https://www.youtube.com/watch?v=qH-tnrWnwpY

Il dolore innocente e l’unico volto che lo ha attraversato

“Dio non ha dato una spiegazione al dolore. Si è fatto Lui stesso dolore.”
(Card. Robert Sarah)

Molti agnostici e persone in ricerca dicono con forza:
“Non posso credere in un Dio che permette il dolore dei bambini.”

E come dar loro torto, umanamente?
Quando si assiste al pianto disperato di un piccolo in un ospedale, o si vedono le immagini di guerre che strappano l’infanzia alla vita, il cuore si ribella. E con esso anche la ragione, che non trova argomenti capaci di colmare l’ingiustizia.

È un problema che non ha risposte semplici.
E nemmeno la fede ha una “spiegazione”. Ha piuttosto una persona.

Gesù Cristo.

Il Figlio di Dio, che ha conosciuto il massimo del dolore innocente.
Non ha semplicemente “assistito” alla sofferenza: l’ha attraversata fino in fondo. Frustato, tradito, abbandonato, inchiodato, umiliato… nella carne, nei sentimenti, nella dignità.
E tutto questo senza colpa, in assoluta innocenza. Più ancora di un bambino.

Non una teoria. Un fatto.

Cristo non ci ha dato un trattato sul dolore.
Ha piuttosto preso su di sé il dolore del mondo, trasformandolo in una via di comunione.
E lì, nel punto più oscuro, ha mostrato che Dio non è assente, ma presente nel modo più paradossale e umile.

Nessuna “soluzione”, ma una speranza concreta

Non c’è via di fuga dalla domanda: “Perché soffrono gli innocenti?”
Ma c’è una via per non lasciarla senza senso.

Ogni dolore vissuto nell’innocenza si unisce, misteriosamente, a quello del Crocifisso.
Non lo giustifica. Non lo cancella.
Ma lo illumina dall’interno, perché non è più un dolore abbandonato, ma unito a un amore infinito.

E questo, per chi crede, non è una risposta mentale. È una Presenza.
È l’unica via che personalmente riesco a seguire, senza perdere la fede e senza perdere l’umanità.

https://www.youtube.com/watch?v=qH-tnrWnwpY