Sito creato da un privato (persona fisica) a solo scopo amatoriale, con esclusione di attività professionale e senza scopo di lucro.
Il sito è stato affidato a Maria e benedetto dal parroco.

scrivimi

MONDOCREA: finalità (10.000 visite giornaliere circa)


Per chi desiderasse iscriversi al mio canale YouTube (piaipier):
http://www.youtube.com/user/piaipier

Fb 5 febbraio 23 – V dom
Mt 5,13-16
Vita disciolta (di p.Ermes Ronchi)
Voi nel mondo siete luce e sale. Sale per conservare le cose, minima e umile eternità disciolta. Luce per accarezzare, a risvegliare colori e bellezza dentro la notte del mondo.
Gesù non dice «voi siete il miele della terra», con generico buonismo, ma il sale, che è forza e istinto di vita che penetra le scelte, che si oppone al degrado delle cose e rilancia ciò che merita futuro. E lo annuncia alla mia anima bambina, a quella parte di me che sa ancora incantarsi.
La faccenda è seria, perché essere sale e luce del mondo vuol dire che dalla buona riuscita della mia avventura, umana e spirituale, dipende la qualità del resto del mondo.
Come fare per vivere questa comune responsabilità, così seria e impegnativa? Come mettere la lampada sul candelabro? Isaia suggerisce meno parole e più gesti: «Spezza il tuo pane», verbo asciutto, concreto, fattivo. E poi è un incalzare di gesti: «accogli in casa, vesti il nudo, non distogliere gli occhi. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà in fretta».
E senti l’impazienza di Dio e dell’aurora che sorge, della fame che grida; senti l’urgenza dell’uomo sofferente che ha fretta di pane e di salute. La luce viene attraverso il mio pane quando diventa pane nostro, condiviso, e non possesso geloso.
Ma se il sale perde sapore, se la luce è messa sotto al tavolo, a che cosa servono? A nulla. Così noi, se perdiamo il vangelo, se smussiamo la Parola e la riduciamo a uno zuccherino, se abbiamo occhi senza luce e parole senza bruciore di sale, allora corriamo il rischio mortale dell’insignificanza, di non significare più nulla per nessuno.
Io sono luce spenta quando non evidenzio bellezza e bontà negli altri, ma mi inebrio dei loro difetti: allora sto spegnendo la fiamma delle cose, sono un cembalo che tintinna (parola di Paolo), un trombone di latta.
Ma “chi vive secondo il vangelo è una manciata di luce in faccia al mondo” (Gigi Verdi). Tu puoi compiere opere di luce! E sono quelle semplici dei miti, dei puri, dei giusti, dei poveri, le opere alternative alle scelte del mondo, la differenza evangelica offerta alla fioritura della vita. Quando tu segui come unica regola l’amore, allora sei Luce e Sale per chi ti incontra. Quando due sulla terra si amano diventano luce nel buio, lampada ai passi di molti. In ogni luogo dove ci si vuol bene viene sparso il sale che dà sapore buono alla vita.
La luce non illumina se stessa, il sale non serve a se stesso. Così ogni credente deve ripetersi: a partire da me, ma non per me. Perché una religione che serva solo a salvarsi l’anima non è quella del Vangelo. La luce non è un dovere, ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio.
L’umiltà della luce e del sale, il perdersi dentro le cose. Mi inebria questo perdersi dentro la vita, ci sto bene. La sento casa.

 

11 Avvenire V domenica A Mt 5, 13-16

Voi siete il sale, voi siete la luce. Siete come un istinto di vita che penetra nelle cose, come il sale, si oppone al loro degrado e le fa durare.
Siete un istinto di bellezza, che si posa sulla superficie delle cose, le accarezza, come la luce, e non fa violenza mai, ne rivela invece forme, colori, armonie e legami. Così il discepolo-luce è uno che ogni giorno accarezza la vita e rivela il bello delle persone, uno dai cui occhi emana il rispetto amoroso per ogni vivente.
Voi siete il sale, avete il compito di preservare ciò che nel mondo vale e merita di durare, di opporvi a ciò che corrompe, di far gustare il sapore buono della vita.
Voi siete la luce del mondo. Una affermazione che ci sorprende, che Dio sia luce lo crediamo; ma credere che anche l’uomo sia luce, che lo sia anch’io e anche tu, con i nostri limiti e le nostre ombre, questo è sorprendente. E lo siamo già adesso, se respiriamo vangelo: la luce è il dono naturale di chi ha respirato Dio.
Chi vive secondo il vangelo è una manciata di luce gettata in faccia al mondo (Luigi Verdi). E non impalcandosi a maestro o giudice, ma con i gesti: risplenda la vostra luce nelle vostre opere buone. Sono opere di luce i gesti dei miti, di chi ha un cuore bambino, degli affamati di giustizia, dei mai arresi cercatori di pace, i gesti delle beatitudini, che si oppongono a ciò che corrompe il cammino del mondo: violenza e denaro. Quando due sulla terra si amano compiono l’opera: diventano luce nel buio, lampada ai passi di molti, piacere di vivere e di credere. In ogni casa dove ci si vuol bene, viene sparso il sale che dà sapore buono alla vita.
Mi sembra impossibile, da parte di Gesù, riporre tanta stima e tanta fiducia in queste sue creature! In me, che lo so bene, non sono né luce né sale. Eppure il vangelo mi incoraggia a prenderne coscienza: Non fermarti alla superficie di te, al ruvido dell’argilla di cui sei fatto, cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore, scendi nel tuo santuario e troverai una lucerna accesa, una manciata di sale: frammento di Dio in te.
L’umiltà della luce e del sale: la luce non illumina se stessa, nessuno mangia il sale da solo. Così ogni discepolo deve apprendere la loro prima lezione: a partire da me, ma non per me. La povertà del sale e della luce è perdersi dentro le cose, senza fare rumore né violenza, e risorgere con loro. Come suggerisce il profeta Isaia: Illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirà la tua ferita (Isaia 58,8). Non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, chi guarda solo a se stesso non si illumina mai. Tu occupati della terra e della città, e la tua luce sorgerà come un meriggio di sole.

 

 

di p. Ermes Ronchi

Avvenire V domenica A

 

Voi siete sale, voi siete luce. Sale che conserva le cose, minima eternità disciolta nel cibo. Luce che accarezza di gioia le cose, ne risveglia colori e bellezza.

Tu sei luce. Gesù lo annuncia alla mia anima bambina, a quella parte di me che sa ancora incantarsi, ancora accendersi. Te sei sale, non per te stesso ma per la terra. La faccenda è seria, perché essere sale e luce del mondo vuol dire che dalla buona riuscita della mia avventura, umana e spirituale, dipende la qualità del resto del mondo.

Come fare per vivere questa responsabilità seria, che è di tutti? Meno parole e più gesti. Che il profeta Isaia elenca, nella prima lettura di domenica: «spezza il tuo pane», verbo asciutto, concreto, fattivo. «Spezza il tuo pane», e poi è tutto un incalzare di altri gesti: «Introduci in casa, vesti il nudo, non distogliere gli occhi. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà in fretta».

E senti l’impazienza di Dio, l’impazienza di Adamo, e dell’aurora che sorge e della fame che grida; l’urgenza del corpo dell’uomo che ha dolore e ferite, ha fretta di pane e di salute.

La luce viene attraverso il ‘mio’ pane quando diventa ‘nostro’ pane, condiviso e non possesso geloso. Il gesto del pane viene prima di tutto: perché sulla terra ci sono creature che hanno così tanta fame che per loro Dio non può che avere la forma di un pane.

Guarisci altri e guarirà la tua ferita, Prenditi cura di qualcuno e Dio si prenderà cura di te; produci amore e Lui ti fascerà il cuore, quando è ferito.

Illumina altri e ti illuminerai. Perché chi guarda solo a se stesso non s’illumina mai. Chi non cerca, anche a tentoni, quel volto che dal buio chiede aiuto, non si accenderà mai. È dalla notte condivisa che sorge il sole di tutti.

“Se mi chiudo nel mio io, pur adorno di tutte le virtù, ricco di sale e di luce, e non partecipo all’esistenza degli altri, se non mi dischiudo agli altri, posso essere privo di peccati, e tuttavia vivo in una situazione di peccato” (G. Vannucci).

Ma se il sale perde sapore con che cosa lo si potrà rendere salato?

Conosciamo bene il rischio di affondare in una vita insipida e spenta. E accade quando non comunico amore a chi mi incontra, non sono generoso di me, non so voler bene: “non siamo chiamati a fare del bene, ma a voler bene” (Sorella Maria di Campello). Primo impegno vitale.

Io sono luce spenta quando non evidenzio bellezza e bontà negli altri, ma mi inebrio dei loro difetti: allora sto spegnendo la fiamma delle cose, sono un cembalo che tintinna (parola di Paolo), un trombone di latta.

Quando amo tre verbi oscuri: prendere, salire, comandare; anziché seguire i tre del sale e della luce: dare, scendere, servire.

Gesù ha a che fare con il sapore, con la luce, con la felicità e il senso della mia vita, saporita e accesa.

E chi distoglie gli occhi dalla gente che è sua, sempre, perché tutti sono dei nostri, non diventerà mai un uomo radioso, una donna luminosa.

Tornate alla fiamma: io sono fuoco portato

il sapore della vita e con l’orien . Lo siete già, è una vita che ha sapore e

Se siamo accesi, se siamo insaporiti

Gesù ha a che fare con la mia felicità. La felicità ha a che fare con il fatto di amare.

detto ai suoi discepoli in che cosa consista la felicità.

Così noi, se perdiamo il vangelo, se smussiamo la Parola e la riduciamo a uno zuccherino, se non diventa carne gesto azione storia opera, se abbiamo occhi senza luce e parole senza bruciore di sale, allora corriamo il rischio mortale dell’insignificanza, di non significare più nulla per nessuno.

Un po’ brutalmente lo ha tradotto così don Fabio Rosini “se continuiamo così, tra un po’ di noi non gliene frega più niente a nessuno”

 

 

 

 

Tutti i credenti devono alzarsi in piedi, devono ricuperare il senso del loro dovere e della loro responsabilità dinanzi alla società e al mondo.

Devono prima mettere ordine nella loro coscienza e nella loro mentalità, devono ritornare a Dio umili e pentiti.

SOLTANTO LORO possono diventare il punto di riferimento per tutti gli altri. Soltanto loro possono essere strumenti coscienti e responsabili perché Dio possa operare per la salvezza del mondo.

Voi siete il sale della terra, se il sale diventa scipito, con che cosa Gesù deve rendere buoni tutti gli uomini? Voi siete pochi come il lievito nella farina, i pochi buoni estendono la bontà a tutta la massa degli uomini e delle donne.

Vogliamo capire che Gesù non era un arruffa popolo come i nostri politici, quello che ha detto è vero.

I cristiani, tutti, nessuno escluso, devono assolutamente prendere coscienza della responsabilità che hanno davanti alla storia: se non lo fanno, se non lo fanno subito, il caos della crisi diventerà presto distruzione di tutti e di tutto quel poco che ci è rimasto.

don Vincenzo Carone

 

Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 2800) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier

 

V domenica A Mt 5, 13-16

 

“Voi siete il sale, voi siete la luce della terra”.

Il vangelo è sale e luce: è come un istinto di vita che penetra nelle cose, si oppone al loro degrado e le fa durare; è come un istinto di bellezza, che si posa sulla superficie delle cose, come fa la luce, le accarezza, non fa rumore, non fa violenza mai, ne fa invece emergere forme, colori, armonie e legami, il più bello che c’è in loro.

Così il discepolo-luce è uno che ogni giorno accarezza la vita e ne rivela il bello, uno dai cui occhi emana il rispetto amoroso per ogni vivente.

Voi siete il sale, voi avete il compito di preservare ciò che nel mondo vale e merita di durare, di opporvi ai corruttori, di dare sapore, di far gustare il sapore buono della vita.

Voi siete la luce del mondo. Una affermazione che ci sorprende:

che Dio sia luce lo crediamo; ma credere che anche l’uomo sia luce, che lo sia anch’io e anche tu, con i nostri limiti e le nostre ombre, questo è sorprendente. E lo siamo già adesso, se respiriamo vangelo. La luce è il dono naturale di chi ha respirato Dio.

Incredibile la stima, la fiducia di Gesù negli uomini. Mi sembra impossibile riporre tanta speranza in noi! In me, che lo so bene, non sono né luce né sale. Eppure il vangelo mi incoraggia a prenderne coscienza:

Non fermarti alla superficie, al ruvido dell’argilla, cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore, scendi nel tuo centro e troverai una lucerna accesa, una manciata di sale.

Quando tu segui come unica regola di vita l’amore, allora sei luce e sale per chi ti incontra.

Quando due sulla terra si amano, diventano luce nel buio, lampada ai passi di molti, piacere di vivere e di credere.

In ogni casa dove ci si vuol bene, viene sparso il sale che dà sapore buono alla vita.

Chi vive secondo il vangelo è una manciata di luce gettata in faccia al mondo (Luigi Verdi).

E non facendo il maestro che le sa tutte o il giudice con il dito puntato, ma con le opere: risplenda la vostra luce nelle vostre opere buone.

Sono opere di luce i gesti che domenica scorsa sono stati lanciati come beatitudini:

sono opere di sale e di luce i gesti dei poveri, di chi ha un cuore bambino, degli affamati di giustizia, dei mai arresi cercatori di pace, i gesti, gli stili di vita che si oppongono a ciò che corrompe il cammino del mondo: violenza e denaro.

Isaia suggerisce la strada perché la luce sia posta sul candelabro e non sotto un secchio. «Spezza il tuo pane», parola così asciutta, concreta, semplicissima. «Spezza il tuo pane.» E poi è tutto un incalzare di verbi: «Introduci in casa, vesti il nudo, non distogliere gli occhi. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà in fretta».

E senti l’impazienza di Dio, l’impazienza di Adamo, l’impazienza dell’aurora e del corpo che ha fame e ferite e fretta di pane e di salute.

La luce attraverso il pane. Pane spezzato.

Guarisci altri e guarirà la tua ferita, illumina altri e ti illuminerai. Perché chi guarda solo a se stesso non s’illumina mai.

E chi distoglie gli occhi dalla gente che è sua, sempre, perché tutti sono dei nostri, non diventerà mai un uomo radioso, una donna luminosa.

Non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma prenditi cura d’altri e guarirà presto la tua vita.

La preghiera famosa di san Francesco lo dice con altre parole: dove è odio che io porti amore, dove è guerra che io porti pace, dove è solitudine che io porti abbracci.

Uscendo di chiesa, fate, se vi va’, un giro nel chiostro, guardate i cartelloni della mostra, occasione per ripassare le sette opere buone che sono sale e luce per il mondo: dai da mangiare, dai da bere, vesti, accogli, visita…

La luce non illumina se stessa, il sale non serve a se stesso. Così ogni credente, tutta la chiesa deve imparare e vivere la prima lezione che ci viene dalle cose: a partire da me, ma non per me. Non dobbiamo puntare i riflettori su noi stessi, ma su un Altro.

Comincio da ciò che ho e sono, ma non vivo in funzione di me stesso.

Scrive papa Francesco: Una religione che serva solo a salvarsi l’anima non è quella del vangelo (E.G.).

 Ma se il sale perde sapore, se la luce è messa sotto a un tavolo, a che cosa servono? A nulla.

Così noi, se perdiamo il vangelo, se smussiamo la Parola e la riduciamo a uno zuccherino, se non diventa carne gesto azione storia opera, se abbiamo occhi senza luce e parole senza bruciore di sale, allora corriamo il rischio mortale dell’insignificanza, di non significare più nulla per nessuno.

Un po’ brutalmente lo ha tradotto così don Fabio Rosini “se continuiamo così, tra un po’ di noi non gliene frega più niente a nessuno”

L’umiltà della luce e del sale: perdersi dentro le cose. Per loro. Illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirai (Isaia 58,8). Non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma occupati della terra, della città degli uomini. Chi guarda solo a se stesso non si illumina mai.

Nessuno ha troppi difetti o è troppo debole o troppo piccolo per chiamarsi fuori dall’impegno di trasmettere il sapore e lo splendore di Dio. E il più delle volte lo facciamo senza saperlo. È possibile non gustare nulla di Dio eppure diffonderlo tra gli altri, senza accorgercene. Dio agisce così: quante volte l’ho visto! Può succedere che si brancoli nel dubbio e nella notte e di essere luce per qualcuno, con una parola o un gesto che non so da dove vengano. Dio agisce così.

Ma c’è una tentazione: quella di credere di avere troppe ombre in me per dedicarmi agli altri, di essere insipido e povero, di avere troppi peccati come ferite aperte.

I profeti però ripetono: Non preoccuparti delle tue ombre o delle tue malattie, ma della tua città, della tua gente, della nostra terra dove c’è fame e sofferenza

Allora guarirai, allora ti illuminerai.

Perché siamo tutti dei malati, però capaci di prenderci cura della vita.

Siamo tutti feriti, però capaci di essere guaritori.

I guaritori feriti.

Oggi inauguriamo la prima delle domeniche dei laboratori interattivi per

“NUOVI STILI DI VITA ALLA LUCE DEL VANGELO”,

domenica delle relazioni umane, dal titolo: “Gli origami relazionali”.

Come preghiera dei fedeli ci verranno presentate sette relazioni umane buone, sale e luce dei giorni, gesti semplici e possibili a tutti.

Relazioni nuove e buone sono lievito, sale e luce per un futuro buono, annuncio e impegno che è possibile vivere meglio. Per tutti. La ricchezza che nessuno ci potrà rubare.

Alla fine della messa, ognuno ne potrà scegliere una tra le sette, in questo paniere: è il mandato e l’impegno con cui prolungare nei giorni uno stile nuovo ed evangelico di vita.

 

p. Ermes Ronchi

 

 

 

V^ DOMENICA T.O.  – Anno A
5 febbraio 2017

O Dio, che nella follia della croce
manifesti quanto è distante la tua sapienza
dalla logica del mondo,
donaci il vero spirito del Vangelo,
perché ardenti nella fede
e instancabili nella carità
diventiamo luce e sale della terra.
(II colletta)

Il Vangelo – Ermes Ronchi

Se hai come unica regola di vita l’amore, sarai luce e sale
Matteo 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

«Voi siete il sale, voi siete la luce della terra». Il Vangelo è sale e luce, è come un istinto di vita che penetra nelle cose, si oppone al loro degrado e le fa durare. È come un istinto di bellezza, che si posa sulla superficie delle cose, come fa la luce, le accarezza, non fa rumore, non fa violenza mai, ne fa invece emergere forme, colori, armonie e legami, il più bello che c’è in loro. Così il discepolo-luce è uno che ogni giorno accarezza la vita e ne rivela il bello, uno dai cui occhi emana il rispetto amoroso per ogni vivente.

Voi siete il sale, voi avete il compito di preservare ciò che nel mondo vale e merita di durare, di opporvi ai corruttori, di dare sapore, di far gustare il buono della vita.

Voi siete la luce del mondo. Una affermazione che ci sorprende, che Dio sia luce lo crediamo; ma credere che anche l’uomo sia luce, che lo sia anch’io e anche tu, con i nostri limiti e le nostre ombre, questo è sorprendente. E lo siamo già adesso, se respiriamo vangelo. La luce è il dono naturale di chi ha respirato Dio.

Quando tu segui come unica regola di vita l’amore, allora sei luce e sale per chi ti incontra. Quando due sulla terra si amano, diventano luce nel buio, lampada ai passi di molti, piacere di vivere e di credere. In ogni casa dove ci si vuol bene, viene sparso il sale che dà sapore buono alla vita.
Chi vive secondo il vangelo è una manciata di luce gettata in faccia al mondo (Luigi Verdi). E non facendo il maestro o il giudice, ma con le opere: risplenda la vostra luce nelle vostre opere buone.

Sono opere di luce i gesti dei poveri, di chi ha un cuore bambino, degli affamati di giustizia, dei mai arresi cercatori di pace, i gesti delle beatitudini, che si oppongono a ciò che corrompe il cammino del mondo: violenza e denaro.

La luce non illumina se stessa, il sale non serve a se stesso. Così ogni credente deve ripetere la prima lezione delle cose: a partire da me, ma non per me. Una religione che serva solo a salvarsi l’anima non è quella del Vangelo.

Ma se il sale perde sapore, se la luce è messa sotto a un tavolo, a che cosa servono? A nulla. Così noi, se perdiamo il vangelo, se smussiamo la Parola e la riduciamo a uno zuccherino, se abbiamo occhi senza luce e parole senza bruciore di sale, allora corriamo il rischio mortale dell’insignificanza, di non significare più nulla per nessuno.

L’umiltà della luce e del sale: perdersi dentro le cose. Come suggerisce il profeta Isaia: «Illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirai» (Isaia 58,8). Non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma occupati della terra, della città. Chi guarda solo a se stesso non si illumina mai.

(Letture: Isaia 58,7-10; Salmo 111; 1 Corinzi 2,1-5; Matteo 5,13-16)

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/se-hai-come-unica-regola-di-vita-l-amore-sarai-luce-e-sale

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

fileDBicn_doc picture
verso etern.DOC

I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

fileDBicn_mp3 picture
segretimedjugorje.MP3

VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron