I settori che generano piú emissioni di CO2 nel mondo sono: ENERGIA (34%) INDUSTRIA (24%) AGRICOLTURA (22%) e TRASPORTI (14%)
Premesso che la CO2 sia veramente inquinante (?), per quanto riguarda i trasporti il parco macchine circolante emette l’8%
Non capisco perché accanirsi sull’euro 5 diesel considerando che proibire ai cittadini di circolare con l’auto comprata con tanti sacrifici e tasse é anticostituzionale

IA

1.
Le emissioni globali di CO₂ per settore

Hai correttamente indicato la ripartizione:

Energia (34%)
Industria (24%)
Agricoltura (22%)
Trasporti (14%)

Tuttavia, è importante chiarire che queste sono medie globali. In paesi sviluppati come l’Italia o altri membri dell’UE, la quota dei trasporti può arrivare al 25-30%, proprio perché il mix energetico è più pulito e l’industria più efficiente. Quindi il peso relativo dei trasporti cresce.

2.
Il parco auto e l’8%

L’8% delle emissioni è attribuito alle auto private, ma:

È comunque una parte rilevante.
Le auto non emettono solo CO₂: NOx, PM10, PM2.5, ozono troposferico e altri inquinanti hanno impatti diretti sulla salute pubblica, specialmente nei centri urbani.

3.
Perché si colpiscono i diesel Euro 5 ed Euro 4

Non è solo una questione di CO₂. I diesel Euro 4 e 5:

Emettono grandi quantità di ossidi di azoto (NOx), principali responsabili dello smog urbano.
Non sono dotati di tecnologie moderne per il filtraggio dei particolati fini (PM).
In alcune città italiane (es. Torino, Milano, Roma), superano regolarmente i limiti di legge per la qualità dell’aria imposti dall’UE. L’Italia è già stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per il mancato rispetto di questi limiti.

4.
Aspetto costituzionale e sociale

Hai ragione su un punto fondamentale: non tutti possono permettersi di cambiare auto facilmente, specialmente se l’auto è stata comprata con sacrifici. E qui lo Stato dovrebbe intervenire in modo più equo:

Incentivi veri e accessibili anche a chi ha redditi bassi.
Esenzioni o deroghe temporanee in base al reddito o all’uso effettivo del veicolo.
Potenziamento reale dei trasporti pubblici e alternativi.

Ma sul piano strettamente giuridico, la Costituzione italiana (art. 32 e art. 9) tutela la salute e l’ambiente, e quindi lo Stato ha il dovere di ridurre l’inquinamento, anche a costo di limitare alcune libertà individuali, purché lo faccia in modo proporzionato e non discriminatorio.

5.
Conclusione

Non c’è un accanimento irrazionale contro il diesel Euro 5, ma un bilanciamento difficile tra:

La necessità urgente di ridurre inquinanti pericolosi (soprattutto nelle città);
Il rispetto dei diritti e delle difficoltà economiche dei cittadini.

Tuttavia, se mancano strumenti equi per accompagnare questa transizione (come bonus, deroghe, trasporti pubblici efficienti), le misure diventano ingiustamente punitive.

AUTO ATTUALI ED ELETTRICHE

Attualmente in Italia circolano circa 41,3 milioni di automobili, secondo i dati ufficiali dell’Annuario Statistico ACI riferiti al 31 dicembre 2024 .

📊 Alcuni dati chiave

Totale auto circolanti: circa 41,3 milioni (in crescita rispetto al 2023) .
Rapporto auto/persona: circa 701 auto ogni 1.000 abitanti, il valore più alto in Europa .
Invecchiamento del parco: età media delle auto di circa 13 anni .
Quota Euro 4 o inferiore: circa il 23–24 % del totale, spesso oltre i 15–18 anni di anzianità .

🔍 Cosa significa tutto ciò?

Un parco circolante numeroso e molTO invecchiato implica maggiori emissioni di inquinanti locali (NOx, polveri sottili, ecc.), anche se la CO₂ dal settore trasporti incide circa l’8 % sul totale nazionale.
Il fatto che quasi un quarto delle auto sia ante-Euro 4 significa che molte auto emettono ancor oggi livelli di NOx e particolati ben superiori ai limiti consentiti.

Una auto elettrica richiede in media tra 15 e 20 kWh per 100 km, ma il valore può variare in base a diversi fattori.

Quanta energia in un anno?

Supponendo 15.000 km/anno (media in Italia), e un consumo di 18 kWh/100 km:

\frac{15.000}{100} \times 18 = \mathbf{2.700 \, kWh / anno}

🔁 Confronto con elettrodomestici

Una famiglia media italiana consuma circa 2.700 – 3.000 kWh/anno di elettricità.
Quindi, una sola auto elettrica può raddoppiare il fabbisogno elettrico domestico se ricaricata sempre a casa.

⚠️ Fattori che influenzano i consumi

Stile di guida (aggressivo vs. rilassato)
Temperatura esterna (climatizzazione e riscaldamento incidono molto)
Peso del veicolo
Velocità media (autostrada → consumi più alti)
Efficienza del motore e batteria

Una constatazione di buon senso: se tutti i 43 milioni di italiani possedessero un’auto elettrica, quanta energia totale consumerebbero?

IA

⚙️
Ipotesi di base

Popolazione italiana: 59 milioni circa
Auto circolanti: 41–43 milioni
Supponiamo: 43 milioni di auto elettriche
Km medi percorsi/anno per auto: 11.000 – 15.000 km (usiamo 13.000 km per stima media)
Consumo medio: 18 kWh / 100 km

📊 Calcolo energia totale annua

\text{Consumo per auto} = \frac{13.000}{100} \times 18 = 2.340 \text{ kWh / anno}

\text{Consumo totale} = 2.340 \times 43.000.000 = \mathbf{100.620.000.000 \text{ kWh}} = \mathbf{100,6 \text{ TWh / anno}}

⚡ Confronto con la produzione elettrica italiana

Produzione elettrica totale in Italia nel 2023: circa 280 TWh/anno
Quota richiesta solo per auto elettriche:
\frac{100,6}{280} \approx \mathbf{36\%}

➡️ Convertire tutto il parco auto in elettrico richiederebbe circa il 36% della produzione elettrica nazionale attuale.

🔍 Considerazioni pratiche

È fattibile?

Sì, ma con investimenti enormi: servono più rinnovabili, reti intelligenti, accumulo, e infrastrutture di ricarica ovunque.
Alcuni studi (ENEA, Terna) dicono che con una pianificazione adeguata è sostenibile, ma solo a tappe, non tutto in una volta.

Problemi principali:

Punti di ricarica insufficienti.
Rischi di picchi sulla rete se troppi caricano di sera.
Domanda concentrata in orari critici.

Vantaggi ambientali?

Dipende da come produci l’energia: se viene da fonti fossili, l’impatto è solo parzialmente positivo.
Se alimentata da solare, eolico e idroelettrico, l’effetto sulla CO₂ è molto positivo.

✅ Conclusione

Se tutti in Italia avessero un’auto elettrica:

Servirebbero circa 100 TWh in più di elettricità all’anno
Pari a circa 1/3 della produzione attuale
È tecnicamente possibile in futuro, ma solo con grandi investimenti infrastrutturali e transizione graduale
Non è solo una questione di produzione, ma anche di rete, logistica, politiche di incentivo, e accessibilità economica

(Se vuoi, possiamo modellare diversi scenari: 10%, 25%, 50% del parco auto convertito a elettrico — così da capire quanto incide progressivamente. Vuoi che lo faccia?)

I politici europei ed italiani sanno tutto questo?

I politici e i tecnici europei e italiani lo sanno benissimo — o almeno, lo sanno quelli che lavorano seriamente su energia, trasporti e transizione ecologica. Ecco perché:


Ci sono già studi ufficiali dettagliati

Commissione Europea (Fit for 55, Green Deal, RepowerEU)

Stima l’impatto del passaggio ai veicoli elettrici sul sistema energetico.
Prevede un aumento della domanda elettrica del 15-20% entro il 2040 solo per la mobilità.
Ma prevede anche aumento delle rinnovabili, accumulo, e reti intelligenti.

Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC – Italia)

Prevede 6 milioni di auto elettriche al 2030, non 43 milioni.
Considera la crescita della domanda elettrica e gli investimenti necessari.
Si basa su scenari progressivi, non radicali.

Terna (gestore della rete elettrica italiana)

Pubblica report regolari sulla capacità di rete e sulla domanda futura.
Conferma che l’aumento di energia per la mobilità elettrica è gestibile, ma solo a condizione di investire per tempo.

⚠️ Il problema non è sapere ma fare

I politici non ignorano questi numeri, ma:

Spesso sottovalutano le difficoltà pratiche per i cittadini (reddito, tempi di transizione, mancanza di colonnine, zone rurali).
Usano slogan semplicistici (“zero emissioni”, “via i diesel”, ecc.) che non spiegano la complessità tecnica ed economica.

Agiscono sotto pressione di direttive UE, lobby industriali, e opinione pubblica — spesso senza una strategia nazionale coerente.

❗ Quello che manca spesso è:

Un cronoprogramma realistico (es. “blocco diesel” senza alternative reali per chi ha redditi bassi).
Incentivi equi e non solo per chi può comprare un’auto da 30.000 € in su.
Una comunicazione trasparente: dire chiaramente che la transizione sarà lunga, costosa, ma necessaria.

🧭 Conclusione

I politici lo sanno. Ma lo raccontano male. E lo pianificano spesso peggio.

Se i cittadini non vengono coinvolti con buon senso, trasparenza e aiuti concreti, la transizione rischia di:

fallire socialmente, anche se tecnicamente è possibile;
diventare un problema politico, invece che una soluzione ambientale.