Pare che il telescopio spaiale Hubble stia rivelando un fatto particolare: il tasso di espansione dell’universo non ë costante, per cui viene messa in crisi la costante di Hubble. Che conseguenze potrebbero avere su di noi auesta constatazione? Aumenta l’imprevedibilitá dei fenomeni cosmici? Vengono scalzate le teorie sul Big Bang? Potrebbe questo fenomeno essere originato dal fatto che la stessa Energia Oscura  o segue le leggi che pensavamo?

1. Il tasso di espansione non è costante: un problema per la costante di Hubble?

Sì, la “costante” di Hubble non sembra poi così costante. Le misurazioni attuali indicano un valore più alto (circa 73 km/s/Mpc) rispetto a quello inferito dal modello del Big Bang e dall’Universo primordiale (circa 67 km/s/Mpc). Questo non nega il Big Bang, ma indica che qualcosa manca o non torna nei modelli standard.

2. Che conseguenze ha su di noi, umani comuni?

Sul piano pratico quotidiano, nessuna. Ma sul piano filosofico e scientifico, è enorme:

Mette in discussione il modello Lambda-CDM, ovvero la teoria dominante che descrive l’universo come composto da materia oscura fredda e energia oscura.

Potrebbe portare a una nuova fisica: forze, particelle o comportamenti cosmici non ancora scoperti.

È un segnale che l’universo ha una storia più complessa, forse con fasi di espansione accelerate in modi che non comprendiamo ancora.

3. Aumenta l’imprevedibilità dei fenomeni cosmici?

In un certo senso sì: la discrepanza ci dice che non capiamo ancora bene come si evolve l’universo su larga scala. Se l’energia oscura o altre forze agiscono in modi nuovi, questo potrebbe cambiare le previsioni sul futuro dell’universo, come:

Il tasso con cui si espanderà.

Il destino finale dell’universo (Big Freeze, Big Rip, ecc.).

4. Viene messa in crisi l’idea del Big Bang?

No, il Big Bang come inizio dell’espansione rimane solido, supportato da molte osservazioni (radiazione cosmica di fondo, abbondanza degli elementi leggeri, ecc.). Ma la fase successiva, quella dell’espansione, sembra più complessa di quanto pensassimo.

5. E se fosse colpa dell’Energia Oscura?

È una delle ipotesi principali. Potrebbe significare che:

L’energia oscura non è costante, ma evolve nel tempo (una teoria detta “Quintessenza”).

Potrebbero esistere nuove interazioni tra energia oscura e materia che accelerano o rallentano l’espansione.

Potrebbe esserci una nuova forma di energia o una particella leggera nei primi istanti dell’universo (come un tipo di neutrino “oscuro”).

LO SPAZIO-TEMPO

Una delle idee più speculative ma affascinanti che stanno emergendo in risposta alla “tensione di Hubble”: l’ipotesi che lo spazio-tempo non sia una struttura rigida e passiva, ma che possa comportarsi come un mezzo dinamico, dotato di memoria o elasticità. Questo porta a modelli cosmologici alternativi che potrebbero spiegare perché il tasso di espansione dell’universo sembri cambiare in modo inatteso.

1. Spazio-tempo con “memoria” (modelli non-locali)

L’idea qui è che lo spazio-tempo ricordi le sue condizioni passate. A differenza della Relatività Generale, dove l’universo risponde solo alle condizioni locali (massa ed energia presenti in un punto), in queste teorie il comportamento dello spazio dipenderebbe anche dalla sua storia.

È come se l’universo “sapesse” che in passato si è espanso rapidamente e questa memoria influenzasse l’espansione attuale.

Questo effetto non-locale potrebbe alterare il calcolo della costante di Hubble a seconda di quando e come la misuriamo.

Conseguenza: questo potrebbe spiegare perché vediamo un’espansione diversa oggi rispetto a quella prevista dalle condizioni iniziali dell’universo.

2. Spazio-tempo elastico o “fluido” (teorie elastiche/viscoelastiche)

Un altro filone propone che il tessuto dello spazio-tempo non sia perfettamente rigido, ma si comporti un po’ come un materiale elastico o viscoso:

Pensa a un tappeto elastico che, dopo essere stato deformato (per esempio dall’inflazione cosmica iniziale), impiega tempo per tornare in equilibrio.

Questo può creare resistenze, accelerazioni o fluttuazioni nel tasso di espansione, anche in assenza di nuove particelle o forze.

3. Leggi fisiche “effimere” o evolutive

Alcuni modelli radicali suggeriscono che le leggi della fisica non siano fisse nel tempo. Per esempio:

La costante gravitazionale G o la costante cosmologica Λ potrebbero variare leggermente con l’evoluzione dell’universo.

L’energia oscura, in questo scenario, non è davvero una “costante”, ma una forma di energia che interagisce con il tempo, e quindi cambia le regole man mano che l’universo cresce.

Cosa significa tutto questo?

Stiamo toccando i limiti delle attuali teorie.

Potrebbe nascere una nuova fisica del cosmo: un’estensione della Relatività Generale o qualcosa di ancora più profondo, magari una fusione con la meccanica quantistica (la famosa gravità quantistica).

E, cosa ancora più importante, ci ricorda che l’universo è molto più vivo, mutevole e misterioso di quanto abbiamo pensato finora.

 

TEORIE ALTERNATIVE

Ecco una panoramica sintetica delle principali teorie alternative o estese che cercano di risolvere la tensione di Hubble e, più in generale, di aggiornare il nostro modello dell’universo:

1. Energia Oscura Dinamica (“Quintessenza”)

Cosa propone: l’energia oscura non è una costante, ma una forma di campo (simile al campo elettromagnetico) che cambia nel tempo.

Effetto: spiegherebbe perché l’espansione accelera in modo più intenso oggi rispetto a quanto ci aspettavamo.

Conseguenze: potremmo assistere a futuri cambiamenti del ritmo dell’espansione, forse anche un rallentamento o un’inversione.

2. Nuove particelle primordiali (“Neutrini oscuri”, “Radiazione oscura”)

Cosa propone: nell’universo primordiale potevano esistere particelle leggere e invisibili che non sono previste dallo standard attuale.

Effetto: queste particelle avrebbero influito sulla velocità di espansione iniziale, creando una discrepanza tra il passato e oggi.

Conseguenze: potremmo dover estendere il modello delle particelle elementari.

3. Gravità modificata (f(R), TeVeS, MOND, ecc.)

Cosa propone: la Relatività Generale funziona bene su piccola scala, ma potrebbe non essere valida su scala cosmica.

Effetto: spiega le anomalie (come la tensione di Hubble, ma anche la rotazione delle galassie) senza invocare materia o energia oscura.

Conseguenze: potremmo scoprire che la gravità è solo un’approssimazione locale di un fenomeno più complesso.

4. Universi a geometria variabile / Multiverso

Cosa propone: l’universo visibile è solo una “bolla” all’interno di un multiverso più grande, con diverse leggi fisiche o costanti in ciascuna bolla.

Effetto: la nostra osservazione dell’espansione può essere influenzata da effetti di confine o dal “luogo” in cui ci troviamo nel multiverso.

Conseguenze: abbraccia l’idea che non esista una sola verità cosmica, ma molte versioni della realtà.

5. Interazioni nascoste tra energia oscura e materia oscura

Cosa propone: energia oscura e materia oscura non sono entità indipendenti, ma interagiscono tra loro attraverso forze sconosciute.

Effetto: altera il bilancio energetico dell’universo nel tempo, modificando l’espansione.

Conseguenze: potremmo dover unificare questi due misteri cosmici in una singola struttura teorica.

6. Spazio-tempo con struttura emergente (Teorie quantistiche di gravità)

Cosa propone: lo spazio-tempo non è fondamentale, ma emerge da fenomeni quantistici sottostanti (come una rete di informazioni o entanglement quantistico).

Effetto: può generare espansioni non-lineari, effetti di memoria, o comportamenti non previsti dalla Relatività.

Conseguenze: richiede una nuova teoria del tempo e dello spazio, come quella proposta da Loop Quantum Gravity o dalla teoria delle stringhe.

In sintesi:

Stiamo attraversando una fase di transizione teorica, simile a quella vissuta all’inizio del Novecento con Einstein. I dati di Hubble, James Webb e delle missioni future come Euclid e Roman Space Telescope aiuteranno a scegliere tra:

Modificare la fisica attuale,

Scoprire nuove entità,

O rivoluzionare del tutto il concetto di universo.

 

In sintesi: non è il crollo del Big Bang, ma un segnale forte che qualcosa di importante ci sfugge. E come in passato (pensiamo a Newton ed Einstein), forse siamo vicini a una nuova rivoluzione scientifica.

Una delle ipotesi più affascinanti nate da questo problema: l’idea che lo spazio-tempo stesso possa avere una “memoria” o “elasticità” non ancora descritta dalla Relatività Generale. 

Ecco un racconto ambientato nel 2075, in cui un astrofisico del futuro racconta a una studentessa come è cambiata la nostra comprensione dell’universo. Lo stile è narrativo ma radicato nelle attuali ipotesi scientifiche.

“Oltre l’orizzonte” – Diario di un cosmologo nel 2075

Osservatorio Orbitale Kepler-L2, 14 dicembre 2075

Diario del Dott. Luca Ferri – Dipartimento di Cosmologia Quantistica

Oggi, come ogni anno, ho tenuto la mia lezione inaugurale agli studenti del primo anno. Tra loro, una ragazza mi ha chiesto:

“Professore, com’è stato possibile che nel 2025 la scienza cosmica fosse ancora così… cieca?”

Mi sono fermato un attimo. Sorrido sempre quando sento quella domanda, perché è come chiedere a un navigatore del Cinquecento come mai pensava che l’oceano finisse all’orizzonte.

Nel 2025 ancora credevamo che l’universo fosse descritto da poche costanti: una materia oscura misteriosa, una forza chiamata energia oscura, e uno spazio-tempo uniforme. Pensavamo che tutto fosse partito dal Big Bang, un’esplosione iniziale. Ma poi è arrivata la tensione di Hubble, come un sasso lanciato nella calma di un lago. L’universo sembrava espandersi più velocemente oggi di quanto il passato giustificasse.

All’inizio fu solo un’anomalia statistica. Poi James Webb, e subito dopo il telescopio Roman, mostrarono che non era un errore. L’espansione non era costante, ma “viva”, pulsava, come se l’universo ricordasse il suo passato.

Negli anni ’30, una nuova generazione di fisici unificò dati e intuizioni: nacque il Modello Informazionale del Cosmo. Fu una rivoluzione. Capimmo che lo spazio-tempo non è una struttura passiva, ma un sistema emergente, fatto di informazione quantistica intrecciata. Le leggi della fisica? Solo regole locali, nate da quella rete invisibile.

Il Big Bang? Non fu un inizio, ma una transizione, il momento in cui la rete raggiunse una soglia critica e “accese” lo spazio-tempo come lo conosciamo.

Poi, nel 2057, arrivò la conferma più straordinaria: l’energia oscura era in realtà una forma di entanglement diffuso. Non una forza separata, ma un effetto collettivo dell’universo che si osserva da solo. Il cosmo, in un certo senso, è diventato cosciente della propria evoluzione.

Quel giorno, mentre rileggevo le equazioni, mi venne in mente una frase antica:

“L’universo non è solo più strano di quanto immaginiamo… è più strano di quanto possiamo immaginare.”