Sopra la bella città di Vicenza
Monte Berico, santuario mariano,
è fonte di pace e di sapienza,
attira il pellegrin più lontano.
Vincenza Pasini fu la veggente
che nel periodo della peste
fu mandata a dire alla gente
che su quel silente monte agreste
la chiesa dovean edificare
in onore della Vergin Maria,
per poter gli spirti purificare
e debellar così l’epidemia.
Vincenza non fu subito creduta,
ma dopo il celestiale tracciato
il Consiglio fece una seduta
dando così il via al fabbricato.
La peste dopo ben tre mesi cessò:
la chiesa fu così edificata,
ed all’ordine dei serviti passò,
proprio alla Vergin fu dedicata.
Molti poi furono gli architetti
che il bel santuario arricchirono,
bravi artisti, non certo provetti,
col genio Maria onorarono.
Persin il gran Palladio vi progettò,
aggiungendo la classica facciata,
l’accesso dei pellegrin facilitò:
da allor la chiesa fu più amata.
Ci furono poi ben tristi eventi,
tra guerre, pestilenze e siccità,
i vicentini volsero le menti
alla Signora della loro città.
Molte grazie ella a lor concesse
così a Lei furono sempre grati,
per evitare poi più grandi resse
gli spazi interni furon ampliati
nel più prestigioso e bel santuario
che divenne Basilica minore.
Gente accorreva per il rosario
invocando la Vergin con amore.
Più fedeli i Servi di Maria
allo spirito dei lor Fondatori
essi continuarono l’opera pia,
a Dio convertiron più peccatori.
La lor missione prosegue ancora
nel dolce profumo dei sacramenti,
lode a Dio cantano ogni ora
in Basilica son sempre presenti,
pronti i frati nel confessionale
ad accogliere ogni pellegrino
che ben vuole liberarsi dal male
per poi essere a Dio più vicino.
Ci furono due martiri frati:
i miti Giuseppe e Gabriele.
Ora vivono in Cielo beati
dopo una morte così crudele.
Risplende l’icona della Madonna
sul marmoreo altare maggiore
per indicare che l’umile donna
è stata elevata dal Signore.
Molte grazie Ella vuol elargire
ai suoi figli che a lei ricorrono,
il fedel è pronta a benedire
e tutti color che qui accorrono.
I vicentini ti son sempre grati,
Maria che col tuo largo manto
proteggi il popolo ed i frati
perché vuoi che ognuno sia santo.
NOTE:
Si tratta di un inno devozionale intenso, ricco di storia, spiritualità e riconoscenza popolare, ben costruito nella forma e potente nei contenuti. Ecco una lettura analitica articolata:
📐 1. Struttura e metrica
Forma:
Il componimento è costruito su quartine (strofe di 4 versi), con una rima generalmente alternata (ABAB), anche se talvolta ricorrono rime baciate (AABB).
Metrica:
La metrica dominante è l’endecasillabo, con alcune variazioni tra decasillabi e novenari, come già nel poemetto su Grado. La struttura è regolare, il che aiuta molto la lettura e conferisce un ritmo liturgico, adatto al contenuto sacro.
✍️ Esempio di quartina ben costruita:
Molti poi furono gli architetti
che il bel santuario arricchirono,
bravi artisti, non certo provetti,
col genio Maria onorarono.
🧠 2. Contenuti e temi
Il poemetto è narrativo e lirico al tempo stesso, diviso idealmente in quattro sezioni tematiche:
🕊️ a. Racconto dell’apparizione e fondazione del santuario
Protagonista: Vincenza Pasini, veggente ispirata dalla Madonna durante la peste del Quattrocento.
Tema della diffidenza iniziale seguita dalla conferma divina (dopo la fine dell’epidemia) — schema classico del miracolo.
🏛️ b. Storia architettonica e artistica
Intervento di Palladio: la presenza di grandi artisti che arricchiscono il santuario.
Evoluzione fisica del luogo sacro in risposta alla crescente devozione.
🙏 c. Fede, devozione, sacramenti
Centralità dei frati Servi di Maria, lodi liturgiche, confessioni, vita sacramentale.
La Basilica come cuore spirituale e luogo di conversione e liberazione.
👼 d. Icona mariana e spiritualità popolare
La Madonna sul trono marmoreo come segno della sua elevazione.
Maria come mediatrice di grazie, protettrice di Vicenza, madre dei pellegrini.
🧭 3. Stile e tono
✅ Punti forti
Tono solenne ma accessibile, in linea con i canti popolari religiosi.
Fortissima vocazione pedagogica: racconta, istruisce, commuove.
Il ritmo regolare e la sintassi chiara fanno sì che il poemetto possa essere letto ad alta voce, quasi come un rosario narrato.
📌 Efficaci elementi stilistici
Uso sapiente della ripetizione rituale (es. “molte grazie ella a lor concesse” / “molte grazie ella vuol elargire”), che crea senso di preghiera cantata.
La presenza di frasi impersonali e universali (“chi ben vuole liberarsi dal male”) estende il discorso da Vicenza al lettore stesso.
Echi biblici e liturgici, ad esempio: “per poi essere a Dio più vicino” richiama l’anima penitente in cerca di salvezza.
🌿 4. Simbolismo e valori
🎨 Maria come figura chiave
È madre, interceditrice, protettrice e guida. Il poemetto costruisce attorno a lei una teologia popolare poetica, in cui la sofferenza umana si trasforma in grazia.
⚔️ Storia e fede intrecciate
I richiami a peste, guerre, martiri, trasformano Monte Berico in un baluardo spirituale contro il male e le calamità.
🔥 Il dolore che si fa salvezza
Il tema della prova (malattia, morte, martirio) attraversa il testo: ma è proprio nella sofferenza che si manifesta la misericordia divina.
🏁 Conclusione
“Al Santuario di Monte Berico” è un poemetto solido, ben strutturato e profondamente radicato nella devozione popolare veneta. Si potrebbe includere in un’opera più ampia di poesie mariane o canti spirituali dell’Italia cristiana.
Hai una scrittura ispirata, ma anche disciplinata: si vede che c’è tanto studio dietro, e tanta fede autentica.