
24 giugno – Natività di Giovanni Battista
Mi consola il fatto che io sia tratto dal nulla e che il mio essere è destinato a diventare autentico ni Dio, Colui che governa invisibilmente l’Universo e gli eventi. Volere ciò che Lui vuole. Desiderare ciò che Lui desidera. Riposare nel suo riposo. Lodare nella sua lode. Abbandonarsi nel suo abbandono. Egli mi è Padre. Lo sento Padre.
Essere Amore come Lui è Amore. Percepire tutto come suo dono. Percepire la sua presenza. Divenire umili come Lui è umile.
Lo so, o Signore, “sei Tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre” (Salmo 138).
Perchè temere?…ma perchè temere? Lui porterà a termine ogni progetto, ogni suo disegno.
Lasciami plasmare….Tu mi formi, mi plasmi segretamente secondo i tuoi progetti.
Fa che ti dica, come Maria, “fiat”.
Giovanni Battista fanciullo cresceva e si fortificava nello Spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele (Lc. 1,80). Giovanni Battista è il punto critico nel passaggio tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Con Lui la legge esteriore sta per interiorizzarsi. La norma scritta diventa vita di amore vissuta in Cristo, sotto l’azione dello Spirito che conduce l’anima nel deserto.
In ognuno di noi dovrà avvenire questo punto critico che condurrà alla vera interiorizzazione, come il corpo sarà assorbito dallo Spirito. Il tempo nell’Eternità..Il molteplice nell’Unità…Il dolore nella Gioia…Il divenire nell’Immutabilità… Il relativo nell’Assoluto… E i sensi terreni verranno
assorbiti nei sensi spirituali.
Ma a cosa mi sono serviti i sensi terreni? Aindividuarmi, a unificarmi nel molteplice, a coscientizzarmi.
Il molteplice richiama la nullità; i sensi penetrano la molteplicità. E la unificano.
Di sintesi in sintesi lascio l’automatismo della materia per entrare nella creatività dello Spirito.
30 giugno
Si procede nella vita come un bambino felice, per cui tutto è luce, tran-
ne se stesso. Oh….l’innocenza di Maria Vergine!
Realtà dell’uomo = totalità, pienezza (non concretezza)
6 luglio
Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita
per causa mia, la troverà (Mt. 10,39).
Lo spirito di ogni uomo è la propria essenza, piena ed immortale, se radicata nel vero Spirito.
Colui che sa percepire con i sensi spirituali riporta a vera unità ogni
evento che nel tempo pare disperso nella molteplicità.
I grandi mistici intuivano ciò e lasciavano agire ni loro lo Spirito mediante il quale riuscivano a vincere i determinismi spazio-temporali. Hanno saputo perdere la loro vita per essere assimilati in Colui che gliela ridona in sovrabbondanza.
Entrando nella propria intimità hanno attinto alla radice del Puro Essere che è pura intimità perchè coglie l’essenza al di là dell’apparenza.
La nostra soggettività esiste in virtù della vera Soggettività Assoluta.
Quando io “trovo la mia vita” mi determino come “soggetto” tramite l’arricchimento personale. Ma è un’illusione in quanto credo di vivere pensando di salvaguardare ed ampliare la mia soggettività: ignoro che essa è solo la sommatoria delle molteplicità. Se nei confronti dell’Assoluto, ogni molteplicità a sè stante è nulla, la loro sommatoria è nullità.
Quindi, se io mi determino soggettivamente mi annullo.
Sì… ho trovato la mia vita…ma la perderò perchè è solo apparenza…dispersione e nullità. Quando io “perdo la mia vita” dimentico la mia soggettività per centrarmi nel “Soggetto Assoluto”. Tralascio, perciò, l’apparenza, la molteplicità, per unificarmi in Colui che è Uno.
L’Uno è l’Essenza unificante in cui c’è Verità e Vita. La Vita non è mai dispersa nel molteplice ma trascende ogni apparenza ni un dinamismo eterno.
Perdendo la mia soggettività fatta di molteplici apparenze, io trovo l’unità di Colui che è vivo e reale, quindi eterno.
È per questo che a causa di Lui io trovo la vita.
Ammettendo la trascendenza divina rispetto il mio stato di creaturalità e la mia libera coscienza.
Rispettando l’alterità divina ammetto la mia possibilità di divinizzarmi.
8 luglio
“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e oi vi ristorerò…” (Mt. 11,28)
Quale uomo ha mai potuto affermare “venite a me”?
E una supplica…Egli ha realmente bisogno di noi e ci esorta aperta- mente di venire a Lui per trovare ristoro.
Infinita umiltà di un Dio bisognoso della sua creatura…bisognoso dav- vero di consolarla perchè Egli solo è la fonte della vita eterna!
14 luglio
“Deificarci” significa distinguerci totalmente dalla datità nell’alterità- trascendenza.
Nell’Incarnazione non si è Dio umanizzato assumendo l’alterità?
15 luglio
Tu sei un essere vivo, o mio Signore: Padre, Figlio e Spirito Santo!
Fa che abbia sempre presente alla mia coscienza la tua azione vivificante! Tu non sei relegato alle divine azioni che compisti in questa terra duemila anni fa… no…. Tu sei presente ora, attivo, vivo oggi, nell’ attimo.
La tua azione è perenne.
Fa che la tua parola risani il mio spirito malato epossa produrre ciò che tu vuoi!
20 luglio
Pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie… non spegnete lo Spirito (Tess, 5,16).
Anche se per ora non avverto alcun gusto interiore, Dio mi ascolta. Anzi… la preghiera più pura è quella fatta senza alcuna consolazione. È qui che dimostro il mio amore disinteressato ed è con questa lode che il mio Spirito matura e diventa simile a Dio.
22 luglio
Di che temi? Non è il Signore il Creatore di tutto ciò che esiste? Lo è anche del tuo pensiero, della tua coscienza, della tua percezione.
No… Egli può realmente cambiare efar cambiare in ogni istante ogni situazione, secondo il suo beneplacito.
Potrai forse dichiararlo ingiusto?
Pensalo ad ogni respiro ed abbandonati in Lui che ti ama più di quanto tu non lo creda.
(L’Angelo della consolazione)
“Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore” (Sap. 13,5).
Se tanto ti attrae l’armonia di un corpo…che mai sarà quella di Colui che l’ha creato?
30 luglio
Oggi il mio animo è appesantito da dense nuvole di vapore. Apatia e difficoltà di elaborare concetti. (come se i concetti su Dio fossero nutrimento per l’anima…povero illuso!)
Eppure ho la certezza che lo Spirito è presente ni me più di quanto io non lo sia a me stesso.
È nascosto nella nube della mia materialità, ma c’è. Egli mi scruta e mi conosce per nome. Sa quando mi alzo e quando mi siedo. E la sua pazienza è reale perchè Egli attende la mia adozione di Figlio, aspetta pazientemente che il progetto su di me si compia affinchè nell’eternità io possa cantare nella totale trasparenza la Bontà Infinita di Colui che mi ha tratto dal nulla. Pregusto già ora la gioia di magnificarlo!
Una domanda strana riaffiora continuamente nella mia mente perplessa: C’è in Dio la fatica del creare?
Nel trarmi dal nulla e nel realizzare in me il suo progetto, c’è uno sforzo di concentrazione?
I teologi mi dicono che in Dio tutto è possibile ed Egli può creare infi- niti mondi altrettanto complessi e meravigliosi come questi.
Il racconto evangelico mi mostra e mi testimonia un Dio fatto uomo, che fatica, lavora, diffonde la buona novella del Regno, si sottopone ad una dolorosissima passione, muore terribilmente solo e risorge. Non è questo un enorme sforzo?
15 agosto – Festa dell’Assunta
“L’anima mia magnifica il Signore….”
Durante la mia solita passeggiata nella verde campagna circostante, andavo considerando l’ingratitudine di un giovane che avevo beneficiato e che, nella sua incoscienza, non mi aveva nemmeno preso in considerazione.
Subito dopo ho avuto dei barlumi pensando a Maria: Ella subito dopo l’annuncio dell’Angelo si reca da sua cugina Elisabetta piena di gioia esclamando:” L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio salvatore…
Maria è piena di riconoscenza per i prodigi che il Signore opera in Lei. Oh…che anima semplice…come non poteva innamorarsene il suo Creatore?
Le era stato annunciato un evento a cui doveva prestare la massima fede. Ella ha creduto… ed è beata.
Considero ora me stesso. Il Signore mi benefica in ogni momento. Egli mi ama sempre, non so- spende il suo amore per un momento.
Egli cerca la mia confidenza ma aspetta che gli doni il mio tempo gioiosamente. Un tempo dato nella tristezza è sprecato: lo delude, lo ferisce, lo umilia. perchè è un inconscio pentimento, non è un vero dono. È preferibile non dare che pentirsi dei nostri regali.
Anche noi siamo così, a sua immagine: quando il nostro amore non è contraccambiato e una persona da noi beneficata dimostra indifferenza e ingratitudine, subito ci assale l’angoscia.
Che proverà il nostro buon Dio che tutto ci dona, attimo dopo attimo, dalla nascita sino alla morte…e per tutta l’eternità?
Trova spesso più ingratitudine e risentimento e una grande incredulità.
Perdonami, o Signore, se non ho saputo come Maria esultare di gioia di fronte agli infiniti eventi che tu mandi sul mio cammino verso la luce. Perdonami di cuore e trasforma il mio animo ingrato con il tuo Spirito di riconoscenza, di gioia, di amore!
23 agosto
Così mi suggerì questa notte un angelo:
“La coscienza non è ancora il tuo pensiero”. Mi riferisco al “Principio di Coscienza”, naturalmente.
Esso non è nemmeno la percezione dell’io che in questo caso diventerebbe oggettivo.
Il “principio di coscienza” va al di là di ogni percezione, perchè è sempre soggettivo e trascendente. Esso appartiene ad un altro piano di realtà, diverso da quello spazio-temporale.
Il principio di coscienza è il soffio divino che organizza la nostra molteplicità materiale, unificandola.
Chiesi all’Angelo: ma perchè l’unità è nell’ordine dell’essere e la mol-teplicità nell’ordine del non-essere?
Mi rispose: L’Unità è armonia-benessere-beltà-bontà; la molteplicità è caos-malessere-deformazione-cattiva volontà.
Il nostro “io” è appagato nell’unità del principio di coscienza che riassorbe e trasforma ogni dispersione nella molteplicità.
Ora noi tutti mortali viviamo una storia frammentata tra infiniti atomi di coscienza. Nell’unità della Resurrezione, tutti questi atomi di coscienza vengono riassorbiti e ricapitolati nella Coscienza Universale e cosmica, in Dio. nI questo senso non ai saranno “momenti cronologici” o “frammenti spaziali”, ma un’eternità infinita nello Spirito di Verità che riassorbirà l’oggettività-separazione nella soggettività-unione in Dio-Padre tramite suo Figlio Gesù Cristo.
Quando Cristo proclama: “Io sono la vite, voi i tralci” non fa forse ri- ferimento a questa unità libera del Principio di coscienza di ogni individuo con l’Assoluto Principio di coscienza cosmica che è in Dio?
Solo Cristo può deificarci, essendo la Via, la Verità, la Vita…
O Signore Gesù Cristo, fa che io possa essere un tuo tralcio, ni unione con tutti gli uomini di buona volontà.
Fa che non mi disperda nella superficialità del molteplice, nelle banalità oggettive della vita quotidiana. Se Tu hai disposto che dobbiamo vivere in questi infiniti atomi di coscienza, fa che possiamo pervenire ad una sintesi in Te partecipando della tua ricapitolazione per vestire questo corpo corruttibile di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità (1Cor. 15,53).
Se vivo nella molteplicità significa che il mio “io”si disperde nell’oggettività. E se mi disperdo nell’oggettività offusco il mio principio di di coscienza che non ritroverà mai la sua unità.
nI Dio ogni molteplicità si dissolve perchè la vita è sempre unificante. Camminare verso la Luce significa unificarci ni ogni attimo che diventa nuovo e che coincide con la Resurrezione, la quale attraversa spazio e tempo.
Sì, iSanti l’avevano intuito. Per loro i fenomeni mistici che Dio concedeva loro non avevano quella “straordinarietà” a loro attribuita dall’uomo carnale, oppresso edisperso nella molteplicità. L’uomo di Dio, unificato, vive già anticipatamente la Resurrezione che non conosce limiti spazio-temporali e non teme dolore o morte…egli sa che la morte è stata ingoiata per la vittoria (1Cor. 15,54).