IVANA VACCARONI


Ivana Vaccaroni è nata e vive a Udine. Dopo gli studi classici e quelli di Lettere moderne presso la Facoltà di Trieste si è dedicata all’insegnamento con entusiasmo e passione, professione che svolge tuttora presso un liceo scientifico della sua città.

Da sempre interessata allo studio della lingua e della letteratura italiana (l’opera che ama più di tutte è la Divina Commedia), collabora e scrive per numerosi Blog e riviste letterarie, fra cui «Avanguardia» e «Scholia». Nella sua scuola ha dato vita, unico caso in Italia, a un “Caffè letterario” nel quale ha coinvolto insegnanti e allievi che partecipano con fervore a tale iniziativa.

Ama la musica, le “buone letture” e ritiene che la caratteristica essenziale da possedere sia la curiosità, declinata in tutti gli aspetti del sapere.

IL RUOLO DELLA DONNA NELLA NARRATIVA TRA OTTO E NOVECENTO

«Monografia agile, snella, essenziale, che ci conduce direttamente in medias res. L’opera non riguarda soltanto le donne protagoniste di opere letterarie, ma anche le donne autrici, unite e accomunate da un unico destino letterario: l’esplicita volontà di costruire il futuro ma, soprattutto, di esserne interpreti e responsabili».

Alessandro Cesareo

«Intrigante il tema proposto, poco battuto e di non facile realizzazione: tutti dovremmo leggerlo [] non per semplice curiosità erudita ma anche per dare forma, dignità e riscatto alle donne, titolari di diritti soggettivi che un’ideologia discriminatoria ha impedito loro di esercitare».

Annamaria Coletti Strangi

Scrivere è un’arte d’élite o appartiene a chiunque voglia esercitarla? C’è gente che scrive e ci sono gli scrittori. L’analisi dell’autrice è partita da queste considerazioni per sviluppare un saggio che prendesse in esame, in qualità di scrittrici, appunto, le donne.

Ma non solo. Con il termine espresso al femminile ha cercato di dare un contributo, offrendo loro visibilità, a quell’immenso patrimonio di autrici che, con tale arte, si sono rese protagoniste improntando di sé la cultura europea e italiana dell’Ottocento e di parte del Novecento.

Le indubbie difficoltà delle coordinate storiche, la scarsa possibilità di acculturarsi e la ristretta, chiusa mentalità dell’epoca sono soltanto alcuni dei problemi che esse si sono trovate a dover affrontare e superare per far sentire la propria voce, per farsi considerare, in una parolaper vivere e “brillare di luce propria”.

Il loro punto di vista, inoltre, si è reso indispensabile per conoscere le varie sfaccettature del carattere femminile, attraverso la presa di coscienza del ruolo delle eroine di romanzi, poesie e ogni altro genere
di opere.
E il messaggio che ne deriva è rivolto a tutti coloro che vogliano scoprire come ciò sia stato
possibile e quali siano stati gli effetti di tale inarrestabile ma doveroso, imprescindibile cambiamento.

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In un mondo preminentemente maschilista, l’arrivo nel panorama letterario del nuovo lavoro firmato dall’udinese Ivana Vaccaroni dal titolo “Il ruolo della donna nella narrativa tra Otto e Novecento”, appare un autentico raggio di luce, sia sotto il profilo comunicativo sia della considerazione che l’universo femminile ebbe nei due periodi storici studiati dall’autrice.

   Un saggio che – nell’analizzare appunto la figura femminile – sviluppa la propria osservazione della condizione femminile in una società tipicamente maschilista, abitualmente propensa a escluderla da una condizione paritaria.

   Secoli di vite e vicende, di consapevoli sofferenze e strali di odio, di ruoli vessatori ma anche di quell’eterno essere genitrice su cui ebbero particolare rilievo versi poetici dedicati da illustri personalità della letteratura quali furono, ad esempio i vari Manzoni, Foscolo, Leopardi, Pascoli, De Amicis e Nievo, per citare i più illustri.

   Nella temperie culturale di quei due secoli, ovvero l’Ottocento e il Novecento, (periodo indagato dall’autrice) spiccano, a ogni buon conto, anche taluni nomi di figure femminili che aiutano a chiarire le concezioni morali delle loro autrici come la Silvia, tra le protagoniste della poetica leopardiana, la Pisana del Nievo [] e la Lucia dei Promessi Sposi del Manzoni.
E’ lecito affermare come lo studio posto in essere dalla Vaccaroni vada ben oltre la semplice ricerca dell’inadeguatezza di primi piani nella letteratura femminile dell’Ottocento, tra l’Illuminismo e il Romanticismo salottiero.

   Uno studio che riflette anche sviluppi ideologici e politici, che hanno coinvolto autori, autrici e lettori, dando anche avvio a forme di  acculturazione sia attraverso la narrativa d’appendice sia a un  giornalismo al femminile come quello di Matilde Serao, Eleonora de Fonseca Pimentel, Isabella Teotochi Albrizzi, mentre nel genere letterario in Italia si andava affermando la figura di Caterina Percoto, e  di Grazia Deledda, insignita nel 1926 del Premio Nobel per la letteratura.

   Un pianeta-donna sorprendente, che l’opera di Ivana Vaccaroni, docente di lettere in un istituto superiore udinese, offre con linguaggio chiaro e colto, attraverso le pagine racchiuse da una elegante copertina che evidenzia una fascinosa immagine di donna come assorta nei suoi pensieri, dipinta nel 1896 da Vittorio Matteo Corcos.

   Il saggio comprende sette contenuti capitoli di agile lettura, con progetto grafico di Jessica Cardaioli e la prefazione di Alessandro Cesareo, dal  significato profondo, costruito con semplicità ed erudita compostezza, volto a sensibilizzare e a dare quella meritata dignità che alle donne, per egoismo e presunti diritti maschilisti, per troppo tempo non si è ritenuto di poter riconoscere.

Natale Zaccuri

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