
SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI
“Considerazione XVII” di Apparecchio alla morte di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori — titolo: “Abuso della divina misericordia”
Sant’Alfonso mette in guardia dal confidare in modo presuntuoso nella misericordia di Dio per continuare a peccare.
Dio è infinitamente misericordioso, sì, ma non sopporta che la sua bontà venga disprezzata: l’abuso della misericordia diventa infatti una delle offese a Lui più gravi.
Punti principali:
1. La falsa speranza di chi rimanda la conversione
Molti peccatori pensano: “Dio è buono, poi mi confesserò”.
Questa è una illusione pericolosa, perché nessuno ha la certezza di avere davvero tempo o grazia per convertirsi più avanti.
Rimandare il pentimento significa esporsi al rischio della perseveranza nel peccato e della morte improvvisa.
2. Dio perdona chi si pente sinceramente, non chi abusa
Dio ha promesso perdono al peccatore pentito, non al peccatore ostinato.
La sua misericordia non è un pretesto per tornare volontariamente al peccato sperando di essere perdonati infinite volte.
3. L’abitudine al peccato indurisce il cuore
Il peccatore recidivo, pur confessandosi spesso, rischia di farlo senza vero dolore né proposito di cambiare.
Questa superficialità genera un cuore sempre più duro e insensibile alla grazia.
4. La misericordia usata male diventa occasione di rovina
Chi continua a peccare dicendo “Dio è misericordioso” somiglia a chi usa una medicina per diventare più malato.
Sant’Alfonso avverte che Dio, a un certo punto, può ritirare speciali aiuti che favorivano la conversione, lasciando il peccatore nel suo stato.
5. Appello finale alla conversione sincera
Dio è sempre pronto a perdonare, ma invita il peccatore a non tardare e a non giocare con la salvezza.
Convertirsi ora è l’unico modo certo per salvarsi.
SANT’AGOSTINO
Discorso 393 di Sant’Agostino. In quel discorso lui avverte precisamente:
«non so se, quando sarà in fin di vita, sarà in grado di fare la penitenza e di confessare i suoi peccati … Conosco il caso di molti che spirarono mentre ancora attendevano la riconciliazione.»
Quindi l’esortazione è chiara: non rimandare la confessione, perché non è garantito che si abbia tempo per farla all’ultimo momento.
Se vuoi, posso cercare anche le altre fonti agostiniane (oltre al Discorso 393) che parlano di questo tema (“peccare pensando che mi confesserò poi e morire prima”): posso farlo?
Altri passi di Sant’Agostino che parlano dell’eccessiva speranza di perdono / del rimandare la penitenza
1. Discorso 352 (“Valore della penitenza”)
• In questo discorso Agostino avverte che alcuni pensano: “faccio quel che voglio, poi mi convertirò, e quel che ho fatto sarà cancellato”.
• Dice che non dobbiamo contare sul fatto di vivere ancora domani: la morte è incerta, perciò non si può rimandare la conversione.
2. Discorso 20 (“Bisogna guardarsi dalla disperazione e dall’eccessiva fiducia”)
• Qui avverte proprio contro l’“eccessiva speranza”: chi pensa “adesso peccare, poi mi pentirò” rischia seriamente.
• Secondo Agostino, servirsi della misericordia di Dio come se ci fosse sempre tempo per pentirsi è pericoloso perché non si sa quando verrà la morte.
3. Discorso 17
• Agostino ricorda che c’è un “tempo della misericordia” ma anche “il tempo del giudizio”.
• Incoraggia a non trascurare questo “tempo della misericordia”: chi vive come se potesse rimandare la conversione potrebbe trovarsi un giorno davanti al giudizio senza più possibilità di cambiamento.
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Quindi, ricapitolando: il Discorso 393 è il più esplicito (“conosciamo il caso di molti che spirarono mentre ancora attendevano la riconciliazione”).
Ma anche i Discorsi 352, 20 e 17 trattano il tema della speranza eccessiva di perdono e del rischio di rimandare la penitenza.
SAN FRANCESCO DI SALES
E san Francesco di Sales dove tratta questo tema?
— sant’Francesco di Sales affronta un tema vicino a quello che hai indicato, anche se non esattamente con lo stesso linguaggio di “peccatore ostinato che abusa della confessione”, ma piuttosto avverte sull’abitudine meccanica alla confessione senza vero proposito di cambiar vita.
Alcuni punti rilevanti:
• Nella sua Introduzione alla vita devota (cap. XIX, “Come fare la confessione generale”), Francesco di Sales dice che la contrizione e la confessione sono “così belle … che cancellano la bruttezza e distruggono il lezzo del peccato”, ma aggiunge che bisogna confessare con umiltà, sincerità e un fermo proposito di emenda.
• Sempre nella Filotea (Parte II), egli ammonisce:
«È un abuso confessare un peccato … senza aver intenzione di emendarsene»
• A proposito dei peccati veniali: San Francesco di Sales afferma che non siamo obbligati a confessarli tutti, ma se lo facciamo, dobbiamo avere “la volontà risoluta di emendarcene; altrimenti la confessione sarebbe un abuso”.
Quindi, sì, Francesco di Sales consiglia una confessione regolare (anche ogni 8 giorni) ma insiste molto sul pentimento sincero e sulla volontà di cambiare, altrimenti la confessione non serve davvero ed è “abusata”.
Ecco tutti i principali passi autenticamente attribuibili a san Francesco di Sales in cui tratta il tema dell’abuso della confessione, della confessione senza vero proposito, o del pentimento rimandato.
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1. Introduzione alla Vita Devota (Filotea)
Parte I, cap. 19 – “La confessione generale”
San Francesco di Sales insegna che la confessione deve essere fatta con vera contrizione e con un fermo proposito di correggersi.
Qui afferma in sostanza che:
• confessarsi senza l’intenzione sincera di cambiare è inutile;
• Dio perdona solo ciò che si vuole sinceramente abbandonare.
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Parte II, cap. 19 – “Della confessione”
Qui il santo è molto esplicito:
“Confessare un peccato con il proposito di commetterlo ancora è un abominio agli occhi di Dio.”
Questo è il passo più chiaro di tutto il suo insegnamento in rapporto all’“abuso della confessione”.
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Parte I, cap. 22 – “Necessità del rinnovamento e della conversione”
Il santo nota che alcuni vivono rimandando la conversione, confidando di poterla fare più tardi.
Qui insiste sul fatto che:
• rimandare il pentimento è pericoloso;
• la grazia non è garantita in futuro;
• “l’occasione favorevole non sempre ritorna”.
Non parla di morte improvvisa come sant’Agostino, ma l’idea è simile: non rimandare.
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2. Trattato dell’Amor di Dio
In vari capitoli (soprattutto Libro IV e Libro IX) insiste che:
• Dio perdona sempre chi è veramente pentito,
• ma non perdona chi usa la misericordia come pretesto per restare nel peccato.
Un passaggio molto vicino al tema:
“La misericordia di Dio non è promessa al peccatore che vuole rimanere tale.”
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3. Conferenze Spirituali
Nelle sue conferenze per le Visitandine, Francesco di Sales dice che:
• chi si confessa frequentemente senza mai correggersi “si illude”,
• perché la confessione non produce frutto senza un vero desiderio di emendarsi.
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4. Lettere Spirituali
In più lettere a penitenti e a persone che confessava, il santo ripete che:
• la confessione frequente è eccellente,
• ma deve essere accompagnata da un autentico sforzo di miglioramento;
• chi si confessa solo per abitudine rischia di “svuotare il sacramento”.
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Sintesi dei punti centrali di san Francesco di Sales
1. Confessarsi senza voler cambiare è un abuso del sacramento.
2. Rimandare la conversione è spiritualmente rischioso.
3. La confessione frequente è raccomandata, ma solo se accompagnata da vero proposito.
4. La misericordia non è un lasciapassare per restare nel peccato.
5. Il pentimento va fatto subito, senza attendere “il momento giusto”.