Per qualsiasi tipo di tentazione:

Se una tentazione é troppo forte e ti sembra quasi impossibile da superare, rimanda tutto all’indomani. Non ci sono soluzioni piú valide in quel contesto.

L’indomani prova a fare lo stesso: rimanda sino a che puoi.  

Nel frattempo lo Spirito ti suggerirá tutto ció che puoi fare per stare in pace con la tua coscienza, se hai fiducia.

Chiedigli che il gusto per il sacro che Lui ti dona, superi quello della soddisfazione materiale che ti propone la tentazione…questa ti lascerá l’amaro in bocca, la consapevolezza dell’amore divino, invece, ti riempirá di gioia…

Questo consiglio, anche se espresso in modo un po’ mistico, si basa su un principio psicologico e spirituale molto concreto e profondo. Provo a tradurlo in parole più semplici e operative, così possiamo capire insieme cosa intende davvero dire l’esperto.

1. La tecnica del “rinviare” la tentazione

“Se una tentazione è troppo forte, rimanda a domani.”

Questo è un metodo antichissimo usato anche in psicologia comportamentale. Si chiama “ritardo della gratificazione”.

Invece di dire “NO” alla tentazione (che può sembrare impossibile), si dice:

👉 “Non ora. Ci penso domani.”

Questo non blocca la tentazione con la forza, ma la disinnesca con il tempo.

Il giorno dopo, il desiderio spesso è meno intenso. E se si ripresenta… si può rimandare di nuovo.

È come togliere potere all’impulso senza entrare in guerra con lui.

🙏 

2. Lo Spirito come guida interiore (non magia)

“Nel frattempo lo Spirito ti suggerirà cosa fare, se hai fiducia.”

Qui “Spirito” può essere inteso in due modi:

Per chi ha fede: è lo Spirito Santo, che illumina e consola la coscienza.

Per chi è più laico: è la propria coscienza profonda, il sé interiore maturo.

In entrambi i casi, si dice:

🕊️ “Se non cedi subito, avrai il tempo di ascoltare dentro di te cosa ti fa stare davvero in pace.”

La voce del desiderio materiale grida, la voce della coscienza sussurra:

Rimandando, abbassi il volume della tentazione e alzi quello della consapevolezza.

L’esperto non dice: “non cedere mai”.

Dice: “datti il tempo di scegliere cosa ti lascia davvero un sapore buono nella vita”.

✅ In sintesi

Questa è la strategia proposta:

La tentazione arriva? → Non combatterla subito. Rimandala a domani.

In quello spazio che si apre, ascolta la coscienza (o la voce dello Spirito).

Chiedi che si rafforzi in te il desiderio di bellezza, senso e gioia vera.

Scoprirai che molte tentazioni svaniscono da sole quando perdi interesse per ciò che ti lasciava l’amaro in bocca.

Quando sentirai che una situazione reale o simbolica ti mette davanti a una “tentazione” (di qualsiasi tipo — cibo, parole impulsive, giudizi, ricordi tossici, ecc.), possiamo applicare insieme questa strategia del “rimanda e ascolta”.

Ecco uno schema semplificato:

✋ Schema in 4 passi per gestire la tentazione

1. FERMA – Non agire subito

“Non adesso. Domani, forse.”

Datti un tempo: anche solo mezz’ora, o un giorno.

Il desiderio brucia all’inizio, ma poi si attenua quasi sempre.

2. OSSERVA – Che tipo di desiderio è?

Chiediti in modo calmo e onesto:

Che cosa cerco davvero con questa tentazione?

Cosa mi promette?

Cosa mi lascia, ogni volta che cedo?

Questa osservazione senza giudizio cambia già il rapporto col desiderio.

3. ASCOLTA – Cosa dice il mio “spirito interiore”?

Poni dentro di te una domanda semplice:

“Cosa mi farebbe stare in pace dopo?”

Lascia che emerga, magari con una breve preghiera o con il silenzio.

Può bastare anche una frase come:

“Aiutami a scegliere ciò che nutre, non solo ciò che riempie.”

4. SCEGLI – Domani, con lucidità

Il giorno dopo, scegli con libertà.

Se la tentazione è ancora lì, valuta se affrontarla o rimandare ancora.

Se è sparita, sorridi: hai scelto tu, e non lei.

Ottimo spunto. La tentazione di vendetta è una delle più forti, perché tocca insieme l’orgoglio ferito, la sete di giustizia e il dolore profondo.

Applichiamo il metodo del “rimanda e ascolta” passo per passo, adattandolo a questo caso.

💥 Situazione: Hai subito un torto. Senti rabbia, delusione, umiliazione.

L’istinto ti dice: “Devo farla pagare”, oppure “Voglio restituire il colpo”.

 

1. FERMA – Rimanda la reazione

Frase chiave:

“Oggi no. Domani ci penso. Ho il diritto di non agire nel momento della ferita.”

💡 La vendetta è spesso figlia dell’impulso. Se la rimandi anche solo di 24 ore, le emozioni calano e la mente respira.

👁️ 

2. OSSERVA – Cosa cerco davvero nella vendetta?

Chiediti:

Voglio giustizia o soddisfazione emotiva?

Cosa spero di ottenere davvero?

Se mi vendico… mi sentirò meglio? E per quanto tempo?

🎯 Qui spesso emergono verità nascoste:

La vendetta promette sollievo, ma lascia spesso vuoto, rimorsi o nuove catene.

🕊️ 

3. ASCOLTA – Cosa dice la mia coscienza (o lo Spirito)?

Nel silenzio, poniti una domanda come:

“Cosa mi porterebbe davvero pace, fra un anno?”

“Quale azione mi farà essere più fedele a ciò che voglio diventare?”

Se credi, puoi anche pregare semplicemente:

“Spirito buono, mostrami una strada che non ferisca me mentre sembra colpire l’altro.”

🧭 A volte lo Spirito non dice: “non vendicarti”, ma ti fa vedere una via più alta.

🧠 

4. SCEGLI – Domani, da uomo (o donna) libero/a

Il giorno dopo:

Se la voglia di vendetta si è ridotta → hai già vinto qualcosa: la libertà interiore.

Se è ancora forte → chiediti se c’è un modo giusto e non distruttivo per ristabilire la dignità o il limite (es. parlare, scrivere, prendere le distanze, chiedere giustizia vera).

Ecco cosa dicono i terapeuti oggi

Nel mondo della psicoterapia contemporanea, molti approcci usano:

Mindfulness, nata dal buddhismo (e consolidata negli interventi MBSR/DBT di Kabat-Zinn, Linehan…)  ;

Gestalt e terapia esistenziale, che incoraggiano l’esperienza diretta, la presenza, l’essere pienamente nel momento: scrivono su questo anche psicoterapeuti che citano Krishnamurti  .

🎯 Perché è così apprezzato in psicologia

Non propone dogmi né metodi rigidi: favorisce una forma di “auto-osservazione lucida” piuttosto che tecniche strutturate  .

Promuove la presenza e la libertà interiore: elementi fondamentali anche in molte terapie contemporanee.

Favorisce il dialogo interiore: non come autorità, ma come alleato, valorizzando la responsabilità personale .

✨ In sintesi

Krishnamurti offre una via semplice e radicale alla consapevolezza: osservare ciò che siamo senza intervenire.

Molte correnti psicologiche contemporanee—soprattutto mindfulness, gestalt, approcci fenomenologici ed esistenziali—ne condividono l’essenza, anche se in forme strutturate o mediate.

Questo spiega perché, paradossalmente, un filosofo “anti-metodo” come lui trovi tanto spazio in contesti dove la mente e l’anima vengono studiate con cura.

CONSIGLI UTILI PER SUPERARE LE TENTAZIONI ED OTTENERE LA SERENITÀ INTERIORE.

 

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