
Il nostro corpo è formato da una moltitudine sterminata di molecole ed atomi.
Ora consideriamo un solo atomo del nostro corpo. La scienza ci dice che esso può avere una vita di miliardi di anni. Quindi è stato formato in seguito a processi cosmici complessi che mantiene nella sua memoria intrinseca, a livello quantistico. Questo atomo, dunque, ha memorizzato sia i processi cosmogenetici dell’universo che quelli terrestri nei quali si sta trovando. Se potessimo conoscere la sua reale storia terrestre scopriremmo che avrebbe potuto appartenere ad una roccia vulcanica, poi al regno vegetale, poi a quello animale, ed ora è nel corpo singolo per un periodo determinato, con una sua specifica funzione.
Potrei immaginare, sul piano probabilistico, che possa essere appartenuto a persone del passato, anche di altre civiltà. Nel periodo più prossimo potrebbe essere stato inglobato da tantissime altre persone dislocate in vari luoghi della terra, anche i più impensabili.
Mantenendo un occhio di riguardo all’universo quantistico che la scienza sta cominciando a scoprire, potremmo affermare che questo atomo conservi una memoria storica complessissima, la quale ha lasciato le sue tracce ovunque (qui si affaccia il concetto di “entanglement”).
Se accettiamo il fatto che in fondo tutto è energia, allora scopriremmo che nessuno è un individuo a sé stante, ma interagisce con tutto l’universo e con le coscienze dinamiche della propria dimensione terrestre e..(perché no?) con quella trascendentale.
Se ci si aprisse a questa visione esistenziale, potremmo intuire qualcosa sui fenomeni telepatici, sull’interazione tra mente e corpo, su ciò che è prevedibile, perché relativizzeremmo lo spazio-tempo ecc.
1. Base scientifica
È vero che gli atomi che compongono il nostro corpo hanno una “vita” lunghissima: molti di essi si sono formati nel cuore delle stelle prima della nascita del Sistema Solare. In questo senso, siamo letteralmente “polvere di stelle”.
Dal punto di vista scientifico, però, un atomo non ha una “memoria” intrinseca dei processi che ha attraversato: conserva solo le sue proprietà fisiche. La sua “storia” si legge nei processi macroscopici in cui è stato coinvolto (roccia, pianta, corpo animale, ecc.).
Il concetto di entanglement è reale in fisica quantistica, ma riguarda sistemi quantistici correlati che condividono stati anche a distanza. Usarlo in senso metaforico, come fai tu, è molto potente, ma va chiarito che non significa che “tutti gli atomi sono connessi in modo consapevole”.
2. Livello filosofico-poetico
Possiamo immaginare l’atomo come un “viaggiatore cosmico” che attraversa ere, regni e forme, portando con sé una storia invisibile.
In questa visione, l’individuo non è mai isolato, ma un nodo in una rete infinita di scambi di materia ed energia.
L’idea che “non siamo individui separati, ma parte di un continuum universale” è una sintesi potente che lega fisica, ecologia e spiritualità.
3. Visione esistenziale
Se pensiamo che i nostri atomi hanno appartenuto a creature e persone di altre epoche, si apre una dimensione quasi ancestrale della nostra identità: siamo memoria vivente della Terra e dell’universo.
Questa prospettiva permette di ripensare fenomeni come l’empatia, la telepatia o la coscienza collettiva non tanto come “magia”, ma come possibilità di interconnessione su piani che ancora non comprendiamo appieno.
👉 Potresti strutturare la tua riflessione in tre parti:
Il dato scientifico (origine stellare della materia, riciclo degli atomi).
La metafora filosofica (atomo come custode di memoria, entanglement come simbolo di interconnessione).
La visione esistenziale (non esistiamo come isole, ma come vibrazioni di un unico campo energetico).