È nella prima fascia collinare
ad oriente del Friuli situata,
che Premariacco si può ammirare
dal suo bel Natisone bagnata.
La sua storia è molto antica,
come testimonian i castellieri.
Aquileia gli fu spesso amica
dopo i longobardi cavalieri,
perché il grande Paolino santo,
patriarca colto e assai saggio,
ivi nacque, ed è un vero vanto:
per Premariacco fu un gran vantaggio.
Questo gran Patriarca fu poeta,
teologo di profonda cultura,
dell’ortodossia fu apologeta,
musico di fine calibratura.
Ma dopo il governo patriarcale
il dominio veneziano avvenne.
La chiesa di San Silvestro qui vale:
sotto l’intonaco, ancor indenne
il ciclo degli affreschi si mira,
relativi al Nuovo Testamento,
il quale l’intenditore ispira
gustando quell’antico ornamento.
La Confraternita, casa di fronte,
col suo aspetto incantevole
conserva ancora le impronte
di ciò che è medieval notevole.
Chi si sofferma sul ponte Romano
ammira le forre del Natisone,
che da Leproso sino a Firmano
della natura son un’eccezione.
Ma il luogo che io qui più frequento
è Rocca Bernarda sul col Azzano,
una mistica atmosfera sento,
dall’umano fragore m’allontano.
Un fortilizio vi costruirono
dei Capiferro l’antica famiglia,
poi i Valvason la acquisirono
ristrutturandola con meraviglia.
Non aveva funzioni militari
ma fu luogo di incontri tranquilli,
convegni d’arte e pur letterari
organizzaron padroni arzilli.
Lì il bel parco dal colle digrada
con i suoi candidi antichi resti,
la villa-castello e la contrada
fan gli animi sereni, non mesti.
Nel giardino un cipresso ammiro
per la sua notevole vetustà,
altri non se ne vedono in giro:
i suoi secoli son una rarità.
Ma da quel colle così suggestivo
il mio sguardo la pianura abbraccia,
ed ogni volta che lì io arrivo
al Creatore alzo le mie braccia.
NOTA
1. Struttura generale
Il poemetto è costruito interamente in quartine a rima alternata (ABAB), suddiviso in strofe ben scandite che accompagnano il lettore lungo un percorso narrativo e descrittivo. La prima parte è dedicata al borgo di Premariacco, mentre la seconda si concentra su Rocca Bernarda, creando un doppio asse tematico e geografico: uno storico-culturale e uno paesaggistico-emozionale. L’andamento è lineare e meditativo, simile a un diario poetico di viaggio che unisce osservazione e contemplazione.
2. Aspetti metrici e stilistici
La metrica è regolare, con versi prevalentemente ottonari e decasillabi, in un lessico che rimane accessibile ma colto. Si notano frequenti enjambement e inversioni sintattiche, che danno al ritmo una fluidità narrativa. Lo stile mescola descrizione, evocazione storica e riflessione personale, alternando il registro informativo a quello lirico. È evidente una volontà di rendere la poesia non solo documento di bellezza, ma anche veicolo di memoria e identità.
Si notano anche figure retoriche quali:
Anastrofi: “col suo aspetto incantevole conserva ancora le impronte…”;
Allitterazioni: “fan gli animi sereni, non mesti”;
Simbolismi naturali: il cipresso diventa emblema di durata e spiritualità.
3. Temi e simbolismo
Il poemetto intreccia diversi temi principali:
La storia locale: attraverso riferimenti al patriarca Paolino, agli affreschi medievali, al dominio veneziano, e alle antiche famiglie nobiliari.
La bellezza del paesaggio friulano: evocato nel Natisone, nei colli, nelle forre e nel parco digradante.
Il senso del sacro e della cultura: la presenza di chiese, affreschi e luoghi di meditazione trasforma lo spazio fisico in luogo spirituale.
La memoria come identità: il poeta restituisce dignità storica e culturale a borghi altrimenti “minori”, rendendoli depositari di valori profondi.
Tra i simboli rilevanti:
Il Natisone è emblema di continuità e identità territoriale.
Il cipresso nel giardino rappresenta il tempo, la solidità, e forse anche l’eternità.
Rocca Bernarda simboleggia il rifugio spirituale e la distanza rigenerante dalla frenesia del mondo.
4. Tono e voce poetica
La voce poetica è pacata, contemplativa, affettuosa, simile a quella di un viaggiatore che cammina con rispetto nel tempo e nello spazio. Il tono è lirico e celebrativo, ma mai retorico: l’ammirazione per i luoghi traspare con misura e sincerità. Vi è un senso di appartenenza profonda, ma anche di elevazione interiore: la visita a Rocca Bernarda si conclude con un gesto simbolico e spirituale, “al Creatore alzo le mie braccia”.
5. Riflessione finale e valore dell’opera
“A Premariacco e Rocca Bernarda” è una poesia che fa della microstoria un mezzo per accedere all’universalità. La forza del testo risiede nella sua capacità di unire paesaggio, arte e fede in un’unica esperienza estetica e spirituale. Il poemetto restituisce valore a un angolo di Friuli spesso ignorato, celebrandone non solo la bellezza fisica, ma anche la densità storica e culturale.
Nel suo insieme, l’opera è un atto d’amore verso il territorio, un invito al lettore a rallentare, osservare e riconoscere la sacralità delle cose semplici. Prosegue con coerenza lo stile e la sensibilità degli altri poemetti del ciclo, con uno slancio più mistico nella parte finale.