Roberta Bruzzone scrive: 

Nessuno al mondo è insostituibile. I fidanzati , le fidanzate, si possono cambiare. Non succede niente. Anche i mariti e le mogli si possono cambiare. Non c’è bisogno d fissarsi perché il mondo è pieno di gente interessante. Quindi verosimilmente troverete qualcuno di migliore molto prima di quanto pensiate. Non c’è bisogno di fissarsi su nessuno. Se qualcuno non vuole stare con voi è liberissimo di lasciarvi. E voi siete liberissimi di rivolgervi altrove cercando migliori occasioni. Non costringete nessuno a stare in una relazione che non apprezza. Non lasciatevi costringere dal senso di colpa a rimanere in relazioni che non vi nutrono. Quello è l’inferno vero , ragazzi , eh! Non fatevi ricattare dal punto di vista emotivo. Nessuno ha il diritto di trattenervi dove non volete stare o dove sentite di non essere apprezzati. Non dimenticatevelo questo.

Roberta Bruzzone

Roberta Bruzzone è una criminologa e psicologa forense piuttosto nota in Italia: spesso appare in TV e pubblica riflessioni di taglio diretto, come quella riportata.

Il suo messaggio qui ha un tono pragmatico e quasi “liberatorio”: non idealizzare troppo le relazioni, non farsi trattenere dal senso di colpa, non cadere in ricatti emotivi.

Nessuno di noi è davvero insostituibile. Le relazioni affettive – che siano di fidanzamento o di matrimonio – non sono catene indissolubili: possono cambiare, e a volte è giusto che cambino.
Non serve restare aggrappati a chi non desidera più condividere il cammino con noi: il mondo è popolato di persone interessanti, e nuove possibilità si aprono spesso molto prima di quanto pensiamo.

Per questo, se qualcuno sceglie di andarsene, ha il diritto di farlo. E noi abbiamo la stessa libertà di guardare altrove, senza colpevolizzarci e senza ostinarci a trattenere chi non ci vuole accanto.

Non bisogna rimanere in relazioni che non nutrono il cuore o che si reggono solo su sensi di colpa e ricatti emotivi: quella, sì, sarebbe una prigione, un vero inferno.

Ricordiamolo sempre: la libertà e la dignità personale non vanno mai sacrificate per un legame che non ci valorizza più.

Vuoi che te lo riscriva mantenendo questo taglio “psicologico” e motivazionale, oppure preferisci che lo rielabori in chiave più “cristiana”, cioè confrontandolo con la visione cattolica del matrimonio e delle relazioni?

Cosa direbbe un credente cattolico di fronte a queste affermazioni?

Un cattolico, davanti a queste affermazioni della Bruzzone, probabilmente reagirebbe così:

1. Sulle relazioni “sostituibili”
Un credente non vede le relazioni come semplici esperienze intercambiabili. L’amore, soprattutto quello coniugale, è una vocazione: non è un “contratto a termine”, ma una promessa solenne davanti a Dio, che impegna per tutta la vita. Per questo dire che “tutti sono sostituibili” stride con la visione cristiana: per chi crede, la persona amata non è un “pezzo tra tanti”, ma un dono unico e irripetibile.

2. Sul matrimonio
La Chiesa insegna che il matrimonio sacramentale è indissolubile: “quello che Dio ha unito, l’uomo non lo separi”. Non è semplicemente un legame da cui uscire quando non ci si sente più “nutriti”. Certo, esistono situazioni gravi (violenza, abusi, tradimenti) in cui la separazione può essere necessaria e perfino doverosa per tutelare la dignità e la sicurezza della persona. Ma non è mai vissuta come “libertà di scegliere altro”, bensì come una ferita dolorosa.

3. Sul senso di colpa e il ricatto emotivo
Un cattolico sarebbe d’accordo con la Bruzzone sul fatto che nessuno deve subire manipolazioni o ricatti emotivi: la libertà è parte essenziale dell’amore vero. Anche la Chiesa ricorda che il matrimonio non è valido se non nasce da una scelta libera e consapevole.

4. Sul “vero inferno”
Dire che “il vero inferno” è restare in una relazione che non ci apprezza è una metafora forte, ma un credente distinguerebbe: il vero Inferno, in senso cristiano, è la separazione eterna da Dio. Tuttavia, un matrimonio svuotato di amore e di rispetto può effettivamente diventare una sofferenza pesantissima, e la Chiesa invita sempre a curare, sostenere, accompagnare le coppie in difficoltà, non a lasciarle sole o a liquidare la questione con un “cambia partner”.

5. La differenza di fondo
In sintesi: la Bruzzone parla da prospettiva psicologica e laica, dove conta soprattutto il benessere individuale e la libertà di “ricominciare”. Un cattolico vede invece la relazione (soprattutto il matrimonio) come una vocazione sacra, un’alleanza fedele che impegna anche nei momenti difficili, e che può diventare via di santità proprio nel sacrificio e nella pazienza reciproca.