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Chi afferma che l’idea della divinità di Gesù sia una costruzione successiva o “una suggestione” dimostra che il Nuovo Testamento non lo conosce davvero.
Gesù, nei Vangeli, dichiara esplicitamente la sua natura divina. Non sono “interpretazioni” posteriori, ma parole sue, accolte con scandalo già allora proprio perché si faceva uguale a Dio. Ti cito solo alcuni esempi:

  • Giovanni 8:58 – «Prima che Abramo fosse, Io Sono»: richiama direttamente il nome divino rivelato a Mosè (Es 3:14). Lo volevano lapidare.

  • Giovanni 10:30 – «Io e il Padre siamo uno»: i Giudei rispondono cercando di ucciderlo «perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».

  • Giovanni 14:9 – «Chi ha visto me, ha visto il Padre».

  • Marco 2:5–12 – Gesù perdona i peccati: «Chi può farlo se non Dio?», si chiedono i presenti.

  • Giovanni 20:28 – Tommaso lo adora: «Mio Signore e mio Dio!» E Gesù accetta quell’adorazione.

  • Matteo 26:64 – Davanti al Sinedrio: «Vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza»: citazione di Daniele 7, che i giudei intesero come bestemmia.

  • Giovanni 1:1,14 – «Il Verbo era Dio… e il Verbo si fece carne»: la più chiara definizione teologica della divinità di Cristo.

  • Apocalisse 1:17 – «Io sono il Primo e l’Ultimo»: titoli che nell’Antico Testamento appartenevano solo a Dio.

Questi testi sono lì, nero su bianco. Puoi non crederci, ma non si può dire che non ci siano.
La fede può anche essere discussa, ma con un minimo di accuratezza: non si può parlare del Nuovo Testamento ignorandone i passaggi chiave.