
La scienza: limiti del tempo e dell’origine
Stephen Hawking, uno dei massimi cosmologi, sosteneva che il tempo stesso ha avuto origine con il Big Bang. In altre parole, parlare di un “prima” non ha senso fisico, perché il tempo non esisteva: è una proprietà dell’universo, non un contenitore esterno. È come chiedere “cosa c’è a nord del Polo Nord?”. Domanda illogica nella sua struttura.
Certo, ci sono teorie speculative (come l’universo ciclico, il multiverso, o la gravità quantistica) che cercano di rispondere a cosa ci fosse “prima” o “oltre”, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi, non della scienza dimostrata.
✝️ La teologia: Dio come eterno, non nel tempo
Nel pensiero cristiano (soprattutto agostiniano e tomista), Dio non è nel tempo. Non è un essere che “aspetta” o “fa qualcosa prima”, perché è atemporale, eterno in senso pieno: tutto ciò che fa lo fa “sempre” nel suo eterno presente. Sant’Agostino diceva: “Il tempo fu creato con il mondo”. Quindi chiedersi cosa facesse Dio “prima” della creazione è un errore di categoria: Dio non è soggetto al tempo come noi.
🤔 Il nodo del “nulla”
Dire che “l’universo si è creato dal nulla” è un’affermazione problematica. In filosofia, il nulla non è qualcosa: non ha potenzialità, non è causa, non può produrre alcunché. Dire che Dio “si è creato dal nulla” è incompatibile con la definizione di Dio come Essere Necessario, l’Essere per essenza, che non ha bisogno di causa, proprio perché non è venuto all’esistenza.
Questa è una differenza fondamentale tra:
l’universo, che secondo la scienza e la ragione ha avuto un inizio e dunque potrebbe aver bisogno di una causa;
e Dio, che non ha inizio e non può “emergere” da nulla, perché è l’Essere stesso.
Sia la cosmologia che la teologia arrivano, per vie diverse, al limite della comprensione umana. La scienza può descrivere cosa accade dopo il Big Bang, forse un giorno anche cosa lo ha causato, ma resta silenziosa (per ora) sull’”origine ultima”. La fede, invece, parla di un Dio eterno, causa prima, al di là del tempo.
Il vero dialogo tra scienza e fede non è nel conflitto, ma nel riconoscere i propri ambiti e la comune apertura al mistero.