«Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1, 21)
Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero  che cosa debba scegliere. Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere  sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio: d’altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne…

Dovremmo fare nostre queste parole di San Paolo che mettono in evidenza il conflitto spirituale di chi ama davvero il Signore per cui crede davvero che è meglio essere sciolto dal corpo per essere con Cristo.

Ma in questo caso è necessario avere la massima fiducia nel Padre misericordioso, perché noi abbiamo Gesù Cristo come avvocato difensore in virtù della sua passione e morte, e lo Spirito Santo che continuamente geme interiormente per la nostra salvezza.

Ogni giorno terreno, quindi è un dono. Ma è un dono anche perché ogni giorno è un frammento di tempo che ci avvicina sempre di più alla salvezza eterna se lo sappiamo utilizzare come vuole il Signore.

Del resto basta prendere consapevolezza del nostro vivere fragilmente nel corpo: in ogni momento siamo nel pericolo di cadere nella tentazione e qualsiasi evento potrebbe arrecarci dolore fisico e morale.

Se la luce dello Spirito non illumina la nostra interiorità vedremmo un mondo assurdo e doloroso, un mondo che non ci soddisfa perché in noi c’è il desiderio di essere uniti al Creatore dal quale proveniamo.

Se ci attacchiamo alle cose terrene, il distacco sarà più doloroso.

La vita, invece, ci prepara gradualmente al distacco attraverso molte prove e sofferenze morali e fisiche. Nessuno è esente, nemmeno i padroni di questo mondo.

Questo distacco dal mondo è finalizzato all’unione con Dio stesso: ecco perché per noi è un grande vantaggio. Non vogliamo capirlo perché la nostra fede è molto labile.

Pensiamo che vivere più a lungo possibile su questa terra sia la cosa migliore per noi e non crediamo che l’unione con Dio che ci aspetta è una dimensione molto più appagante e gioiosa.

Pier Angelo Piai