Normalmente non si sa né il giorno né l’ora in cui il Signore verrà a prenderci.

Il malato terminale ha una certa sicurezza che la sua vita terminerà a breve. Chi è sano non può lo stesso essere sicuro di che cosa potrebbe avvenire fra un secondo, fra un’ora, fra un giorno ecc.

Siamo sospesi su un pianeta fragile, pieno di pericoli dallo spazio e dal suo interno. Noi stessi viviamo nel continuo rischio per malattie improvvise, incidenti vari ecc.

Ecco perché dobbiamo mantenere la fiaccola della fede sempre accesa, nell’attesa della nostra liberazione da questa condizione di fragilità esistenziale.

È stoltezza non considerare il fatto che nulla garantisce il nostro futuro in terra, sulla quale viviamo provvisoriamente.

Molto spesso i nostri progetti di vita escludono inconsciamente l’ora più importante dell’intero arco della nostra vita : la morte. Essa ci colpisce provvidenzialmente in un momento ” x” che pochi effettivamente conoscono.

Ci proiettiamo verso il futuro pensando a quanti anni anni di vita ci restano ed anche se siamo consapevoli che rimane per noi una misteriosa incognita, ci illudiamo e vogliamo vedere davanti a noi ancora tanti anni.

E invece quello che ci succede attorno ci indica spesso il contrario: scomparse improvvise o premature dovrebbero additarci l’incertezza della nostra ora. Ora che è ben conosciuta dal Padre, perché da Lui stabilita, ma non da noi, se Egli non lo vuole.

Egli ha l’enorme libertà di togliere dalla scena terrena qualsiasi creatura in qualsiasi momento dell’anno del mese, del giorno , dell’ora, del minuto. Nessuno dovrebbe sentirsi particolarmente privilegiato da pensare che la sua ora sarà preceduta da un solenne annuncio: no, l’esperienza ci dice che la morte subentra proprio quando meno ce l’aspettiamo.

Molti sono stati colti mentre mangiavano e bevevano, mentre si divertivano, mentre lavoravano o passeggiavano, mentre ridevano o piangevano, mentre leggevano o scrivevano, mentre pregavano o meditavano, mentre dormivano.
Alcuni hanno dovuto subire una lunga malattia , intuendo il momento del trapasso finale. Altri sono stati uccisi in guerra, nei duelli, nelle liti, nelle aggressioni, nelle catastrofi e negli incidenti.Qualcuno si è tolto la vita premeditando il momento.
Dobbiamo vivere con questa consapevolezza : la nostra ora è realmente sconosciuta da noi. Quando ci addormentiamo dobbiamo prepararci a qualsiasi evenienza ed affrontare il sonno come un allenamento al grande trapasso, dove non si potrà mai dormire, perché non ce ne sarà la necessità.

Ma dobbiamo assolutamente capovolgere la nostra mentalità oscurata dal velo dell’abitudine.
Dimentichiamo che siamo esseri in evoluzione, proiettati dal divenire verso la dimensione definitiva.

Nel breve arco della vita c’é in nuce l’eternità che è in qualche modo presente in ogni istante. Come non provare una specie di capogiro nel pensare alla nostra struttura corporea passata, presente e futura? Un’enorme impalcatura atomica ed infratomica estremamente vitale sorregge la nostra esistenza terrena.

Tutta mirabilmente guidata da un principio unificatore, insito nell’anima. Un’impalcatura tra infinite impalcature del pianeta e del cosmo, tutte sorrette da altri principi unificatori che si rifanno all’unico vero Principio Unificatore: Dio.

Questa esplorazione della mente ci fa intuire l’incredibile grado di ignoranza in cui viviamo. Ignoranza ed incoscienza.
Non conosciamo la vera struttura ontologica del nostro corpo, della mente e dell’anima.

Agiamo spesso da perfetti idioti… Non riusciamo a prendere reale coscienza di ogni attimo che viviamo.

Siamo in una specie di letargo esistenziale, anche se diciamo di aderire alla fede cristiana. Molte volte abbiamo della presunzione nell’affermare perentoriamente di sapere qualcosa sulla vita e sulla morte.

Si pretende di “saperne” già molto, con aria annoiata. Vediamo forme, colori. Proviamo sensazioni, abbiamo percezioni ed emozioni.

Ma quando, in un momento di umile considerazione del nostro agire, ci rendiamo conto dell’abissale ignoranza che ci governa, non possiamo far altro che tacere… e tenerci pronti in ogni momento perché non sappiamo né l’ora né il giorno in cui Egli arriverà.

 

 

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