LA CURA (di p. Ermes Ronchi)
Non temete, non abbiate paura, non abbiate timore. Per tre volte Gesù si oppone alla paura che mangia la vita. Noi non siamo eroi, noi siamo credenti, e ci opponiamo alla paura non tanto con il coraggio, quanto con la fede.
E Gesù inanella per noi bellissime immagini di fiducia: neppure un passero cadrà a terra senza il volere del Padre.È forse Dio che spezza il volo delle sue creature, che tronca il cammino sulla terra di mia madre o di mio figlio?
Il Vangelo non dice questo, dice altro: neppure un uccellino cadrà “senza il Padre”, al di fuori della presenza di Dio. Nessuno cade senza che egli ne sia coinvolto. Al punto che in ogni fratello crocifisso è Cristo a essere ancora inchiodato alla stessa croce.E allora il dramma non è solo nostro, esso è anche di Dio (Turoldo). Che è presente, partecipa, si china su di me, intreccia la sua speranza con la mia.
Dio non si colloca tra salute e malattia, ma tra disperazione e fiducia. Suo paese e sua carne non sono le cellule del corpo, ma le ombre della paura, dove si annida quella che i salmi chiamano la bestia del canneto….
Noi vorremmo non cadere mai, vorremmo voli lunghissimi e sicuri. Ecco allora la buona notizia: non abbiate paura, voi valete più! Il vostro nido è nelle mani di Dio. Per Dio io valgo molto più di quanto osavo sperare.E’ finita la paura di non contare per gli altri, di dover sempre dimostrare qualcosa. Non temere, tu vali di più.
E poi seguono immagini delicate come carezze, che raccontano quel Dio che fa per me ciò che nessuno ha mai fatto, che nessuno farà mai: ti conta tutti i capelli in capo. Il niente dei capelli: ma chi mai si perde, chi mai passerà la vita a contarmi i capelli?
Sì, è vero i passeri e i capelli contati hanno da attraversare la morte. Ma nulla andrà perduto. Gesù mi assicura che mi sarà restituito fino all’ultimo capello di quel corpo che ha sofferto e testimoniato vita e bellezza, umane e perciò divine.
Questa bella notizia voi gridatela sulle terrazze, al lavoro, nella scuola, negli incontri di ogni giorno. Annunciate che Dio si prende cura di ognuno, che nulla vi è di veramente umano che non trovi eco nel cuore di Dio.
Signore, ho combinato poco nella mia vita, e adesso non riesco più a combinare niente. E lui mi risponde: “tu vali di più, non perché produci, ti affermi o hai successo, ma perché esisti, gratuitamente come i passeri, debole e breve come i capelli, al sicuro nelle mie mani, e io, come dice la canzone: “ avrò cura di te, perché sei un essere speciale”.
La sua cura su di te: dove tu finisci, cominciano le sue mani.
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