Incredibile testimonianza di don Adriano Menazzi, parroco di San Marco di Mereto (1925–2011)
RAFFAELLA LIONETTI , “Lina” per i familiari, era nata a Barletta il 21 gennaio 1918.Nel 1957 si trasferì a Udine, nell’umile casa di Via Cisis 58.
Morì a Udine nel 1991 ed è sepolta nel cimitero di Cussignacco di Udine.
Ebbe carismi straordinari eccezionali (stimmate, bilocazione ecc.) ma era molto perseguitata dal demonio con fatti incredibili che gli stessi testimoni raccontano nel libro “Nel segno del dolore”, sintetizzato poi nel libretto “La stimmatizzata di Udine – Raffaella Lionetti” di Pier Angelo Piai, edito dal “Segno” di Tavagnacco (UD)
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Recentemente meditavo su p.Albino Candido, monaco molto amante di Dio e del mistero dell’esistenza, che conobbi a Monteberico e con il quale ebbi una profonda amicizia spirituale fino al 1992, anno della sua morte…
Da un po’ di tempo non lo sogno più. Durante i sogni intraprendevo lunghi dialoghi spirituali con lui ed ero sommamente contento di quella compagnia che mi immergeva nell’atmosfera divina.Ora mi manca davvero.
Io inconsciamente sono amareggiato perché da molto tempo non ho il dialogo onirico con p. Albino, ma, se ci penso bene, ho disponibile ogni giorno il suo “Diario di un pellegrino carnico”.
Quando lo frequentavo nel convento della B.V, delle Grazie di Udine, egli mi lasciava leggere alcune pagine autografe perché sapeva bene che io ne ero entusiasta.
Un giorno gli prospettai l’idea di pubblicarlo, ma lui non voleva. Io insistevo, ma lui opponeva resistenza. Un giorno gli dissi che il Diario avrebbe potuto fare del bene a molte persone e che sarebbe stato un peccato che andasse disperso dopo la sua vita terrena. Lo convinsi e ci demmo da fare per pubblicarlo. Realizzai anche la stessa foto di copertina..
Ora mi sto convincendo sempre di più che questo diario è un condensato ricchissimo della profonda spiritualità di questo monaco amante di Dio, del prossimo e del mistero della vita stessa, che personalmente consideravo un santo.
Lo leggo spesso e, anche aprendolo a caso, vi trovo molte risposte al momento giusto, come se lui stesso volesse dall’aldilà suggerirmele. Praticamente tramite questo diario di 400 pagine io sono in continuo dialogo con lui che mi dona suggerimenti di carattere spirituale e teologico.
Che voglio di più dalla vita? Anche una sola sua frase mi aiuta a meditare, a riflettere ed a pregare.
Infatti ciò corrisponde alla dedica autografa che mi aveva scritto all’interno:”Il respiro della tua preghiera, Pier Angelo, trovi ala e volo in queste pagine“.
Padre Albino mi ha lasciato un’eredità enorme che nemmeno tutte le ricchezze materiali della terra possono soddisfare: pane e nutrimento per la mia anima e per le anime di coloro che lo leggono umilmente, consapevoli di trovarsi di fronte agli scritti di un gigante della fede, perché molto umile, sapiente, dotto e saggio.
Vorrei tanto che tutti conoscessero questo immenso tesoro di spiritualità ed umanità per potersi poi innamorare di Dio, come lui voleva.
UN VERO UOMO DI DIO
Dopo aver conosciuto p.Albino Candido, non ho ho incontrato qualcuno più interessante di lui. Nessuno si offenda perché rispetto tutti…
In lui trovavo il monaco, lo psicologo, il sociologo, il filosofo, il padre spirituale, l’amico, l’uomo ecc.
Aveva un fascino particolare che è difficile descrivere.
Era religioso ma non bigotto.
Intellettuale, ma sapeva stare con tutti.
Il puro di cuore che leggeva l’animo umano
L’umile vero che sapeva mettersi in crisi. Profondamente veritiero
Il consigliere che innanzittutto sapeva dare consigli a se stesso.
Il confessore che sapeva fare sue anche le mie colpe e piangeva interiormente insieme a me per i peccati confessati..
Padre Albino si presentava timido perché in effetti lo era, ma sapeva anche essere coraggioso di fronte alla Verità.
Non mi sono mai stancato della sua presenza e lo ascoltavo sempre molto volentieri.
Devo ammettere, dopo 30 anni dalla sua morte, che non ho ancora incontrato una persona così interessante ed edificante.
Ogni tanto penso: ho passato insieme a lui 2 anni in convento ed un’altra decina ritrovandoci spesso e facendo anche lunghi discorsi spirituali.
All’interno, nella prima pagina del suo diario c’è solo un ringraziamento nei confronti della mia persona per averlo incoraggiato a pubblicarlo.
Per il resto silenzio, come se non mi avesse conosciuto.
Deduco: forse ai suoi occhi apparivo insignificante, oppure sono stato fonte di preoccupazioni per lui, soprattutto in fase di pubblicazione del Diario. Oppure, essendo profondamente spirituale leggeva in me troppa fragilità ecc.
p. Albino mi ha dato una risposta scritta proprio sul suo diario:
21 Gennaio 1980
Una constatazione: come può avvenire che con molte persone fuori del convento mi trovo a mio agio, mentre se le ritrovassi nel contesto del convento si manifesterebbe senza dubbio nei loro confronti una maggiore difficoltà di accettazione. È chiaro, l’incontro all’esterno è provvisorio, casuale, mentre l’altro è stabile, quotidiano. Il quotidiano si logora. L’abituale richiede fantasia e abbondanza di vita interiore perché non minacci l’esistenza nei suoi valori essenziali: le cose hanno valore soltanto nel loro essere volute e amate da Dio, sono amabili unicamente in rapporto ad un amore che è amore in assoluto. (p.178)
Ritenevo e ritengo ancora p.Albino un vero padre spirituale…ma lui lo sapeva? Sapeva che per me era così importante?
Forse lo sa molto meglio adesso, perché vedo che mi risponde spesso a proposito sul suo stesso diario….
Altre informazioni su p.Albino Candido:
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“Uno studio veramente affascinante e impegnativo.” (Noam Chomsky)
UMILIAZIONE – Storia della mortificazione nella mistica cristiana dal medioevo ai nostri giorni
del filosofo EMANUELE FRANZ – AUDAX EDITRICE
Introduzione di Andrea Bruno Mazzocato – Arcivescovo di Udine
Prefazione di Tobias Fior
Con un saggio di Angelo Floramo
http://www.audaxeditrice.com/index/Audax_homePage.html
Si tratta di un immane lavoro storico che copre un arco di tempo di 1000 anni e riguarda la storia delle pratiche penitenziali usate dai santi e dai mistici per l’espropriazione dell’amor proprio e così pervenire alla rivelazione divina.
Scopo di questa trattazione è mostrare come in un arco di tempo che copre un intero millennio si trovi una liturgia mortificatoria identica, una sorta di codice della mistica, tramandato nel silenzio dei monasteri da badessa a badessa, che ha nei secoli garantito il perpetuarsi di una Rivelazione, il conservarsi di una conoscenza soprannaturale.
L’umiliazione era il mezzo pel quale le Sante pervenivano e tramandavano secreti supremi.
Perché, or ora, nell’età contemporanea, tutto ciò è stato sepolto e dimenticato?
Emanuele Franz, giovane “filosofo di montagna”, saggista, attore e pooeta, anti-accademico, rilegatore artigianale tradizionalista, “quasi asceta”, editore audace, ideatore di un premio letterario per “non laureati”.
COMMENTO DI PIER ANGELO PIAI
“Mi sento superiore in tutto, anche nell’umiltà” – scrisse il mistico p. Albino Candido nel suo “Diario di un pellegrino Carnico”
Questa frase, buttata là nel suo diario dal monaco friulano, mi pare emblematica per orientare ai particolari contenuti del libro “UMILIAZIONE” di Emanuele Franz.
Leggendolo, mi sono gradualmente reso conto della ricchezza, ma anche della “pericolosità” di quest’opera storica immane che copre un arco di tempo di 1000 anni.
Il sottotitolo è “Storia della mortificazione nella mistica cristiana dal medioevo ai nostri giorni.
L’autore, dopo un’accurata ricerca, prende in considerazione una cinquantina di mistici più o meno noti.
Un lettore odierno fa fatica a razionalizzare e metabolizzare il comportamento di questi mistici che appare piuttosto “stravagante”.
Il titolo di un brano del testo introduttivo dello stesso autore farebbe incuriosire gli odierni studiosi di psicologia: “L’umiliazione come estasi: il piacere dell’umiliazione”. Poi il Franz scrive: “Il distacco da sé, quando si corona nella sua totalità mediante l’umiliazione totale, ovvero l’annichilimento integrale dell’ego, comporta, e questo è inconfutabile, un piacere. Tale piacere, attenzione, non è certamente un piacere dei sensi, non è un piacere immanente, ma trascendente.”
Questa espressione ricorda alcuni testi paolini sull’annichilimento di Cristo: “Umiliò se stesso…” ecc. e richiama indirettamente la teologia della Kenosis elaborata sulla riflessione millenaria relativa all’Incarnazione.
Il comportamento “stravagante” dei mistici che Franz riporta si possono intuire solo alla luce dell’Incarnazione del loro Maestro, Gesù Cristo, che essi amavano alla follia fino all’imitazione.
Avendo come riferimento la frase del mistico carnico p.Albino Candido: “Mi sento superiore in tutto, anche nell’umiltà” è possibile intuire il processo di annichilimento di ogni vero mistico nel tentativo di combattere fino alla morte e l’ardente desiderio di estirpare da sé ogni forma di orgoglio ed ottenere la vera umiltà.
Questa “umiltà” sembra irraggiungibile perché si pone in un orizzonte dinamico in quanto i veri mistici sono consapevoli che l’orgoglio è davvero l’ultimo a morire.
Per questo motivo essi accettano le umiliazioni causate e provocate anche personalmente dall’esterno, (le quali appaiono contro natura), affinché il loro “io” possa dissolversi per attivare in sé la dinamica della kenosis relativa a Gesù Cristo.
Il filo conduttore di questi comportamenti dei mistici è molto sottile perché oscilla tra un celato esibizionismo ed un annichilamento del sé, impossibile da ottenere senza l’aiuto dello Spirito Santo.
L’estasi che spesso accompagna il loro consapevole e desiderato annichilimento sembra una conferma del loro grado di profonda spiritualità che però è molto difficile da discernere, soprattutto oggi alla luce dell’odierna ricerca sulla psichiatria e sulla psicoanalisi.
Per questo motivo penso che il complesso ed anche geniale lavoro di Emanuele Franz sia rilevante perché “controcorrente” e molto coraggioso, in una società così edonista ed accomodante come quella odierna.
Io, Angelica, ho letto questo testo che presi dalla Chiesa a Marques de Vadillo-Madrid e sta in relazione a ciò che il SIGNORE disse a GIULIANA CRESCIO, nel libro La Parola vol.VIII, dove GESÙ le disse che LUI non desidera essere ricevuto nelle nostre mani, perché é un alimento per l’anima,e non per il nostro corpo,visto che le nostre mani non sono consacrate, non siamo degni di toccarle,solo i sacerdoti possono…
(qui si riporta un presunto dialogo tra la “mistica” Giuliana Crescio e Gesù)
PROMESSE DI GESU’ A CHI NON RICEVE LA COMUNIONE SULLA MANO
Introduzione:
Concentrata nella preghiera, furono trasmesse ad un’anima pia e privilegiata le seguenti promesse del Signore a chi non riceve il suo Sacratissimo Corpo nella mano.
Avviso:
S’intenda bene che le promesse rimarranno non mantenute a chi si comunica, ma é in peccato mortale. Dunque il Signore non vuole essere burlato, ma se uno fa questo, incorrerà in un sacrilegio.
Promesse di nostro signore Gesù Cristo:
1) A chi si astiene nel fare uso delle mani quando riceve l’Ostia: il mio Corpo, il mio Sangue, la mia anima e la mia divinità, prometto di dare maggiori benedizioni nelle mani, nel cuore, nell’anima e in tutto il suo essere.
2) Prometto moltissime grazie in più nel suo peregrinare in questo mondo, con maggiori garanzie di salvezza, con aumento di gloria essenziale ed accidentale, per tutto il suo vivere eterno con me in Paradiso.
3) Mi sentirà nella Comunione in tutto il suo essere, con completa pienezza, cosicchè non vorrà più toccarmi con le mani.
4) Chi fa così, con costanza, riceverà grandi grazie mie personali e grandi benefici per tutta la sua casa.
5) Prometto anche, a chi devotamente fa quello che desidero, speciali doni nelle sue mani contro i nemici dell’anima; e a molti darò doni di cura.
6) Io prometto che, se così farà con perseveranza, continuità e costanza, giungerà a tutto con maggior intensità, a cercare la mia gloria ed il mio onore. Io lo eleverò per sempre.
7) Concederò così, anche a chi per amore compie tutti i miei disegni divini e non voglia prendere l’Ostia nelle mani, per maggior adorazione, umiltà e santo rispetto, il dono del discernimento dello Spirito, con più intensità.
8 ) Il suo nome sarà impresso nel mio Sacro Cuore misericordioso se, per darmi maggior letizia, farà la Comunione dovutamente con la lingua e non con la mano.
9) Prometto anche che aumenterò tutte le sue virtù, come ricompensa a questa sua maggior umiltà, che implica il non riconoscere mai pulite le sue mani. Mai.
10) Prometto anche a chi diffonderà fedelmente la mia dottrina, che vincerà con più facilità ogni tipo di tentazione.
11) Non distanzieranno alle anime chi mi riceve nella lingua e non nelle mani, se lo fanno con la dovuta riverenza e vivono così ogni giorno della loro vita.
12) Prometto anche che non troverà le porte chiuse per il mio amore, chi per riguardo verso di me, mi darà gioia nel ricevere l’Ostia dovutamente con la lingua e mai nelle sue mani.
13) Se così farà, comunicandosi con la bocca, arriverà ad operare solo per il mio Cuore, con il mio Cuore, nel mio Cuore, per il mio Cuore divino.
14) Prometto ugualmente a chi mi onora in questo modo,che il mio Sacro Cuore lo ascolterà con più letizia e intensità.
15) Per me é importante questo, e se riceverò maggior letizia, quell’anima che si comunica con la bocca, mi piacerà sempre. E, per il mio amore, se segue sempre i miei divini insegnamenti, Io la terrò come prova della mia gioia, per questo fatto.
16) Questa persona farà sempre bene alle anime. Invece chi vorrà sempre toccare la Comunione con la mano non sarà con me, sarà rigido verso di me ed oscurato da ciò che mi piace, dalla mia predicazione e dal mio magistero.
17) Tutto l’opposto a chi non tocca la mia forma consacrata perché gli tremano le mani; si prepari mentalmente e fisicamente, perché al momento della Comunione, mi chieda che ci sia solo Io e basta. Prometto la grazia d’arrivare subito ad un’altissima perfezione cristiana, se cercherà il mio viso con più amore; si dimenticherà più facilmente di se stesso ed il suo cuore sarà sempre confortato da questo suo gesto. Avrà più luce celeste ed il mio Sacro Cuore sarà sempre lieto per lei/lui. Per i secoli dei secoli.
Promesse a chi diffonde questi messaggi:
1) Prometto il dono della conoscenza dei cuori, a quelli che divulgano queste promesse.
2) Raggiungeranno maggior gloria in Cielo.
3) Avranno lunga vita spirituale (anche se non sempre materiale) e in pochi anni, come se avessero vissuto molti anni di santità.
4) Colmerò di grandi benedizioni i loro familiari.
5) Prometto anche che, più le diffonderanno e faranno conoscere, più io mi infonderò in loro.
6) Gli farò sentire che io ci sarò in maniera piena e crescente.
7) Non gli permetterò le imprese che intraprendono, se prima non piacciono a me.
8 ) Metterò nel loro cammino abbastanza luce, perché, con il mio grande aiuto, evitino il male e facciano non solo il bene, ma anche quello che mi piace di più.
9) E gli darò maggiori grazie,se le diffondono con fervore.
Considerate una grande omissione, non far conoscere le mie promesse.
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
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LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron