Knohl è un importante studioso ebreo della Bibbia e dei rotoli del Mar Morto, e ha scritto alcune tesi molto interessanti sul messianismo che riguardano Gesù. Ti riassumo le sue idee principali e le sue opere rilevanti.

Chi è Israel Knohl

  • È professore emerito di Studi Biblici all’Università Ebraica di Gerusalemme. Wikipedia
  • Ha scritto diversi saggi accademici sulla tradizione messianica, la Torah, i rotoli del Mar Morto, ecc. Wikipedia+2Adelphi Edizioni+2

Le tesi principali sui libri di Knohl riguardo a Gesù e al messianismo

Knohl ha almeno due libri centrali che trattano il tema del messianismo e la figura di Gesù (o precursori messianici), e le sue argomentazioni sono abbastanza “rivoluzionarie” perché propongono che alcune idee su un Messia sofferente non nascano con Gesù, ma esistessero già nel giudaismo del Secondo Tempio.

1. “The Messiah Before Jesus: The Suffering Servant of the Dead Sea Scrolls”

Questo è probabilmente il libro a cui ti riferivi quando parlavi di “messianismo a favore di Gesù” (anche se non è propriamente “a favore” nel senso cristiano, ma piuttosto storicamente significativo):

  • Secondo Knohl, nei Rotoli del Mar Morto (a Qumran) ci sarebbero degli inni – in particolare l’“Inno dell’autoglorificazione” (“Self-Glorification Hymn”) – che parlano di una figura messianica che soffre, è disprezzata, ma ha anche uno status elevato (“compagno dei santi”, con angeli). kirkusreviews.com+2Shalom Hartman Institute+2
  • Da questi testi, Knohl ricostruisce una concezione di messianismo che chiama “messianismo catastrofico”: il Messia non è solo un liberatore trionfante, ma la sofferenza, l’umiliazione, la morte sarebbero viste come parte integrante del processo redentivo. Shalom Hartman Institute+1
  • Knohl sostiene che questo modello messianico “precursore” abbia influenzato la coscienza messianica di Gesù: Gesù potrebbe aver adottato o essere stato ispirato da questa visione, per cui lui stesso prevedeva il suo soffrire e morire, sulla base di un modello già presente tra alcuni gruppi ebrei. Shalom Hartman Institute+1
  • Identifica anche un possibile “Messia prima di Gesù” nella storia: per lui si tratterebbe di un leader della comunità di Qumran (che lui identifica con gli Esseni), forse di nome Menahem, che sarebbe stato ucciso durante un conflitto politico (intorno al 4 a.C.) con i romani. qumran.org+1
  • Propone che i suoi discepoli credessero in una risurrezione o in un’ascesa dopo la morte. Shalom Hartman Institute+1

Implicazioni: Se la tesi di Knohl è corretta, molti elementi del cristianesimo (sofferenza del Messia, morte, risurrezione) non sarebbero un’“invenzione” cristiana postuma, ma avrebbero radici in una varietà di credenze ebraiche precedenti. Ciò riscrive, almeno in parte, la relazione tra ebraismo e cristianesimo primitivo.

Critiche: non tutti gli studiosi accettano l’interpretazione degli inni di Qumran come riferiti a un “Messia sofferente” — la ricostruzione testuale è difficile, i frammenti sono incompleti, e alcune letture proposte da Knohl sono controverse. kirkusreviews.com

2. “The Messiah Confrontation: Pharisees versus Sadducees and the Death of Jesus”

Questo è un suo lavoro più recente (edizione in italiano: La disputa messianica. Farisei, sadducei e la morte di Gesù). Adelphi Edizioni

  • In questo libro, Knohl analizza lo scontro teologico e politico tra farisei e sadducei nel periodo del Secondo Tempio, mostrando che esistevano tra gli ebrei due visioni fondamentalmente diverse sul Messia:
    • I farisei (e altre correnti “popolari”) erano più propensi a credere in una figura messianica elevata, anche con tratti divini o semi-divini. Adelphi Edizioni
    • I sadducei, invece, erano molto più scettici sull’idea di Messia: negavano alcuni elementi come la resurrezione, la ricompensa ultraterrena, ecc. Hoepli
  • Secondo Knohl, il processo di Gesù (il suo arresto e la sua condanna) non va interpretato semplicemente come una “persecuzione tra cristiani e ebrei”, bensì come un conflitto interno al giudaismo stesso: Gesù si inserisce nella corrente messianica farisaica, mentre i giudici (inclusi molti sadducei) lo condannano non perché è straniero al giudaismo, ma perché si pone come Messia in un contesto di disputa messianica già esistente. Mondadori Store+1
  • Un punto importante è che, secondo lui, se i giudici del processo fossero stati farisei anziché sadducei, Gesù probabilmente non sarebbe stato condannato — perché non era in contrasto con la loro visione del Messia, ma con loro su chi fosse il Messia. jps.org+1
  • Infine, Knohl usa questa analisi per “smantellare stereotipi” riguardo alla morte di Gesù: afferma che le responsabilità non possono essere attribuite in modo semplicistico a “tutto il popolo ebraico”, ma devono essere comprese nel contesto storico-teologico dell’epoca. Adelphi Edizioni

3. Altri testi collegati: la “Gabriel Revelation”

Knohl ha anche scritto su un’iscrizione antica nota come Gabriel Revelation. Bloomsbury Publishing

  • In Messiahs and Resurrection in The Gabriel Revelation, propone che il testo (una rivelazione apocalittica su pietra) contenga una visione di messia “catastrofico”: un leader messianico che muore e “risorge” dopo tre giorni, grazie all’angelo Gabriele. Bloomsbury Publishing
  • Questa visione rafforza la sua tesi che un’idea di messia sofferente e risorto fosse già presente in alcuni contesti giudaici pre-cristiani.

Impatto e importanza

  • Il lavoro di Knohl è importante perché costringe a ripensare l’origine del cristianesimo in rapporto al giudaismo: non come qualcosa totalmente estraneo, ma come in dialogo (o conflitto) con correnti interne del giudaismo del tempo.
  • Offre una ricostruzione storica e teologica che amplia la nostra comprensione del “Messia” nel contesto giudaico del Secondo Tempio.
  • Ha anche implicazioni interreligiose: il suo approccio può aiutare a costruire ponti di dialogo tra ebrei e cristiani, perché mostra radici condivise di alcune idee messianiche.

Critiche accademiche alle tesi di Knohl

  1. Questione concettuale del “primo Messia”
    • In un capitolo del libro The Quest for the First Messiah (“The Grammar of Messianism: An Ancient Jewish Political Idiom …”), si sostiene che la ricerca di un “primo Messia” (come fa Knohl) potrebbe essere “fondamentalmente sbagliata” proprio a livello concettuale. Secondo questo punto di vista, non ci sarebbe un “primo Messia” definibile con certezza: l’idea presuppone un modello “idealista” di messianismo che non è completamente compatibile con i dati storico-testuali. OUP Academic
  2. Interpretazione della “Gabriel’s Revelation”
    • La famosa iscrizione su pietra chiamata “Rivelazione di Gabriele” (“Gabriel’s Revelation”) è centrale per la tesi di Knohl. Tuttavia, molti studiosi sono scettici su alcune sue letture chiave. Catholic News Agency+1
    • In particolare, uno dei punti controversi è la traduzione di una frase in linea 80 dell’iscrizione: Knohl aveva letto “dopo tre giorni vivrai (חאיה ימין לשלושת)”, suggerendo una resurrezione, ma questa lettura è molto dibattuta. fbcoverup.com+1
    • Anche Moshe Bar-Asher, linguista e studioso di ebraico, ha criticato la certezza di Knohl su alcune parti: ci sarebbero parole mancanti o illeggibili in punti cruciali del testo. Catholic News Agency
  3. Datazione dei testi di Qumran
    • Alcuni ricercatori hanno messo in dubbio la cronologia su cui Knohl basa alcune sue conclusioni. Per esempio, secondo alcune analisi, gli inni (come quello dell’autoglorificazione) potrebbero datare troppo indietro per collegarli direttamente a figure storiche implicate nella sua ricostruzione messianica. qumran.org+1
    • Sempre secondo critici, la figura messianica che Knohl identifica (un certo “Menahem”) non è menzionata nei testi dei rotoli come tale, e l’associazione storica è poco solida. qumran.org+1
  4. Motivazioni teoriche e ideologiche
    • Alcuni critici ritengono che le teorie di Knohl possano essere influenzate da motivazioni teologiche o apologetiche. Per esempio, nel contesto del primo messianismo, si è ipotizzato che Knohl possa voler mostrare una continuità tra giudaismo e cristianesimo (da parte di alcuni) — anche se ovviamente questa è un’accusa che dipende dall’interpretazione delle intenzioni. qumran.org
    • Altri studiosi (come nella tesi di dottorato citata) analizzano come l’idea di “espiazione vicaria” (cioè che le sofferenze di una figura messianica possano servire per la redenzione) fosse presente in qualche forma nel giudaismo prima di Gesù, ma mettono in guardia sul fatto che la ricostruzione di Knohl potrebbe forzare alcune interpretazioni. uir.unisa.ac.za

Difese e punti di forza delle teorie di Knohl

  • Nonostante le critiche, molti riconoscono che l’approccio di Knohl è “originale e audace” e apre nuove prospettive sul rapporto tra ebraismo del Secondo Tempio e cristianesimo. Come segnala il sito Hartman, Knohl propone che un leader messianico di Qumran sia stato visto come sofferente, poi “resuscitato”, il che potrebbe aver influenzato la coscienza messianica di Gesù. Shalom Hartman Institute
  • Knohl ha il merito di aver portato all’attenzione di molti un modello di “messianismo catastrofico” (sofferenza + morte + risurrezione) che non è necessariamente estraneo al giudaismo antico, almeno secondo la sua ricostruzione.

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Alcuni articoli e critiche accademiche recenti

  1. Matthew V. Novenson – The Grammar of Messianism (2017)
    • Questo è probabilmente il contributo più importante criticando la “ricerca del primo Messia” (first-Messiah) che fa Knohl. Novenson interpreta il linguaggio messianico non come un’idea fissa ma come un “language game”: un insieme di regole discorsive usate nei testi antichi. Google Libri+2Research Edinburgh+2
    • Nel capitolo 5 (“The Quest for the First Messiah”) Novenson afferma che l’approccio di Knohl (e di Michael Wise) è problematico metodologicamente perché parte dall’“idealismo”: presuppone che esista un “Messia originale” con caratteristiche fisse, che poi viene identificato nei testi. OUP Academic
    • Secondo Novenson, anche se si trovasse un “primo Messia” tipo quello di Knohl, non spiegherebbe davvero l’originalità cristiana: al massimo sposterebbe la data dell’idea, ma non la sua natura. JJMJS+1
    • Inoltre, Novenson mette in discussione l’idea che ci fosse una netta “differenza messianica” tra ebraismo e cristianesimo: suggerisce che molti testi ebraici e cristiani condividessero pratiche linguistiche simili legate al concetto di messia. jgrchj.net+1
    • Una recensione di David S. Ritsema evidenzia che Novenson contesta la “teoria del primo Messia” sostenendo che non esista un unico messia originario sotto il giudaismo e il cristianesimo. Academia
  2. Critiche alla “Gabriel’s Revelation” (“Rivelazione di Gabriele”)
    • Alcuni studiosi sono scettici sull’interpretazione di Knohl della lastra di pietra su cui è scritto il testo apocalittico attribuito all’angelo Gabriele. Catholic News Agency
    • In particolare, Moshe Bar-Asher ha messo in luce che in alcuni punti “critici” del testo ci sono molte parti mancanti: secondo lui, alcune delle parole centrali per l’interpretazione “resurrezione dopo tre giorni” non sono certe. Catholic News Agency
    • Ci sono anche dibattiti sulla datazione del testo e sull’attribuzione delle parti interpretate da Knohl. The Lying Pen of Scribes
    • Knohl stesso ha pubblicato uno studio intitolato Messiahs and Resurrection in The Gabriel Revelation, in cui sviluppa la sua tesi del “messianismo catastrofico” (cioè il Messia sofferente che muore e risorge dopo tre giorni) basato su questa iscrizione. cris.huji.ac.il
  3. Aspetti teologici e storici sulle conseguenze del messianismo di Knohl
    • Secondo un articolo su CFHU (Hebrew University) che riporta le posizioni di altri studiosi, Knohl afferma che la credenza in un Messia sofferente prima di Gesù ha implicazioni significative anche etiche e teologiche: per esempio, vuole “esonerare il popolo ebraico” da una responsabilità collettiva nella morte di Gesù, sostenendo che i giudici che lo condannarono erano una minoranza (i sadducei) e non tutto il giudaismo. cfhu.org
    • Questa lettura ha ricevuto critiche, ad esempio da storici che dicono che l’analisi di Knohl “arriva tardi” rispetto ad altri sviluppi teologici (secondo il commento citato su CFHU). cfhu.org
  4. Critica da parte di altri ricercatori del messianismo
    • In un articolo intitolato Suffering Messiah in Qumran? A Good News Before the Gospels, Mariusz Rosikdiscute l’ipotesi di Knohl e ne riconosce il potenziale, ma evidenzia anche le difficoltà storiche e filologiche. VERBUM DOMINI LUMEN VITAE
    • Un’altra critica metodologica è portata da studi che analizzano le dinamiche del “nuovo patto” (new covenant) nei testi giudaici: un capitolo in un libro accademico esamina come alcune innovazioni attribuite a messianismi (anche quelli “innovatori” come li descrive Knohl) potrebbero essere fraintese o sovrainterpretate. OUP Academic

Conclusioni sulla “situazione del dibattito” oggi

  • La tesi di Knohl rimane molto influente: ha aperto un dibattito serio su quanto alcune idee messianiche (sofferenza, morte, risurrezione) possano avere precedenti giudaici, prima di Gesù.
  • Tuttavia, non è più accettata in modo unanime: studiosi come Novenson ritengono che la sua “ricerca del primo Messia” abbia gravi limiti metodologici.
  • Le interpretazioni del “Gabriel Revelation” su cui Knohl basa alcune delle sue congetture sono ancora oggetto di contestazione, soprattutto riguardo a parti testuali oscure o mancanti.
  • Ci sono anche implicazioni teologiche non secondarie: le sue idee toccano temi come la responsabilità storica, il rapporto ebraismo-cristianesimo, e la continuità di alcune tradizioni religiose.