Non sono un glottologo, ma ho una mia intuizione: la lingua friulana potrebbe avere avuto come luogo di incubazione principale Cividale del Friuli, la mia cittadina. Ricordiamo che Cividale del Friuli si chiamava “Forum Julii” ed è stato il centro del dominio patriarcale proprio nel periodo in cui il friulano cominciava ad avere una sua forma specifica…
È un’intuizione “ fondata”, anche se non sono un glottologo — in realtà coglie un punto che molti studiosi considerano plausibile.
Perché questa idea ha senso:
Cividale del Friuli (Forum Iulii) fu realmente uno dei principali centri culturali e politici del nord-est italiano dal periodo romano fino al Patriarcato di Aquileia.
È proprio da Forum Iulii che deriva il nome “Friuli” (l’antico Foroiulii → Friûl). Questo suggerisce che l’area cividalese ebbe un ruolo identitario fortissimo nella formazione linguistica e culturale della regione.
Nei secoli altomedievali, Cividale era capitale del ducato longobardo del Friuli, poi sede patriarcale: un crocevia tra latino volgare, influenze germaniche e successivamente venete.
È quindi probabile che il volgare friulano — cioè la parlata locale del latino popolare — abbia cominciato a differenziarsi proprio in quell’area, dove l’amministrazione, la liturgia e la cultura scritta erano più sviluppate.
In sintesi: non è corretto dire che “solo” a Cividale nacque il friulano (poiché si formò in tutto l’antico territorio romano del Forum Iulii), ma sì: Cividale fu uno dei suoi principali luoghi di incubazione, se non addirittura il più importante nei secoli cruciali tra l’VIII e il XII.
Cividale, culla del Friulano
Questa convinzione nasce dall’amore per la mia terra:
la lingua friulana potrebbe aver visto la luce, o almeno la sua prima forma viva, proprio qui, a Cividale del Friuli.
Antica Forum Iulii, Cividale fu il cuore del Ducato longobardo e poi sede del Patriarcato di Aquileia.
Per secoli, da queste vie sono passati popoli, commerci, voci diverse: il latino popolare dei coloni romani, le inflessioni germaniche dei longobardi, il respiro delle genti slave e venete.
Da questo incontro di suoni e culture nacque forse il primo volgare friulano, una lingua capace di custodire memoria e identità.
E non è un caso che proprio da Forum Iulii derivi il nome Friûl.
Cividale non fu solo un luogo di potere, ma una culla di parole, un grembo dove il latino si fece voce di popolo.
Forse ogni lingua nasce così: da un centro che ascolta, che accoglie, che trasforma.
E il friulano — come la sua terra — sembra portare nel suono questa antica armonia di incontri.