangi;

non lasciarti cadere le braccia, tu che produci amore.

Profondità alla quale non arriverò mai, vangelo che continua a stupirmi e a sfuggirmi, eppure da salvare a tutti i costi; nostalgia prepotente di un mondo fatto di pace e sincerità, di giustizia e cuori puri, un tutt’altro modo di essere vivi. Le beatitudini non sono un precetto in più o un nuovo comandamento, ma la bella notizia che Dio regala gioia a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno, il Padre si farà carico della sua felicità.

Vostro è il regno: Il Regno è dei poveri perché il Re si è fatto povero. La terra è dei miti perché il potente si è fatto mite e umile. A questa terra, imbevuta di sangue (il sangue di tuo fratello grida a me dal suolo), pianeta di tombe, chi regala futuro? Chi è più armato, più forte, più spietato? O non invece il tessitore di pace, il non violento, il misericordioso, chi si prende cura?

La seconda dice: Beati quelli che sono nel pianto. La beatitudini più paradossale: lacrime e felicità mescolate assieme, ma non perché Dio ami il dolore, ma nel dolore egli è con te. Un angelo misterioso annuncia a chiunque piange: il Signore è con te. Dio è con te, nel riflesso più profondo delle tue lacrime per moltiplicare il coraggio; in ogni tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza, argine alle tue paure. Come per i discepoli colti di notte dalla burrasca sul lago, Lui è lì nella forza dei rematori che non si arrendono, nelle braccia salde sulla barra del timone, negli occhi della vedetta che cercano l’aurora.

Gesù annuncia un Dio che non è imparziale, ha le mani impigliate nel folto della vita, ha un debole per i deboli, incomincia dagli ultimi della fila, dai sotterranei della storia, ha scelto gli scarti del mondo per creare con loro una storia che non avanzi per le vittorie dei più forti, ma per semine di giustizia e per raccolti di pace.

Consolidi in noi la certezza più umana che abbiamo e che tutti ci compone in unità: l’aspirazione alla vita, alla gioia, all’amore. Buona Pentecoste a tutti nel nome dello Spirito

Molta paura, spirito diverso, meno eroici. Domenica sostituita dalla bellissima incoraggiante solennità. Liberiamo i santi, tiriamoli giù dalle nicchie

Aspirazione che tutti ci compone in unità è la sete di beatitudine.

che ci fa Le 8 Beatitudini sono il cuore del Vangelo e al cuore del Vangelo c’è un Dio che si prende cura della gioia dell’uomo.

Come si fa ad essere felici? Gesù dà la sua risposta. Come al solito, inattesa, controcorrente, che lascia senza fiato: felici i poveri,  i miti, i giusti, gli operatori di pace, i puri, quelli che perdonano.

E quando le ascoltiamo in chiesa ci sembrano giuste e vere, poi usciamo, e ci accorgiamo che per abitare la terra, questo mondo aggressivo e duro, ci siamo scelti il manifesto più difficile, incredibile, stravolgente e contromano che l’uomo possa pensare. Beati i poveri, quelli che sono nel pianto, i perseguitati, gli ostinati a proporsi la giustizia, quelli che perdonano sempre.

La prima dice: beati voi poveri. E ci saremmo aspettati: beati voi perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi.  No. Il progetto di Dio è più profondo e vasto. Beati voi poveri, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell’altro mondo! Beati, perché c’è più Dio in voi. Beati perché voi e non i ricchi custodite la speranza di tutti.

In questo mondo dove si fronteggiano nazioni ricche fino al superfluo e popoli poverissimi, chi custodisce la speranza della terra? Gli uomini più ricchi e di successo o non invece gli uomini più giusti, gli affamati di giustizia per sé e per gli altri?

A questa storia che si nutre del sangue dei suoi figli chi regala speranza?

Se le accogli la loro logica ti cambia il cuore, e può cambiare il mondo.

Dio è dalla parte di chi piange ma non dalla parte del dolore! è con i poveri contro la povertà. Perché il mondo cambia se io cambio, il mondo si fa nuovo se io divento nuova creatura. Siano allora le Beatitudini del Signore un seme di luce sul viaggio verso un cuore nuovo.

: “In piedi voi che piangete, avanti, Dio cammina con voi! Asciuga lacrime, fascia il cuore, apre il futuro”.

E’ al tuo fianco come colui che dà forza alla tua forza! Un angelo misterioso annuncia a chi ha paura: “Non temere!”

Se accogli le Beatitudini la loro logica ti cambia il cuore. Lo cambia sulla misura di quello di

Non le capiamo del tutto, sono perfino contro la logica, eppure hanno conquistato la nostra fiducia, le sentiamo amiche. Gesù rivolge queste parole amiche a coloro cui fa male la vita, che conoscono bene il sapore delle lacrime.

Non contengono solo la cronaca del presente, ma anche il futuro, come attesa e profezia: il futuro buono dell’umanità non sono i ricchi o i vincenti, ma i giusti e costruttori di pace. il mondo, che non avanza per

Le otto Beatitudini sono il ritratto di Gesù, raccontano la sua vita: si è fatto povero da ricco che era, mite, pacifico, affamato di giustizia, con occhi tanto puri e limpidi da vedere tracce di Dio dovunque e da vedere segni di bontà dentro qualsiasi peccatore.

Perseguitato e misericordioso, perseguitato e crocifisso ma poi, è il Risorto, il Regno è suo, eredita la terra, sa vedere Dio in te.

Beati i Poveri: infatti abbiamo raggiunto il dominio delle cose e le cose ritornano fra le nostre mani avvelenate da noi, inquinate

Le Beatitudini sono la nostra annunciazione: “non temere Dio è con te”. Si incarna in te quando sei povero, quando sei mite, quando sei puro, quando piangi, quando costruisci pace e misericordia e giustizia.

Ma chi di noi preferisce essere nascostamente puro, mite, povero, giusto, anziché pubblicamente: prestigioso, stimato, ricco? E’ un capovolgimento radicale di valori che non concede mezze misure, che non lascia sottili distinguo: o Gesù ha sbagliato o ci sbagliamo noi e il nostro mondo.

Gli uomini delle Beatitudini sono la benedizione di Dio per la Storia, perché se c’è un’amicizia per l’uomo che è preso dentro la logica suicida della guerra non è il più forte, il più armato o il più violento che la offre, ma il costruttore di pace . Se c’è amicizia per i calpestati della vita, che non trovano chi gli renda giustizia, è in chi ha fame di giustizia che risiede. Se c’è amicizia pulita perfino per il ricco e il potente, non è tra i suoi pari che dimora, ma solo nel povero che non vuole competere, che non vuole accumulare, ma solo condividere. E se c’è un’amicizia per me cercatore di Dio, per noi cercatori d’amore, io la troverò solo presso i puri di cuore, presso chi ha il cuore bambino e senza inganno.

Chi non vorrebbe avere accanto a sé un mite, un uomo pacificante, un cuore puro, un perdonante? Il fascino delle Beatitudini viene dalla riserva di speranza che le abita, dalla tensione fra presente e futuro, dal segno pasquale di Risurrezione che sta nel loro intimo.

E infine l’ultima nota Beati i misericordiosi! Sono loro gli unici che nel futuro troveranno ciò che hanno già: troveranno misericordia. La misericordia è qualcosa che si porta con sé per sempre, bagaglio per il viaggio eterno, equipaggiamento per il lungo esodo, sigillo d’eternità già impresso nella lunga migrazione verso la vita.

“Signore, io non ho il coraggio delle Beatitudini da deporre davanti a te oggi, ho solo questi vuoti misteriosi della mia vita: povertà, mancanza di pace, uno sguardo non puro sulle cose… ma ho la mia sete di beatitudine, che è il cuore della mia coscienza, il mio cuore incompiuto, che Tu, solo Tu, riempirai di speranza”.

Potremmo allora dire così: “In cammino voi poveri, in cammino gli affamati di adesso, in cammino i piangenti di adesso, in cammino perfino quando vi odiano, in cammino sulla stessa strada che ha percorso Cristo, perché un altro mondo è possibile. È il Regno che entra in noi molto prima che si compia, è il futuro che entra in noi come un seme di fuoco che diventerà roveto”

Perché il mondo cambia se io cambio, il mondo si fa nuovo se io divento nuova creatura. Siano allora le Beatitudini del Signore un seme di luce sul viaggio verso il nostro cuore nuovo.

.Preghiera

Beati voi poveri, che avete il cuore al di là delle cose;

Beati voi che sapete piangere,

Dio ricomporrà ogni lacerazione, asciugherà ogni lacrima;

Beati voi che non usate armi,

solo voi conquisterete il cuore degli uomini,

solo voi darete sicurezza alla terra;

Beati voi che avete fame di giusti rapporti con tutte le cose,

a voi Dio darà in risposta la grande armonia con tutto ciò che vive;

Beati voi che guardate tutti con amore e che scusate tutti,

sarete amati e scusati sempre;

Beati voi che siete capaci di audacia che il mondo non conosce;

Beati gli operai silenziosi della pace, i tessitori del meglio segreto;

Beati gli ostinati a proporsi la giustizia;

Beati i poveri nel segreto di sé;

Beati coloro che donano;

Beate le mani nude dei miti;

Beati quanti hanno compreso la logica di Dio,

che si impossessa di te ma poi ti fa libero come nessuno saprà mai,

che ti fa spoglio eppure ricco,

apparentemente battuto e invece protagonista, con occhi così chiari da affascinare. E allora Dio trasparirà dal fondo della tua anima. Amen

È un Vangelo che ogni volta ci fa pensosi e ci lascia disarmati. Non c’è prova o garanzia per queste affermazioni, sono come una nuvola di canto che seduce e riaccende la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia. Un tutt’altro modo di essere uomini.

Hanno, in qualche modo, conquistato la nostra fiducia: le sentiamo vere e affidabili, difficili eppure amiche. Non sanciscono nuovi precetti, ma sono l’annuncio gioioso che Dio  regala vita a chi produce amore. Che se uno si fa carico della felicità di qualcuno, il Padre si fa carico della sua felicità.

Ci assicurano che il senso della vita è, e non può che essere, una ricerca di felicità. Che i misteriosi legislatori del mondo sono i giusti, che i tessitori segreti del meglio sono i poveri.

Se accogli le beatitudini, la loro logica ti cambia il cuore, sulla misura di quello di Dio. Che non è imparziale, ha un debole per i deboli, incomincia dalle periferie della storia, ha scelto ciò che nel mondo è povero e malato per cambiare radicalmente il mondo, per fare una storia che avanzi non per le vittorie della forza, ma per seminagioni di giustizia e raccolti di pace.

Sono detti beati i poveri, non la povertà. Sono beati gli uomini, non le situazioni. Dio è con i poveri contro la povertà. Beati quelli che sono nel pianto: Dio è dalla parte di chi piange, ma non dalla parte del dolore. È la beatitudine più paradossale: felice chi non è felice. Ma non perché la felicità si trovi nel piangere, ma perché accade una cosa nuova: «In piedi, voi che piangete, avanti: Dio cammina con voi, asciuga lacrime, fascia il cuore, apre futuro». Un angelo misterioso annuncia a chiunque piange: «Il Signore è con te».

Dio è con te, nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio. Nella tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza. Come per i discepoli, colti di notte dalla burrasca sul lago: lui è lì, nella forza dei rematori che non si arrendono, nelle braccia salde del timoniere, negli occhi della vedetta che scruta la riva e cerca l’aurora.

Beati i misericordiosi: sono gli unici che nel futuro troveranno ciò che hanno già, la misericordia. Essa è qualcosa che si porta con sé per sempre, bagaglio per il viaggio eterno, equipaggiamento e sigillo d’eternità posto su tutta la lunghezza del tempo.

Davanti al vangelo delle beatitudini provo ogni volta la paura di rovinarlo con le mie parole: so di non averlo ancora capito, continua a stupirmi e a sfuggirmi.

“Sono le parole più alte del pensiero umano”(Gandhi), parole di cui non vedi il fondo. Ti fanno pensoso e disarmato, riaccendono la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia.

Le sentiamo difficili eppure amiche: perché non stabiliscono nuovi comandamenti, sono invece la bella notizia che Dio regala gioia a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità.

Beati: parola che mi assicura che il senso della vita è nel suo intimo, nel suo nucleo ultimo, ricerca di felicità; la felicità è nel progetto di Dio; Gesù ha moltiplicato la capacità di star bene!

Beati voi, poveri! Non beata la povertà, ma le persone: i poveri senza aggettivi, tutti quelli che l’ingiustizia del mondo condanna alla sofferenza.

La parola ‘povero’ contiene ogni uomo. Povero sono io quando ho bisogno d’altri per vivere, non basto a me stesso, mi affido, chiedo perdono, vivo perché accolto.

Ci saremmo aspettati: beati perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi.  No. Il progetto di Dio è più profondo e più delicato.

Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell’altro mondo! Beati, perché è con voi che Dio cambierà la storia, non con i potenti. Avete il cuore al di là delle cose: c’è più Dio in voi, siete come anfore che possono contenere pezzi di cielo e di futuro.

Beati voi che piangete. Beati non perché Dio ama il dolore, ma perché è con voi contro il dolore; è più vicino a chi ha il cuore ferito. Un angelo misterioso annuncia a chi piange: il Signore è con te, è nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio, per farsi argine al pianto, forza della tua forza.

Dio naviga in un fiume di lacrime (Turoldo): non ti salva dalle lacrime, ma nelle lacrime; non ti protegge dal pianto, ma dentro il pianto. Per farti navigare avanti.

Guai a voi ricchi: state sbagliando strada. Il mondo non sarà reso migliore da chi accumula denaro; le cose sono tiranne, imprigionano il pensiero e gli affetti (ho visto gente con case bellissime vivere solo per la casa) Diceva Madre Teresa: ciò che non serve, pesa! E la felicità non viene dal possesso, ma dai volti

Se le accogli le Beatitudini possono cambiare il mondo