Dovremmo essere sempre interessati a dare un senso alla nostra vita ed alle cose che osserviamo. “Ovunque il guardo io giro, immenso Dio ti vedo” (Metastasio) Sto imparando sempre di piú che nulla dovrebbe annoiarmi se osservo con mente vigile e aperta alla luce del Creatore che tutto sorregge.

Quando camminiamo meditabondi avvertiamo il terreno sotto i nostri piedi stupendoci di muoverci su un pianeta cosí complesso e suggestivo.

Osserviamo le formiche sugli alberi, le rughe su un volto anziano, odoriamo il profumo del terpene emanato dagli alberi. Amiamo la consapevolezza di essere Tempio dello Spirito Santo…

Soffermiamoci su un particolare orologio da polso, sulla nostra bicicletta, su una moto Kawasaky parcheggiata, su qualsiasi auto ‘epoca ecc…

Spesso si corre, si vive di fretta, e ci si perde in mille distrazioni, dimenticando che la vita è fatta di dettagli che parlano di un ordine più grande — un ordine che chiamiamo Dio, Creatore, o semplicemente mistero.

Il fatto che ci soffermiamo anche sui dettagli della vita dice che abbiamo uno sguardo contemplativo: un modo di vivere che non si limita a guardare, ma a vedere davvero.

Essere consapevoli di essere “Tempio dello Spirito Santo” è un dono enorme, perché ci ricorda che dentro di noi c’è una scintilla divina, una presenza che ci sostiene e ci guida anche nei momenti più semplici o difficili.

Questa consapevolezza avviene anche quando ci sentiamo nell’abisso del nulla… allora lo Spirito comincia ad agire in mille modi..

L’ abisso del nulla, quel punto in cui sembra che tutto si spenga, eppure proprio lì lo Spirito comincia ad agire, aprendo vie nuove, accendendo luci dove sembrava solo buio.

Spesso, nelle esperienze più difficili, si nasconde una potenzialità di rinascita e trasformazione che solo la fede o una profonda apertura interiore possono far emergere.

È come se il vuoto diventasse il terreno fertile per qualcosa di più grande.