Pradamano, 01-giugno-2002.
Voto postale agli emigrati friulani.
Le rondini volano rapide volteggiando nel cielo azzurro alla ricerca di insetti. Quest’anno sono arrivate poche, dall’Africa in Friuli, forse perché migrano in luoghi più adatti e dove la loro vita è meno “dura”. Guardandole volare mi sovvengono i ricordi , le parole di mio padre e i racconti dei tanti emigranti del paese natio, in quegli anni 1950-60, dove la gente migrava come rondini, a lavorare in Francia, in Germania, in Svizzera e oltre oceano.
Sono ricordi impregnati di grandi sacrifici e di un duro lavoro in terra straniera. A queste realtà vissute sono fortemente legato e provo sentimenti di ammirazione e riconoscenza. Oggi, invece c’è chi dice, spudoratamente, che la riconoscenza è “cosa morta”. E’ con questo stile di onnipotenza e di distacco dai valori e dalle radici storiche del passato che subdolamente viene gestito il presente.
Questo stile va rivisto. Sarà necessario e bello ritornare a coniugare passato, presente e futuro. Ci sono anche persone che sentono gli emigrati ancora a loro vicini, poiché essi ritornano come rondini, quasi ogni anno, al paese natio a trovare i loro cari. Allora, diventa corretto informare per tempo, direttamente, tutti gli emigrati friulani, sul loro recente diritto di voto e di rappresentanza per le prossime elezioni del 2003.
Nel vicino Veneto si sta già pianificando, per far votare per corrispondenza circa 500 mila emigrati veneti. Speriamo che anche il Friuli sia sensibile a questa problematica e che invii a Bruxelles dei responsabili, sia per attivare un servizio di consulenza e di utilizzo dei fondi comunitari, sia per sviluppare iniziative di incentivazione, di scambi e di comunicazione in rete. Sentendo il canto pieno di vita e di amore delle rondini che volano nel cielo azzurro, mi chiedo se, il “nostro” Friuli, saprà trovare una formula concreta che consenta il voto postale e che fornisca le adeguate informazioni ai tanti friulani emigrati sparsi nel mondo.
Eugenio Di Barbora
Pradamano