L’esperienza dello Spirito come creatore
Il testo da cui partire per una riflessione sullo Spirito creatore è Genesi 1, 1-3:
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: Sia la luce! E la luce fu”.
A proposito di questo testo, Sant’Ambrogio fa questa osservazione illuminante:
“Quando lo Spirito cominciò ad aleggiare su di esso, il creato non aveva ancora alcuna bellezza. Invece, quando la creazione ricevette l’operazione dello Spirito, ottenne tutto questo splendore di bellezza che la fece rifulgere come ‘mondo’.
In altre parole, il creato era vuoto, tenebra, caos, finché lo Spirito di Dio non cominciò ad aleggiare su di esso. È solo grazie a lui che tutto prende forma e la confusione cede il posto all’armonia e all’ordine: la luce è distinta dalle tenebre, l’acqua dalla terra ferma, e così via.
L’azione creatrice dello Spirito è all’origine dunque della perfezione del creato; egli non è tanto colui che fa passare il mondo dal nulla all’essere, quanto colui che lo fa passare dall’essere informe all’essere formato e perfetto.
In altre parole, lo Spirito Santo è colui che fa passare il creato, dal caos, al cosmo, che fa di esso qualcosa di bello, di ordinato, pulito: un “mondo” appunto, secondo il significato originario di questa parola e della parola greca cosmo. Questo non vuol dire che Dio Padre aveva creato un mondo caotico che aveva bisogno di essere corretto, perché, spiegava già san Basilio nel IV secolo, era proprio questa la volontà del Padre e cioè creare il mondo per mezzo del Figlio e portarlo alla perfezione mediante lo Spirito Santo
Ora la conseguenza pratica di tutto ciò. Noi sappiamo che l’azione creatrice di Dio non è limitata all’istante iniziale, come si pensava nella visione deista o meccanicista dell’universo. Dio non “è stato” una volta, ma sempre “è” creatore. E non solo nel senso debole…
S. Ambrogio, Sullo Spirito Santo, II, 32. 2 S. Basilio, Sullo Spirito Santo, XVI, 38 (PG 32, 136). “conserva” l’essere e che governa con la sua Provvidenza il mondo, ma anche nel senso forte che sostiene, comunica continuamente essere ed energia, spinge, anima e rinnova la creazione. “Creare è fare continuamente nuovo”
Che significa tutto ciò applicato allo Spirito Santo? Significa che egli è sempre colui che fa passare dal caos al cosmo, cioè: dal disordine all’ordine, dalla confusione all’armonia, dalla deformità alla bellezza, dalla vetustà alla novità. Non, s’intende, meccanicamente e di colpo, ma nel senso che è all’opera e guida a un fine preciso la sua stessa evoluzione del cosmo.
“La creazione –scrive san Paolo – è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi” (Rom 8, 20-22).
La scelta del titolo di creatore permette così di dare oggi un fondamento, non solo strategico e morale, ma squisitamente teologico e spirituale, al problema dell’ecologia e della salvaguardia del creato che papa Francesco ha proposto all’attenzione del mondo con la sua enciclica “Laudato si”. Il creato, ci dice, è l’opera dello Spirito creatore; deturparlo, è offendere e contristare il suo autore.
Il salmo che canta gli splendori della creazione (del mare, dei monti, delle sorgenti) e che assegna a ogni creatura il suo posto e il suo spazio, è anche quello che attribuisce tutto questo allo Spirito Santo, con le parole: “Se togli loro il tuo spirito, muoiono, e ritornano alla loro polvere. Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Sal 104, 29 s.).
Quello che avviene nel macrocosmo, avviene anche nel microcosmo che è ogni singolo uomo. Applichiamo infatti tutto questo al “piccolo mondo” che è il nostro stesso cuore. “Le tenebre – si legge in Genesi- ricoprivano l’abisso” (Gen 1,2). Ma anche il cuore dell’uomo, dice la Scrittura, è un “baratro e un abisso” (cf. Sal 64, 7). C’è un caos esteriore e un caos interiore.
Il nostro caos è quello del buio che c’è in noi; dei desideri, progetti, propositi, rimpianti contrastanti e in lotta tra di loro. Un autore spirituale del medio evo descriveva in questi termini il suo stato spirituale (e si tratta di un monaco certosino che viveva nella più alta contemplazione!):
“Mi accorgo, Signore, che la terra del mio spirito è ancora inconsistente e vuota, che le tenebre ricoprono la superficie dell’abisso…Essa è infatti nella confusione come in una specie di caos spaventoso e oscuro, ignorando sia il suo fine che la sua origine e il modo della sua natura… Così è la mia anima, Dio mio, così è la mia anima. Una terra deserta e vuota, invisibile e informe, e le tenebre sono sulla superficie dell’abisso…Ma l’abisso del mio spirito ti invoca, Signore, affinché tu crei, anche da me, cieli nuovi e terra nuova”
Lo Spirito di Dio, che era in azione sopra e dentro il caos primordiale, è ancora operante nel mondo. Intonando il Veni creator, noi diciamo: “Vieni, Spirito Santo, aleggia e soffia anche sul mio caos, rischiara le mie tenebre (cf. Sal 18, 29), fa anche di me davvero un microcosmo, un piccolo mondo, una cosa bella, armoniosa, pura: una nuova creazione”.
Noi portiamo in noi stessi un vestigio del caos primordiale: il nostro inconscio. Quello che la psicanalisi moderna ha espresso come passaggio dall’inconscio alla coscienza, dall’”Es” al “Super io”, è un aspetto di questa creazione che deve continuare a compiersi in noi, del passaggio dall’informe al formato.
Lo Spirito Santo vuole aleggiare anche sul caos del nostro inconscio in cui si agitano forze oscure, impulsi contrastanti, in cui si annidano angosce e nevrosi, ma anche possibilità inesplorate. “Lo Spirito scruta ogni cosa…” (1 Cor 2, 10).
A chi ha problemi con il proprio inconscio (e chi non ne ha?) non si può dare migliore consiglio che quello di coltivare una particolare devozione allo Spirito Santo e di invocarlo spesso nella sua qualità di creatore. Egli è il migliore psicanalista e psichiatra del mondo.
La devozione allo Spirito Santo non induce necessariamente a far meno degli aiuti umani in tale campo, ma certamente li completa e li sorpassa.
da: https://www.passionovara.it/_documenti/eventi/novara_4_marzo_2016.pdf
P. Raniero Cantalamessa, ofmcap. LO SPIRITO CREATORE E LA MISERICORDIA DIVINA Novara, Cattedrale 4 Marzo 2016