Nel contesto cattolico, l’aldilà dei redenti si caratterizza per essere uno stato di beatitudine eterna in presenza di Dio. In questo stato, molte delle attività, esperienze o necessità che caratterizzavano la vita terrena non avranno più senso o saranno trasformate. Ecco una sintesi di ciò che i redenti non faranno in Paradiso, basandoci sulla teologia cattolica:

1. Non soffriranno più Non ci sarà dolore fisico, emotivo o spirituale. Ogni sofferenza legata al corpo o all’anima sarà completamente superata, come descritto nell’Apocalisse: “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più morte, né lutto, né lamento, né affanno” (Ap 21,4).

2. Non peccheranno I redenti non saranno più tentati dal peccato, né inclini a commettere errori morali. La loro volontà sarà perfettamente unita a quella di Dio.

3. Non lavoreranno o faticheranno per necessità Non ci sarà bisogno di lavorare per vivere o sostenersi, poiché in Paradiso le necessità materiali saranno superate. Tutto sarà abbondante nella presenza di Dio.

4. Non avranno fame o sete I bisogni fisici, come mangiare e bere, non esisteranno più nel senso terreno, perché Dio stesso soddisferà ogni desiderio: “Non avranno più fame né sete” (Ap 7,16).

5. Non proveranno ansia o paura Le incertezze e le preoccupazioni che affliggono la vita terrena spariranno, poiché in Paradiso si vive nella piena sicurezza e nella pace eterna.

6. Non saranno separati dagli altri redenti Non ci sarà isolamento o divisione. In Paradiso si vive in una comunione perfetta con Dio e con gli altri santi.

7. Non proveranno invidia, rabbia o risentimento Questi sentimenti negativi, radicati nella fragilità umana, non avranno posto nell’aldilà, dove regnerà solo l’amore puro.

8. Non invecchieranno né moriranno La vita eterna implica una condizione di immortalità e incorruttibilità. Non ci sarà decadimento fisico o timore della fine.

9. Non avranno bisogno di istruirsi o cercare risposte Ogni conoscenza necessaria sarà data in modo immediato nella visione beatifica. Non ci sarà più il bisogno di “scoprire”, perché i redenti contempleranno la verità in Dio.

10. Non rimpiangeranno il passato Anche il ricordo delle sofferenze terrene sarà trasfigurato dalla gioia eterna. Non ci sarà rimorso né nostalgia, solo gratitudine per il percorso che ha condotto alla salvezza. In breve, la vita terrena con le sue fatiche, limiti e dolori sarà completamente trascesa. I redenti vivranno nella perfetta unione con Dio, in una gioia piena e incondizionata.

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