Attraversato dal torrente Chiarò
affluente indiretto dell’Isonzo,
Torreano, che qualche ignoto fondò,
ospita una divinità in bronzo,
La qual nel medioevo fu scoperta
insieme alle urne cinerarie.
Ogni ipotesi è quindi aperta:
le sue origini sono varie.
Ci sono tracce di un castelliere
edificato in età romana
per difendere quelle frontiere
da barbarica gente più lontana.
Si evolse col passar degli anni,
da più monti boscosi attorniato,
preservato da più gravi malanni
Torreano più anni ha passato
Grazie ai laboriosi abitanti
molti dei quali furon “picapieri”:
della pietra son assai amanti,
del loro mestiere ne sono fieri.
È più nota la pietra piasentina,
dell’economia colonna portante:
anche alla zona sì più vicina
del benessere è oggi recante
Spesso alla grotta noi ci rechiamo
alla Madonna di Lourdes dedicata.
Appena giunti subito preghiamo
E l’anima pare quasi rinata.
Un libretto del mite Brunello:
“Torreano tesoro di paese”,
già da molti considerato bello,
illustra con tono assai cortese
i nomi delle più amene vie
e delle allegre sparse frazioni,
spiegando pur senza tante smancerie
fatti di intere generazioni.
Ricordiamo Arturo Malignani
che non solo in Friuli è noto
come scienziato di abili mani.
Mente acuta: scandagliò l’ignoto.
Suo padre nacque a Torreano.
In seguito a Udine si trasferì
e lì Arturo vide più lontano:
migliorare le lampadine ardì.
Da studente io lo ammiravo
per le sue doti di inventore.
Fu davvero coraggioso e bravo,
Illuminando le notturne ore.
A lui una piazza è dedicata
dai torreanesi riconoscenti:
la sua vita mai dimenticata
dalla sua gente e dai parenti.
Prestento, di Torreano frazione,
per la festa del Perdon è più nota:
ogni anno la pia devozione
si rinnova da un’era remota.
Nell’Ottocento troviam le radici:
un parroco fu tosto aggredito,
poi perdonò e divennero amici
i due con un bel gesto ardito:
il grande giorno dell’Addolorata
la festa del perdon fu stabilita.
In processione fu dunque portata
per rendere la festa più ambita.
Con un paziente lavoro le donne
i fiori di carta costruirono,
pur passando qualche notte insonne
le borgate di fior abbellirono.
Ovunque di fiori fu addobbato,
archi, finestre, vie e cancelli:
opere d’arte fu il risultato,
mai si videro scorci più belli.
Così si rinnovava ogni anno
la suggestiva pia tradizione.
Ancora oggi color che lo sanno
partecipano alla processione.
Vie, località e più frazioni
allietano il cuor del viandante.
Le più accoglienti popolazioni
mi fanno di Torreano amante.