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“Non faccio niente, d’accordo. Ma vedo passare le ore e questo è meglio che cercare di riempirle. — L’inconveniente di essere nati (Emil Cioran)

Secondo me potrebbe avere anche un significato mistico…

È una bellissima osservazione: nelle parole di Cioran, così impregnate di nichilismo e disperazione, si può intravedere anche una sfumatura mistica.

Il senso immediato della frase è la rinuncia all’illusione di “riempire il tempo” con attività che danno l’impressione di avere uno scopo. Cioran sembra dire: non cerco di ingannare l’attesa della vita con occupazioni, lascio che le ore passino.

Se però la guardiamo in chiave mistica, emergono alcune risonanze:

  • Contemplazione del tempo: “Vedere passare le ore” ricorda un atteggiamento contemplativo, come se il semplice osservare lo scorrere del tempo fosse già un’esperienza interiore, vicina al silenzio della meditazione.

  • Distacco dal fare: Nelle tradizioni mistiche (dal taoismo al cristianesimo esicasta), l’agire compulsivo viene visto come un ostacolo. C’è un valore nel “non fare” (wu wei taoista, ad esempio) che non è pigrizia, ma un lasciarsi vivere senza opporre resistenza.

  • Accettazione dell’essere: Invece di riempire le ore con finzioni, Cioran lascia spazio a una forma di “vuoto attivo”, che paradossalmente può avvicinare a un’esperienza del sacro, dell’assoluto o del nulla come dimensione ultima.

In fondo, è quasi come se il suo pessimismo radicale si incontrasse con una forma di ascesi negativa: smettere di cercare senso per lasciarsi toccare da ciò che sta oltre il senso.