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Fb 4 giugno
Festa degli abbracci
Gv 3,16-18

La Trinità: un dogma che può sembrare lontano, ma che invece è rivelazione del segreto del vivere, della sapienza sulla vita, sulla morte, sull’amore, e mi dice: in principio a tutto, ma proprio a tutto, è il legame.
Io che sono lento a credere, come potrò cogliere qualcosa della Trinità? Pensare di capirla attraverso le formule è come voler capire una parola analizzando l’inchiostro con cui è scritta. Ma Dio non è una definizione, è un’esperienza! La Trinità non è un concetto da capire, è una realtà condivisa da accogliere.
In uno dei capolavori di Kieslowski, il bambino protagonista sta giocando. Improvvisamente chiede alla zia: «Com’è Dio?». La zia lo chiama a sé, lo abbraccia, gli bacia i capelli e stringendolo sussurra: «Come ti senti, ora?». Pavel non vuole sciogliersi dall’abbraccio, alza gli occhi e risponde: «Bene, mi sento bene». E la zia: «Ecco, Pavel, Dio è così».
Dio come un abbraccio. Se non c’è amore, non vale nessun magistero. Se non c’è amore, nessuna cattedra sa dire Dio. Questo è il senso pieno della Trinità, specchio del nostro cuore profondo, e del senso ultimo dell’universo. Origine e vertice, fonte e culmine dell’umano e del divino: la comunione.
Sulla prima lettura i nomi di Dio sul monte sono uno più bello dell’altro: il misericordioso e pietoso, il lento all’ira, il ricco di grazia e di fedeltà (Es 34,6). Mosè è salito con fatica, due tavole di pietra in mano, e Dio sconcerta lui e tutti i moralisti, scrivendo su quella rigida pietra parole di tenerezza e di bontà.
Parole che giungono fino a Nicodemo, a quella sera di rinascite. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Siamo al versetto centrale del Vangelo di Giovanni, a uno stupore che rinasce ogni volta davanti a parole tonificanti come una camminata in riva al mare, fra spruzzi d’onde e aria buona respirata a pieni polmoni.
Ha dato suo Figlio per amore: Amare non è un fatto sentimentale, non equivale a emozionarsi o a intenerirsi, ma a dare, verbo fattivo di mani e di gesti.
Dio ha tanto amato il mondo… e la notte di Nicodemo, e le nostre, s’illuminano.
Se mi domandano: tu cristiano a che cosa credi? La risposta spontanea è: credo in Dio Padre, in Gesù risorto, nella Chiesa… Giovanni indica una risposta diversa: il cristiano crede all’amore. Noi abbiamo creduto all’amore: ogni uomo, ogni donna, anche il non credente lo sa, lo conosce come sapienza del vivere. È lo stesso amore interno alla Trinità che da lì si espande, ci abbraccia e poi dilaga.

Davanti alla Trinità, io mi sento piccolo ma abbracciato, come un bambino: abbracciato dentro un vento in cui naviga l’intero creato, che ha nome amore.
Festa della Trinità: annuncio che Dio non è in se stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio. Che ci ha raggiunto, ci libera e ci dà il suo cuore plurale.

 

Avvenire

TRINITÀ 2023

Per dire la Trinità, Gesù usa nomi di famiglia, di casa, nomi che abbracciano e stringono legami: Padre, Figlio, Spirito buono, alito che fa respirare la vita. La festa della Trinità è l’annuncio che Dio non è in se stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio. Che ci raggiunge e ci dà il suo cuore plurale.
Allora capisco perché la solitudine mi pesa così tanto e mi fa paura: perché è contro la mia natura. Allora capisco perché quando sono con chi mi ama, sto così bene: perché realizzo la mia vocazione.
La Trinità è lo specchio del mio senso ultimo, e del senso dell’universo: tutto incamminato verso un Padre fonte di libere vite, verso un Figlio che mi innamora, verso uno Spirito che accende di comunione le nostre solitudini.
Anche l’autopresentazione di Dio sul monte Sinai, davanti al suo grande amico Mosè, ha nomi caldi: misericordioso, pietoso, lento all’ira, ricco di grazia e di fedeltà (Es 34,6). Mosè è salito con fatica, due tavole di pietra in mano, e Dio sconcerta lui e tutti i moralisti, scrivendo su quella rigida pietra parole di tenerezza.
E Mosè capisce e prega: “Che il Signore cammini in mezzo a noi, venga in mezzo alla sua gente. Non resti sul monte, guida alta e lontana, ma scenda e si perda in mezzo al calpestio del popolo”.
Tutta la Scrittura ci assicura che nel calpestio del popolo, nella polvere dei nostri sentieri, lo Spirito accende i suoi roveti e i suoi profeti; il Padre rallenta il passo sul ritmo del nostro; il Figlio è salvezza che ci cammina a fianco: “venuto non per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato” (Gv 3,17). Lui non condanna e neppure giudica: “Io non giudico!”(Gv 8.15). Parola dirompente, da ripetere alla nostra fede paurosa settanta volte sette! Io non giudico, né per sentenze di condanna, né per verdetti di assoluzione. Posso pesare i monti con la stadera e il mare con il cavo della mano (Is 40,12), ma l’uomo non lo peso e non lo misuro: lo amo; non preparo né bilance, né tribunali, perché non giudico, io salvo.
“Dì loro ciò che il vento dice alle rocce,/ ciò che il mare dice alle montagne. / Dì loro che una bontà immensa penetra l’universo,/ dì loro che Dio non è quello che credono, /che è un vino di festa, un banchetto di condivisione / in cui ciascuno dà e riceve./ Dì loro che Dio è Colui che suona il flauto /nella luce piena del giorno, / si avvicina e scompare, e ci chiama alle sorgenti./ Dì loro l’innocenza del suo volto, /i suoi lineamenti, il suo sorriso. /Dì loro che Egli è il tuo spazio e la tua notte,/ la tua ferita e la tua gioia. /Ma dì loro, anche, che Egli non è ciò che tu dici di Lui, che la sua tenda è sempre oltre… (Comm. Franc. Cistercense)

 

 

Che giungono fino a Nicodemo, a quella sera di rinascite.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Siamo al versetto centrale del vangelo di Giovanni, a uno stupore che rinasce ogni volta davanti a parole buone come il miele, tonificanti come una camminata in riva al mare, fra spruzzi d’onde e aria buona respirata a pieni polmoni: Dio ha tanto amato il mondo… e la notte di Nicodemo, e le nostre, s’illuminano.
Gesù sta dicendo al fariseo pauroso: il nome di Dio non è amore, è “tanto amore”, lui è “il molto-amante”. Dio altro non fa che, in eterno, considerare il mondo, ogni carne, più importante di se stesso. Per acquistare me, ha perduto se stesso. Follia della croce. Pazzia di venerdì santo. Ma per noi rinascita: ogni essere nasce e rinasce dal cuore di chi lo ama.
Proviamo a gustare la bellezza di questi verbi al passato: Dio ha amato, il Figlio è dato. Dicono non una speranza (Dio ti amerà, se tu…), ma un fatto sicuro e acquisito: Dio è già qui, ha intriso di sé il mondo, e il mondo ne è imbevuto. Lasciamo che i pensieri assorbano questa verità bellissima: Dio è già venuto, è nel mondo, qui, adesso, con molto amore. E ripeterci queste parole ad ogni risveglio, ad ogni difficoltà, ogni volta che siamo sfiduciati e si fa buio.
Salvezza, parola enorme. Salvare vuol dire portare a maturazione, a pienezza e poi conservare. Dio conserva: questo mondo e me, ogni pensiero buono, ogni generosa fatica, ogni dolorosa pazienza; neppure un capello del vostro capo andrà perduto (Lc 21,18), neanche un filo d’erba, neanche un filo di bellezza scomparirà nel nulla. Il mondo è salvo perché amato. I cristiani non sono quelli che amano Dio, sono quelli che credono che Dio li ama, che ha pronunciato il suo ‘sì’ al mondo, prima che il mondo dica ‘sì’ a lui.
Festa della Trinità: annuncio che Dio non è in se stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio. Che ci ha raggiunto, e libera e fa alzare in volo una corrente d’amore.

 

 

Fb 7 giugno 2020
L’abbracciante

Io che sono lento a credere, che mi ci vorrà forse tutta la vita non per capire, ma solo per assaporare un poco della fede, come potrò cogliere qualcosa della Trinità? La strada non è quella delle formule. Voler capire la Trinità attraverso i concetti, è come tentare di capire una parola analizzando l’inchiostro con cui è scritta.
Dio non è una definizione, è un’esperienza.
. E su tutto regna sovrana la relazione; sul trono di famiglia, il legame.
Dio l’abbracciante. Se non c’è amore, non vale nessun magistero; senza il suo respiro, nessuna cattedra sa dire Dio.
E’ l’abbraccio il senso pieno della Trinità, e l’uomo ha il suo volto.
Quando Dio dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, l’immagine non è quella del Creatore, non quella dello Spirito, né quella del Verbo eterno, ma le tre realtà fuse insieme.
Ecco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura, perché è contro la mia natura. Ecco perché quando amo e trovo amicizia sto così bene, perché è secondo la mia, la nostra vocazione.
La relazione come cuore reciproco dell’essenza di Dio nell’uomo.
Ci ha amati così tanto da mandare suo Figlio. E mondo e uomo sono storia della Trinità.

Tutto questo ci sarebbe bastato! Invece l’Ascensione ci porta in pieno nel seno della Trinità: noi siamo quell’uomo pensato e creato non ad immagine del Dio solitario, ma della sua Trinità, dove si è felici solo l’uno nell’altro.
Questo Dio folle che ha amato non solo noi, ma tutto il creato. E che anch’io amo, perché è opera delle sue dita. Coi suoi spazi, le sue nuvole, i suoi figli, la sua dolce e aspra bellezza.
Terra amata e paziente. Grande giardino di Dio, con noi suoi piccoli “giardinieri planetari”.
io mi sento piccolo ma abbracciato dal mistero, come un bambino col naso all’insù.
Resto saldo nel loro vento in cui naviga l’intero creato che mi attende. Mi attende, perché il suo nome è comunione.

 

 

Perfino i nomi che Gesù sceglie per raccontare il volto di Dio sono nomi che contengono legami: Padre e Figlio sono
Dì loro ciò che il vento dice alle rocce,/ ciò che il mare dice alle montagne. / Dì loro che una bontà immensa penetra l’universo,/ dì loro che Dio non è quello che credono, /che è un vino di festa, un banchetto di condivisione / in cui ciascuno dà e riceve./ Dì loro che Dio è Colui che suona il flauto /nella luce piena del giorno, / si avvicina e scompare, e ci chiama alle sorgenti./ Dì loro l’innocenza del suo volto, /i suoi lineamenti, il suo sorriso. /Dì loro che Egli è il tuo spazio e la tua notte,/ la tua ferita e la tua gioia. /Ma dì loro, anche, che Egli non è ciò che tu dici di Lui/ e che tu non sai nulla di Lui, /eppure ti fidi e lo preghi e lo cerchi nel nome di ogni creatura.
(Commissione. Francofona. Cistercense)

 

 

 

SIMBOLO ATANASIANO

 

Chiunque voglia salvarsi, deve anzitutto possedere la fede cattolica:colui che non la conserva integra ed inviolata perirà senza dubbio in eterno.

La fede cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell’unità.Senza confondere le persone, e senza separare la sostanza.

Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio, ed altra quella dello Spirito Santo.Ma Padre, Figlio e Spirito Santo sono una sola divinità, con uguale gloria e coeterna maestà.

Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo.Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo.

Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo.Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito SantoE tuttavia non vi sono tre eterni, ma un solo eterno.

Come pure non vi sono tre increati, né tre immensi, ma un solo increato e un solo immenso.Similmente è onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo.E tuttavia non vi sono tre onnipotenti, ma un solo onnipotente.

Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio.E tuttavia non vi sono tre Dei, ma un solo Dio.Signore è il Padre, Signore è il Figlio, Signore è lo Spirito Santo.

E tuttavia non vi sono tre Signori, ma un solo Signore.Poiché come la verità cristiana ci obbliga a confessare che ciascuna persona è singolarmente Dio e Signore: così la religione cattolica ci proibisce di parlare di tre Dei o Signori.

Il Padre non è stato fatto da alcuno: né creato, né generato.Il Figlio è dal solo Padre: non fatto, né creato, ma generato.Lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma da essi procedente.

Vi è dunque un solo Padre, non tre Padri; un solo Figlio, non tre Figli; un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi.E in questa Trinità non v’è nulla che sia prima o dopo, nulla di maggiore o minore: ma tutte e tre le persone sono l’una all’altra coeterne e coeguali.

Cosicché in tutto, come già detto prima, va venerata l’unità nella Trinità e la Trinità nell’unità.Chi dunque vuole salvarsi, pensi in tal modo della Trinità.

Ma per l’eterna salvezza è necessario credere fedelmente anche all’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo.La retta fede vuole, infatti, che crediamo e confessiamo che il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, è Dio e uomo.

È Dio, perché generato dalla sostanza del Padre fin dall’eternità; è uomo, perché nato nel tempo dalla sostanza della madre.Perfetto Dio, perfetto uomo: sussistente dall’anima razionale e dalla carne umana.

Uguale al Padre secondo la divinità, inferiore al Padre secondo l’umanità.E tuttavia, benché sia Dio e uomo, non è duplice, ma è un solo Cristo.

Uno solo, non per conversione della divinità in carne, ma per assunzione dell’umanità in Dio.Totalmente uno, non per confusione di sostanze, ma per l’unità della persona.

Come infatti anima razionale e carne sono un solo uomo, così Dio e uomo sono un solo Cristo.Che patì per la nostra salvezza, discese agli inferi, e il terzo giorno è risuscitato dai morti.È salito al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, e di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.

Alla sua venuta tutti gli uomini dovranno risorgere con i loro corpi, e dovranno rendere conto delle proprie azioni.

Coloro che avranno fatto il bene andranno alla vita eterna; coloro, invece, che avranno fatto il male, nel fuoco eterno.

Questa è la fede cattolica, e non potrà essere salvo se non colui che l’abbraccerà fedelmente e fermamente.

Amen.

 

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Dal “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità (n.78 anno 1952)

Gesù parlava direttamente con suor Maria della Trinità e le dava sempre buoni consigli ed osservazioni relative all’immenso amore che prova per le sue creature…

 

 

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Gloria a Dio nell’alto dei cieli    e pace in terra agli uomini amati dal Signore.    Noi ti lodiamo, ti benediciamo,    ti adoriamo, ti glorifichiamo,    ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,   nbsp; Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.    Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,    Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre;    tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;    tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;    tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.    Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo:    Gesù Cristo, con lo Spirito Santo    nella gloria di Dio Padre.    Amen.

 

VERSIONE IN LATINO

 

Glória in excélsis Deo    et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.    Laudámus te,    benedícimus te,    adorámus te,    glorificámus te,    grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam,    Dómine Deus, Rex cæléstis,    Deus Pater omnípotens.    Dómine Fili Unigénite, Jesu Christe,    Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris,    qui tollis peccáta mundi, miserére nobis;    qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram.    Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.    Quóniam tu solus Sanctus, tu solus Dóminus,    tu solus Altíssimus,    Jesu Christe, cum Sancto Spíritu: in glória Dei Patris.    Amen.

 

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La vista è un dono immenso, per il quale dovremmo dimostrare riconoscenza continuamente al Signore. Essa è sé un fenomeno prodigioso, incredibilmente complesso: più ci pensiamo e più dovremmo meravigliarci e stupirci.

A noi tutti sembra di vedere le cose allo stesso modo, ma nessuno può garantircelo perché non possiamo essere al posto degli altri. Forme e colori vengono da noi percepiti in modo personale in base a tanti fattori ereditari e culturali.

Quando ci sentiamo vuoti, superficiali o annoiati, pensiamo al dono della vista e consideriamolo un grandissimo dono per cui dovremmo sempre glorificare il Creatore.Essa ci richiama la vista interiore che è ancora più importante.

Il nostro mondo interiore è di una ricchezza inimmaginabile, se lo sappiamo scoprire ed interpretare.

Ma il Regno di Luce che ci aspetta se ci lasciamo redimere non riusciamo nemmeno ad immaginarlo: esso arrecherà armonia, serenità, bontà, stupore, creatività, riconoscenza ed ammirazione per la Santissima Trinità…

 

 

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O Gesù, che nell’eccesso del tuo amore e per vincere la durezza dei nostri cuori, doni tante grazie a chi medita e propaga la devozione della tua SS. Passione del Gethsemani, ti prego di voler disporre il cuore e l’anima mia a pensare spesso alla tua amarissima Agonia nell’Orto, per compatirti e unirmi a te il più possibile.

Gesù benedetto, che sopportasti in quella notte il peso di tutte le nostre colpe e che per esse hai pagato completamente, fammi il grandissimo dono di una perfetta contrizione per le mie numerose colpe che ti fecero sudare sangue.

Gesù benedetto, per la tua fortissima lotta del Gethsemani, dammi di poter riportare completa e definitiva vittoria nelle tentazioni e specialmente in quella cui vado maggiormente soggetto.

O Gesù appassionato, per le ansie, i timori e le sconosciute ma intensissime pene che hai sofferto nella notte in cui fosti tradito, dammi una grande luce per compiere la tua volontà e fammi pensare e ripensare all’enorme sforzo e alla impressionante lotta che vittoriosamente sostenesti per fare non la tua ma la volontà del Padre.

Sii benedetto, o Gesù, per l’agonia e le lacrime che versasti in quella notte santissima.

Sii benedetto, o Gesù, per il sudore di sangue che avesti e per le angoscie mortali che provasti nella più agghiacciante solitudine che mai uomo potrà concepire. Sii benedetto, o Gesù dolcissimo ma immensamente amareggiato, per la preghiera umanissima e divinissima che sgorgò dal tuo Cuore agonizzante nella notte dell’ingratitudine e del tradimento.

Eterno Padre, ti offro tutte le Sante Messe passate, presenti e future unito a Gesù agonizzante nell’Orto degli ulivi. Santissima Trinità, fa che si diffonda nel mondo la conoscenza e l’amore per la SS. Passione del Gethsemani. Fa’, o Gesù, che tutti coloro che ti amano, vedendoti crocifisso, ricordino anche le inaudite pene tue nell’Orto e, seguendo il tuo esempio, imparino a ben pregare, combattere e vincere per poterti poi glorificare eternamente in cielo. Cosi sia.

23.XI.1963 Con approvazione ecclesiastica + Macario, Vescovo di Fabriano (Gesù)

 

Ed ecco cosa offro a tutti in cambio di un po’ d’amore: Remissione di tutte le colpe e certezza di salvezza in punto di morte a chi pensa, una volta al giorno, almeno, alle pene che provai nell’Orto del Gethsemani;Contrizione perfetta e duratura a chi faccia celebrare una Messa in onore di quelle stesse pene;riuscita nelle faccende spirituali a coloro che inculcheranno agli altri l’amore alle pene dolorosissime del mio Gethsemani. (agosto del 1963)

 

Vuoi unirti alle ANIME CONSOLATRICI di Gesù agonizzante nell’orto del Gethsemani?Dà la tua adesione a:

“GLI AMICI DEL GETHSEMANI”Rua della Canonica, 13 Tel. 0736/251214 63100 ASCOLI PICENO Diffondi questa preghiera richiedendola “GRATIS”

Infine, per dimostravi che voglio proprio rompere una diga del mio Cuore e darvi un fiume di grazia, Io prometto a chi si farà promotore della devozione al mio Gethsemani queste altre tre cose: 1) Vittoria completa e definitiva nella maggiore tentazione cui è soggetto; 2) Potere diretto di liberare anime dal Purgatorio; 3) Grande luce per compiere la mia volontà.Tutti questi doni miei Io farò con certezza a quelli che faranno le cose che ho dette, con amore e compassione per la mia spaventosa agonia del Gethsemani.(agosto del 1963)

Vuoi unirti alle ANIME CONSOLATRICI di Gesù agonizzante nell’orto del Gethsemani? Da la tua adesione a: “GLI AMICI DEL GETHSEMANI”Rua della Canonica, 13Tel. 0736/251214 63100 ASCOLI PICENO

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I nostri cari defunti che sono in Paradiso, con il permesso di Dio, possono vederci in questa vita terrena anche se sono in un’altra dimensione, perché l’amore in Gesù Cristo e nella SS. Trinità ci mette tutti in comunione spirituale e nulla è impossibile a Dio.

Ad Ivanka, una delle veggenti di Medjugorje, insieme alla Regina della Pace apparve sua madre morta poco tempo prima e le disse di essere orgogliosa di lei.

Ciò significa che i defunti possono conoscere che tipo di vita conduciamo per aiutarci con le loro preghiere a salire verso la luce.

Per questo noi possiamo anche invocare la loro intercessione ed il Signore distribuisce grazie a coloro che fiduciosi le richiedono.

 

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“Il tempo porta nel suo segreto anche la mia ultima ora” scriveva il monaco Albino Candido (Diario, 5 giugno 1980)

 

Questa frase contiene una verità che potrebbe davvero cambiarci la vita…Stiamo sempre col Signore: c’è tutto da guadagnare.

L’ anima è più importante del corpo che proviene dalla polvere e si deteriora col tempo e le malattie.La trasgressione peccaminosa è un momento di ingannevole illusione, ma poi lascia l’amaro in bocca…

Nel Signore possiamo contemplare tutto, nella trasgressione nulla ha senso perché si è ciecamente presi dalla ricerca del piacere intrinseco perverso…

“Gustate e vedete quanto è buono il Signore” – invita il salmo, il quale è parola di Dio.

Nella calma e nella serenità interiore noi possiamo davvero pregustare il paradiso. Dio è nella brezza leggera, come avvertiva il profeta Elia. Val davvero la pena perdere questo gusto interiore per sostituirlo con piaceri effimeri che non piacciono al Signore?

Il tentatore è furbo e maligno, ma ci mette in agitazione ed in seguito ci procura disagio.

Gesù è il fine di tutto, per questo ci fa sentire interiormente bene ed in armonia.In Lui si ama la vita, il prossimo e la SS. Trinità.

Un amore eterno…

 

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In Cielo i redenti che sono morti in Cristo, vivranno per tutta l’Eternità contemplando il dinamismo dell’Amore Trinitario e vivendo nel suo interno. Durante la vita terrena, hanno amato se stessi ed il prossimo in Cristo operando il bene.

In Cielo continueranno ad operare il bene, ma in modo assai diverso da quello che immaginiamo. Infatti nessuno soffrirà per la fame, la violenza o le malattie, per cui non ci sarà bisogno di soccorrersi a vicenda.

C’è piena condivisione della gloria che hanno in Paradiso…Ognuno, comunque, come promesso da Cristo stesso, avrà una mansione particolare.

Il loro amore, in virtù della Comunione dei Santi, se Dio lo permette, potrà essere operativo anche per le creature terrene in difficoltà, per cui le preghiere di intercessione dei beati verranno ascoltate sia principalmente in virtù dei meriti di Cristo che in virtù dei loro quand’erano in vita.

Quindi i beati hanno una mansione specifica, la quale per noi rimane spesso misteriosa. Non conosciamo quasi niente della nostra dimensione terrena, figuriamoci se riusciamo a comprendere la loro.

Essi amano tutti in Dio e continueranno ad amare per tutta l’eternità nella beatitudine più completa…

 

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Santissima Trinità. Io esisto grazie al Padre che mi ha creato, al Figlio che mi ha redento ed allo Spirito Santo che mi guida, tre persone ed una sola divinità.

Accetto con tutto il cuore questo mistero di fede, anche se non lo comprendo per ora.

Aiutami ad essere consapevole, o SS. Trinità, di esistere nel dinamismo del tuo seno e che non venga mai meno la speranza che vivrò eternamente in Te.

Mi consacro a Te con tutto il cuore, ti adoro profondamente nella mia anima e ti offro ogni mio atto di volontà affinché Tu lo orienti sempre verso il bene.

Rigenerami sempre nello Spirito Santo, salvami in Gesù Cristo e proteggimi tra le braccia del Padre.Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, come era nel Principio ora e sempre nei secoli dei secoli…

AMEN

 

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IN QUESTA DIMENSIONE SI È NARCISISTI FINO AL TERMINE DALLA VITA, Ma NELL’ ALDILÀ SI VIVE FUORI DI NOI (ESTASI) NELLA CONTEMPLAZIONE DEL DINAMISMO TRINITARIO…

 

Il narcisismo non é una scoperta esclusiva del mondo accademico che ruota intorno allo studio della psiche..Esso é insito in ogni persona perché é sempre in evoluzione.

I grandi filosofi e scrittori dell’umanità ne hanno sempre parlato, anche se in forme diverse.

In questa vita terrena da infanti il nostro narcisismo é un dinamismo necessario, ma spesso inconsapevole.

Da adolescenti é mimetizzato nella scoperta del sé.

Da adulti é sempre latente, ce ne vergogniamo, ma agisce piú nel sociale…

Da anziani in genere é più relegato al passato e vive nei ricordi.

L’ultima persistenza narcisistica si sgretola solo con la morte, la quale scaglia la persona nella dimensione ripulita da ogni forma di narcisismo, ed é per questo che l’anima redenta si trova in continua estasi di fronte a Dio.. perché vive fuori di se stessa…nel dinamismo trinitario.

 

 

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MEDITAZIONE

Nella vita attuale tutto passa e svanisce presto. Persino i ricordi si offuscano e, se sei anziano, gli acciacchi si fanno sentire.
Permane quello spazio interiore molto intimo, una fiammella che non si spegne.
Ogni tanto rivedi nella tua mente antichi volti di persone con cui hai avuto molto a che fare nel passato e che ora non sono più in questa dimensione terrena: parenti, amici, compagni, educatori, insegnanti, sacerdoti, religiosi, colleghi ecc.
Quanti saranno? Molto di più di quello che pensi.
E così anche tu prima o dopo li seguirai, quando Dio vorrà.
Forse qualcuno dei “superstiti” si ricorderà di te nel bene e nel male.
Ma questo che importa? Lascia che i morti seppelliscano i loro morti…
Nella nuova dimensione si vedranno le cose in modo molto diverso, alla luce divina. Saremo “faccia a faccia, col nostro Signore misericordioso e contempleremo tutto ciò che ha fatto per noi, spesso a nostra insaputa.
Le cose di prima non conteranno più e vivrai nella continua novità l’istante eterno nel seno della Trinità, se credi.

 

 

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Voi che ignorate appositamente l’esistenza del Padre Creatore, del Figlio Salvatore e dello Spirito Amore, perché non volete comprendere che il destino eterno di ogni uomo è la contemplazione della SS. Trinità?

Voi che date la priorità alle cose materiali accumulando a danno dei poveri e dandovi ai piaceri della carne contro le leggi divine, dimenticate che ogni atomo dell’Universo e del vostro corpo appartiene a Dio, così Onnipotente che potrebbe chiamarvi a sé quando vuole dissolvendo il corpo terreno?

Voi che vi credete superiori agli altri nel possesso dei beni materiali e della scienza, non sapete che Dio è onnisciente e che le vostre conoscenze sono un nulla se comparate alle sue e che Egli ha il potere di togliervi anche l’intelletto?

Voi che continuate a emanare leggi inique e discriminatorie, perché ignorate che Colui che ha creato tutto ha anche il potere sulle leggi della natura?

Voi che calpestate la dignità dei vostri fratelli, non sapete che Colui che sorregge l’Universo è anche la Fonte della Giustizia?Date lode a Dio e ringraziatelo continuamente per la sua infinita Misericordia ed attendete con cuore puro la sua venuta!

 

 

Date lode a Dio e ringraziatelo continuamente per la sua infinita Misericordia ed attendete con cuore puro la sua venuta!

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(dal libro “La spirale della vita di Pier Angelo Piai – edizioni Segno)

L’amore è vita e genera amore: per questo è fecondo. Il dinamismo trinitario ne è una riprova perfetta. Tutto ciò che vive riflette questa interrelazione divina secondo il proprio grado di libertà.

L’atto coniugale, massima espressione terrena della fusione d’amore, sfocia nella naturale procreazione a cui è finalizzato. I due ora devono volgere la loro attenzione ad un terzo: i loro sguardi si distaccano ogni qualvolta devono essere diretti sulla vita generata. L’uno rischierebbe di rimanere semplice proiezione dell’altro e il circolo d’amore potrebbe rimanere monco. L’avvento del “terzo” ricompone la relazione, la finalizza, le ridona vitalità e quel dinamismo che porta alla perfezione.

L’individuo generato attuerà per tutta la vita la propria “centrazione” che consiste nell’individualizzarsi emergendo da infinite centrazioni. Biologicamente è proprio così: ogni forma vivente emerge da altre forme individualizzate o viventi, dal vegetale che assorbe energia solare scomponendo e ricomponendo sostanze più o meno chimicamente complesse nella sintesi clorofilliana, all’animale che ricava energia vitale sia dai vegetali che dagli altri animali.

Ogni essenza si auto-determina attingendo dall’etere “ontologico” con una serie di atti ed operazioni che conducono ad una sorta di “auto-separazione”. Ma come per le cellule il contatto esterno, irrinunciabile per la sopravvivenza, avviene secondo una specifica modalità, così l’essere si autocrea liberamente nella coscienza.

La conoscenza è il materiale ontologico che eleva ogni essere più autentico: più essa è pura e più conduce al distacco. Se rimane “erudizione”, cioè conoscenza esterna, l’essere si cristallizza in quanto l’intimità si perde nella datità di un processo di identificazione… e la datità non è mai libertà ma è sempre un fallimento, una risposta non data alla vocazione di ciascun essente chiamato all’auto-creazione.

Sì, è proprio così: ciascuno di noi è chiamato a trascendere il dato: ma tutto ci è dato, anche I’articolazione del nostro pensiero, i nostri gusti ed i più segreti condizionamenti.
Qual è il vero possesso dell’essere libero? È la scelta che nessuno potrà mai vanificare perché la sfera della volontà non potrà mai essere intaccata. L’essere si realizza proprio nella volontà che è il timone di tutti gli orientamenti, i quali sono pressoché infiniti in quanto devono costituire I’ambiente di incubazione dell’autorealizzazione.

Il distacco segna tutte le tappe biologiche di ogni uomo: esso è fondamentale per ogni individuazione e concentrazione. È talmente inscritto nella dinamica dell’essere che anche nell’Universo deterministico si presenta come un leit-motiv: dal microcosmo al macrocosmo l’individuo si distacca dal suo nucleo, perde il suo isolamento per essere parte di un’unità… in pratica smette di “appartenersi”.

Se questo avviene nell’ordine cosmico e biologico a maggior ragione nell’ordine psichico e spirituale che, come abbiamo già constatato, costituisce l’insieme delle spire che si snodano sul nucleo deterministico. Ogni ciclo evoluzionistico è contrassegnato dal distacco: solo un’attenta riflessione scevra da pregiudizi può constatare la veridicità di questa affermazione.

 

Dedicato anche al filosofo Emanuele Franz, autore del libro “UMILIAZIONE” ed. AUDEX
https://www.mondocrea.it/tag/umiliazione/

 

 

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Padre Ghislain ROY, famoso sacerdote del Quebec, erede dei carismi di padre Emiliano TARDIF, ha inviato questa preghiera e chiede ad ogni occhio che la vede di pregarla ipso facto e anche di ripeterla più volte da oggi:

 

“SANTA TRINITÀ, DIO ONNIPOTENTE , SANGUE DI CRISTO, distruggi Satana, disattiva e paralizza le trappole (rievocazioni) di coloro che manipolano il mondo intero!

Cuore Immacolato di Maria, schiaccia la testa di Satana; neutralizza e blocca le insidie ​​di chi manipola il mondo intero!

SANTO ARCANGELO MICHELE E I TUOI SEI FRATELLI, incatena Satana, disattiva e paralizza le insidie ​​di chi manipola il mondo intero! Amen!”

 

 

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Il più piccolo degli uomini si mette con amore e con grande fede al servizio di Gesù e diventa grande riferimento per i fratelli, perché Gesù opera meraviglie, servendosi degli ultimi, dei semplici.

Il regno di Dio è amore, se noi ci lasciamo coltivare da Dio diventiamo terreno buono che dà molto frutto.
San Michele Arcangelo a Petralia disse:”Purtroppo molti di voi si credono colti e potenti e invece vivono nel buio ignorando l’esistenza dell’Onnipotente.

Pregate la Santissima Trinità affinché satana non si serva di questi uomini ignoranti e assetati di materia per fare male nel mondo.

Pregate ogni giorno e digiunate almeno una volta al mese, affinché tali uomini si convertano a Dio e regni la pace nel mondo”.

Chi ha fede in Dio e prega rimane tranquillo e sereno anche quando tutt’intorno c’è confusione e rumore perché Gesù è la nostra guida e nessuno può confondere e smarrire colui che segue Gesù.
Pace e coraggio

Salvo Valenti

 

 

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GESÙ A SUOR MARIA DELLA TRINITÀ

(Colloquio Interiore n. 468)

 

 

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(dal mio libro “LA SPIRALE DELLA VITA”)    LA SOFFERENZA DELLA CORRUTTIBILITÀ (p.116)

 

Dio è perfettamente “distaccato” da tutto ciò che ha creato: per questo è I’Essere più amante, proprio perchè in Lui non c’è ombra di possesso ed ogni creatura è restituita alla sua specifica libertà.
Egli “ama” perchè vuole esseri “amanti” (i quali sono “amanti” quando, come lui, desiderano tutti gli altri “amanti”).

Il vero “amante” ha una sofferenza più intima e profonda di colui che meno ama perché brama e desidera ardentemente che I’altro raggiunga la sua pienezza di essere “amante”. La sua è una pura attenzione disinteressata, che non potrà mai incurvarsi su se stessa senza offuscare la sua trasparenza.

Anche la realtà cosmica va amata così come è e la purezza di una coscienza si misura nella finalità di cui essa riveste le cose: più essa è riportata a Dio e più il distacco è perfetto (“là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” Mt. 6,21).
L’uomo di Dio ama tutto ciò che esiste con grande distacco e nulla vorrebbe ritenere per sè, consapevole dell’universalità del dono divino (è in questo modo che partecipa al dinamismo trinitario).
Maggiore è questo distacco e più egli si avvicina alla natura divina, superando a volte la dimensione spazio-temporale come è proprio dei mistici.

Ogni coscienza avverte che l’unica realtà esistenziale è il presente e che la sua felicità consiste nell’assaporarlo. Infelice è colui che si rifugia in un passato evanescente, che più non esiste se non in un atto presente che ha la sola funzione di rievocarlo.

Ma infelice è anche colui che si rifugia nel mito di un futuro che la fantasia delI’atto presente addolcisce illusoriamente.

Rimane il presente, ovvero l’istante depurato da tutte le illusioni del passato e del futuro. Esso è dentro di noi, nella nostra più intima cella interiore. La sofferenza consiste nel distogliere continuamente lo sguardo dal presente per volgerlo nei fantasmi di istanti che non esistono.

Felice colui che sa guardare il vero presente coraggiosamente in faccia!
Egli lo penetra e lo possiede (come dice Lavelle) ma non nel senso con cui lo intende la nostra sciocca mentalità mondana che crede di possedere le cose da cui è posseduta. Il possesso del presente è un altro e corrisponde alla “Signoria” che Cristo ha sull’Universo e di cui è “Re”: consiste nel perfetto distacco e nel totale riferimento al Padre da cui tutto proviene.

Ecco che si profila all’orizzonte del mistero il senso della “mutevolezza” del dato. Niente è statico in quanto la “staticità” paralizzerebbe I’attività dello spirito destinato alla somiglianza trinitaria in cui ogni Persona è solo per I’altra senza mai fermarsi su se stessa.

Nulla dell’attività spirituale è “statico” e il vero dinamismo è quello interiore anche se dovesse sussistere un’apparente immobilità del mondo esteriore. Il fascio dei determinismi si adatta ad infinite variazioni che rimarrebbero esteriori se non fossero illuminati dall’attività interiore che tutto riconduce ad un’unica finalità.

Diceva un mistico musulmano: “se non hai il paradiso dentro di te non sperare d’entrarci”. Nulla di più cristiano in questa stupenda esortazione. “Il Regno è già ora, dentro di voi.” Colui che intuisce questa realtà, assurda per un materialista, accetta ogni sofferenza come un fatto provvidenziale in cui lo Spirito viene allenato ad essere distolto da ogni “staticità” di possesso spazio-temporale per entrare nella giusta dimensione in cui l’essere raggiunge la sua pienezza solo nell’autocreazione. Essa è possibilita di scelta e quindi un “training” della volontà che supera ogni determinismo e sottomette ogni tentativo di possesso che sclerotizza l’essere.

 

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IL SOLE : RICHIAMO TRINITARIO

“Un linguaggio mai inteso io sento”. “I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal. 19,2).

 

Vero: tutto nel cosmo reca l’impronta del sigillo trinitario. Soffermiamoci sul sole.

Appare I’astro più brillante e più caldo della volta celeste perché il più vicino e dona la vita al nostro pianeta. La sua composizione è la più semplice: gli atomi di idrogeno muniti di un solo elettrone mediante la fissione nucleare si tramutano in atomi di elio, il cosiddetto gas raro, sprigionando enorme quantità di energia che viene recuperata da tutti gli altri elementi più complessi che attraverso numerosi processi fisico-chimici generano la vita.

Tutti gli esseri viventi (anche chi non conosce bene la biologia lo intuisce) possono vivere grazie ai diversissimi processi di combustione mediante i quali alcune sostanze organiche devono essere bruciate per produrre calorie.

Tutti i fenomeni di combustione, in fondo, sono tentativi che riproducono in minimissima parte ciò che avviene sul sole il quale non si esaurirà fino a che non abbia consumato l’ultimo atomo di idrogeno.

Il sole mi richiama Dio, il Dio trinitario. Dio è l’Uno, perché il più semplice (I’idrogeno è l’elemento più semplice perché ha un solo elettrone). Tutta la molteplicità tende all’uno in quanto “uno” vuol dire ciò a cui nulla è aggiunto, come afferma Eckhart quando parla della “negazione della negazione”.

Di Dio si dice che è uno e trino. Il sole è dinamismo; il Padre dice di sè: lo sono Colui che è e che fa divenire.

Il sole emana la luce più forte; il Figlio dice di sè: lo sono la luce del mondo. Dal sole proviene calore; lo Spirito Santo è amore attivo che riporta il molteplice all’uno.

La luce, quindi, è il dinamismo attivo e visibile, ovvero la sua manifestazione (generato, non creato), mentre il calore è l’effetto del dinamismo da cui non può essere disgiunto..
Delle tre Persone si dice che sono uguali ma distinte. Difatti nel sole la luce non è il dinamismo ma la sua manifestazione (alla tua luce vediamo la luce); il calore non è la luce ma il suo propulsore.

Nonostante tutto l’intimità di questi elementi è perfetta. Senza la luce non sarebbero visibili né dinamismo né calore. Senza il dinamismo non possono esistere né luce né calore. Senza il calore il dinamismo è superfluo e la luce non scaturirebbe.
Ogni elemento è quindi funzione dell’altro ed è l’altro, pur distinguendosi.

L’immagine del sole è davvero imperfetta per essere riportata a quella del Creatore. La coscienza può inizialmente appoggiarvisi finché risiede nel suo alveo nucleare, ma poi deve risalire le spire spaccando il nucleo dei concetti per riposare nell’Essenza dell’Essere sussistente, priva di immagini e forme…

Ne è prova il fatto che il sole non può essere fissato a lungo dall’occhio nudo senza subire danni irreversibili: bisogna interporre un corpo traslucido. Così è Dio: nessuno può vederlo e rimanere vivo. Fin che siamo in questo nucleo terreno l’intelletto lo intravede mediatamente.

 

 

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Un linguaggio mai inteso io sento”. “I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal. 19,2).
Vero: tutto nel cosmo reca l’impronta del sigillo trinitario. Soffermiamoci sul sole.
Appare l’astro più brillante e più caldo della volta celeste perché il più vicino e dona la vita al nostro pianeta. La sua composizione è la più semplice: gli atomi di idrogeno muniti di un solo elettrone mediante la fissione nucleare si tramutano in atomi di elio, il cosiddetto gas raro, sprigionando enorme quantità di energia che viene recuperata da tutti gli altri elementi più complessi che attraverso numerosi processi fisico-chimici generano la vita.
Tutti gli esseri viventi (anche chi non conosce bene la biologia lo intuisce) possono vivere grazie ai diversissimi processi di combustione mediante i quali alcune sostanze organiche devono essere bruciate per produrre calorie. Tutti i fenomeni di combustione, in fondo, sono tentativi che riproducono in minimissima parte ciò che avviene sul sole il quale non si esaurirà fino a che non abbia consumato l’ultimo atomo di idrogeno.
Il sole mi richiama Dio, il Dio trinitario. Dio è l’Uno, perché il più semplice (l’idrogeno è l’elemento più semplice perché ha un solo elettrone). Tutta la molteplicità tende all’uno in quanto “uno” vuol dire ciò a cui nulla è aggiunto, come afferma Eckhart quando parla della “negazione della negazione”.
Di Dio si dice che è uno e trino. Il sole è dinamismo; il Padre dice di sè: lo sono Colui che è e che fa divenire. Il sole emana la luce più forte; il Figlio dice di sè: lo sono la luce del mondo. Dal sole proviene calore; lo Spirito Santo è amore attivo che riporta il molteplice all’uno.
La luce, quindi, è il dinamismo attivo e visibile, ovvero la sua manifestazione (generato, non creato), mentre il calore è l’effetto del dinamismo da cui non può essere disgiunto..
Delle tre Persone si dice che sono uguali ma distinte. Difatti nel sole la luce non è il dinamismo ma la sua manifestazione (alla tua luce vediamo la luce); il calore non è la luce ma il suo propulsore. Nonostante tutto l’intimità di questi elementi è perfetta. Senza la luce non sarebbero visibili né dinamismo né calore. Senza il dinamismo non possono esistere né luce né calore. Senza il calore il dinamismo è superfluo e la luce non scaturirebbe.
Ogni elemento è quindi funzione dell’altro ed è I’altro, pur distinguendosi.
L’immagine del sole è davvero imperfetta per essere riportata a quella del Creatore. La coscienza può inizialmente appoggiarvisi finché risiede nel suo alveo nucleare, ma poi deve risalire le spire spaccando il nucleo dei concetti per riposare nell’Essenza dell’Essere sussistente, priva di immagini e forme…
Ne è prova il fatto che il sole non può essere fissato a lungo dall’occhio nudo senza subire danni irreversibili: bisogna interporre un corpo traslucido.
Cosi è Dio: nessuno può vederlo e rimanere vivo. Fin che siamo in questo nucleo terreno l’intelletto lo intravede mediatamente.
(dal mio libro: “La spirale della vita”)

 

 

I santi sono i redenti che vivono l’eterna beatitudine all’interno del dinamismo trinitario. In Dio essi amano tutti gli altri abitanti del Cielo, ma non si limitano ad amare solo loro, altrimenti non sarebbero veri “santi”.

Essi amano anche noi che stiamo provvisoriamente vivendo in questa dimensione terrena, noi che stiamo lottando contro le tentazioni e stiamo soffrendo per le nostre fragilità.

Come il Signore è in noi, anche loro ci sono accanto e sono contenti di intercedere per noi ogni volta che glielo chiediamo.

Se viviamo in grazia di Dio, credendo nella sua infinita misericordia, anche i santi e gli angeli ci accompagnano ovunque andiamo e qualsiasi cosa facciamo.

Se partecipiamo alla Santa Eucaristia, essi sono accanto a noi ad adorare Gesù che scende dal Cielo e si fa presente in quell’ostia consacrata.

Prima di tutto c’è Maria Vergine, madre di tutti noi e regina dei santi e degli angeli. Poi i santi che ci hanno scelto e ci proteggono in modo speciale, e poi tutti gli altri santi, compresi quelli non canonizzati, come i parenti e gli amici redenti.
Viviamo sempre alla presenza di Dio, di tutti gli angeli ed i santi.
Allora potremo pregustare il Paradiso dentro di noi già su questa terra.

 

 

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Con il dono dello Spirito Santo Dio è dentro di noi.
Soprattutto nella Santa Comunione Dio Padre, Figlio e Spirito Santo è esattamente dentro di noi, nel nostro cuore. Non dobbiamo cercarlo fuori.

Con il Battesimo il Dio Trinitario vive dentro di noi, nascosto in noi . Il dialogo tra le tre persone divine è quindi dentro di noi. Se siamo in grazia di Dio c’è già in noi una preghiera che funziona, la quale è una fonte viva in noi. Noi dobbiamo solo metterci in moto per trovarla dentro di noi.

Il monaco Albino Candido scriveva ne suo Diario: Incominciamo tutto, ogni cosa, anche minima, da Dio, dal calore della presenza di Gesù. Tutto. Succede di cominciare da noi stessi, dal nostro impegno, dalla nostra buona volontà. ma come può essere buona se noi siamo cattivi? Come può essere buona se non ce la infonde Lui che è buono? Noi pensiamo che quelle ispirazioni che ci muovono al bene, siano ispirazioni che provengono dal nostro essere, mentre sono ispirazioni veramente che spirano da Dio, dallo Spirito che soffia dove e quando vuole…(11.10.1980)
Quindi Dio in noi prega nel dinamismo trinitario. Basta accettare il dono dello Spirito Santo per il quale Dio vive in noi.
Chi cerca Dio al di fuori di sé, non lo trova. Gesù ha detto : “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo” per indicare una presenza intima nel cuore dell’uomo. Per trovarlo bisogna entrare nel nostro cuore: dobbiamo glorificare Dio nel nostro corpo perché siamo Tempio dello Spirito Santo.
Il vero pellegrinaggio è il nostro cuore, perché è lì che Gesù prega il Padre ed è lì che il Padre ama il Figlio, ed è lì che è presente lo Spirito Santo.
Per questo Gesù ci dice di “vegliare”: desidera esortarci a chiudere i canali esterni di distrazioni, di dissipazioni e vizi, i quali ci impediscono di ascoltare quella preghiera che è già presente in noi.
Nell’Apocalisse si legge: “Ecco, io sto alla porta e Busso” significa che è necessario aprirgli il cuore se vogliamo trovarlo.

Ispirato da un intervento di p.Serafino Tognetti:
https://www.youtube.com/watch?v=4eNEvyZDpXM

 

 

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Non facciamo mai calcoli sulla durata della nostra vita terrena.
Piuttosto dobbiamo vivere l’oggi come se fosse l’ultimo giorno.
Nessuno può garantirci la durata esatta della nostra vita terrena. Si sentono sempre più spesso notizie di morti improvvise relative a persone che sembravano in buona salute.
Il Signore tiene nascosta la nostra “ora” per motivi che conosce infinitamente meglio di noi, ma questo perché ama ciascuno di noi in modo particolare e desidera che anche noi impariamo a corrispondere al suo immenso Amore.

Signore! Tu conosci perfettamente la nostra ora perché l’hai stabilita Tu, Dio Onnipotente ed Onnisciente. Aiutaci ad essere continuamente consapevoli di questa nostra provvisorietà e della nostra estrema fragilità ,ma anche della tua infinita Misericordia, affinché l’ora non ci colga impreparati, ma sia un caloroso abbraccio paterno e fraterno nello Spirito Santo, in seno alla Santissima Trinità.

 

 

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San Paolo sostiene che noi uomini, anche se esseri molto fragili, siamo Tempio dello Spirito Santo. Ciò perché abbiamo un’anima immortale e siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.

Essendo Tempio dello Spirito Santo, Dio dimora in noi, se gli diamo spazio cercando di fare la sua volontà.

Se in noi abita lo Spirito Santo, essendo la 3° Persona della Santissima Trinità, cioè Dio stesso, allora vi abitano anche il Padre ed il Figlio.

Un unico Dio in tre Persone uguali e distinte in noi.

Quindi il Paradiso è in noi, se vogliamo, perché è Dio stesso il Paradiso.

Nel Paradiso troviamo Maria Santissima, tutti gli angeli ed i santi.

Ricordiamoci, quindi, che non siamo mai soli se la nostra volontà è ben orientata e conforme a quella divina.

 

 

 

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Se crediamo che la Chiesa cattolica è anche maestra nello spirito perché fondata da Gesù Cristo ed è assistita dallo Spirito Santo da Lui stesso inviato, (procede dal Padre e dal Figlio…) allora possiamo credere anche in questi dogmi come verità di fede.

Gesù aveva detto:

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. (Giovanni 16,12-15)

Infatti nei primi secoli non era facile trasmettere una realtà così misteriosa e siccome prolificavano le eresie di ogni tipo c’è stato bisogno di tempo per poter assimilare un linguaggio più evoluto in base al pensiero filosofico e teologico di allora. Teologia che si basa sempre sulla Sacra Scrittura.

Grazie a questo linguaggio in evoluzione si sono potuti elaborare i dogmi di fede che contengono delle verità fondamentali inconfutabili, ma che potrebbero anche essere riformulati in modo più adeguato, pur mantenendo intatta la sostanza del mistero che contengono.

Chi medita umilmente sulla SS. Trinità ritenendola come un’importante Verità cristiana, comincia ad intuire qualcosa relativamente alla sua profondità, ma c’è davanti tutta l’eternità: quando vedremo Dio faccia a faccia il nostro intelletto sarà sempre più illuminato.

Teniamo conto anche dei grandi mistici della Chiesa cattolica che hanno sempre sostenuto questa verità di fede.

La Regina della Pace, a Medjugorje, un giorno disse ai veggenti di recitare spesso il Credo. Ella ne sa molto più di noi..

 

La vera Luce è Cristo risorto. Chi lo segue non cammina nelle tenebre.

In lui le ombre del peccato si dileguano ed emerge la vera Luce della Verità.

Egli ama ciascuno di noi, anche perché ci ha salvato a caro prezzo e desidera condurci nel seno della Trinità, dove la luce beatifica sarà perfetta e non ci sarà bisogno di nient’altro perché vivere nella dinamica dell’Amore è appagante.

Chi segue Gesù Cristo-Luce nel silenzio interiore già in questa dimensione terrena diventa a sua volta luce che trasmette anche agli altri. La luce della Verità che risplenderà per sempre.

Così sono diventati luce anche i santi che noi onoriamo e che intercedono per noi…

 

 

 

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Ogni giorno ha una sua perfezione, anche quello che riteniamo il più fallimentare, se comprendiamo che nella vita quotidiana tutto ci insegna.

Ci insegnano la natura, gli altri, gli eventi, le gioie, i dolori ecc.

Nulla è a caso e tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.

Il nostro destino è quello di raggiungere la pienezza in Cristo, per poi vivere eternamente nel seno Trinitario nella gioia della Beatitudine, insieme a tutti i redenti.

 

 

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Lo Spirito Santo é semplice, eppure vede tutto in profonditá.

Non ci rendiamo conto di quello che conosce e di ció che puó fare pur rispettando il libero arbitrio di ogni persona. Nulla a Lui é nascosto e nulla impossibile.

Ha tutto presente al suo sguardo: tempo, spazio, molteplicitá, ogni forma di dinamismo, ogni pensiero piú recondito, i piú segreti anfratti del microcosmo ed ogni piú lontana porzione dell’Universo.

Eppure Egli, attraverso la sua onnipotenza creatrice, riconduce pazientemente tutto all’Unitá, all’istante eterno, con infinito Amore.

Chi impara a conoscere lo Spirito Santo, inizia a comprendere se stesso e si prepara a vivere con immenso stupore il dinamismo trinitario, dove tutto sará rinnovato ed unificato nella eterna e gioiosa contemplazione delle meraviglie del Signore…

 

 

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SS TRINITA’ 2021

Il vangelo non offre, per parlare della Trinità, formule razionali o simboliche, ma il racconto di un appuntamento e di un invio. Le attribuisce nomi di famiglia e di affetto: Padre, Figlio, Respiro santo. Nomi che abbracciano e fanno vivere.

Ci sono andati tutti all’appuntamento sul monte di Galilea. Tutti, anche quelli che dubitavano ancora, comunità ferita che ha conosciuto il tradimento, la fuga e il suicidio di uno di loro…

Ma il maestro non li molla, e compie uno dei suoi gesti più tipici: si avvicinò e disse loro… quando ama Dio compie gesti molto umani. Gesù non accetta distanze: ancora non è stanco di avvicinarsi e di spiegare. Ancora non è stanco di attendermi nella mia lentezza a credere, viene più vicino, occhi negli occhi, respiro su respiro.

È il viaggio eterno del nostro Dio ‘in uscita’, incamminato per tutta la terra, che bussa alla porta dell’umano, e la porta dell’umano è il volto, o il cuore. E se io non apro, come tante volte è successo, lui alla porta mi lascia un fiore. E tornerà. E non dubita di me.

Io sono con voi tutti i giorni.

Con voi, dentro le solitudini, gli abbandoni e le cadute; con voi anche dietro le porte chiuse, nei giorni in cui dubiti e in quelli in cui credi; nei giorni del canto e in quelli delle lacrime, quando ti ingoia la notte e quando ti pare di volare.

L’ultima, suprema pedagogia di Gesù è così semplice: “avvicinarsi sempre, stare insieme, sussurrare al cuore, confortare e incalzare”.

Andate in tutto il mondo e annunciate. Affida la fede e la parola di felicità a discepoli con un peso sul cuore, eppure ce la faranno, e dilagherà in ogni paesaggio del mondo come fresca acqua chiara.

Andate e battezzate, immergete ogni vita nell’oceano di Dio. Accompagnate ogni vita all’incontro con la vita di Dio e ne sia sommersa, ne sia intrisa e imbevuta, e poi sia sollevata in alto dalla sua onda mite e possente!

Fatelo “nel nome del Padre”: cuore che pulsa nel cuore del mondo; “nel nome del Figlio”: il più bello tra i nati di donna; “nel nome dello Spirito”: vento che porta pollini di primavera e ci fa tutti vento nel suo Vento (D. M. Montagna).

Come tutti i dogmi, anche quello della Trinità non è un freddo distillato concettuale, ma un forziere che contiene la sapienza del vivere, una sapienza sulla vita e sulla morte: in principio a tutto, nel cosmo e nel mio intimo, come in cielo così in terra, è posto un legame d’amore. “In principio, il legame”.

E io, creato a immagine e somiglianza della Trinità,  posso finalmente capire perché sto bene quando sono con chi mi vuole bene, capire perché sto male quando sono nella solitudine: è la mia natura profonda, la nostra divina origine.

 

Fb 30 maggio 21

Mc 28, 16-20

A SUA IMMAGINE

Ci sono andati tutti, sul monte di Galilea.

Tutti, anche quelli che dubitavano ancora, portando frammenti d’oro di fede dentro vasi d’argilla. Sono una comunità ferita che ha conosciuto il tradimento, l’abbandono, la sorte tragica di Giuda.

Sulla teologia della Trinità il Vangelo non offre formule, ma il racconto del monte anonimo di Galilea dove Gesù si affida ancora agli apostoli, che credono e dubitano. Ma neppure il dubbio è in grado di fermarlo. È il nostro Dio “in uscita”, pellegrino eterno in cerca del santuario che sono le sue creature.

“Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”. Potere è parola che in bocca a Gesù cambia di segno: non il potere del mondo, evocante violenza e sopruso, ma la forza di un Dio che può soltanto ciò che l’amore sa fare.

Andate e annunciate! Dio si è appena fatto trovare e già t’invita ad andare oltre, per “battezzare”, per immergere il mondo nel mare di Dio, a dissetare ogni filo d’erba, a portare acqua viva ad ogni vita che langue.

Andate, raggiungete tutti e gioite nelle creature di Dio! Accompagnatele all’incontro nel nome del Padre, cuore che pulsa nel cuore; e nel nome della fragilità del Figlio morto nella carne, e nel nome della forza dello Spirito che lo risuscita.

Trinità significa che Dio non può essere estraneo al dolore e alla felicità dell’uomo, e che il suo dogma è affidato a pescatori increduli che sanno di non sapere, che si sentono “piccoli ma abbracciati dal mistero” (A. Casati).

Padre, Figlio, Respiro santo: Dio non è solitudine. Alla sorgente di tutto, è posta la relazione, in principio a tutto, il legame. E qui scopro la sapienza del vivere, intuisco come Adamo sia creato «a sua immagine e somiglianza». Qui mi è rivelato che io non sono semplicemente immagine di Dio, ma della Trinità, immagine di un Padre che è fonte di vita, di un Figlio che mi innamora ancora, di uno Spirito che accende di comunione le solitudini. Io sono uomo quanto più sono simile a un legame d’amore.

Insegnate loro tutto ciò che vi ho comandato. Non è detto: insegnate i comandamenti, o spingete ad osservarli. È detto invece: insegnate a viverli, mostrate come si vive il vangelo. È facile trasmettere nozioni o dare ordini. Ma la vera missione è trasmettere valori, energia, strade spianate verso la gioia.

Insegnate l’amore come un’arte che si impara. Insegnate ad essere felici, ha detto Mosè nella prima lettura; ad essere vivi, dice Paolo nella seconda.

Io sarò con voi tutti i giorni. Con voi senza condizioni, senza vincoli né clausole, anche quando dubiterete e non riuscirete a insegnare a nessuno.

Tutti i giorni, fino alla fine.

Non dimentichiamo mai questa frase, non lasciamola dissolversi, impolverarsi. Con voi dentro le solitudini, dentro le gioie e le cadute, quando ti sfiora la morte, e quando ti pare di volare.

(p.Ermes Ronchi)

PROFESSIONE DI FEDE

Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli, e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.

Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore.

Egli è Colui che è, come Egli stesso lo ha rivelato a Mosè; ed Egli è Amore, come ce lo insegna l’Apostolo Giovanni : cosicché questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui, che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che «abitando in una luce inaccessibile» è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata.

Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di Se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a partecipare, quaggiù nell’oscurità della fede e, oltre la morte, nella luce perpetua, l’eterna vita.

I mutui vincoli, che costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna l’unico e identico Essere divino, sono le beata vita intima di Dio tre volte santo, infinitamente al di là di tutto ciò che noi possiamo concepire secondo l’umana misura. Intanto rendiamo grazie alla Bontà divina per il fatto che moltissimi credenti possono attestare con noi, davanti agli uomini, l’Unità di Dio, pur non conoscendo il mistero della Santissima Trinità.

Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone divine,coaeternae sibi et coaequales, sovrabbondano e si consumano, nella sovreccellenza e nella gloria proprie dell’Essere increato, la vita e la beatitudine di Dio perfettamente uno; e sempre «deve essere venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità».

Noi crediamo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri; e per mezzo di Lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo l’umanità , ed Egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione delle nature ma per l’unità della persona .

Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egli ha annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in Sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo Comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri com’Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la giustizia.

Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla Croce, salvandoci col suo Sangue Redentore.

Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risolto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia.

Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all’Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto.

E il suo Regno non avrà fine.

Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste» .

Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (Cfr. Dz.-Sch. 251-252) e che, a motivo di questa singolare elezione, Ella, in considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente, preservata da ogni macchia del peccato originale e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature .

Associata ai Misteri della Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, la Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste  e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti; e noi crediamo che la Madre Santissima di Dio, Nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in Cielo il suo ufficio materno riguardo ai membri di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti.

Noi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all’inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato.

Noi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione», e che esso pertanto è «proprio a ciascuno».

Noi crediamo che nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificio della Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che – secondo la parola dell’Apostolo – «là dove aveva abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia».

Noi crediamo in un sol Battesimo istituito da Nostro Signor Gesù Cristo per la remissione dei peccati. Il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano «dall’acqua e dallo Spirito Santo» alla vita divina in Gesù Cristo.

Noi crediamo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, edificata da Gesù Cristo sopra questa pietra, che è Pietro. Essa è il Corpo mistico di Cristo, insieme società visibile, costituita di organi gerarchici, e comunità spirituale; essa è la Chiesa terrestre, Popolo di Dio pellegrinante quaggiù, e la Chiesa ricolma dei beni celesti; essa è il germe e la primizia del Regno di Dio, per mezzo del quale continuano, nella trama della storia umana, l’opera e i dolori della Redenzione, e che aspira al suo compimento perfetto al di là del tempo, nella gloria.

Nel corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i Sacramenti, che emanano dalla sua pienezza. È con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del Mistero della Morte e della Resurrezione di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, che le dona vita e azione .

Essa è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il Sangue di Cristo ed il dono dello Spirito Santo.

Erede delle promesse divine e figlia di Abramo secondo lo spirito, per mezzo di quell’Israele di cui custodisce con amore le Scritture e venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli e trasmettitrice, di secolo in secolo, della loro parola sempre viva e dei loro poteri di Pastori nel Successore di Pietro e nei Vescovi in comunione con lui; costantemente assistita dallo Spirito Santo, la Chiesa ha la missione di custodire, insegnare, spiegare e diffondere la verità, che Dio ha manifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del Signore Gesù.

Noi crediamo tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta o tramandata, e che la Chiesa propone a credere come divinamente rivelata sia con un giudizio solenne, sia con il magistero ordinario e universale .

Noi crediamo nell’infallibilità, di cui fruisce il Successore di Pietro, quando insegna ex cathedra come Pastore e Dottore di tutti i fedeli, e di cui è dotato altresì il Collegio dei vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo .

Noi crediamo che la Chiesa, che Gesù ha fondato e per la quale ha pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel culto e nel vincolo della comunione gerarchica. Nel seno di questa Chiesa, sia la ricca varietà dei riti liturgici, sia la legittima diversità dei patrimoni teologici e spirituali e delle discipline particolari lungi dal nuocere alla sua unità, la mettono in maggiore evidenza.

Riconoscendo poi, al di fuori dell’organismo della Chiesa di Cristo, l’esistenza di numerosi elementi di verità e di santificazione che le appartengono in proprio e tendono all’unità cattolica, e credendo alla azione dello Spirito Santo che nel cuore dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità.

Noi nutriamo speranza che i cristiani, i quali non sono ancora nella piena comunione con l’unica Chiesa, si riuniranno un giorno in un solo gregge con un solo Pastore.

Noi crediamo che la Chiesa è necessaria alla salvezza, perché Cristo, che è il solo Mediatore e la sola via di salvezza, si rende presente per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa. Ma il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini: e coloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della sua grazia si sforzano di compiere la sua volontà riconosciuta nei dettami della loro coscienza, anch’essi, in un numero che Dio solo conosce, possono conseguire la salvezza.

Noi crediamo che la Messa, celebrata dal Sacerdote che rappresenta la persona di Cristo in virtù del potere ricevuto nel sacramento dell’Ordine, e da lui offerta nel nome di Cristo e dei membri del suo Corpo mistico, è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari.

Noi crediamo che, come il pane e il vino consacrati dal Signore nell’ultima Cena sono stati convertiti nel suo Corpo e nel suo Sangue che di lì a poco sarebbero stati offerti per noi sulla Croce, allo stesso modo il pane e il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel Corpo e nel Sangue di Cristo gloriosamente regnante nel Cielo; e crediamo che la misteriosa presenza del Signore, sotto quello che continua ad apparire come prima ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e sostanziale.

Pertanto Cristo non può essere presente in questo Sacramento se non mediante la conversione nel suo Corpo della realtà stessa del pane e mediante la conversione nel suo Sangue della realtà stessa del vino, mentre rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del vino percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata dalla Chiesa, in maniera assai appropriata,transustanziazione.

Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue adorabili del Signore Gesù ad esser realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino, proprio come il Signore ha voluto, per donarsi a noi in nutrimento e per associarci all’unità del suo Corpo Mistico.

L’unica ed indivisibile esistenza del Signore glorioso nel Cielo non è moltiplicata, ma è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghi della terra dove si celebra la Messa. Dopo il Sacrificio, tale esistenza rimane presente nel Santo Sacramento, che è, nel tabernacolo, il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è per noi un dovere dolcissimo onorare e adorare nell’Ostia santa, che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono vedere e che, senza lasciare il Cielo, si è reso presente dinanzi a noi.

Noi confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, non è di questo mondo, la cui figura passa; e che la sua vera crescita non può esser confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensare sempre più abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini.

Ma è questo stesso amore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli uomini. Mentre non cessa di ricordare ai suoi figli che essi non hanno quaggiù stabile dimora, essa li spinge anche a contribuire – ciascuno secondo la propria vocazione ed i propri mezzi – al bene della loro città terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi.

L’intensa sollecitudine della Chiesa, Sposa di Cristo, per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze, i loro sforzi e i loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio di esser loro presente per illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in Lui, unico loro Salvatore. Tale sollecitudine non può mai significare che la Chiesa conformi se stessa alle cose di questo mondo, o che diminuisca l’ardore dell’attesa del suo Signore e del Regno eterno.

Noi crediamo nella vita eterna. Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo, sia che debbano ancora esser purificate nel Purgatorio, sia che dal momento in cui lasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù in Paradiso, come Egli fece per il Buon Ladrone, costituiscono il Popolo di Dio nell’aldilà della morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della Resurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.

Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite intorno a Gesù ed a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del Cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è e dove sono anche associate, in diversi gradi, con i santi Angeli al governo divino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi ed aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine.

Noi crediamo alla comunione tra tutti i fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la propria purificazione e dei beati del Cielo, i quali tutti insieme formano una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di Dio e dei suoi Santi ascolta costantemente le nostre preghiere, secondo- la parola di Gesù: Chiedete e riceverete. E con la fede e nella speranza, noi attendiamo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.

Sia benedetto Dio Santo, Santo, Santo. Amen.

 

*Insegnamenti di Paolo VI, vol. VI, 1968, pp. 300-310.

 

 

 

 

 

Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio.

Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia.

La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste» (Matth. 5, 48).

 

 

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LA VITA: RICHIAMO DELL’AMORE TRINITARIO

Soffermandoci sul mistero della vita ci potrebbe stupire una meravigliosa coincidenza: le leggi generali della fecondazione sia vegetale che animale rispettano normalmente uno schema numerico fisso che trova la sua completezza nel “3”.

Difatti il terzo è sempre generato dall’incontro tra il primo e il secondo che sessualmente distinguiamo in maschio e femmina.
E ciò è un fatto sostanzialmente naturale nel senso che è inscritto nell’ordine ontologico della creazione anche nell’uomo, indipendentemente dai determinismi culturali o dalle diverse
mentalità. In natura il compito biologico della maternità spetta al “secondo” che ha le connotazioni della femminilità le cui caratteristiche fondamentali risultano generalmente complementari a quelle della mascolinità, retaggio del “primo”, secondo la nostra cultura.

Ciò che veramente stupisce ha le sue radici non solo nel regno animale o vegetale ma anche in quello minerale. Tutto tende all’unità: la vita stessa è l’emergenza del molteplice, di sintesi in sintesi. Lo stesso atomo che per la scienza odierna non è più “indivisibile” è frutto di sintesi attraverso la complessificazione spazio-temporale di scaglie energetiche.

Il neutrone, ancora più misterioso, conserva inesplorate le sue segrete attività sintetiche… ovunque concorre la molteplicità in continuo dinamismo, tra sintesi e disgregazioni… una catena che sembra mai finire.

L’evoluzionismo tanto osannato e criticato dalle multiformi tendenze culturali del nostro secolo rimane quasi una segreta e luminosa conferma di diversi risvolti della vita, tendente sostanzialmente a quell’unità diversificata che ogni coscienza intuisce spesso senza poter verbalizzare.

Ogni attento osservatore constata l’emergenza alla vita da un binomio-matrice senza poter scandagliare soddisfacentemente ogni singolo componente in quanto continuamente, come una spirale involuzionistica, si ripete imperterrito lo stesso leit-motiv.

In sostanza nella materia sezionata dalla coscienza l’uno emerge dal molteplice ma contemporaneamente l’unità si disgrega nella molteplicità allorché è adombrata dal sottile moto egoistico del ricercatore che vuol possederne l’intimità.

Anche le particelle sub-atomiche di pochissima durata, recentemente scoperte con i moderni sofisticatissimi microscopi, non possono rivelare la loro vera essenza: allorché vengono violentate l’unità ricade nella molteplicità spazio-temporale.

L’essenza, quindi, di ogni cosa può essere colta parzialmente solo dallo spirito allenato al distacco, immagine e somiglianza di quell’Unità che a tutte le coscienze ha dato la possibilità di ricercarlo alla sua luce.

Da qui scopriamo che siamo proprio noi a dare un senso alle cose, come un caleidoscopio che crea infinite immagini variopinte con lo stesso numero di vetrini colorati.

La chimica stessa ci insegna che I’atomo più semplice è l’idrogeno attraverso il cui dinamismo noto come fissione nucleare il sole innesca le sue reazioni donando calore e vita al nostro Universo.

Lo spirito di ognuno coglie le singole sintesi allorché si semplifica e si avvicina all’Uno, Colui, cioè, al quale “nulla può essere aggiunto”.

Nella SS. Trinità il circolo è davvero perfetto: le Tre Persone distinte vivono nella perfetta unità e sono inscindibili. Il creato ci parla di loro e non potremo mai vivere realmente finché non riposeremo in loro.

 

 

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O Santissima Trinità,
Fa’ che mi sappia stupire per la Creazione opera del Padre, così grande e meravigliosa.
Che non passi giorno od ora che io non sia grato per la sua immancabile Provvidenza, per la sua costante protezione.
Aiutami a contraccambiare il suo amore nel donarmi l’esistenza, il nutrimento, la famiglia, il lavoro e le buone amicizie.

O Santissima Trinità,
Che io prenda sempre consapevolezza del dono del Figlio Gesù Cristo, riconoscendolo come il mio Signore.
Che io possa adorarlo in me stesso e negli altri e fa’ che non lo cacci dalla mia anima col peccato ed il tradimento. Spronami a riconoscere quanto Egli ha patito per il perdono dei miei peccati.
Fà che lo possa riconoscere con gratitudine anche nel partecipare frequentemente alla Santa Eucaristia.

O Santissima Trinità,
Grazie per il dono immenso dello Spirito Santo.
Che io possa riconoscere la sua presenza e la sua azione nei segni che ricevo da Lui durante tutta la giornata
Donami la vera contrizione per i miei peccati
Che io sappia ricevere i suoi doni d’Amore con la mente aperta ed il cuore puro.
Fa’ che lo Spirito Santo faciliti in me il desiderio di raggiungere il Cielo insieme alla gloria dei beati.

 

 

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(Gesù a suor Maria della Trinità, Colloquio Interiore n.78)

 

In ciascuna anima c’è la presenza della SS. Trinità, e in ciascuna un carattere unico che Dio le ha dato creando la sua anima e che la fa essere “essa”.

Ciascuna anima ha la sua propria bellezza, e rende gloria a Dio in una maniera unica.

Quando lo si comprende, cadono le gelosie.

Ciascuna anima ha la sua propria missione, unica; bisogna aiutarla a compierla e a utilizzare le riserve di amore e di generosità che Dio nasconde in ciascuna anima.

Se lo comprendeste, non ci sarebbe che una larga corrente di collaborazione per affrettare la venuta del mio Regno…

Prega per domandare l’unione. Prega di più.

 

(Gesù a suor Maria della Trinità, Colloquio Interiore n.78)

 

 

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(Gesù a suor Maria della Trinità, Colloquio Interiore n.143)

Io vivo nel Santo Sacramento, con la Presenza reale…

Io sono vivo anche, con la Presenza reale, in ogni anima in stato di grazia.

Perché non adorate in spirito la mia Presenza nel prossimo? Il prossimo sono sempre io, io che vi chiedo e che ci do. La Santa Trinità sta là nella sua anima.

E, se ne è cacciata col peccato, aiutate il vostro prossimo a riaccoglierla, trattandolo come se già io abitassi in lui.

La sofferenza, le prove, non giriamoci più intorno, vengono per portare noi stessi e quante più anime possibile a Dio.

Perché la vita della nostra anima e il ritorno di tutti i figli a Dio sono la sola cose perennemente importante e urgente a tutte le latitudini ed in ogni epoca.

(Gesù a suor Maria della Trinità, Colloquio Interiore n.143)

 

 

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Gesù disse “Voi siete Dei”, (in Gv.10,34 in riferimento al salmo 82,6).

Gesù è veramente il Figlio di Dio e Dio stesso, perché seconda persona della SS. Trinità.

Anche noi possiamo essere figli di Dio in Gesù Cristo, la pietra angolare, il primogenito, il figlio prediletto dal Padre.

Del resto consideriamo la nostra condizione esistenziale, ma mettendo in evidenza tutte le nostre potenzialità, anche se limitate.

La nostra mente e le sue attività, ad esempio.

Con essa possiamo percepire, acquisire, scegliere, ragionare, elaborare, progettare, immaginare ecc.

L’immaginazione, per ogni persona, è incredibile: possiamo mentalmente ricostruire infiniti contenuti e dare loro “forma” in base alla nostra visione della vita.

Grazie ad essa diamo vita all’arte in ogni sua espressione ed alla letteratura, la quale arricchisce il nostro linguaggio ed il nostro pensiero.Lo Spirito Santo, con i suoi doni, ci illumina e ci ricarica spiritualmente.

Davvero noi abbiamo un grande destino, se lo vogliamo: siamo “dei”, figli del Dio Altissimo, fratelli di Gesù Cristo in comunione con lo Spirito Santo, nel perfetto dinamismo trinitario.

 

 

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Disse Gesù a suor Maria della Trinità:

“Presto passa questa vita. È una grazia che ti lasci ancora vivere quaggiù.
Utilizzala meglio: con l’essere tutta per me, tutta quanta, con il tuo pensiero e ad ogni tuo istante; col lasciare mai lo stato di preghiera e di obbedienza; ascoltandomi meglio”
(Colloquio interiore n.426 p.240)

Gesù è il vero Signore della nostra vita. Egli ha ogni potere su ciascuno di noi perché siamo realmente suoi. Tutto è stato creato per mezzo di Lui ed in vista di Lui per cui senza di Lui nulla esiste.
Gesù, vero uomo e vero Dio, può lasciarci vivere quando vuole o prenderci nei tempi in cui Egli ha stabilito dall’eternità con il Padre e lo Spirito Santo.
Attenzione, quindi, a rifiutarlo o a disprezzarlo: abbiamo a che fare con il nostro vero Signore per tutta l’Eternità! Rifiutando e disprezzando Gesù rifiutiamo e disprezziamo anche il Padre. L’aveva detto: “Chi vede me vede il Padre”. E contristiamo anche lo Spirito Santo che desidera la nostra salvezza.
Quando stiamo per commettere un peccato consapevolmente riflettiamo sul fatto che la Trinità ci sta osservando e spera sempre che si possa vincere la tentazione, per questo fa parlare la coscienza.
Quando superiamo una tentazione con l’aiuto del Signore gli diamo grande gloria perché ci fidiamo di Lui e scegliamo, con il nostro libero arbitrio se stare dalla parte della Verità o della menzogna. Scegliendo liberamente la Verità lo glorifichiamo…

 

 

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Desideri pregare Dio ma non sai cosa dire?Non importa: tu pensa al Padre Celeste in silenzio, Lui ti guarda con amore perché sei suo figlio, unico ed irripetibile.

Desideri pregare ma ti senti troppo peccatore? Tu mettiti alla presenza di Gesú : Egli ha giá espiato per te.

Desideri pregare ma in te non senti sufficiente amore? Pensa allo Spirito Santo: Egli possiede amore in sovrabbondanza e te ne dará….

 

 

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Come potremo cogliere qualcosa della Trinità? La strada non è quella delle formule. Voler capire la Trinità attraverso i concetti, è come tentare di capire una parola analizzando l’inchiostro con cui è scritta.

Dio non è una definizione, è un’esperienza.

I termini di Gesù per raccontare la Trinità, sono nomi di famiglia, odori di casa, suoni e silenzi di affetti. Padre, figlio, nomi che si abbracciano. Lo Spirito dice che ogni vita respira e si dilata solo quando si sa accolta, presa in carico. Abbracciata. E su tutto regna sovrana la relazione; sul trono di famiglia, il legame.

E’ l’abbraccio il senso pieno della Trinità, e l’uomo ha il suo volto.

Quando Dio dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, l’immagine non è quella del Creatore, non quella dello Spirito, né quella del Verbo eterno, ma le tre realtà fuse insieme.

La relazione come cuore reciproco dell’essenza di Dio nell’uomo.

Ci ha amati così tanto da mandare suo Figlio. E mondo e uomo sono storia della Trinità.

Tutta la Scrittura ci assicura che nel calpestio del popolo, nella polvere dei sentieri, lo Spirito accende profeti e orizzonti; il Padre rallenta il suo passo paziente sul ritmo del nostro, e il Figlio è salvezza che ci cammina, sicura, a fianco.

Tutto questo ci sarebbe bastato! Invece l’Ascensione ci porta in pieno nel seno della Trinità: noi siamo quell’uomo pensato e creato non ad immagine del Dio solitario, ma della sua Trinità, dove si è felici solo l’uno nell’altro.

Questo Dio folle che ha amato non solo noi, ma tutto il creato. E che anch’io amo, perché è opera delle sue dita. Coi suoi spazi, le sue nuvole, i suoi figli, la sua dolce e aspra bellezza.

Terra amata e paziente. Grande giardino di Dio, con noi suoi piccoli “giardinieri planetari”.

La Trinità è lo specchio del mio senso ultimo, e dell’universo stesso.

Incamminato verso un Padre che ci dà vita, verso un Figlio che ci innamora, verso uno Spirito che accende di comunione le nostre solitudini, ci senti piccoli ma abbracciati dal mistero…

(tratto da una riflessione di p.Ermes Ronchi)

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Io che sono lento a credere, che mi ci vorrà forse tutta la vita non per capire, ma solo per assaporare un poco della fede, come potrò cogliere qualcosa della Trinità? La strada non è quella delle formule. Voler capire la Trinità attraverso i concetti, è come tentare di capire una parola analizzando l’inchiostro con cui è scritta.

Dio non è una definizione, è un’esperienza.

I termini di Gesù per raccontare la Trinità, sono nomi di famiglia, odori di casa, suoni e silenzi di affetti. Padre, figlio, nomi che si abbracciano. Lo Spirito dice che ogni vita respira e si dilata solo quando si sa accolta, presa in carico. Abbracciata. E su tutto regna sovrana la relazione; sul trono di famiglia, il legame.

Dio l’abbracciante. Se non c’è amore, non vale nessun magistero; senza il suo respiro, nessuna cattedra sa dire Dio.

E’ l’abbraccio il senso pieno della Trinità, e l’uomo ha il suo volto.

Quando Dio dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, l’immagine non è quella del Creatore, non quella dello Spirito, né quella del Verbo eterno, ma le tre realtà fuse insieme.

Ecco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura, perché è contro la mia natura. Ecco perché quando amo e trovo amicizia sto così bene, perché è secondo la mia, la nostra vocazione.

La relazione come cuore reciproco dell’essenza di Dio nell’uomo.

Ci ha amati così tanto da mandare suo Figlio. E mondo e uomo sono storia della Trinità. Mosè, il grande amico di Dio, prega così: “Che il Signore cammini in mezzo a noi, venga in mezzo alla sua gente. Non resti sul monte, guida alta e lontana, ma scenda e si perda in mezzo al calpestio del popolo”.

Tutta la Scrittura ci assicura che nel calpestio del popolo, nella polvere dei sentieri, lo Spirito accende profeti e orizzonti; il Padre rallenta il suo passo paziente sul ritmo del nostro, e il Figlio è salvezza che ci cammina, sicura, a fianco.

Tutto questo ci sarebbe bastato! Invece l’Ascensione ci porta in pieno nel seno della Trinità: noi siamo quell’uomo pensato e creato non ad immagine del Dio solitario, ma della sua Trinità, dove si è felici solo l’uno nell’altro.

Questo Dio folle che ha amato non solo noi, ma tutto il creato. E che anch’io amo, perché è opera delle sue dita. Coi suoi spazi, le sue nuvole, i suoi figli, la sua dolce e aspra bellezza.

Terra amata e paziente. Grande giardino di Dio, con noi suoi piccoli “giardinieri planetari”.

La Trinità è lo specchio del mio senso ultimo, e dell’universo stesso.

Incamminato verso un Padre che mi dà vita, verso un Figlio che mi innamora, verso uno Spirito che accende di comunione le mie solitudini, io mi sento piccolo ma abbracciato dal mistero, come un bambino col naso all’insù.

Resto saldo nel loro vento in cui naviga l’intero creato che mi attende. Mi attende, perché il suo nome è comunione.

p.Ermes Ronchi

 

Avvenire

SS. TRINITA 2020

I nomi di Dio sul monte sono uno più bello dell’altro: il misericordioso e pietoso, il lento all’ira, il ricco di grazia e di fedeltà (Es 34,6). Mosè è salito con fatica, due tavole di pietra in mano, e Dio sconcerta lui e tutti i moralisti, scrivendo su quella rigida pietra parole di tenerezza e di bontà.

Che giungono fino a Nicodemo, a quella sera di rinascite.

Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Siamo al versetto centrale del vangelo di Giovanni, a uno stupore che rinasce ogni volta davanti a parole buone come il miele, tonificanti come una camminata in riva al mare, fra spruzzi d’onde e aria buona respirata a pieni polmoni: Dio ha tanto amato il mondo… e la notte di Nicodemo, e le nostre, s’illuminano.

Gesù sta dicendo al fariseo pauroso: il nome di Dio non è amore, è “tanto amore”, lui è “il molto-amante”. Dio altro non fa che, in eterno, considerare il mondo, ogni carne, più importanti di se stesso. Per acquistare me, ha perduto se stesso. Follia della croce. Pazzia di venerdì santo. Ma per noi rinascita: ogni essere nasce e rinasce dal cuore di chi lo ama.

Proviamo a gustare la bellezza di questi verbi al passato: Dio ha amato, il Figlio è dato. Dicono non una speranza (Dio ti amerà, se tu…), ma un fatto sicuro e acquisito: Dio è già qui, ha intriso di sé il mondo, e il mondo ne è imbevuto. Lasciamo che i pensieri assorbano questa verità bellissima: Dio è già venuto, è nel mondo, qui, adesso, con molto amore. E ripeterci queste parole ad ogni risveglio, ad ogni difficoltà, ogni volta che siamo sfiduciati e si fa buio.

Il Figlio non è stato mandato per giudicare. “Io non giudico!”(Gv 8.15) Che parola dirompente, da ripetere alla nostra fede paurosa settanta volte sette! Io non giudico, né per sentenze di condanna e neppure per verdetti di assoluzione. Posso pesare i monti con la stadera e il mare con il cavo della mano (Is 40,12), ma l’uomo non lo peso e non lo misuro, non preparo né bilance, né tribunali. Io non giudico, io salvo. Salvezza, parola enorme. Salvare vuol dire nutrire di pienezza e poi conservare. Dio conserva: questo mondo e me, ogni pensiero buono, ogni generosa fatica, ogni dolorosa pazienza; neppure un capello del vostro capo andrà perduto (Lc 21,18), neanche un filo d’erba, neanche un filo di bellezza scomparirà nel nulla. Il mondo è salvo perché amato. I cristiani non sono quelli che amano Dio, sono quelli che credono che Dio li ama, che ha pronunciato il suo ‘sì’ al mondo, prima che il mondo dica ‘sì’ a lui.

Festa della Trinità: annuncio che Dio non è in se stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio. Che ci ha raggiunto, e libera e fa alzare in volo una pulsione d’amore.

 

 

 

 

Signore, mio Dio e Creatore. Tu mi conosci profondamente e sai ciò che mi fa gioire e ciò che mi affligge.

Grazie a te sono consapevole che sei infinitamente Giusto, Buono e Misericordioso.

Grazie per il dono dell’esistenza: con essa mi hai dato la possibilità di glorificarti per tutta l’eternità.

Grazie per la mia fragilità : essa mi aiuta ad essere umile e confidare sempre in te.

Grazie per la tua Paternità: so di contare su un Padre Celeste che mi ama veramente e si cura di me.

Grazie per la tua fratellanza : ci hai donato Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio. In Lui ottengo il perdono completo dei peccati e so di contare su un amico che non mi abbandonerà mai.

Grazie per lo Spirito Santo : È Lui che mi dona la forza per andare avanti e la gioia di esistere.

 

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Ciascun battezzato, essendo tempio dello Spirito Santo, costituisce la dimora della SS.Trinità, perché là dove c’è una sola persona divina, ci sono anche le altre due.
Le persone divine in noi dialogano amorosamente tra loro e si interessano di noi personalmente.

Esse constatano i nostri progressi spirituali. Ai loro occhi ognuno di noi è davvero unico ed irripetibile. Non smettono mai di amarci nonostante i nostri fallimenti ed i momenti di indifferenza, ma vengono in noi glorificate ogni volta che scegliamo di corrispondere al loro amore nella preghiera e nelle opere buone.

Esultano quando prendiamo consapevolezza delle nostre fragilità e quando chiediamo umilmente perdono, perché vedono il nostro progresso interiore, anche se non ce ne accorgiamo.

Ognuno di noi è amato dal Dio Trinitario infinitamente di più di ciò che pensiamo, perché essendo sue creature speciali, siamo realmente “capaci di Dio”, come sostiene il catechismo.

Ecco perché “pregare è amare e lasciarsi amare da Dio” (Sant’Agostino)

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Se sei iscritto, qualora lo desiderassi, fai parte della “CONFRATERNITA della COMUNIONE DEI SANTI” beneficiando delle preghiere di tutti i membri.

Scriveva un monaco:

“Sono continuamente salvato se continuamente a Te penso. Non devo stancarmi. Non puoi stancare. Verrà tutto da sé. La speranza mette verde e gli altri colori più forti in ogni momento del vivere. Agguantarla e non lasciarla nemmeno in mezzo alle altre speranze. Le altre speranze sono una massa che preme e che è facile inghiottire. Quella genuina, è regina di tutte le altre.” (p.Albino Candido, monaco servita, Diario di un Pellegrino Carnico”

Amare il Signore con tutte le nostre forze, significa anche pensarlo in qualsiasi situazione ci troviamo. Se si è consapevoli che siamo Tempio dello Spirito Santo, facciamo ogni cosa in Lui, perché dove è Lui c’è la Santissima Trinità.

In questa continua consapevolezza comprendiamo i nostri difetti e le nostre fragilità, per cui chiediamo sempre perdono e speriamo nella sua infinita Misericordia.

Così si acquisisce gradualmente la serenità interiore, perché confidiamo sempre in Lui.

 

Durante la vita terrena spesso ci chiediamo il senso profondo del nostro esistere qui ed in questo modo.
Ma non potrà esserci una risposta totalmente soddisfacente perché non siamo in grado di comprenderla appieno, a causa dei limiti relativi al nostro modo di vedere le cose, gli eventi e noi stessi.

Il primo scoglio è dovuto proprio alla domanda stessa che non è formulata come vorremmo: “per quale motivo esistiamo?” Se chiediamo un “motivo” per esistere, significa che non riteniamo sufficiente la vita che stiamo trascorrendo perché la nostra mente ha bisogno di vedere “oltre” le cose che ci appaiono. Non si accontenta di ciò che siamo in questo contesto spazio-temporale.

E nemmeno si accontenta di studiarne le cause prossime e quelle prime. La mente indagatrice ha la necessità di trovare una ragione più che sufficiente, anzi la ragione fondante del Tutto. “Esiste il Tutto” e noi ne facciamo parte.

Siamo esseri pensanti dotati di una certa consapevolezza di esistere, ma ancora non capiamo in che cosa consiste realmente questa dimensione spazio-temporale. Cerchiamo punti di riferimento orizzontali, ma per noi non sono mai sufficienti, perché ne troviamo altri che relativizzano quelli appena scoperti…

Per esempio, sappiamo che la terra gira attorno al sole, il quale corre in un braccio della Via Lattea che si espande continuamente nello spazio in relazione con altri ammassi galattici ecc.. Anche per quanto riguarda il microcosmo, stiamo ancora cercando la vera natura del più minuscolo elemento energetico.

A livello esistenziale la mente ricerca le motivazioni più profonde del nostro “esserci”.

Un giorno, comunque, tutto si schiarirà, allorché vedremo Dio “faccia a faccia”, senza mediazioni, ed allora non ci porremmo più domande di questo tipo, perché la pienezza della Beatitudine si sazierà della nuova dimensione divina e di scoperta in scoperta glorificherà in eterno la SS. Trinità insieme a tutti i redenti ed agli angeli.

 

 

 

 

 

Quando chiediamo i doni allo Spirito Santo è cosa buona perché essi ci fanno capire che la cosa più importante dei doni stessi è avere in sè lo Spirito Santo, il quale arreca i suoi doni.

Qualcosa di simile succede nei nostri rapporti umani. Quando un giovane offre un mazzo di fiori alla fidanzata od alla sposa essi sono significativi perché tramite essi le vuole comunicare che è intenzionato a donare se stesso: ll vero dono è l’impegno personale d’amore.

Così quando chiediamo allo Spirito Santo di albergare in noi, gli apriamo il cuore rendendoci disponibili a collaborare per la nostra salvezza. Lo Spirito Santo apprezza molto il nostro caloroso invito e ci esaudisce: perdona i nostri peccati e ci dona quello di cui ha bisogno l’anima ed anche il corpo.

Ricordiamo che lo Spirito Santo, nell’ambito trinitario, è l’Amore tra il Padre ed il Figlio. Quando Lui è presente in noi, sono presenti anche le altre due Persone, perché Egli procede dal Padre e dal Figlio e con loro è adorato e glorificato.

Quando si diventa realmente Tempio dello Spirito Santo in noi crescono i doni che Lui vuole darci, tra i quali è molto importante la nostra divinizzazione che si ottiene anche con la nostra collaborazione.

E se siamo carenti d’Amore, chiediamoglielo con fiducia perché Egli ce ne darà in abbondanza.

 

 

 

 

Lo Spirito Santo, Terza Persona della SS. Trinità, è autore di ogni bene ed è sorgente di acqua viva…
Viene a rinnovare la faccia della terra
Ci ispira il disprezzo per i peccati
Irradia con la sua luce le nostre anime
Imprime la sua legge nei nostri cuori
Ci infiamma col fuoco del suo amore
Riversa in noi i tesori delle sue grazie
Ci insegna a pregare col cuore
Ci illumina con le sue ispirazioni divine
Ci guida lungo la via della salvezza
Ci fa riconoscere l’Amore di Dio per noi
Ci ispira la pratica del bene
Ci dona la sua pace
Ci rende perseveranti nella giustizia
È la nostra perenne ricompensa

 

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Dio è purissima Trascendenza. Bisogna stare molto attenti a non cadere nel “panteismo” affermando che Dio è l’Universo.

Il Padre, Dio Trinitario, ha creato le cose dal nulla, quindi è Lui l’Esistente. Il resto è creazione. Tutto ciò che esiste proviene da Lui, ma non è Lui. Essendo infinito Amore, Padre onnipotente ed onnisciente, è il Principio di tutte le cose ed è Lui che le governa con divina sapienza per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo e dello Spirito Santo.

Il panteismo è deviante perché orienta ad adorare la natura, cadendo così nell’idolatria, perché solo il Dio Trinitario deve essere adorato dall’uomo.

Dio, poi, si è incarnato facendosi uomo in Gesù Cristo per salvare l’umanità dal peccato e restituirla integra al Creatore, perché ogni uomo, dotato di anima immortale, è fatto ad immagine e somiglianza di Dio e dovrà essere innestato in Cristo per poter essere “divinizzato” e godere in eterno la beatitudine del dinamismo trinitario, purissimo Amore.

Chi ritiene che Creatore e creato siano la stessa cosa, fa un gravissimo errore.

 

 

 

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Ringraziamo poco perché non sappiamo più meravigliarci.

Quando diamo per scontato qualsiasi cosa, allora il nostro cuore rischia di inaridirsi.

Innanzittutto facciamo poco caso alla nostra esistenza. Raramente pensiamo che siamo stati creati dal nulla: prima non esistevamo, oggi abbiamo la possibilità di vedere, pensare, camminare, toccare, udire ecc. Tutto ciò lo dobbiamo al nostro Creatore, il quale continua a mantenerci in vita.

Questo dovrebbe suscitare in noi lo stupore: ogni istante è prezioso ed è il Signore che ci sostiene continuamente.

Anche la contemplazione delle meraviglie del creato dovrebbe generare in noi lo stupore. Quanta sapienza e quanta complessità vi è in ogni cosa!

Il nostro corpo, la nostra mente e la nostra anima immortale sono dei capolavori assoluti!  Noi tutti viviamo di riflesso il Mistero Trinitario, perché abbiamo la possibilità di pensare, amare e contemplare analogamente a come fanno le Tre Persone.

 

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Sapere chi davvero siamo implica un’auto-consapevolezza continua, perché, essendo noi stessi un mistero, non finiremo mai di comprenderci.

In effetti non dobbiamo dare per scontato di essere sicuri della nostra vera identità. Innanzittutto ci percepiamo come esseri pensanti in continuo mutamento fisico e mentale.

Dal punto di vista orizzontale vediamo davanti a noi la fine della nostra stessa esistenza terrena. Siamo un soffio. Si nasce, si vive e si muore. Ci muoviamo su questo ammasso a forma di sferoide un po’ oblato che è la terra. Giriamo tutti attorno ad una stella e ci muoviamo velocemente nell’immenso cosmo, ma non sappiamo fino a dove.

Nemmeno la nostra mente è ferma: i contenuti scorrono in gran quantità per formare immagini, concetti, idee, ragionamenti ecc. Ma noi siamo centri percepienti che non si identificano in alcun oggetto della percezione della dimensione spazio-temporale.

Sappiamo di “esserci”, ma non comprendiamo esattamente chi siamo.

Allora ci viene incontro la dimensione verticale: Gesù ci ha rivelato che siamo figli del Padre Celeste che ci ha ordinato di invocare, il quale ha ci ama ed ha un piano particolare per ognuno di noi.

Ci ha anche chiesto di fidarci di Lui, perché un giorno ci rivelerà tutto quello che siamo in relazione alla Trinità: allora non saremo più tormentati da interrogativi inquietanti, ma godremo per sempre del suo meraviglioso dinamismo…

 

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Viviamo questa dimensione terrena come se tutto fosse “normale”, perché in un certo senso “rimuoviamo” ciò che realmente caratterizza la nostra esistenza quotidiana: la straordinarietà.

È per questo che ci aggrappiamo alle abitudini ed ai luoghi comuni: ci costruiamo spesso una gabbia individuale con le nostre comodità psicologiche e materiali, per cui non riusciamo a vedere oltre.

Ma quando, a sprazzi, prendiamo consapevolezza dell’assurdo esistenziale in cui siamo immmersi, allora emergono gli interrogativi più inquietanti.

Essi si riferiscono alla nostra vertiginosa posizione nell’Universo, alla estrema fragilità che ci caratterizza, alla complessità del tutto, all’incredibile ricchezza della nostra mente che può immaginare tutto…

Con fede genuina tutto questo sfocia nella consapevolezza dell’esistenza del Creatore che sorregge l’Universo nel suo silenzioso Amore.

E, se abbiamo fede, non si può fare a meno di considerare in profondo atto di adorazione la Santissima Trinità con il suo misterioso dinamismo.

 

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L’amore del Padre Creatore per ognuno di noi è evidente considerando la nostra stessa esistenza, la quale è stata un suo purissimo dono d’amore. Noi non esistevamo, Lui ci ha donato un corpo immerso in un immenso Universo, ed un’anima immortale.

L’amore di Gesù Cristo per ognuno di noi è dimostrato dal suo immenso sacrificio sulla Croce, grazie al quale noi possiamo essere salvi con Lui per tutta l’eternità. Egli è il centro della nostra vita.

L’amore dello Spirito Santo per ognuno di noi è verificabile in ogni istante di vita: ci sostiene e ci ispira continuamente, anche quando noi ci allontaniamo col peccato.

Se contempliamo la Santissima Trinità avendo presente questo infinito Amore per ognuno di noi, anche il nostro amore per Dio e per il prossimo potrà crescere ulteriormente.

 

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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi

Santissima Trinità – Anno C – giugno 2019

Trinità, il mistero che abita dentro noi

Vangelo – Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Memoria emozionante della Trinità, dove il racconto di Dio diventa racconto dell’uomo. Dio non è in se stesso solitudine: esistere è coesistere, per Dio prima, e poi anche per l’essere umano. Vivere è convivere, nei cieli prima, e poi sulla terra. I dogmi allora fioriscono in un concentrato d’indicazioni vitali, di sapienza del vivere.

Quando Gesù ha raccontato il mistero di Dio, ha scelto nomi di casa, di famiglia: abbà, padre… figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano. Spirito, ruhà, è un termine che avvolge e lega insieme ogni cosa come libero respiro di Dio, e mi assicura che ogni vita prende a respirare bene, allarga le sue ali, vive quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata da altre vite. Abbà, Figlio e Spirito ci consegnano il segreto per ritornare pienamente umani: in principio a tutto c’è un legame, ed è un legame d’amore.

Allora capisco che il grande progetto della Genesi: «facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza», significa «facciamolo a immagine della Trinità», a immagine di un legame d’amore, a somiglianza della comunione.

La Trinità non è una dottrina esterna, è al di qua, è dentro, non al di là di me. Allora spirituale e reale coincidono, verità ed esistenza corrispondono. E questo mi regala un senso di armoniosa pace, di radice santa che unifica e fa respirare tutto ciò che vive. In principio c’è la relazione (G. Bachelard).

«Quando verrà lo Spirito di verità, vi guiderà… parlerà… dirà… prenderà… annunzierà». Gesù impiega tutti verbi al futuro, a indicare l’energia di una strada che si apre, orizzonti inesplorati, un trascinamento in avanti della storia. Vi guiderà alla verità tutta intera: la verità è in-finita, «interminati spazi» (Leopardi), l’interezza della vita. E allora su questo sterminato esercito umano di incompiuti, di fragili, di incompresi, di innamorati delusi, di licenziati all’improvviso, di migranti in fuga, di sognatori che siamo noi, di questa immensa carovana, incamminata verso la vita, fa parte Uno che ci guida e che conosce la strada. Conosce anche le ferite interiori, che esistono in tutti e per sempre, e insegna a costruirci sopra anziché a nasconderle, perché possono marcire o fiorire, seppellire la persona o spingerla in avanti.

La verità tutta intera di cui parla Gesù non consiste in concetti più precisi, ma in una sapienza del vivere custodita nell’umanità di Gesù, volto del Padre, respiro dello Spirito: una sapienza sulla nascita e sulla morte, sulla vita e sugli affetti, su me e sugli altri, sul dolore e sulla infinita pazienza di ricominciare, che ci viene consegnata come un presente, inciso di fessure, di feritoie di futuro.

(Letture: Proverbi 8,22-31; Salmo 8; Romani 5,1-5; Giovanni 16,12-15)

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/trinita-il-misteroche-abitadentro-noi

Commenti al Vangelo Santissima Trinità – domenica 16 giugno – p.Ermes – Vita che allarga le sue ali

 

 

 

Un’anziana suora friulana ancora vivente, la quale è stata mia catechista quand’ero infante, mi dice spesso che lei non vede l’ora di andare al Padre per essere da Lui abbracciata.

È davvero convinta di quello che dice e sostiene che questa speranza le dona una grande serenità interiore e che non ha paura della morte, perché sa che l’aspetta un Padre misericordioso che le farà contemplare per sempre la SS. Trinità, che lei ama molto.

Ella dice che il Padre, essendo la BELLEZZA E LA BONTÀ, cerca le cose belle che sono in noi, e dimentica le nostre ombre, perché ama ognuno di noi di un Amore totale e talmente sorprendente, che nemmeno immaginiamo.

Ogni vero cristiano dovrebbe pensare così e cercare di vivere amando Dio ed il prossimo, senza disperare per i propri difetti.

 

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Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, col santo battesimo hai posto la tua dimora nel mio cuore, così che io ti posso adorare in ogni istante e vivere in piena comunione con te.

Padre, con la tua parola mi hai creato, perché la tua sapienza mi ha voluto fin dall’eternità.

Figlio, con il tuo amore spinto fino alla morte e con il tuo sangue prezioso sparso sulla croce, mi hai riscattato dal potere delle tenebre donandomi il tuo regno.

Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, effuso su di me, mi hai trasformato in una nuova creatura, donandomi un cuore nuovo per amare ogni creatura in te.

Ti rendano gloria e ti servano tutti i popoli della terra. Per tutti secoli dei secoli. Amen!

 

https://www.laparola.it/romano/liturg…

 

 

Infatti, essendo Tempio dello Spirito Santo, hai la sua amicizia, quella del Padre Celeste che ti ha creato e quella di Gesú che ti salva, cioè la Santissima Trinità che ti ama in modo unico ed irripetibile.

Inoltre, hai sempre accanto l’angelo custode, il quale ha l’incarico di proteggerti e di condurti verso la via della Verità e della Giustizia.

Hai accanto a te anche i tuoi santi protettori, specialmente la loro Regina, Maria Santissima, la quale é la tua Madre Celeste che ti ascolta sempre e ti ama particolarmente.

Le anime dei cari defunti salvati, oltre ad intercedere continuamente per te, possono anche avere da Dio il compito di proteggerti e di suggerirti la via del bene, perché in Paradiso ti attendono e non smettono mai di amarti molto di più di quanto ti amavano sulla terra.

Se credi in tutto questo non ti sentirai mai solo!

 

 

ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI

GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) :    http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….

VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA (con disegni di Perla Paik) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

MARCELLO TOMADINI  il pittore fotografo dei lager   https://www.edizionisegno.it/libro.as…

DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as

GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…

 

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Caro giovane!

Oggi ti ritrovi a vivere in una società piuttosto materialista ed atea, per cui la tua vita spirituale è molto difficile, me ne rendo conto, perché è assai dura anche per noi adulti.

Ricordati che oltre al tuo giovane corpo, tu hai un’anima immortale, creata da Dio al momento del tuo concepimento ed è destinata alla Beatitudine Eterna in Dio.

Non dubitare dell’esistenza di Dio e mantieni salda la tua fede in Gesù Cristo, perché i cattivi esempi e molti profeti del nulla vogliono trarti in inganno. Ti vogliono ingannare dicendoti che Dio è un’invenzione dell’uomo, che l’anima non esiste e che dopo la morte ci attende il nulla. Leggi con umiltà le Sacre Scritture, soprattutto il Santo Vangelo e comprenderai il valore immenso della tua anima creata ad immagine e somiglianza di Dio e Tempio vivo dello Spirito Santo.

Non lasciarti assorbire da troppi passatempi o impegni quotidiani. Dedica del tempo anche alla preghiera personale e, sull’esempio di Carlo Acutis e di tutti i santi, frequenta la confessione e la Santa Eucaristia. Non lasciarti coinvolgere dalla pigrizia, la quale porta all’indifferenza ed ai vizi di ogni tipo. Ricordati che i vizi (alcool, fumo, droga, ecc) abbruttiscono l’anima e la preparano per sua rovina eterna. I veggenti di Medjugorje testimoniano che l’aldilà esiste: quando erano giovani come te sono stati portati  dalla Regina della Pace con il loro corpo in Paradiso, nel Purgatorio e nell’inferno.

Rispetta i Comandamenti di Dio, adora la SS. Trinità, onora tuo padre e tua madre: ricordati che ti hanno trasmesso la vita ed accettali con i loro difetti. Rispettali e non offenderli nei litigi o nell’indifferenza. Il tuo smartphone non sia un mezzo per isolarti e renderti più egoista, ma soccorri a chi ti chiede attenzione o un semplice sorriso.

Prega spesso, invoca lo Spirito Santo che ti illumini e chiedi l’intercessione di Maria, la quale è particolarmente sensibile verso i giovani. Così facendo fondi la tua vita su valori reali ed eterni, perché eterna è la tua stessa esistenza e sei destinato a lodare Dio per tutta l’Eternità!

 

Una voce dal deserto

 

 

 

Ciò che importa in ogni momento della nostra esistenza è quello che ci aspetta dopo questa vita terrena, perché si sarà più consapevoli dell’Eternità, inabissati gioiosamente in essa.

In tutto ciò che pensiamo e facciamo dobbiamo sempre tener presente che in un istante Gesù ci potrebbe prendere con sé come e quando vuole, in ogni momento.

Nulla dovrebbe turbarci se siamo serenamente convinti che tutto passa e che siamo proiettati verso l’Eternità, dove ci aspetta l’abbraccio del Padre, con il Figlio e lo Spirito Santo. Tutto davvero passa, anche i problemi o il dolore.

Nell’aldilà vedremo le cose dalla parte di Dio nella loro interezza, se crediamo.

L’importante è farci trovare pronti, armati di fede, speranza e carità. Se ci mancano queste tre virtù dobbiamo chiederle fiduciosamente alla SS. Trinità ed abbandonarci al volere di Dio.

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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi

Un Dio che si fa vicino per non allontanarsi mai più

Santissima Trinità – Anno B

Matteo 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Ci sono andati tutti all’ultimo appuntamento sul monte di Galilea. Sono andati tutti, anche quelli che dubitavano ancora, portando i frammenti d’oro della loro fede dentro vasi d’argilla: sono una comunità ferita che ha conosciuto il tradimento, l’abbandono, la sorte tragica di Giuda; una comunità che crede e che dubita: «quando lo videro si prostrarono. Essi però dubitarono».

E ci riconosciamo tutti in questa fede vulnerabile. Ed ecco che, invece di risentirsi o di chiudersi nella delusione, «Gesù si avvicinò e disse loro…». Neppure il dubbio è in grado di fermarlo. Ancora non è stanco di tenerezza, di avvicinarsi, di farsi incontro, occhi negli occhi, respiro su respiro. È il nostro Dio “in uscita”, pellegrino eterno in cerca del santuario che sono le sue creature. Che fino all’ultimo non molla i suoi e la sua pedagogia vincente è “stare con”, la dolcezza del farsi vicino, e non allontanarsi mai più: «ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Il primo dovere di chi ama è di essere insieme con l’amato.

«E disse loro: andate in tutto il mondo e annunciate».
Affida ai dubitanti il Vangelo, la bella notizia, la parola di felicità, per farla dilagare in ogni paesaggio del mondo come fresca acqua chiara, in ruscelli splendenti di riverberi di luce, a dissetare ogni filo d’erba, a portare vita a ogni vita che langue. Andate, immergetevi in questo fiume, raggiungete tutti e gioite della diversità delle creature di Dio, «battezzando», immergendo ogni vita nell’oceano di Dio, e sia sommersa, e sia intrisa e sia sollevata dalla sua onda mite e possente! Accompagnate ogni vita all’incontro con la vita di Dio. Fatelo «nel nome del Padre»: cuore che pulsa nel cuore del mondo; «nel nome del Figlio»: nella fragilità del Figlio di Maria morto nella carne; «nel nome dello Spirito»: del vento santo che porta pollini di primavera e «non lascia dormire la polvere» (D.M. Turoldo).

Ed ecco che la vita di Dio non è più estranea né alla fragilità della carne, né alla sua forza; non è estranea né al dolore né alla felicità dell’uomo, ma diventa storia nostra, racconto di fragilità e di forza affidato non alle migliori intelligenze del tempo ma a undici pescatori illetterati che dubitano ancora, che si sentono «piccoli ma invasi e abbracciati dal mistero» (A. Casati). Piccoli ma abbracciati come bambini, abbracciati dentro un respiro, un soffio, un vento in cui naviga l’intero creato.
«E io sarò con voi tutti i giorni». Sarò con voi senza condizioni. Nei giorni della fede e in quelli del dubbio; sarò con voi fino alla fine del tempo, senza vincoli né clausole, come seme che cresce, come inizio di guarigione.

(Letture: Deuteronomio 4,32-34.39-40; Salmo 32; Romani 8,14-17; Matteo 28,16-20)

http://www.smariadelcengio.it/fra-ermes-ronchi-comunica/26451/commento-al-vangelo-domenica-27-maggio-santissima-trinita-fra-ermes/

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/un-dio-che-si-fa-vicino-per-non-allontanarsi-mai-piu

 

 

(Gv. 12, 44 – 50)

Gesù allora gridò a gran voce:

«Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno.

Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.

E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me».

 

(disegni di Perla Paik)

 

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Messaggio della Regina della Pace del 2 novembre 2017

 

“Cari figli, guardandovi radunati intorno a Me, la vostra Madre, vedo molte anime pure, molti miei figli che cercano l’amore e la consolazione che però nessuno gli offre.

Vedo anche coloro che fanno del male: perché non hanno un buon esempio, perché non hanno conosciuto mio Figlio, il bene che silenziosamente si diffonde attraverso le anime pure, la forza che regge questo mondo.

I peccati sono molti, però c’è anche l’amore! Mio figlio vi manda a Me, la madre, affinché vi insegni ad amare ed affinché comprendiate che siete tutti fratelli. Lui desidera aiutarvi.

Apostoli del mio amore, basta un vivo desiderio della fede e dell’amore perché mio Figlio vi accetti: però dovete essere degni, avere buona volontà e cuori aperti. Mio Figlio entra nei cuori aperti.

Io, come Madre, desidero che conosciate di più mio Figlio, Dio nato da Dio, cosicché comprendiate la grandezza del Suo amore di cui avete così tanto bisogno. Lui ha preso su di sé i vostri peccati, ha ottenuto la redenzione per voi ed in cambio ha chiesto di amarvi gli uni con gli altri.

Mio Figlio è amore. Lui ama tutti gli uomini senza distinzione, uomini di tutti i paesi e di tutti i popoli. Se vivreste, figli miei, l’amore di mio Figlio, il Suo regno sarebbe già sulla terra, perciò apostoli del mio amore pregate, pregate affinché mio Figlio ed il Suo amore siano più vicini, per poter essere esempio d’amore e poter aiutare tutti coloro che non Lo hanno ancora conosciuto.

Non dimenticate mai che mio Figlio, uno e trino, vi ama.

Pregate ed amate i vostri pastori.

Vi ringrazio”

 

 

 

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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi

Santissima Trinità

– Anno A – giugno 2017

La Trinità, specchio del nostro cuore profondo

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

 

I termini che Gesù sceglie per raccontare la Trinità, sono nomi di famiglia, di affetto: Padre e Figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano. Spirito è nome che dice respiro: ogni vita riprende a respirare quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata. In principio a tutto è posta una relazione; in principio, il legame. E se noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza, allora il racconto di Dio è al tempo stesso racconto dell’uomo, e il dogma non rimane fredda dottrina, ma mi porta tutta una sapienza del vivere. Cuore di Dio e dell’uomo è la relazione: ecco perché la solitudine mi pesa e mi fa paura, perché è contro la mia natura. Ecco perché quando amo o trovo amicizia sto così bene, perché allora sono di nuovo a immagine della Trinità.
Nella Trinità è posto lo specchio del nostro cuore profondo, e del senso ultimo dell’universo. Nel principio e nella fine, origine e vertice dell’umano e del divino, è il legame di comunione.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio… In queste parole Giovanni racchiude il perché ultimo dell’incarnazione, della croce, della salvezza: ci assicura che Dio in eterno altro non fa che considerare ogni uomo e ogni donna più importanti di se stesso. Dio ha tanto amato… E noi, creati a sua somigliante immagine, «abbiamo bisogno di molto amore per vivere bene» (J. Maritain).
Da dare il suo Figlio: nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con un altro verbo concreto, pratico, forte, il verbo dare (non c’è amore più grande che dare la propria vita…). Amare non è un fatto sentimentale, non equivale a emozionarsi o a intenerirsi, ma a dare, un verbo di mani e di gesti.
Dio non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato. Salvato dall’unico grande peccato: il disamore. Gesù è il guaritore del disamore (V. Fasser). Quello che spiega tutta la storia di Gesù, quello che giustifica la croce e la Pasqua non è il peccato dell’uomo, ma l’amore per l’uomo; non qualcosa da togliere alla nostra vita, ma qualcosa da aggiungere: perché chiunque crede abbia più vita.
Dio ha tanto amato il mondo… E non soltanto gli uomini, ma il mondo intero, terra e messi, piante e animali. E se lui lo ha amato, anch’io voglio amarlo, custodirlo e coltivarlo, con tutta la sua ricchezza e bellezza, e lavorare perché la vita fiorisca in tutte le sue forme, e racconti Dio come frammento della sua Parola. Il mondo è il grande giardino di Dio e noi siamo i suoi piccoli “giardinieri planetari”.
Davanti alla Trinità, io mi sento piccolo ma abbracciato, come un bambino: abbracciato dentro un vento in cui naviga l’intero creato e che ha nome amore.

(Letture: Esodo 34, 4-6.8-9; Deuteronomio 3, 52-56; 2 Corinzi 13, 11-13; Giovanni 3, 16-18) https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/la-trinita-specchio-del-nostro-cuore-profondo

 

 

 

http://buff.ly/2s4zM54

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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verso etern.DOC

I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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segretimedjugorje.MP3

VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron