(endecasillabi in quartine a rime alternate)
Eri solo ragazzo a Lisbona
al mestiere delle armi formato,
ma volevi servire di persona
Il Cristo che hai sempre amato.
Di origini nobili tu eri
ma più nobile fu l’animo tuo.
I blasoni che ritenesti veri
furon del Padre e del Figlio suo.
Da Gesù ti sentivi più amato
così ti facesti agostiniano,
per lunghi anni avevi studiato
diventando un sapiente cristiano.
Per questo ti facesti sacerdote
nella predicazione preparato,
la Scrittura fu tua vera dote:
per la carriera tu eri portato.
Conoscesti i frati francescani
a Coimbra, proprio dove alloggiavi,
diventaron missionari lontani:
della loro fin non immaginavi.
Furon impressi nella tua mente
i cinque martiri sì generosi,
che desiderasti ardentemente
esser in quei luoghi perigliosi,
per dimostrare il grande amore
che per Gesù Cristo tu più nutrivi,
e seguendo con gioia il Signore
lasciasti la carriera che ambivi.
Fratello francescano ti facesti,
poi in un romitorio alloggiando,
al priore veemente tu chiedesti
di mutare il nome Ferdinando
in quello del gran monaco Antonio
al qual il convento fu dedicato,
non immaginando qual patrimonio
questo nome sarebbe diventato.
Per il Marocco poi ti imbarcasti:
colà giunto una grave malattia
subito con dispiacere pigliasti,
ma ti ordinaron di ritornar via.
La nave per la Spagna fu in rotta,
ma fu scossa da una gran tempesta,
dai flutti in Sicilia fu condotta,
or nell’Isola il ricordo resta.
Ma nel convento che ti ospitava
ti fece trasalire la notizia:
l’Ordine Francescan organizzava,
per superar ogni vile mestizia,
un grande Capitolo Generale
dov’era frate Francesco presente .
Fu per te davvero provvidenziale,
là non volevi essere assente!
La nuova regola fu approvata
ed anche l’Ordine fu ricomposto,
ma poi per te non si era trovata
una mansion, perché non c’era posto.
Eri un fraticello sconosciuto,
nascondesti pur la tua cultura
perché avevi sempre ritenuto
il Crocifisso come armatura.
Fu poi frate Graziano a scoprire
la tua profonda spiritualità,
Montepaolo dovevi servire
con saggezza e tua gran umiltà.
Una sacerdotal ordinazione
fu per te l’occasion di predicare:
lo facesti con tale devozione
che da Assisi ti fecer chiamare
i superiori più importanti,
per darti l’incarico di portare
il lieto cristian annunzio a tanti,
e l’anime afflitte consolare.
Così girasti in lungo e largo
combattendo pur le grandi eresie
che volevano porre in letargo
la verità con le molte bugie.
Ai Catari di Rimini mostrasti
che i pesci sapevan ascoltare
la verità che i molti contrasti
non riuscivan a far galleggiare.
Persin la mula si inginocchiava
al gran passaggio dell’Ostia Santa
la qual da molto tempo digiunava,
e questo fatto ancora incanta.
Degli eretici fosti martello
predicando nella vicina Francia.
Per tutti il tuo incontro fu bello
soprattutto per quelli che la pancia
pensavan solamente a nutrire,
ma la propria anima trascurando.
Indicasti che è bello servire
Dio nel prossimo sempre più amando.
Poi fosti nominato provinciale
quando in Italia tu ritornasti,
per tutta la zona settentrionale
instancabilmente tu predicasti.
Persino a Gemona predicasti
pregando nella piccola cappella
che per la Vergine edificasti,
Colei perché pura è assai bella
Padova comunque tu preferivi,
per trascrivere i tuoi bei Sermoni,
la Sacra Scrittura tu ben aprivi
e predicasti a pieni polmoni.
Sfinito per la tua attività
e per la malattia che patisti,
cercasti una erma località
e molti luoghi furon da te visti.
Soggiornasti pur a Camposampiero
nel piccolo e parco romitorio
nel silenzio tu cercavi il Vero,
eri come un vivo ostensorio.
Là ti videro con Gesù Bambino
che tenevi estatico in braccio,
il tuo volto sempre più divino:
fu quello il gran mistico abbraccio.
Sul povero carro ti portarono
per terra ad Arcella adagiato,
“O gloriosa domina” cantarono
ed in Cielo te ne eri andato.
Ora sei un santo molto amato
presente in moltissimi altari
e chiunque ti abbia invocato
superò i momenti più amari.
Pier Angelo Piai
P.S.
Mentre scrivevo il poemetto ero in comunione spirituale con Sant’Antonio: infatti molti endecasillabi mi venivano davvero spontanei insieme alle rime (cosa molto difficile col solo ingegno personale)
Per questo devo ringraziare pubblicamente Sant’Antonio…
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