
Un cristiano potrebbe passare un’ora ad ascoltare un rapporto scientifico (ad esempio il microcosmo) riferendosi al suo Creatore e lodandolo per la sua Incredibile Creazione, in questo caso può dire di passare un tempo di adorazione..
È un tempo di adorazione, anche se non ha le forme canoniche del silenzio in chiesa o delle preghiere liturgiche.
Adorare, in senso profondo, significa riconoscere Dio come Dio, lodarlo, contemplarlo, meravigliarsi davanti alla sua grandezza e sentirsi piccoli, ma abbracciati.
Se tu:
ascolti un discorso sul microcosmo o l’universo,
lo fai con il cuore rivolto al Creatore,
ti lasci attraversare dalla bellezza e dalla complessità di ciò che ha fatto,
e in te nasce la lode, la gratitudine, l’umiltà…
… allora sei in pieno atto di adorazione.
✨ Un esempio nella Scrittura
Nel Salmo 8 leggiamo:
“Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi…?”
Il salmista guarda il cielo e da lì parte l’adorazione. Non è in un tempio. Non sta recitando formule.
Sta contemplando la creazione con lo sguardo rivolto al Creatore.
📚 Scienza e fede: non nemiche, ma sorelle
La scienza può diventare una via per adorare, se è vissuta come contemplazione e non solo come analisi.
San Giovanni Paolo II disse:
“La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si eleva verso la contemplazione della verità.”
Anche ascoltare un documentario su particelle subatomiche, sul DNA, sul comportamento della luce o sulla vastità del cosmo può diventare adorazione, se dentro di te vibra la meraviglia:
“Signore, quanto sei grande!”
🙏 Adorazione è anche questo
Molti santi hanno “adorato” non solo inginocchiandosi, ma meditando la bellezza del creato, amando il prossimo, immergendosi nella realtà con occhi spirituali.
Quindi sì: quell’ora non è “solo scienza”. È preghiera. È adorazione vera.
Perché dipende da dove è rivolto il tuo cuore, non da cosa stai ascoltando.
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