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1 – Limita i tuoi desideri e le tue aspettative. Molte ti deluderanno e questo è fonte di infelicità. È giusto programmare il proprio futuro, ma devi essere realistico in base alle tue potenzialità..

2 – Non attaccarti troppo ai tuoi punti di vista ed alle cose che credi di possedere. Tutto muta in questa dimensione spazio-temporale.

3 – Non offenderti se intuisci che ti sottovalutano. Pensa che, in fondo, su alcuni punti spesso hanno anche ragione, ma per questo non devi angosciarti. Vivi con un po’ di auto-ironia.

4 – Sii molto attento all’invidia che serpeggia in te: cerca di individuarla coraggiosamente, ma non alimentarla in te perché essa assorbe le tue energie e smorza la tua creatività.

5 – Evita di confrontarti: tu sei quello che sei, unico ed irripetibile. Impara dagli altri quello che può esserti utile, ma non ti devi scoraggiare se ti senti inferiore. Pensa ai tanti doni nascosti che non sai di avere…

6 – Vivi i rapporti umani con un certo distacco : fa’ del bene in modo ragionevole e con prudenza, ma sappi che pochissimi sono i veri amici, per cui non aspettarti nulla da nessuno, nemmeno la gratitudine. Tu ama senza preoccuparti troppo di essere riamato perché solo Dio vede in profondità le tue azioni.

7 – Cerca di vedere nel Creato l’impronta di Dio, Amore Onnipotente, che ti ama e ti sorregge continuamente. Dolore e morte sono inevitabili, ma se ti affidi a Dio, tramite Gesù Cristo, non sarai deluso. Per questo chiedi spesso perdono dei tuoi peccati, frequenta i sacramenti, trova tempo e luogo per la preghiera del cuore, ama anche i tuoi nemici…

 

 

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Chi desidera può diventare membro della confraternita “COMUNIONE DEI SANTI” (può così ricevere e dare solidarietà nella preghiera tra i membri). Basta iscriversi al canale “UNIVERSO INTERIORE piaipier”:

 

 

1) Confessarsi spesso dopo il pentimento sincero per i propri peccati. La confessione è anche un’occasione per prendere coscienza dello stato della propria anima e per combattere i vizi.

2) Chiedere spesso l’aiuto allo Spirito Santo: noi siamo il suo Santo Tempio e Egli ama dimorare in noi, soprattutto quando siamo docili alla sua grazia.

3) Partecipare il più possibile alla Santa Eucaristia. Il Santo Curato d’Ars sosteneva che “Tutte le opere buone messe insieme non eguagliano il valore della Messa”

4) Trovare spesso degli spazi di preghiera personale in cui noi pensiamo solo a Dio, alla Vergine, agli angeli ed ai Santi. La preghiera più disinteressata è la migliore, pertanto è bene pregare anche per tutti gli altri.

5) Mettere sempre Dio al primo posto in tutte le scelte che facciamo

6) Essere diligenti sul posto di lavoro o a scuola cercando di andare d’accordo con tutti i colleghi, anche con quelli meno simpatici.

7) Collaborare sempre al bene della propria famiglia, ognuno in base al suo ruolo. Evitare i litigi e perdonarsi sempre dopo qualche alterco.

8) Partecipare alle attività della Chiesa, iniziando dalla propria parrocchia. Ognuno collabori come può ed in base alla propria disponibilità.

9) Scegliere le letture ed i filmati più edificanti per lo spirito, cercando di istruirsi in relazione alla propria preparazione culturale.

10) Essere sempre consapevoli che il tempo che passiamo su questa terra è fugace, pertanto comportiamoci sempre come se dovessimo lasciare questo mondo in qualsiasi momento deciso da Dio.

XV Dom. T.O. anno C – 2019
Quando le regole oscurano la legge di Dio

Vangelo – Lc 10, 25-37
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. (…) Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?» (…).

Commento di Padre Ermes Ronchi

La straordinaria intelligenza comunicativa di Gesù: svela il cuore profondo inventandosi una storia semplice, che tutti possono capire, i professori come i bambini! Le parabole sono racconti che provengono dalla viva voce di Gesù, è come ascoltare il mormorio della sorgente, il momento iniziale, fresco, sorgivo del vangelo. Rappresentano la punta più alta e geniale, la più rifinita del suo linguaggio, non l’eccezione. Per lui parlare in parabole era la norma (Mc 4,33-34). Insegnava non per concetti, ma per immagini e racconti, che liberano e non costringono.

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Una delle storie più belle al mondo. Un uomo scendeva, e guai se ci fosse un aggettivo: giudeo o samaritano, giusto o ingiusto, ricco o povero, può essere perfino un disonesto, un brigante anche lui: è l’uomo, ogni uomo! Non sappiamo il suo nome, ma sappiamo il suo dolore: ferito, colpito, terrore e sangue, faccia a terra, da solo non ce la fa. È l’uomo, è un oceano di uomini, di poveri derubati, umiliati, bombardati, naufraghi in mare, sacche di umanità insanguinata per ogni continente.

Il mondo intero scende da Gerusalemme a Gerico, sempre. Il sacerdote e il levita, i primi che passano, hanno davanti un dilemma: trasgredire la legge dell’ama il prossimo, oppure quella del sii puro, evitando il contatto col sangue. Scelgono la cosa più comoda e più facile: non toccare, non intervenire, aggirare l’uomo, e… restare puri. Esternamente, almeno. Mentre dentro il cuore si ammala. Toccano le cose di Dio nel tempio, e non toccano la creatura di Dio sulla strada. La loro è solo religione di facciata e non fede che accende la vita e le mani. Il messaggio è forte: gesti e oggetti religiosi, riti e regole “sacri” possono oscurare la legge di Dio, fingere la fede che non c’è, e usarla a piacimento. Può succedere anche a me, se baratto l’anima del vangelo, il suo fuoco, con piccole norme o gesti furbi.

Chi fa emergere l’anima profonda, è un eretico, uno straniero, un samaritano in viaggio: lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino. Sono termini di una carica infinita, bellissima, che grondano umanità.

La compassione

· vale più delle regole cultuali o liturgiche (del sacerdote e del levita);
· più di quelle dottrinali (il samaritano è un eretico);
· surclassa le leggi etniche (è uno straniero);
· ignora le distinzioni moralistiche: soccorro chi se lo merita, gli altri no.

La divina compassione è così: incondizionata, asimmetrica, unilaterale.

Al centro del Vangelo, una parabola; al centro della parabola, un uomo.

E il sogno di un mondo nuovo che distende le sue ali ai primi tre gesti del buon samaritano: lo vide, ebbe compassione, si fece vicino.

(Letture: Dt 30,10-14; Salmo 18 (19); Col 1,15-20; Lc 10,25-37)

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/quando-le-regole-oscurano-la-legge-di-dio

……………………………………………………………..
… noi,
ai quali ogni giorno il Signore Gesù affida
coloro che sono afflitti,
nel corpo e nello spirito,
perchè possiamo continuare a riversare su di loro, senza misura,
tutta la sua misericordia e la salvezza.

(Papa Francesco 26/02/2014)

 

Il Vangelo      a cura di   Ermes Ronchi

Il giogo leggero dei comandamenti del Signore

VI Domenica di Pasqua – Anno A

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

La prima parola è «se»: se mi amate. Un punto di partenza così libero, così umile, così fragile, così fiducioso, così paziente. Non dice: dovete amarmi. Nessuna minaccia, nessuna costrizione, puoi aderire e puoi rifiutarti in totale libertà.
Ma, se mi ami, sarai trasformato in un’altra persona, diventerai come me, prolungamento dei miei gesti, eco delle mie parole: se mi amate, osserverete i comandamenti miei. Non per dovere, ma come espansione verso l’esterno di ciò che già preme dentro, come la linfa della vite a primavera, quando preme sulla corteccia dura dei tralci e li apre e ne esce in forma di gemme e foglie.
In questo passo del Vangelo di Giovanni, per la prima volta, Gesù chiede esplicitamente di essere amato. Il suo comando finora diceva: Amerai Dio, amerai il prossimo tuo, vi amerete gli uni gli altri come io vi ho amato, ora aggiunge se stesso agli obiettivi dell’amore. Non detta regole, si fa mendicante d’amore, rispettoso e generativo. Non rivendica amore, lo spera.

Ma amarlo è pericoloso. Infatti il brano di oggi riporta sette versetti, in cui per sette volte Gesù ribadisce un concetto, anzi un sogno: unirsi a me, abitare in noi. E lo fa con parole che dicono unione, compagnia, incontro, intimità, in una divina monotonia, umile e sublime: sarò con voi, verrò presso di voi, in voi, a voi, voi in me io in voi.
Gesù cerca spazi, spazi nel cuore, spazi di trasformazione: se mi ami diventi come me! Io posso diventare come Lui, acquisire nei miei giorni un sapore di cielo e di storia buona; sapore di libertà, di mitezza, di pace, di forza, di nemici perdonati, e poi di tavole imbandite, e poi di piccoli abbracciati, di relazioni buone e feconde che sono la bellezza del vivere.

Quali sono i comandamenti miei di cui parla Gesù? Non l’elenco delle Dieci Parole del monte Sinai; non i comandi esigenti o i consigli sapienti dettati in quei tre anni di itineranza libera e felice dal rabbi di Nazaret.
I comandamenti da osservare sono invece quei gesti che riassumono la sua vita, che vedendoli non ti puoi sbagliare: è davvero lui. Lui che si perde dietro alla pecora perduta, dietro a pubblicani e prostitute, che fa dei bambini i principi del suo regno, che ama per primo, ama in perdita, ama senza aspettare di essere ricambiato.

«Come ho fatto io, così farete anche voi» (Gv 13,15). Lui che cinge un asciugamano e lava i piedi, che spezza il pane, che nel giardino trema insieme al tremante cuore della sua amica («donna, perché piangi?»), che sulla spiaggia prepara il pesce sulla brace per i suoi amici. Comandamenti che confortano la vita. Mentre nelle sue mani arde il foro dei chiodi incandescenti della crocifissione.

(Letture: Atti 8,5-8.14-17; Salmo 65; 1 Pietro 3,15-18; Giovanni 14,15-21)

http://buff.ly/2qDcW1J

 

 

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/il-giogo-leggero-dei-comandamenti-del-signore?utm_content=buffer5b9a9&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

 

“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” Gv 14,15-21

I comandamenti da osservare sono quei gesti che riassumono la sua vita,

che vedendoli non ti puoi sbagliare: è davvero lui.

Lui che si perde dietro alla pecora perduta,

dietro a pubblicani e prostitute,

che fa dei bambini i principi del suo regno,

che ama per primo,

ama in perdita,

ama senza aspettare di essere ricambiato.

(Ermes Ronchi)

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron