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Padre Cesario Maria nasce a Rovigo il 4 luglio 1893 da libero Giuseppe Finotti e da Liberata Occari.È battezzato l’8 luglio nel duomo cittadino e gli viene dato il nome di Giacomo.

Provato dalla povertà e dalla sofferenza, per la morte in tenera età di entrambi i genitori, è cresciuto nella fede e nell’amore dalla nonna materna.

A 13 anni entra nel seminario serafico dei frati Cappuccini presente in città. Quindi passa in quello di Verona.

Sedicenne, il 5 giugno 1909, veste a Bassano del Grappa l’abito cappuccino riceve il nome nuovo di Fra Cesario Maria.

Riprende quindi gli studi nei conventi di Thiene e di Udine.

Giunge il tempo del servizio militare, che adempie per sei anni (1913 1919) nei reparti di sanità dei vari ospedali da campo, sino a guerra finita.

Rientrato in convento, a Venezia si consacra definitivamente con i voti solenni di povertà, castità e obbedienza, il 2 maggio 1920 e il 17 dicembre 1921, nella basilica di San Marco, viene consacrato sacerdote dal cardinale patriarca, il servo di Dio Pietro La Fontaine.

Nel 1923 è destinato al convento di Gorizia ma vi rimane pochi mesi. Riceve l’abilitazione alla predicazione. Questa sarà l’attività sacerdotale che maggiormente caratterizzerà la vita di padre Cesario: missioni al popolo, esercizi attivi spirituali, novene, panegirici, omelie a ogni categoria di persone. Sempre con competenza, chiarezza e un pizzico di facezia, che hanno aiutato a mantenere vivo negli anni il ricordo delle sue prediche.

Inizia un lungo periodo caratterizzato da cambiamenti di conventi e di attività. Per un anno svolge il ruolo di insegnante ed educatore nel seminario serafico di Verona (1923 – 1924), ma deve ritirarsi per motivi di salute.

Passa a San Servolo a Venezia come cappellano, e, dal gennaio 1926, è cappellano al cimitero urbano di Udine.

Ritorna a Gorizia come superiore, per un anno (1928 1929); poi a Padova, sempre come superiore, per un anno; tre anni a Zara (allora in zona italiana) come presidente dell’ospizio dei cappuccini il direttore spirituale del seminario arcivescovile della Dalmazia.

Nell’ottobre 1935 approda a Castelmonte (UD) come superiore della comunità e responsabile del santuario mariano. Così rimane quattro anni, fino al suo ritorno come cappellano ispettore al cimitero urbano di Udine. Qui si ferma per vent’anni, fino al 1959, per passare quindi alla comunità cappuccina del nuovo convento costruito in via Chiusaforte, accanto all’ospedale civile di Udine. Nella nuova fraternità padre Cesario resta operoso fino all’incontro con sorella morte.

Per il suo prezioso servizio in cimitero, padre Cesario viene prima insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica (1957) e poi gli viene conferita anche la cittadinanza onoraria (1959). Un particolare ricordo merita l’attenzione posta dal padre, durante il periodo bellico, a tanti perseguitati e vittime della guerra.

Nel 1983, i sacerdoti friulani, i confratelli, la cittadinanza Udinese e gli innumerevoli amici ed estimatori stavano preparando una grandiosa festa per i 90 anni di padre Cesario, prevista per il 4 luglio. La “festa” al novantenne fu anticipata di tre giorni, ossia al 1° luglio, poiché il Signore lo chiamò nel suo paradiso.

Padre Cesario morì serenamente alle 18,47, nella sua cella in convento, pregando e invocando la Madonna. La sua lunga esistenza fu tutta spesa per la gloria del Signore e per il bene delle anime: 74 anni di vita consacrata, 62 di servizio sacerdotale oltre 40 donati al Friuli e alla città di Udine, che ricordano con riconoscenza.Alla sua morte fu allestita la camera ardente.

Per due giorni fu un pellegrinare continuo di persone in lacrime per un ultimo saluto o per avere qualche suo ricordo. Al funerale, il 4 luglio, accanto alle autorità cittadine e al vescovo ausiliare monsignor Emilio Pizzoni, partecipò una grande moltitudine di gente, di ogni categoria, soprattutto i suoi sacerdoti e i suoi poveri.

Fu tumulato nella tomba dei frati Cappuccini in quel cimitero che tanto aveva amato e servito…(Il testo continua con l’audio del video)

 

(p.Aurelio Blasotti – “Santi e martiri nel Friuli e Nella Venezia Giulia” p.319 – ed. Messaggero PD)

 

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Incredibile testimonianza di don Adriano Menazzi, parroco di San Marco di Mereto (1925–2011)

RAFFAELLA LIONETTI , “Lina” per i familiari, era nata a Barletta il 21 gennaio 1918.Nel 1957 si trasferì a Udine, nell’umile casa di Via Cisis 58.

Morì a Udine nel 1991 ed è sepolta nel cimitero di Cussignacco di Udine.

Ebbe carismi straordinari eccezionali (stimmate, bilocazione ecc.) ma era molto perseguitata dal demonio con fatti incredibili che gli stessi testimoni raccontano nel libro “Nel segno del dolore”, sintetizzato poi nel libretto “La stimmatizzata di Udine – Raffaella Lionetti” di Pier Angelo Piai, edito dal “Segno” di Tavagnacco (UD)

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Udine 26 luglio 2018)

 

Questo cigno solitario di una roggia di Udine (p.zza Patriarcato) è davvero maestoso perché cattura lo sguardo del passante sensibile alle bellezze della natura.

È aggraziato dai riflessi del sole estivo sulla superficie dell’acqua che scorre lentamente, accompagnato da una musica appropriata.

DA CONTEMPLARE!

 

 

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NATALE 2022

La Confraternita online “Comunione dei santi” ha superato i 50.200 iscritti.

La Regina della Pace a cui essa è dedicata ci sta davvero assistendo e chiama sempre nuovi fratelli e sorelle ad unirci spiritualmente nell’amore reciproco, anche se non ci conosciamo tutti. In Paradiso la Comunione tra redenti, infatti, sarà perfetta in Gesù con tutti quelli che abbiamo amato, ma anche con quelli che non abbiamo conosciuto durante la vita terrena…

Ricordiamo sempre che lo scopo principale della Confraternita “Comunione dei santi” è la solidarietà reciproca soprattutto nelle preghiere. Essa è benedetta dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, che è sempre stato molto favorevole a questa opera sin dalla sua nascita.

Sotto ogni video tanti chiedono preghiere per diversi motivi e tutti noi ci impegniamo ad offrire un po’ del nostro tempo nell’orazione a beneficio degli altri, come anche noi stessi riceviamo benefici spirituali e materiali tramite altri, se crediamo.

Anche se non sappiamo chi realmente usufruisce delle nostro preghiere, siamo sicuri che esse aiuteranno le sorelle ed i fratelli membri della Confraternita.Estendiamo l’invito ad iscriversi anche agli altri.

Buon Natale a tutti di vero cuore e che Gesù bambino sia la vera fonte di luce per tutti i fratelli e le sorelle che desiderano la salvezza eterna in Lui.

 

 

 

etimologia del termine “CONFRATERNITA” :
dal latino FRATERNITAS – adunanza di fratelli (lat. FRATRES), premessavi particella CON – insieme: Congregazione di persone secolari, per scopo spirituale
(https://www.etimo.it/?term=confraternita)

 

 

Il termine “CONFRATERNITA” indica una tipologia specifica di comunità spirituale cristiana. Non è solo una Congregazione o un’associazione. Essa contiene già in sé l’indicazione di un nobile obiettivo: quello dei fratelli uniti insieme per uno scopo spirituale ben preciso.

La Confraternita laicale “COMUNIONE DEI SANTI” è nata nell’ambito digitale con due semplicissimi intenti: la preghiera solidale e la coscientizzazione umana e cristiana.

PREGHIERA SOLIDALE
I membri si impegnano a pregare gli uni per gli altri. Se fatta con il cuore, questo tipo di preghiera è molto efficace perché più altruistica: anche se i fratelli e le sorelle non si conoscono tra di loro e non si incontrano fisicamente, si impegnano a pregare gli uni per gli altri, per cui sfuma il “ritorno egoistico”. Questo tipo di preghiera è il collante principale della Confraternita stessa, in quanto è fondata su valori spirituali prettamente cristiani quali la “Comunione dei santi” : il sostegno entusiasta dell’Arcivescovo di Udine è rappresentato dalla sua benedizione apostolica, dalla sua preghiera e dal suo continuo interessamento.

COSCIENTIZZAZIONE UMANA E CRISTIANA

Quasi quotidianamente il canale della Confraternita (Universo Interiore..insieme al sito Mondocrea) propone ai fratelli iscritti una o più riflessioni su un breve video o su un testo contenenti riflessioni, meditazioni, preghiere, eventi culturali e spirituali, approfondimenti catechetici e spirituali, esortazioni ecc. Ciò consente una maggiore coscientizzazione sul fine della nostra esistenza, sul senso dell’essere cristiani, sull’appartenenza alla chiesa, sulla ricerca della verità, sulla propria dignità di persone responsabili orientate alla progressiva divinizzazione in Cristo, ognuno secondo il proprio livello spirituale evolutivo.
La Confraternita, sotto la speciale protezione della Regina della Pace e del beato Carlo Acutis, sin dall’inizio sta dando dei frutti buoni: molti fratelli e sorelle intervengono nella descrizione sotto ogni video con preghiere, ringraziamenti, osservazioni, riflessioni, constatazioni, richieste di aiuto spirituale ecc.
In questo modo nascono anche nuove conoscenze e persino amicizie.

Il propellente della Confraternita è, quindi, l’Amore per Dio ed il prossimo, fondato sulla figura di Gesù Cristo e sull’ispirazione dello Spirito Santo.
Per ora la risposta è positiva: più di 50.000 iscritti diventati membri spiritualmente attivi.

 

 

 

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testo basato sull’articolo pubblicato su:

IL FRIULI.IT

 

https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/udine-il-colle-del-castello-e-il-piu-grande-tumulo-artificiale-della-protostoria-europea/6/263928

 

Nel centro di Udine si trova una collina totalmente artificiale, realizzata in epoca pre-romana, probabilmente tra 3500 e 3000 anni fa, durante l’età del Bronzo.

Gli strati e le argille che costituiscono il colle non sono disposti secondo una sequenza naturale, ma sono stati accumulati artificialmente. Il materiale di riporto proviene in larga parte dalla zona che ora corrisponde a Piazza I Maggio.

La tecnica adottata per la realizzazione del tumulo è la stessa impiegata durante l’età del Bronzo e del Ferro nel resto della pianura friulana per edificare gli argini difensivi (aggeri) che proteggevano i villaggi fortificati chiamati “castellieri”.

Tra il 1.400 e il 950 a.C. Udine, infatti, era sede del più grande di questi castellieri friulani, con un’estensione massima di quasi 20 ettari, e all’epoca era, quindi, il centro di riferimento principale.

La scoperta è straordinaria, in quanto il colle artificiale di Udine costituisce un unicum, senza confronti in Italia ed è probabilmente il più grande di tutta Europa.

 

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Molto famoso in Francia, la sua tomba a Lourdes è piena di PGR e di fiori.

 

 

 

Un mio caro amico, da anni defunto, padre Antonio Elia, mi confidava che, colpito da un terribile tumore maligno, a Lourdes chiese l’intercessione di fra Giacomo sulla sua tomba e guarì miracolosamente in brevissimo tempo…

La tomba del venerabile Padre Giacomo è sempre molto adornata di fiori e PGR.

Una cosa degna di nota, perché unica nella storia dei santi:

chiunque invia una lettera (regolarmente affrancata) per chiedere grazie, indirizzata al ven. Padre Giacomo, i postini la mettono sulla tomba del Venerabile. Basta inviarla a :

Venerabile Padre Giacomo Filon

Rue de Langelle

Cimitero della Parrocchia del Sacro Cuore

LOURDES

 

 

Balduina, Padova, 2 agosto 1900 – Lourdes, Francia, 21 luglio 1948

 

Beniamino Filon nacque a Balduina, frazione di Sant’Urbano (Padova), il 2 agosto 1900.

Dopo i primi contatti con i Frati Minori Cappuccini, entrò nel loro Ordine: vestì il saio a Bassano del Grappa il 28 settembre 1922, cambiando nome in fra Giacomo da Balduina.

Si offrì vittima a Dio per la santificazione dei sacerdoti: con quello spirito, accettò l’encefalite letargica, che lo colpì quando aveva venticinque anni. Ordinato sacerdote a Venezia il 21 luglio 1929, fu destinato a Capodistria e di lì a Udine, dove rimase dal 1931 al 1947, stimato come “confessore santo” da fedeli di ogni stato di vita e senza mai arrendersi alla malattia che lo tormentava. Devotissimo alla Madonna, si recò pellegrino a Loreto e a Lourdes: morì in quest’ultima località il 21 luglio 1948.

La fase informativa diocesana del suo processo di beatificazione si è svolta nella diocesi di Udine dal 25 febbraio 1984 al 18 novembre 1989. Il 16 giugno 2017 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui padre Giacomo da Balduina, i cui resti mortali riposano presso il cimitero Langelle di Lourdes, poteva essere dichiarato Venerabile.

Nascita e famiglia

Nacque a Balduina, frazione di Sant’Urbano, in provincia e diocesi di Padova, il 2 agosto 1900, sesto degli otto figli di Giacomo Filon e Giuseppina Marin; fu battezzato con i nomi di Beniamino e Angelo.

Il padre era fattore nella sconfinata azienda agricola del barone Ugo Treves de’ Bonfili, residente a Padova. Qui il piccolo Beniamino crebbe libero e felice a ridosso dell’Adige, delizia e conforto dei genitori, dei numerosi fratelli e della comunità. Ebbe anche l’occasione di conoscere i Frati Minori Cappuccini, che arrivavano nella sua famiglia per la questua annuale.

Nel 1910 ricevette la Cresima a Piacenza d’Adige (Padova) e la Prima Comunione nel 1911 a Balduina. Dopo le prime tre classi nella scuola del paese natale, continuò le altre classi a Lendinara nel Polesine, dove ritrovò i padri Cappuccini: prese a frequentare il loro convento e la loro chiesa, poco distanti dal centro cittadino, maturando così la vocazione a far parte del loro Ordine.

Vocazione tra i Cappuccini

Entrò quindi nel Seminario dei Cappuccini a Rovigo, ma nel 1918 dovette interrompere gli studi per compiere il servizio militare a Milano, restando impegnato per la Patria per circa quattro anni. Al suo congedo, riprese la strada della vocazione religiosa.

Il 28 settembre 1922 a Bassano del Grappa, vestì l’abito francescano, iniziando il noviziato con il nome di fra Giacomo da Balduina. Ripresi con nuovo vigore gli studi liceali a Thiene (Vicenza), il 3 luglio 1924 fu trasferito a Venezia – SS. Redentore, nel grande convento della Giudecca per studiare teologia. I suoi insegnanti erano molto soddisfatti di lui, che aveva venticinque anni.

La comparsa dell’encefalite letargica

Tuttavia, di lì a poco si manifestarono i sintomi dell’encefalite epidemica o letargica, contratta probabilmente durante il servizio militare. Questa malattia colpisce di solito i giovani: è un processo infiammatorio dell’intero cervello, specie del sistema frontale, che interessa l’attività motoria, verbale e ideativa.

Il corpo di fra Giacomo cadde in un’astenia generale: incapace di muoversi ed esprimersi come tutti i suoi coetanei, camminava a piccoli passi, parlava farfugliando, peggiorando nei giorni di maltempo.

Tuttavia, rimanevano integre le facoltà di comprensione, di pensiero e di giudizio, cioè quelle di intendere e di volere.

Sacerdote e “confessore santo” a Udine

Pur dovendo reprimere la ribellione che provava, il giovane frate accettò la volontà di Dio. Con la forza della volontà, raggiunse prima la professione religiosa nei Cappuccini l’8 dicembre 1926 e poi la meta dell’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 21 luglio 1929 a Venezia. Celebrò la Prima Messa quindici giorni dopo nel suo paese natale, accolto da tutti gli abitanti di Balduina e dallo stesso barone Ugo Treves de’ Bonfili, che prestò la propria automobile.

Sempre in preda alla malattia, che non lo lasciò più, padre Giacomo dimorò per quindici mesi a Capodistria in Slovenia, per prepararsi al ministero della confessione. Nel 1931 fu destinato a Udine, dove restò per 16 anni, fino alla morte. Si guadagnò presto la fama di “confessore santo”: ogni giorno accorrevano da lui fedeli laici e sacerdoti, non solo da Udine, ma anche dai paesi vicini.

Il parere di un esperto

Il 29 settembre 1932, uno specialista dell’encefalite letargica visitò padre Giacomo. Il suo fu un referto mortale: «La diagnosi è infausta, perché la malattia peggiorerà progressivamente e fatalmente, mettendo il paziente fuori combattimento fra qualche anno». Prescrisse l’unica medicina che poteva portargli qualche sollievo, la scopolamina.

Grazie a questo medicinale, contrariamente alla previsione dell’illustre clinico, padre Giacomo Filon visse per molti anni ancora, dedito completamente al ministero delle Confessioni. Dopo la celebrazione della S. Messa mattutina all’altare della Vergine di Lourdes, si collocava sempre nel confessionale del coretto, dove non giungeva mai un raggio di sole, nemmeno in estate e in pieno freddo invernale, che a Udine non scherza.

«Non posso attendermi nulla di meglio»

A detta di chi lo conobbe, era sempre sereno, semplice, nonostante la grave malattia, sorridente con tutti, molto buono; adempiva il suo ministero con zelo mirabile, senza risparmiarsi le poche energie. Negli ultimi anni, a causa dell’aggravarsi del suo stato di salute, gli fu concesso di accogliere i penitenti nella sua cella, più calda e situata al piano di sopra.

Confidò a un seminarista che, come lui, si reggeva in piedi con le stampelle: «Io invece, non posso attendermi nulla di meglio. Mi sono offerto vittima a Dio per la santificazione dei sacerdoti. Dio ha accettato l’offerta e ha disposto che l’encefalite letargica fosse lo strumento più adatto al raggiungimento del mio ideale».

A Lourdes per l’ultimo viaggio

Molto devoto della Madonna, si recò in pellegrinaggio nel 1941 e 1946 a Loreto. Nel 1948, invece, andò in treno a Lourdes: arrivò verso le 16 del 21 luglio 1948, dopo 35 ore di viaggio. In preda alla febbre, venne subito trasportato all’ «Asyle», uno dei primi luoghi di accoglienza sanitaria sorti intorno al complesso della Grotta della Vergine.

Il medico di guardia diagnosticò uno stress da viaggio, ma con il passare delle ore il respiro di padre Giacomo diventò ansimante e affannoso. Perse conoscenza, ma più tardi aprì gli occhi e, con voce flebile, prese ad intonare il Magnificat.

Verso le 23 entrò in agonia: il cappellano dell’Unitalsi di Trieste accorse e gli ammministrò l’Unzione degli infermi. Alcuni istanti dopo, padre Giacomo rese la sua anima a Dio, nella città di Maria.

Venne sepolto nel cimitero Langelle di Lourdes, non lontano dalla Grotta benedetta. Dopo una riesumazione avvenuta il 9 giugno 1997, i suoi resti mortali sono stati ricollocati nello stesso cimitero francese, in una tomba continuamente visitata da molti pellegrini, soprattutto veneti.

 

Preghiera a fra Giacomo con approvazione ecclesiastica

Santissima Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo, ammirabile nei tuoi santi, ascolta misericordioso la mia supplica che ti rivolgo per mezzo del tuo servo fedele, padre Giacomo. Fa che sia glorificato anche in terra, lui che nella vita amò te in modo eroico è il prossimo con carità evangelica. Per sua intercessione, ottienimi le grazie che ora umilmente ti chiedo è di cui sento tanto bisogno.

Pater, Ave, Gloria

Con approvazione ecclesiastica, Udine, 18 settembre 1994, Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine

 

 

 

Questa preghiera che segue è stata elaborata dall’amministratore del canale in forma privata.

Ricordiamo, quindi, che non è stata richiesta l’approvazione ecclesistica.

 

PREGHIERA PER OTTENERE L’INTERCESSIONE DEL VENERABILE fra Giacomo:

O venerabile fra Giacomo Filon da Balduina.

Tu che hai offerto la tua grave malattia per il bene dei sacerdoti, aiuta i nostri sacerdoti a seguire fedelmente il Maestro, affinché possano essere nostre sicure guide spirituali, fedeli alla Santa Chiesa.

Grazie alla tua intercessione molti sono guariti da malattie, specialmente dai tumori maligni. Aiutami a guarire da questo male fisico che mi perseguita, ma sia fatta la volontà di Dio. Intercedi affinché possa guarire anche dai mali spirituali che limitano il mio cammino verso la salvezza eterna.

Ti ringrazio, perché sono certo/a che mi stai ascoltando.

Pater, Ave, Gloria per il bene della Chiesa.

https://www.mondocrea.it/preghiera-per-l-intercessione-di-fra-giacomo-f-tramite-il-quale-avvengono-moltissimi-miracoli/

 

 

 

Dal Messaggero Veneto del 1 agosto 2020

 

Il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, ha consegnato il sigillo della città a Beppino Lodolo, «ambasciatore della friulanità nel mondo». La cerimonia si è svolta sotto la loggia del Lionello, con l’artista udinese che si è detto onorato per il riconoscimento del Comune: «Dopo tanti anni si sono ricordati che esisto anch’io in Friuli».

Tra i promotori dell’iniziativa, l’assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Cigolot. È toccato a lui aprire la cerimonia: «Ringrazio Lodolo per quello che ha fatto per la città e per il Friuli. Quando lavoravo all’Ente Friuli nel Mondo – ha aggiunto Cigolot – mi sono reso conto di quanto fosse noto tra i nostri corregionali all’estero. In questi anni di attività ha saputo portare la musica, ma soprattutto lo spirito del Friuli, nei cinque continenti. Raramente ho incontrato persone così generose, e anche per questo credo sia doveroso, per un’istituzione come il Comune di Udine, rendere omaggio a un suo concittadino emerito». Lodolo, infatti, è un udinese doc, nato e cresciuto in via del Bon.

Il sindaco Fontanini ha spiegato come la consegna del sigillo, inizialmente, fosse programmata per il 6 maggio, giorno dell’85esimo compleanno di Lodolo.

Poi il coronavirus ha imposto un rinvio. «Ringraziamo Lodolo per essere andato in giro per il mondo a far conoscere la nostra musica e le nostre tradizioni, dando lustro alla nostra cultura. Sei una persona importante per questa città – ha chiuso Fontanini rivolgendosi al cantante –. Con questo sigillo vogliamo ringraziarti per quanto fatto nel corso degli anni». Lodolo ha dimostrato di non aver perso la verve della giovinezza, non solo dal punto di vista canoro, intonando un paio di brani (tra cui quello scritto per i mille anni di Udine), ma anche schernendo la classe politica nazionale con i suoi stornelli irriverenti.

Nel corso della sua carriera Lodolo ha composto oltre 300 brani, tenendo più di 520 concerti in Italia e nel mondo (ha visitato 56 Fogolârs, diventando un emblema della friulanità). Tra i presenti alla cerimonia, il presidente della Fondazione Giovanni da Udine Giovanni Nistri, il presidente dell’Arlef Eros Cisilino e la vicepresidente dell’Efnm Pia De Luca.

Tutti hanno speso parole di apprezzamento nei confronti del Lodolo artista e uomo.

Dal Messaggero Veneto del 1 agosto 2020

 

Per ulteriori notizie su Beppino Lodolo:

https://www.mondocrea.it/itartisti-148/

 

Ecco la preghiera alla Madonna delle Grazie scritta da S.E. mons. Andrea Bruno Mazzocato. La preghiera è stata pubblicata su La Vita Cattolica del 4 marzo 2020.

O Beata Vergine delle Grazie,
clemente Madre nostra,
come i nostri antenati
torniamo ad inginocchiarci davanti a Te
mentre la nostra salute e serenità
sono turbate da un virus subdolo e invisibile.

Donaci la grazia di ritrovare in noi la fede
che non ci fa sentire soli nella prova
ma accompagnati ogni giorno
dalla Provvidenza di Dio,
che ci ama come Padre,
e dall’intercessione del tuo cuore di Madre.

Rinnova in noi la coscienza
che più grave in noi è il male dell’anima
e facci sentire il desiderio
di essere liberati e perdonati
dai tanti nostri peccati.

Rafforza la speranza
che questa nostra preghiera
possa essere esaudita.

Per questo affidiamo alla tua protezione
i fratelli e le sorelle malati,
tutti coloro che si stanno dedicando a loro
con coraggio e dedizione,
le famiglie e la comunità friulana,
la Chiesa e tutta l’umanità.

Faisi dongje, o cjare Mari,
cun chel vuestri biel Bambin.
Amen

 

 

Pur se fisicamente lontani, noi crediamo che i battezzati sono uniti tra loro da una comunione spirituale che è tenuta viva dallo Spirito Santo.

Questa è una comunione forte perché supera tutte le barriere; supera addirittura la barriera della morte. Grazie ad essa infatti noi siamo sempre uniti a Gesù, a Maria, ai nostri cari defunti. È come il filo elettrico attraverso cui trasmettere la nostra preghiera fino al cuore di Gesù e al cuore di Maria, la Madre a cui ci stiamo rivolgendo sempre più intensamente. Trasmette anche la preghiera di suffragio per i nostri defunti. Essi sentono il nostro ricordo e la nostra preghiera e ce ne sono riconoscenti, perché non li abbandoniamo anche se alcuni di loro, come capita in questo tempo, affrontano il passo della morte senza aver vicino le persone care.

Oltre che con la preghiera, troviamo altri modi per interessarci gli uni degli altri usando i diversi mezzi di comunicazione. Il tempo dell’emergenza si allunga e cresce, di conseguenza, per molte persone il peso della solitudine.

Tanti, poi, sono in ansia per la malattia di qualche loro caro che spesso costringe alla quarantena l’intera parentela. Aumenterà, inoltre, il numero di persone e di famiglie che si ritroveranno in ristrettezze economiche, con i bisogni primari da soddisfare. Nessuno allora nelle nostre comunità sia perso di vista! Se rafforzeremo la solidarietà tra di noi, usciremo da questo tempo di prova avendo sconfitto un altro virus malefico: il virus morale dell’individualismo.

Come cristiani siamo chiamati ad osservare con gli occhi della fede gli imprevedibili avvenimenti che stanno travolgendo il mondo. Dio è presente e vuol dirci una parola per la nostra salvezza.

Nel Vangelo troviamo questo sofferto rimprovero: “ Sapete interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?” (Mt 5,25). Quali segnali ci sta lanciando lo Spirito del Signore? In questo tempo stiamo tutti lottando, alcuni anche eroicamente, contro il virus che ci minaccia di morte fisica.

È un’impresa benemerita che Gesù fece per primo restituendo a Lazzaro la vita fisica e gli affetti delle sorelle e degli amici. La Parola di Dio, però, ci invita ad accorgerci che ognuno di noi ha tendenza a rinchiudersi in un’altra tomba, quella dell’egoismo. L’egoista è uno che tende a rinchiudersi in se stesso. Non tiene lo sguardo aperto verso gli altri perché è rivolto a soddisfare solo i propri bisogni, tornaconti e interessi.

Non tralascia se stesso per donarsi, ma usa gli altri per soddisfare la propria insaziabile sete di piacere, la voglia di possedere e di consumare. Si riduce, così, alla solitudine e il cuore diventa per lui come una tomba. È la morte della sua anima, peggiore della morte del corpo, perché segna il fallimento di tutta l’esistenza. Ebbene, Gesù ha donato tutto se stesso, fino all’ultima goccia di sangue, per strapparci da questa terribile tomba che è la stessa in cui si è rinchiuso il diavolo. E per far entrare in noi il suo Spirito, realizzando una vera “trasfusione” di amore nel nostro cuore.

Così lo trasforma da tomba a tempio santo, in grado di ospitare in sé tanti altri fratelli. Questa è la risurrezione che ha generato i santi e ha cambiato il mondo. Chi la vive è già nella vita eterna perché la morte fisica sarà il passaggio per entrare nella Comunione dell’Amore con Gesù, Maria e tutti i santi.

 

+ Andrea Bruno Mazzocato Arcivescovo di Udine Udine,

23 marzo 2020

 

 

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Il santuario della Madonna Missionaria, a Tricesimo (UD) è un santuario di recente costruzione che si affianca ad un castello del medioevo che è anche luogo di ritiro spirituale per sacerdoti.

È un luogo santo dove si può meditare , trovare pace e riscoprire e rafforzare la propria fede.

p. Aldo Ormai, stimmatino, ne illustra la storia e ne descrive la vita spirituale e liturgica…

 

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SANTI-FRIULANI-GO-PN-UD

 

 

Abbiamo pensato di raccogliere, sistematizzare, mettere a disposizione su supporto anzitutto digitale PDF che sia agevolmente riproducibile e anche stampabile, diffondere permanentemente e con ogni mezzo, per dirla in sintesi DIVULGARE MASSICCIAMENTE tutto il gran patrimonio anzitutto spirituale ma anche storico e culturale proprio del Friuli, poiché siamo consapevoli che solamente un popolo ben conscio delle proprie più profonde e autentiche radici potrà avere sempre e comunque un futuro.

Mettiamo a disposizione tale patrimonio a beneficio di tutto l’intero popolo friulano.

Il patrimonio aquileiese appartiene a tutta l’umanità ma connota le nostre Radici Cristiane; ci asteniamo rigorosamente dall’apporre simboli di appartenenza politica su tale tesoro; ci onoriamo tuttavia di ospitarlo sul nostro sito attraverso questa rassegna digitale PDF.

Invitiamo a condividere questo PDF quanto più possibile, sia sul web sia su supporto cartaceo, con tutti i concreti mezzi che risultano a loro disposizione, anche tutti coloro che, come noi, lo sentono come loro proprio, o comunque lo apprezzano.

La diffusione e la riproduzione con ogni mezzo di questo calendario sono del tutto liberi.

Il suo utilizzo è da intendersi tuttavia come personale, familiare, amicale, privato.

Eventuale imposta di pubblicità a carico esclusivo di chi lo esponesse in pubblico.

Nella raccolta dei dati abbiamo cercato di attingere a fonti di pubblico dominio; qualora così non fosse stato, chiunque lo riscontri è

pregato di segnalarcelo via mail, affinché sia possibile verificare la segnalazione coinvolgendo anche il Curatore.

Il Curatore desidera rimanere anonimo; questo Movimento Politico Friulano assume la funzione di Referente in relazione al presente calendario: http://www.aquiladelfriuli.org/

Per eventuali segnalazioni, o meglio ancora per contribuire al miglioramento di questo nostro calendario liturgico proprio del Friuli, chiunque può contattare tale Referente al seguente indirizzo mail unico a ciò dedicato: aquiladelfriuli@gmail.com

Che Dio ci aiuti e la Madonna protegga sempre la nostra terra friulana e tutti i suoi Popoli.

 

SANTI-FRIULANI-GO—PN—UD

 

SETTEMBRE MESE DI RIENTRO: oltre al referendum COSTITUZIONALE (senza quorum partecipativo) del 20 Settembre 2020 (io voto ovviamente NO) e a una riapertura scolastica che per molti motivi si preannuncia un tantino problematica (volendo potete prendere ispirazione su che cosa votare anche dal Ministro Azzolina), il nuovo mese settembrino oggi iniziato sarà caratterizzato da molte e importanti ricorrenze religiose universali e anche locali:
05 Settembre: Pellegrinaggio Mariano e Marciano della Tradizione Cattolica ad Aquileia, alle origini più remote ma vitali della Fede, in questo nostro angolo centrale dell’Europa Cristiana (ore 08.45 fermata autobus in Aquileia fronte Ristorante Patriarchi);
06 Settembre: Prima Domenica del Mese a Clauzetto con Indulgenza Plenaria per l’Adorazione del Preziosissimo Sangue del Signore (ore 11.00 Messa e 17.00 Vespro);
08 Settembre: tutto il mondo onora la Natività dell’Immacolata; in tutto il Friuli entrambe le sponde della Grande Acqua del Tagliamento venerano la Madonna; nella Diocesi del Friuli Occidentale l’appuntamento celebrativo del locale Vescovo è a San Vito al Tagliamento presso il Santuario della Madonna di Rosa col coinvolgimento anche delle Autorità Locali (Concelebrazione Eucaristica ore 20.30); nell’Arcidiocesi Udinese particolare rilievo regionale assume il Pellegrinaggio Diocesano a Castelmonte nel quale si fa anche memoria ininterrotta della tragedia del Terremoto e dell’impresa della Ricostruzione (ore 14.30 salita a piedi da Carraria di Cividale; ore 17.00 Concelebrazione Eucaristica sul Piazzale del Santuario a Castelmonte di Prepotto, tempo atmosferico permettendo); l’Arcidiocesi Goriziana prevede una memoria liturgica mariana a fine mese per il suo Santuario Mariano Principale della Madonna di Barbana nella Laguna di Grado;
12 Settembre: Santissimo Nome di Maria, nell’anniversario della fine della Battaglia di Vienna, grande vittoria cristiana contro l’aggressione islamica turca, propiziata dal Beato Marco di Aviano, venerato come un autentico eroe anche civile in tutta la Mitteleuropa;
14 Settembre: Esaltazione della Santa Croce e 15 Beata Vergine Addolorata: potrebbe essere una occasione propizia per recuperare le devozioni del Venerdì Santo, quest’anno sacrificate, alla chiusura da CORONAVIRUS, che ha devastato persino la Settimana Santa … due intenzioni di preghiera mi premono particolarmente: PER IL DIRITTO DIVINO NATURALE affinché ogni forma di aborto procurato venga panpenalizzata anche da parte della legislazione secolare (mentre ultimamente assistiamo sempre più preoccupati ma nient’affatto sorpresi allo sdoganamento della pratica abortiva, da ultimo perfino da parte del quotidiano CEI Avvenire, che peraltro mi guardo bene dal comprare); PER IL DIRITTO DIVINO POSITIVO affinché la Verità anzitutto logica e auto-evidente della Corredenzione Universale Mariana venga dogmaticamente definita e liturgicamente celebrata per tutta la Chiesa Universale (mentre il relativismo religioso e un falso ecumenismo stanno ingannando molte anime, che si stanno così allontanando anzitutto dal carattere Sacrificale della Santa Messa, e quindi dalla Santissima Trinità Unico Vero Dio e dalla Santa Chiesa Cattolica unico ovile di salvezza);
19 Settembre: mi sembra particolarmente significativa per tutta la Diocesi di Concordia ma direi anche per tutto il Friuli la Consacrazione da parte del locale Vescovo Diocesano della Chiesa della Frazione Martire di San Martino di Erto in Val Vajont;
26 Settembre: Memoria della Beata Vergine Maria di Barbana: una preghiera per i nuovi Custodi del Santuario Mariano Principale del Friuli Orientale Asburgico; 29 Settembre: il nuovo calendario liturgico ricorda S. Michele e tutti gli altri Arcangeli; che il Principe delle Milizie Celesti incateni nello stagno di fuoco e di zolfo il dragone apocalittico che ultimamente risulta letteralmente sciolto dalle sue catene; che il Messaggero di Dio rechi più spesso la lieta notizia di nuovi figli e figlie alle nostre donne; che il Farmaco di Dio ci ottenga il definitivo superamento dall’attuale emergenza anche pandemica (tra l’altro prorogata … sine die?) anzitutto attraverso l’uscita da una crisi demografica che pare umanamente irreversibile giungendo a minacciare la nostra stessa sopravvivenza di popolo (mentre a Udine si discute dell’ufficializzazione di una moschea); 30 Settembre: San Girolamo Padre e Dottore della Chiesa Universale, autore della Vulgata, molto legato alla nostra Chiesa Madre di Aquileia e al suo primo Arcivescovo San Cromazio Dottore della Chiesa Aquileiese; allego foto del Pellegrinaggio a Castelmonte di qualche anno fa; link unico che raccoglie sia tutte le principali ricorrenze settembrine sia interessante materiale divulgativo sul citato Disastro del Vajont:

Cividale 19 febbraio 2016

Intervista di Piero
Mantero, direttore del Segno, a Pier Angelo Piai.

 

M. Da anni ti conosciamo
perché tu scrivi libri pubblicati anche da noi, hai partecipato a tante nostre
iniziative culturali e gestisci il sito www.mondocrea.it
molto visitato. Recentemente, però, abbiamo scoperto una cosa particolare che
non ci hai mai svelato e che riguarda le tue premonizioni.

P. In effetti è un aspetto della mia vita che ho condiviso con pochissimi, anche perché queste
premonizioni si avverano sempre e mi lasciano piuttosto perplesso: non riesco a
capire bene la loro origine.

M: Due tuoi amici, ancora
vivi (Maurizio Basso ed Aldino Tosolini di Udine), sostengono che nel 1976 già
da gennaio tu dicesti loro che il Friuli avrebbe dovuto subire un terribile
terremoto

P. È vero. Se ci penso mi vengono ancora i brividi. Percepivo che ci sarebbero stati molti morti

e molte case distrutte dalla Carnia fino al Cividalese. Lo ripetei più volte con molta
angoscia, ma ne avevo la certezza. Il 6 maggio mi sentivo un po’ strano ed
avvertii Aldino Tosolini che la sera stessa sarebbe accaduto.. Conservo ancora
un’audiocassetta su cui avevo registrato gli eventi prima che accadessero

M. Ho sentito dire che hai
avuto anche la premonizione del terremoto di Assisi.

P.
Sì. Il 26 settembre del 1997, verso le due di notte mi svegliai e dissi a mia
moglie che percepivo imminente una forte scossa di terremoto con epicentro a
Serravalle e che avrebbe coinvolto anche Assisi e così accadde alle 2 e 33

M.
A cosa attribuisci questa tua disposizione alle premonizioni?

 

P.
Sinceramente non lo so. Se ci penso bene non basterebbe un libro a descrivere
questo tipo di eventi della mia vita tra premonizioni e segni.  Per me l’esistenza stessa 

è un gran mistero e noi siamo sorretti continuamente dalla Provvidenza: viviamo in un
Universo così fragile che dovremmo stupirci continuamente di essere ancora vivi
e vegeti. Non può essere il frutto del caso. Ho pensato molto a tutto ciò che mi
è successo e penso che ci siano dei motivi validi e che fanno parte del piano
che Dio ha su di me. Del resto tutti abbiamo una missione.

Anche l’asino di Balaam aveva uno scopo.

M.
Hai ancora queste premonizioni?

P.
Questa volta sono indefinite. Sento che avverrà qualcosa di particolarmente
forte, ma non so bene individuarla. So solo che da un po’ di tempo riecheggia
in me l’esortazione a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria. Proprio ieri
siamo stati, mia moglie ed io, a compiere questo atto davanti a p. Silvano di
Castemonte.

M.
In che cosa consiste?

P.
Si recita l’Angelus insieme, si rinnovano le promesse battesimali con il credo,
si invoca Maria affinché ci protegga sempre, sia sempre nostro modello e ci
aiuti a percorrere il cammino della nostra vita terrena sino al grande
trapasso.

M.
Ma a chi lo consiglieresti?

 

P.
Lo consiglierei a tutti. Consacrarsi a Maria è sempre un bene. Naturalmente
dovremmo impegnarci a frequentare di più i sacramenti e ad amare Dio ed il
prossimo nella continua conversione del cuore. Penso che se in un paese un
gruppo di persone lo facessero, c’è la probabilità che l’esempio si diffonda.
Io abito a Cividale del Friuli, una cittadina di circa 11.000 abitanti. Il
Duomo è dedicato a Santa Maria Assunta ed un’altra antica chiesetta attigua a
Santa Maria in Corte. Il vecchio ospedale era dedicato a Santa Maria dei
Battuti. A pochi chilometri da noi c’è il santuario mariano di Castelmonte. Ciò
significa che Maria è stata sempre molto venerata qui. Vedrei positivamente che
tutta la cittadina si consacri con un atto solenne al Cuore Immacolato di Maria,
presenti anche le autorità civili, oltre a quelle religiose. Nel sud lo avevano
fatto in occasione di forti siccità e da quella volta piove più spesso che da
noi. Ricordo, poi, che il papa Giovanni Paolo 2° aveva consacrato la Russia
alla Madonna di Fatima e subito dopo è crollato misteriosamente l’Impero
Sovietico senza spargimento di sangue.

M.
Perché dovrebbero consacrarsi anche le istituzioni?

 

P.
La Madonna rispetta le istituzioni perché possono salvare o portare alla rovina
intere popolazioni o nazioni. Ella ama tutti, anche coloro che detengono il
potere. Ella protegge le istituzioni basate sui valori della giustizia sociale
che si affidano anche a lei. Ti accenno a un fatto. Io ho insegnato per tanti
anni in una scuola professionale di Cividale, la quale era in crisi per diversi
motivi e molti colleghi temevano per il posto di lavoro. Ho appeso un ritratto
della Madonna di Medjugorje alla parete, proprio dietro alla mia scrivania. Pian
piano la crisi si appianò. Prima di andare in pensione, cinque anni fa, dissi
ai miei colleghi di conservare quell’immagine. È ancorà lì, dove l’avevo appesa
io. Ora la scuola ha tantissimi allievi e sta andando a gonfie vele.
Praticamente l’avevamo affidata a Maria. E nessun ex-collega osa toglierla
dall’aula insegnanti. Se una istituzione con scopi buoni si affida a Maria sono
sicuro che avrà la sua protezione.

M.
Cosa ti spinge ad esortare alla consacrazione persone ed istituzioni?

P.
La particolare situazione del mondo è pericolosissima. È sotto i nostri occhi e
non è difficile prevedere cosa potrebbe accadere tra crisi economiche,
attentati, disordini tra nazioni, confusione di valori, relativismo etico e
morale, corruzioni e scandali di ogni tipo che ha coinvolto persino la Chiesa.

M.
Perché questa iniziativa dovrebbe partire proprio dal Friuli?

P.
Da un po’ di tempo mi viene in mente un fatto che pone molti interrogativi. Il
virus Zika, proveniente dal Brasile, del quale non abbiamo ancora il vaccino.
Ciò che penso è un po’ strano, me ne rendo conto, ma anche l’episodio
dell’asino di Balaam descritto dalla Sacra Scrittura era un po’ strano.
Proviamo a pensarci: chi è stato il giocatore dell’Udinese più famoso al mondo?

M.
Zico.

P.
E da dove proveniva?

M.
Dal Brasile.

P.
C’è qualcosa di attinente, no? Ma ci sono altri possibili eventi in arrivo.

Chi ha fede e si consacra a Maria non deve temere. Mi piacerebbe che l’esempio
partisse da Cividale fino ad estendersi in tutto il Friuli che è sempre stato
molto mariano. È una piccola regione, ma ha un’ottantina di santuari dedicati
alla Madonna. Se il Friuli stesso si consacrasse al Cuore Immacolato di Maria,
altre regioni seguirebbero l’esempio… chissà!… nulla è impossibile a Dio. L’Italia
è stata una terra privilegiata dal punto di vista culturale e religioso ed è la
sede del Papa. Non deve dimenticare la sua missione nel mondo e non si deve
conformare ad altri stati che stanno abbandonando la religione cattolica. Stamane,
prima di rispondere a queste domande, avevo chiesto dei lumi al Cielo. Nel mio
Ipod conservo molte catechesi orali di p. Livio Fanzaga. Tra tante mi è
capitata subito proprio quella sull’affidamento a Maria che ho riascoltato
volentieri. Il Signore parla a tutti in molti modi, spetta a noi coglierne i
segni.

 

 

Per approfondimenti sulle premonizioni:

 

LE PREMONIZIONI

 

 

Cosa
significa consacrarsi a Maria?

 

 

1 – Innanzitutto accettarla come Madre:

Gesù l’ha affidata sotto la croce a Giovanni: “Giovanni,
ecco tua madre”. Lei ha assunto l’incarico molto seriamente, perché Giovanni
rappresentava tutta l’umanità. Come una madre terrena segue sempre suo figlio,
anche se dovesse sbandare, così Maria dal Cielo segue ognuno di noi, se
vogliamo accettarla e ci riempie di grazie.

2 – Imitarne le virtù:

Ella è stata umile ed obbediente, come testimonia il
“FIAT”, perché ha aperto il suo cuore allo Spirito Santo ed ha creduto alle
parole dell’Angelo. La sua vita terrena è stata una continua preghiera e
meditazione su tutto ciò che le accadeva. Ha svolto con gioia il suo dovere di
sposa, di madre e di casalinga. Poi ha seguito suo figlio Gesù fin sotto la
croce, non perdendo mai la speranza nella Resurrezione.

3 – L’atto di consacrazione si può concretizzare meglio nel
recarsi ad un santuario mariano ed alla presenza di un sacerdote zelante
celebrare l’Angelus, la professione di fede, alcune preghiere e la benedizione
finale.

Naturalmente, una volta consacrati, è necessario cercare di mantenere i
propositi cristiani pregando sempre, leggendo spesso la Sacra Scrittura in famiglia, celebrando
il rosario quotidiano, aprendosi agli altri ed ai poveri, frequentando i
sacramenti, specialmente la Riconciliazione e l’Eucaristia.

PREGHIERA PER
L’AFFIDAMENTO AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

 

 

Vergine Madre, desidero consacrarmi al tuo Cuore Immacolato impegnandomi a
vivere con Te ogni giorno della mia vita.

Guidami sui retti sentieri che conducono a Gesù.

Aiutami a lasciarmi trasformare interiormente da te rinnovando spesso gli
impegni battesimali.

Insegnami ad entrare con te in una comunione di cuori in modo che ami tuo
figlio Gesù come lo ami tu per compiere quotidianamente il suo volere.

Affido a te l’intera mia vita in modo da dirigere i miei passi verso la
luce, sù, sempre più sù.

Voglio essere figlio del tuo Cuore Immacolato perché la famiglia umana
abbia in me un rogo in più dell’Amore di Gesù.

 

 

ALTRA PREMONIZIONE CHE IN QUALCHE PUNTO SI STA AVVERANDO (TESTIMONIATA DAL BOLLETTINO DI CASTELMONTE):

PAPA CELESTINO 6°
https://www.mondocrea.it/itriflessioni/story$data=riflessioni&num=1409&sec=8

 

 

8 settembre 2017

L’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha affidato Maria il nuovo progetto pastorale dell’arcidiocesi di Udine.

L’ultima lettera pastorale si intitola:

«Perseveranti e concordi nella preghiera con Maria»

Consegnata ai fedeli giunti a Castelmonte in occasione del 42° pellegrinaggio diocesano, la Lettera disegna il nuovo Anno pastorale caratterizzato dall’affidamento a Maria della Chiesa udinese che sta per avviare il progetto delle Collaborazioni pastorali. Obiettivi: rinnovato slancio missionario e comunione.

 

perseveranti e concordi nella preghiera con Maria

 

http://www.diocesiudine.it/pls/udine/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=49513&rifi=guest&rifp=guest

 

La lettera termina con una preghiera scritta dall’Arcivescovo di Udine:

 

 

13 novembre 2017

 IL PRESENTIMENTO ORA SI STA CHIARENDO

La situazione in oriente non è per niente tranquilla: Corea del Nord, Stati Uniti, Cina e Russia sono ad un passo dall’olocausto nucleare

Quasi due anni fa, avvertii in me un insolito presentimento, simile a quello che ebbi prima del terremoto del Friuli del 1976 ed in altre occasioni che si sono poi avverate.

Questa volta, però, a differenza degli altri, il presentimento era indefinito.

Proprio in quel periodo conobbi a Trieste l’artista coreana Perla Paik e decidemmo di collaborare per la realizzazione del libro: “Il respiro dell’anima innamorata” con l’Editore il Segno.

Poi decidetti di andare dal nostro vescovo di Udine per esporgli i fatti e per proporgli la consacrazione dl Friuli alla Madonna (con la speranza che altre diocesi lo imitassero).

Un po’ di tempo dopo iniziarono le minacce di Kim Jong-un, famoso dittatore coreano.

Il presentimento si stava gradualmente stagliando nei suoi contorni più tragici: c’è davvero il gravissimo pericolo di una guerra nucleare perché, a differenza del 2013, quando Kim cominciò a minacciare gli Stati Uniti, ora possiede una bomba nucleare più potente e missili a lunga gittata.

Dissi in un video del 2016 (L’affidamento del Friuli a Maria?):

“Ci sono validi motivi per consacrare la diocesi di Udine e l’intero Friuli a Maria.

Ricordiamo che ad Aviano è nato p. Marco d’Aviano e c’è la Base Americana…

Maria Santissima proteggerà da molti mali che oscurano l’orizzonte dell’umanità coloro che hanno fiducia in lei! Se l’intera diocesi di Udine si affida e si consacra a Maria, potrebbero farlo anche le altre diocesi.”

Il vescovo, allora, nel settembre del 2017 ha affidato la Diocesi di Udine a Maria ed ha indetto l’anno pastorale mariano (con relativa pubblicazione di una lettera pastorale dedicata a Maria), ma si dovrà procedere per una vera e propria consacrazione, sperando che non venga osteggiato anche dall’interno.

Mi auguro che tutte le diocesi del mondo, data l’eccezionalità della situazione mondiale, si consacrino al cuore di Maria…

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=ZcjsolCOamM

mons. ANDREA BRUNO MAZZOCATO (attuale arcivescovo di Udine) ci racconta le sue esperienze relative alla preghiera personale e comunitaria, soprattutto con i giovani.


ALTRI VIDEO REALIZZATI SULLE RIFLESSIONI DELL’ARCIVESCOVO DI UDINE:


I LADRI DI SPERANZA

Video elaborato su un brano tratto dalla lettera pastorale per l’anno
2013-2014 di mons. Andrea Bruno Mazzocato, attuale Arcivescovo della
Diocesi di Udine, dal titolo: “CRISTO, NOSTRA SPERANZA” (pag.22 – “La
zizzania che infesta il campo: I ladri di speranza)


cristonostrasperanza.pdf

I LADRI DI SPERANZA

**************************************

LA TENTAZIONE DI DARE PER SCONTATA LA FEDE

“HO CREDUTO, PERCIO’ HO PARLATO” (2 Cor 4,13)
Nell’anno della fede un forte impegno per l’educazione cristiana
Lettera pastorale per l’anno 2012-2013

LA TENTAZIONE DI DARE PER SCONTATA LA FEDE

10. Care sorelle e fratelli, ho iniziato la Lettera pastorale con qualche riferimento alla mia esperienza di fede quasi per avviare tra noi un dialogo da esperienza ad esperienza; per condividere il desiderio di una continua ricerca di Dio e di Gesù che lo ha rivelato. La fede
si nutre di questo desiderio come ci insegna sant’Agostino: «Se dunque, cercandolo, si può trovare Dio, perché è scritto: Cercate sempre il suo volto? Sarà forse che, anche una volta che lo si è trovato, bisogna cercarlo ancora? [.. ] Perché lo si cerca per trovarlo con maggior dolcezza, lo si trova per cercarlo con maggiore ardore».
Il desiderio di conoscere e incontrare Gesù cresce sempre nel cuore del credente, come vediamo nella vita dei santi. Intensificando ogni giorno questo desiderio, essi sono stati testimoni di Dio e potevano dire a chi li incontrava: «Ho creduto, perciò ho parlato».
Questo èegrave; il tesoro nascosto per il quale val la pena di investire tutto. E non può essere meno di così perché, come ricorda il primo comandamento, Dio chiede tutta la mente, il cuore e l’anima.

11. Nel salmo 26 un credente apre il cuore ed esclama: «Di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto il tuo volto, Signore, io cerco»?. Quanto è vivo anche in noi lo stesso desiderio dell’anima?
In questo contesto mi sembra doveroso anche mettere in guardia dalla subdola tentazione di «dare per scontata» la propria fede. Questa tentazione può insinuarsi specialmente in quanti di noi hanno, dentro la Chiesa, una responsabilità riconosciuta di educare alla fede (il Vescovo, in primis, i sacerdoti, i genitori e gli altri educatori cristiani). Il ruolo e l’abitudine possono portare a dare per scontato di credere con la mente e col cuore in ciò che facciamo per gli altri (la predicazione, le celebrazioni liturgiche, le preghiere pubbliche, il catechismo) e annunciamo agli altri (Dio, Gesù, la Grazia, il perdono dei peccati, la vita eterna…).
Chi cade in questa tentazione, generalmente, è portato a puntare il dito sugli altri e poco su se stesso. Vede la pagliuzza nell’occhio del fratello, ma non accetta di riconoscere che nel suo c’è una trave.

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LA MISSIONE DEL CATECHISTA

Il testo del video è costituito da un paragrafo della lettera pastorale
“Il lievito e il buon pane” dell’Arcivescovo di Udine mons. Andrea Bruno
Mazzocato.

LA MISSIONE DEL CATECHISTA

LA PREGHIERA DI SUFFRAGIO PER I DEFUNTI

Video elaborato su un brano tratto dalla lettera pastorale per l’anno
2013-2014 di mons. Andrea Bruno Mazzocato, attuale Arcivescovo della
Diocesi di Udine, dal titolo: “CRISTO, NOSTRA SPERANZA” (pag.52 – “Essere segni di speranza agli occhi del mondo)

LA PREGHIERA DI SUFFRAGIO PER I DEFUNTI  

Video basato sulla lettera pastorale “Cristo nostra speranza” di mons. Andrea Bruno Mazzocato:

TRE SGUARDI PER CRESCERE NELLA SPERANZA
Video basato sulla lettera pastorale “Eterna è la sua Misericordia” di mons. Andrea Bruno Mazzocato:

L’ESAME DI COSCIENZA QUOTIDIANO

Ecco il testo dell’intera lettera pastorale di mons. Andrea Bruno Mazzocato “ETERNA È LA SUA MISERICORDIA:



eternamisericordia.pdf

 



Video elaborati su alcuni brani della lettera pastorale “Eterna è la sua misericordia”:

LA CONDIZIONE SENZA SPERANZA DELL’UOMO A QUESTO MONDO

AMMONIRE I PECCATORI

ALTRE  LETTERE PASTORALI DELL’ARCIVESCOVO DI UDINE mons. Andrea Bruno Mazzocato
VI CHIAMO AMICI

LETTERA AI BAMBINI E AI RAGAZZI DELL’ARCIDIOCESI DI UDINE:


vichiamoamici.pdf

HO CREDUTO PERCIÓ HO PARLATO

 

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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segretimedjugorje.MP3

VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron